Usura, sacrilegi e frodi e il ·ba~do degli ebrei dagli Una notizia., ri~lentc all'anno 1171, c'inducc a pmsare che fin da qucll' epoca i 8iudc-i si trovassero in gran numero a Bologna, e forse già segregati in ghetto. Gli antichi cronachisti ci narrano, infatti, di una cacciata dc-i giudei decretata dai Consoli governativi di Bologna nell'anno 1171, pcrchè, paventandosi la comparsa di una micidia.lc pntilenza, si pensò che i figli d'Israele, per la immondcua che tenevano accumulata nelle loro contrade, pote. vano facilmente diffondere il temuto contagio. I giudei, dunque non si affacciano troppo brillantemente dalle carte ingiallite delle vecchie cronache bolognesi. Non sappiamo con precisione quando i giudei torn:wcro a Bologna. Indubbiamente prima dd 1308, poichè in questo anno wi donavano a frate Aymcrico, ·priore del convento dei Domenicani, un pentatC\ICOscritto su pdle di vitdlo, gabdlandolo come vergato di mano dal profeta Esdra. Non si sa quale motivo spingesse gli avari55imi giudei a fare tal dono, che dovette riU$Cire assai gradito al ;monaco poichè fu da questi e dai suoi discendenti gelosamente conservato, giungendo, sebbene mutilato, 6no a noi. A quJ.li particolari attività si saranno dati i giudei di Bologna fra i secoli XIV e XV, se induS5Cfoun pio uomo, quale il vescovo bolognese Niccolò Albergati, a punirli tanto scvenmente nel 1417? In quell',nno, infatti, tutti i figli di Giuda (ma.schi e femmine) residenti a Bologna, furono obbligati dal famoso vescovo a vestire di giallo, a non uscire dal ghetto e (pena orribile!) a non percepire, nei prestiti a pegno, frutto superiore al ,•cnti per cmto. JI ghetto di Bologna comprendeva le vie dette tutt·ora dei GiNdti, dcll'Jnf,rno, della Mandria, di Stt11Giobb, e del Carro. Durante la notte e durante i tre ultimi giorni della Settimana Santa, portoni ben spran~ti vietavano ai giudei la « libera uscita :t. I banchi di prestito dei giudei erano nelle vicinanze del ghetto e, precisamente, lungo il trivio ove ergesi ora il Palauo della Mercanzia, 8ii chiamato e Trebbo de' Banchi ». In principio del Quattrocento, oltre quelle del beato Niccolò Albcrg;lti, vigevano in Bologna altre leggi anticbraiche, una delle quali, curiosissimi, impooev.l ai giudei di pagare ogni anno cento quattro lire e mezzo alle scuole dei Giuristi, e settanta a quelle degli Artisti, destinate ad essere spese in un gran banchttto notturno che, per antica consuetudine, lo StudtO offriva agli scolari. Ai giudei non doveva troppo garbare quell'obbligo di portare il « segno dell'infamia 1t decretato dal vesoo,•o Albergati e pare escogitassero varie astuzie per isfuggire alla legge. Ma una griJa del lH8 rimise le cose a posto. In tale anno si rinnovava ufficialmente l'obbligo ai giudei dimoranti in Bologna ..di portare sul petto, e nel modo p;ù C\•idente possibile, un segno color giallo. O,i avesse contu.vvenuto all'ordine, sarebbe incorso nella 16 pena del carcere e di mille fiorini d0oro di multa. I più o meno vistosi segni gialli non impedirono tuttavia ai giudei di seguitare l'esercizio dello strozzinaggio ai danni dei cristiani, facendo perdere la pazicnu persino a un santo. S...n Bernardino da Fehre, infatti, venne nel l473 per «citare i bolognesi a cacciare i giudei e instituire un Monte di pietà, monte che fu poi erttto, e trasformato, col tempo, in quell'isti• . tuziooe esistente ancora nell'edificio sorgente -alla Metropolitani bolognese: e Mons pietatis advcrsus pravas judaorum usuras erectum ». Intanto, le constituzioni e le bolle runmentanti ai giudei l'obbligo del distintivo giallo e di restarsene confinati nel ghetto, seguitnano a fiocca.re. La bolla emanata il 14 luglio tsn da Paolo IV è su ciò assai ca.tegorica, e dovette a suo tempo spaventare non poco i giudei di Bologna se questi, guadagnati con larghi doni i portinai del ghttto, riuscirono, in una notte del 1S69, a fuggire in pu«ehie centinaia e rifugiarsi a Ferrara. Al soglio ponti6cale era frattanto salito il Caraffa, uno dei più fieri giudici dei giudei, il quale, quando seppe di quel fraudolento esodo attuato dagli ebrei bolognesi, se ne sdegnò a tal punto da promulgare « ipso facto :t una bolla con cui si bandivano i giudei da tutti gli Stati della 0,icsa, foor che Roma cd Ancona, accordando loro tre mesi di tempo per far fagotto. Anche i giudei di Bologna se ne dovettero cosl andare, non senza però subire la giusta s.anzionc per avere fino a quel giorno spennicchiati i cristiani. Dovettero infatti pag2rc una sp«ie di . « tassa di espulsione » ammontante a quarantamila scudi d'oro, pari cioè a cinquanta scudi a testa, poichè ertno in numero di ottocento. Appena p1rtitisi, la sinagoga esistente in principio di via San Vitale fu confiscata e il loro cimitero, situato all'angolo di via Orfeo con via Borgolocd,i, distrutto. ... Erano trascorsi diciassette anni da questa cacciata, il t S86, quando 2i giudt'i fu nuovamente concesso abitare le terre della Chiesa. Allettati dalla possibilità di far nuovo bottino sui cri. stiani, i giudei non se lo fecero dire due volte, sollecitamente ritornarono anche a Bologna. I dintorni della pia.zzetta di Porta Ra,•egnana ricominciarono cos1 a brulia.re di rigattieri, e ambisti :t e strozzini. In quell'occasione, molti figli di Giuda aprirono pure, alla Volta de' Barbari (situaU nel trivio ove s'incontrano le vie Ugo Bassi, Imperiale, ora Battisti, e Poggiale), una bottcg2 di panni forestieri, la quale fece non poco danno alla locale Arte della Lana. Industria che, in quei tempi, costituiva per i Bolognesi una '!,fan fonte di lavoro e di risorse. ' . Un sacrilegio avvenuto nella primaven del l S93 a Bologna, veniva intanto ad affrettare la decisione di espellere per sempre i giudei dagli Stati ecclesiastici.
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