La Difesa della Razza - anno II - n. 8 - 20 febbraio 1939

EGNO DI NAPOLI rom1ili ~ da11undo (Tom. Vi1alc: S1oriadi Ariano, etc..., pag. 21 :!I e seg.). Succede un periodo di calma e di rilasciatezza, di cui gli ebrei prohtt.1no per rialure la testa. Ma all'arrivo a Napoli del \'ÌCerè don Pedro di Toledo, poco tenero ptl giudaismo in1ernu1onale, l.t posizione degli ebrei si riaggr:wa. Detto vicerè, in una sua relazione del gennaio I H3 a S. M. Cesarea, dice esser gli el,rci manilesf:2.mente rdrattui :i. ogni cvoluz.iooe moule, aw:r « la ~besti Cc~re:t. tollerato· molto tempo che lj judci habit.uscro in quisto res;:nodc Neipoli; credendo et 1cncndo per fermo d1c con la romunication de li christiani \'cnerriano al cognoscimcnto de la \'eriti et se con\·erterriano a la catholica fede del nostro Signore»; avere, al contrario, « la expericncia dc-mostratoche non solammte non st ha seguito il bono eff«to che S. M. pen· Sl\'l; anzi la loro con,•nuciune (sit.') han facti multi danni in quisto regno et semi. r..:i.timulte us.ure et darnnati le consciemic.- ciemulti christiani ». La campagna antisemita sostenuta da don Pedro, sorte ben presto i suoi effetti. Si pensa gi:ì. dì espellere dal regno di Napoli, pet indegnità morale, « ma.schuli et femine, piccholi et grandi, non excepcuandone alcune». Si stabilisce infine che nel ttrmine di mesi sci gli ebrei lascino il Regno o si convertano al cristianesimo nel c;.so che vogliano restarvi coi loro neri. Con proclami del marzo 1H3. don Pedro accordava ben due proroghe. Ma poi del bando non se ne fa nulla, an:ii si apre un accorJo che porta a conclusioni favorc- ,·oli agli ebrei i quali potranno metter banchi e ri,·endite e conceder prestiti, purchè sieno solvibili e di provata onestà. Il regio assentimento non si fa attendere e raccordo ,·ien pubblic.ito nel novembre del I )35. Ma presto le acque tornano a intorbid:mi, per le accuse di f>ra11ilà 111urari.J fatte agli ebrei. Con prammatica del 10-11-1539 l"au• torità ,•iene.aie manifesta la volontà di bandire dal Regno i « perfidi ebrei », essendo la lor permanenza nel regno « cagione di pericoli e di immor;1.lia:iiooi •; e prescrive che essi debbano, per distinguersi a prima vista, portsre on berretto rosso o una fa. scia rossa, s«ondo il snso. Nel dicembre del "40, il vicerè don Pedro, che pure aveva richiamato J"atttnzione della Corte di Spagna sull"opportunità di graduare eventuali provvedimenti contro gli ebrei, viene invitato a prendere contro di tsSÌ le misure, pre\•iste dalla p:~mmatica del '39. Dopo la resa dei conti, alla R. Camera uella Sl.immarca, nel maggio del 1541, vien rt"SOpubblico il bando di espulsione, col quale si concedono agli ebrei ,t mesi di tempo per uscire dal Regno « sopto pena dc confiSC1tìone dei beni de quello che con. uu•enerà et altre pene conteute in le regie pragmatiche» (R. Cam. Summ., Processi. V. 416: proc. 4826). NonMC:ante i meni posti in essere dagli ebrei, nell'intento di far abrogare redit. to di espulsione, nelrottobre del 1541, essi son ·costret:ti a lasciare il regno di Napoli. Quali le cause di qust"ultinu espulsiooe? Quasi tutti gli scrittori del tempo sono con• cordi nello ammettne doversi il provvediir.ento attribuire alla n«essità d·impedire d1e gli eccessi scandalosi e le usure giudaiche avC'S5C'roa continuare. Andrea della Monaca asserisce che il decreto di espulsione ,·enne en1anato « parendo che con le loro wure rgli ebrei] devora.sscro le sostanu dei popoli sotto rombra di sovve. nirli dei loro bisogni». Secondo poi ci dice i I Carletti, nel suo studio sulrebra.ismo, Carlo V, lTlO$SO dall-: continue querele dei sudditi del regno d1 Napoli, volle decisamente punire la pr~\I•\ u)oruia dei giudei. Lo stesso Dc Magistris (SldlNJ &-rin. Ntap., etc...) afferma che gli ebrei « cum eorum woris tenebant oppressam nugnam partem civitatis, qua propter in :inno 1541 Prorex de Toledo cos cxpulsit ». ETTORE STANCAMPIANO ''-"-. ' ' - ..- ,t <,,, \ ---1/2 1 °(( .§ili -~', .i!>. - ~ ~~ ~ ~ ,W;? . ~-\'. . ~·-::.

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