EREDITÀDELSANGU Fu circa a dieci anni dì di!lanza dopo l'inlroduziout delle 11ttrche 1u1 gruppi unguigni negli atudi antropologici. che la scienza cominciò ad interl!5Sarsi alla questione della eredità del s:rngue, ed oggi i gruppi sanguigni CO!llitutKOno 11110 dei 1>roblemi di biologia più studiati, poichè sono la più importante prou mtitematica del mcndtli.smo nell'uomo, e per 11M':zz.u di t"Mi 1i è resa pouibile, nei cui conlroni:r5i. la ri«rca della paternità. e .lfo.lu «ria, p4ler um~r incertu.J • dicenno infatti i latini N i problemi dell'eredità, malgrado quanto ai 1i1 det10 in pro• posito, non sono problemi di pura imporlanza teorica, poichè il dCt1ideriodi ricercare nei noslri antenati la co111inui1à della , ila e ddla raua. è Alato già da lungo lemJH>un togno in--oddl· .rauo dell'Umanità. In Cina C!listcu infaui fin dai tempi lont:a ni, una primitive ricerca della paternità, che, pur nel 1110 mi• tlicisrno, dimoslrava una 001109«111,a aia pure lontana del'.'an 1a1oni1mo puppale. Il san~ue del riglio e dd padre ,·enha. dice flinfeld. H~rfalo KOCcian goccia in una brocea di 11cqu0i.I.a presenta lii un 1Heci1•i1a10.era l'indiet'! della paternilà; meni re (1uando si do• u·,a ..,abilire la paternità di un tkfunlo 11i,ena,a il Qn~ue lkl fJnciullo sulle ~ del cadantt, e 11e non 11iriusciva a 11barttuar1• le o,sa dal sangue, si a,e,n un ~gno ctrto della palerniti. Sap11iamo inohre che fino al SttOlo XVIII una se.rie di pro• ce~i prr conlrmersa paternità, furono buali sulla ~i,tenu di raN-Omiglianza tra figlio e genilori. Ma la r~migliant·1 tra ~nitori e fi,:li raramente è eo!Ì perfeua. che pOtil ta.9el"C 1ir~a come pro,11 inconfutabile in un J>roceMO ,:iudiziario. Le :i.lesse pro1nie1à che sono caratleristiche dell'indi,·iduo (linee tl{'lla palma dello mano etc.) non 1i ereditano in maniera nella ed e,·idente che J)OMIIIIOeuere prue in considerazione nella ricerca della paternità. Il colore e la forma dell'occhio. del cranio, i tratti. le cara1teri,1iche psicl1iche 11iereditano apesso in maniere indipendcnli. poichè il figlio rice,·e &t!ni particolari dal padre, altri dalla madrt. e dalla loro combinazione 1i for• mano nel figlio 1>roprietà e earalleri app.1n-nlemente 11110, i. Fin ad o~i. è be.ne tenerlo presente, non vi aonO che i gruppi tane:ui~ni che facciano a quOJto riguardo una ~1ione mera· , igliosa. 1>0ichèn:.illa. come le proprietà A. B del ~sngue. puit t'Mere <."on<1idera10enti1à ereditaria. Ma IH:r comprendere tale argomento occorre fare c1ualche prem~. ricordando le leggi dell'eredi1à in gene.ra:e, leggi le quali ai riattaccano al nome di uno degli uomini più ~c.niali. l'abbate Gregorio Mendel, il quale nel silenzio del tuo chiostro 11tudiò profo11damente la nalura, llCOpre.ndole leggi di qu1111to più ,•i era di eterno, cioè il piuma genninali,·o. Cen:huemo di r~hiarare lali leggi con un Ht:mpio "-mplke e schematico. La fig. I rapprc.aenta due topolini di cui uno nero e l'altro bianco. Ne:ll'inlemo degli animali progenitori (I) lroviamo dei piccoli 1opolini, c:he simboltggiano i ieni, che tono la fornn preesistente:. la quale durante lo 1vilupl)O dell'embrione, ,i Ira· dorma in proprietà, che v<>ssiamo ritro,·are negli animali. Quegli animali, i quali po55iedono nel loro J>luma germinalh·o &010i gtni che si sono ~erioriu.ali si dicono lipi p,lri od omo- :i~oti. mf'nlre. gli animali che J>O!!iedono nel loro pla.i;111ager• minatho anche dei gt.ni per le proprietà non apJ>II,~ (Il), sono detti tipi imp,lri Qt/ e~ro=i1,01i. Quesl'uhimo lo chiamiamo fenotipo, menlre il primo ,ien~ ddto gc:r:olipo. Unendo le due raue di IOpolini, Mendel ha rilro,ato che nci loro aOCOj}piamenliuna pm1,rittà M-mbra i11 qualr-he modo , incere l"altra. c<>!icl1e la prima gt:neruio11e ha i caralleri di uno dti genitori. Nella figur11 in ~nme è il colore nero cht ha dominalo. Chiamiamo dunque con Mendel (!Ue!!ta proprieii più forlf', proprietà dominante e quella che non è appa~a ma è s1a1a dominata. proprittò rettJJÙ."O.Ma quC1St"ul1ima e lk:0mparu ,•eramente? Oppure è unicamente nascO!ta nel piuma ierrninati,·o? l..e CSfH'rienzedi Mende:: hanno dimo&lrato che la acomparsa delle proprietà rece8.siv~ non è che ap1>arenle. e quc:!ltaNi.ilcnza J>Oteniialc, nascotta del gene rcccss.iYopuò essere meha in e,·i· denu accoppiando la di~ndenza <klla seconda gener~zione: 1s proprietà rcce55ÌYasi esteriorizza di nuo,·o nella diJttt1denza. Se noi O&Serviamola freque111.3con la quale la propritlà receMi,•a riappare nella ler:,,a generazione notiamo un raJlporto numerico u.yj aemplicc: un quarlo dei nati alla len:a genn-a• tionc sarim10 bianchi. mentre tre quarti Hranno neri. Con,,. s1>iegare questo r11p1>orlonumerico tingolare? La sc.itnta ha dato una 11>ieguionc, geniale nella sua &em• plicità, che pertanto ci ha rh·elato la ,era slruuura del piuma germinativo. L'apparizione nella lerta generazione degli indiI,'J,;JtEDIT.\ ])ELLE PROPRIETÀ ])I S.lNGUJ,: O, A, e B 41 ■ 11PPI • ■ I r I Q I. I .. G ■(;PPI •■I G ■NITO■I o ,.a B A. B oxo .... ... ... - ox ... U,7 H,11 o.a ... .t.XA 18,8 81,- .... .... .tXB ..... .... .. ... ■ ;(B 13,IJ e,s 811,4 ..... A.X ■ 18,8 .... ..,_ ... OXA.B .... ..... 47,4 2,2 .t.XA.B ... ..... .... 27,8 ■XA■ 1,7 .... 39,1 ,,.,. A.■ XA.B - .... .... ..... 28
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