La Difesa della Razza - anno II - n. 8 - 20 febbraio 1939

ANNO Il • N. 8 SOM-MARIO 20 FEBBRAIOXVII LE CARTE DEGU EBREI. DOCUMENTAZIONE ROSA C. STORn MEDIOEVO EBRAICO A TRAPANI: ETTORE STANCAMPIANO: GLI EBREI NEL REGNO DI NAPOLI; MARIO BORl:TTI: GU EBREI IN COSENZA E NELI.A CALABRIA CITRA, Gt71DO CANALI: LE FTERE DI 801,. ZANO E I SENSALI .EBREI; PIETRO f1CAI-VELTRONI: • MONTE SAN SAVINO E LA CACCIATA DEI GIUDEI NEL 1799; BRUNO BIANCINI: USURA, SACRILEGI E f'RODI A BOLOGNA E IL BANDO DEGLI EBREI DAGLI STATI DELLA CHIESA; LUIGI SERVOUNI: GU EBREI NEL DUCATO DI URBINO. POLEMICA GIULIO COGNI: LA CORRUZIONE DELL'ARTE; GJUSEPPI:. PENSA.BENE:ARI! E LEVANTININELL'ARTE;MARJO DE" BAGNI: LE PROF'E'ZIEDI NOSTRADAMUS. SCIENZA GUIDO ~DRA: GU STUDI DELLA RAZZA IN IT~UA PRlMA DEL RAZZIS;MO;A. TRIZZINO:LA VANGA. L'ARATRO E LA RAZZA: EDMONDO VERCELLESI: IL PROGNATISMO CARATTEREDIFFERENZIALEDELLA RAZZA;G[U. SEPPE LUCIDI.: EREDITA' DEL SANGUE: PAOLO T1UZ.: PREVIDENZA MATERNA. PENSIERI DI LEOPARDI. QUESTIONARIO LOPINIONE DEL PROF. LENZ; L'OPINIONE DI GUSTAVO SCHMOLl.ER E OF.LPROF. CARLINI ECC. I MANOSCRITTI ANCHE SF. NON PUBBLICATI NON SI RESTITUISCONO GLI UFFICI DELLA "DIFESA DELLA RAZZA" SI TROVANO IN ROMA · PIAZZA COLONNA (PORTICI DI VEIO) . TELEFONO 63737 62880 Per combattere le malattie dell'inverno RODI f: PltODOTIA. INTfltAMENR IN rTA.UA montecatini è,u,-lioSWAJW«l.~wllbw: INFLUENZA • RAFFREDDORI NEVRALGIE • REUMATISMI

L-APOLIZZA XXI APRILE DELL'ISTITUTO NAZIONALE DELLE ASSICURAZIONI L'lllllluto - cleDe Aalcurcaimli ba do ______ .... __ - popolari • • -- pmticolar- - c11 - - a.- c11--. • -- -· ----............ clalL .. c:al - - tutelati ... iCIPl1)1 t-o ............. cli UDO al\adio at~ ----·- - ..- -.,.. del - itallaal. Cool • - - la - ciel- .. Caal1 chralaal Faac:iate dei l.cfforatori. la p_QLIZZAXXI_APRILE ... ba - rallo - del Due.. Tale po11aa. •· -rardillmla-popaae._......, g1& 1-c11-.._-. ·-- ....c..l.·.-. ..... c11-- .. ,.. IDlommlo -- - iDoltn --- .__ ........_ala.._ -- COIIIIDalae_cll_cll_, __ llddel....iar.-c11..---. _._.. ____ aelmodo pi(I ..... Cl - CONCOIIIIEN])C) IN YAIIA IOIIMA E NISUBA NEL PAGAMEN- !O DEIPIIEML - cad - nn-ièo .. - - ..- c1e1....,i-. NON TUTTI SENTONO cosi VIVAMENTE IL DOVERE DELLA PREVIDENZA, DA PRENDERE L'INIZIATIVA DI UNA PROPOSTA DI ASSICURAZIONE. PER QUESTO L'ISTITUTO NAZIONALE .DELLE ASSICURAZIONI VI FA VISITARE DAI SUOI AGENTI PRODUTTORI le

ARRIGVIIORNALIERI DIPESCAEli MENTACNONTINUAMENTE Gli SPACCSLAPPIATECLUOCINARE CHIEDERGERATUITAMENTE Il COMPLETROICETTARAIOl: CENjRo NAZIONALE P ~ o- P A G AN O A p Es e HER.Ee e I A ROM•AVIAREGINEALEN6A8 .....,__ TELEFONO l85.201 4 Rendete più saporita ed allettante la vostra la- • vola. facilitando nello stesso tempo il vostro compito in cucina. con un più largo consumo di pesce. Preparato in cento modi differenti: in bianco. fritto. arrostito. bollito, con salse o senza. il pesce è sempre molto apprezzato per il suo gusto squisito. la delicatezza della sua carne e la sua facilissima digeribilità. Il pesce inoltre è un alimento · sanissimo ed economico.

LADIFEDSE!LU I ■ ANNO li · NUMERO 8 20 FEBBRAIO 1939-XVII t.!ICK IL S t: IL 20 DI OCNI Mlt'dt: Ulli NU>ISKO !lt:,-A ■ ATO LHlfl I AlfllONAMIH'(TO AN,'ll"UO LIIU; 20 AIIIIONA•f:NTO lU:Jillt'.STMAU: • 1% t:STll:MO IL DOr'f'IO Direttore: TELESIO INTERLANDI Co■ioto di reJnione: prof. dott. CUIDO LANDRA pro(. don. LlDIO ClPRlANl • doti. LEONE FRANZI - dou. MARCELLO RICCI. dott. LINO BUSINCO Se1utario di reduione: CIORGIO ALMIRANTE SCIENZ4•00CU~ENT4ZIONE POLE~IC4 • OUESTIONAWO LE CARTEDEGLI EBREI Di.Imo iu questo n11111tro qm,lcht t.1J11trib1110 allo studiodegli tbrti ,ugli a,11i,histati i1alid111i,1110srnrso, 11v primo con• tribillfJ, d1110 qm./- lo rht ,; proponiamo di /11rt, cht è di ro'1IÙ111are lfll~ st11dio 1 nlt'l1dtrlo, 11pprQ/0111/irlo. p11bbl1rama~ "'"· 11011 mano i ris11/- • td/1: e che; dr 11011 limitt1rrai una ÌJJ· dagù1e er,,dita e rtmola.per q11nlJ/r., Jtmpre is1r111tfra, r 111i/i,si11u1, ma rid,'"t ""rht la pitì .,,,ira 1101iziadi tlltJlia o è la prim(J ll(IZio11e t'0rremmo dire la pa• Jrill del mm,do, o 1101è111ien1ei;uro111i11ciaro1r1o0n il l11Jer1111e1iemroh,e per qlfella s1radr1 dobbi11mo rur11re gl, ebrei inrammiui11i ,, diJtmggne Rom,,, rfoi /'/1(1lia. se vogli,mu, ((tpire il semo della loro tJllit-it.ì, negli stari ilt1lù111i, qu.mdo ebber,J ,1t·1110 l'Ù1 libera, ro11la rfroluziom• (r.i11tt'Se, e della loru t1Jli1•itànel regno d'Jt,il1t1. IDtemo ebraico Q11e1ta è """ t~uu,, dirt:ua 1!011solo ai 110J1rci oll"boraturi e ,1h11u11/1 tbrti al/1 i11Ure11deella 11os1raq11e11iondei razza; e 11nu1,1tno limilarciagli alllirhi Slali iJa/iar,i,ma illuminare spetWmtnU due periodi, quello s11ueJJivo11llarivoluzione frttnftse, e quello suuessii·o ,,Ila ros1it11zio11de l regnn /'llalia; 1101u1nza avvertire che la sommer1io11e passi- ,iù dtll'ltalia, dopo il Rinascimento, cioèdella terza riviltà d.ssira.della 110J1ra 1 quella che è il 110J1reoJJere,per rui mrrispondemi, ma a 11111i i11os1rlieuori. Chiamiamo 1111/iÌ 11os1rlintori a (01/aborare " quest,i opera a/fi11,hè1101r1esti archiviod'llalia del q11ale11011iano 1/ale spolverale le carte riguardami gli ebrei. Sappitmto rhe dtmmte l'im•asionefranust e specialmente negli anni 1798 e 1799 11111i0l popolo italiano insorse

<olllro/'im:aJOrt,lll'1llrt ù1vttt' i bor1,hrsii1alia11iaprivano la Slradat co111balltt·a11011tllt {ilt dti fr,11l(tli,omro il popolo i1t1/iano,ch't11i, 11111ori dt libr, di lloria pa1ri11, ,hiamaro110pltbt' t popolauio, l'additaronoal disprtuo t!t1loro figli istr11i1i,a gloria dtlla rtp11bblicadi Franda. Che 1i1,11ifi,atiò? Ris11ltacht ,011i borghtsi si trovarofloallora spttialmt'111tsolidali gli tbrti d'Italu,, t c!Mtbrti t bort,htsi furono d'auordo, ,,,/lo spargtrt sangue dtl popolo italiano, t rhe i'1Jitmt subirono l'ira del/'i111urrtzùmtpopolart. Ch, sig11ifi<Rl I borghni non mtno dt1,li tbrei si ,hùu11aro11011/ornpa1rio1i:tht 1i1,11i/ica quello ,,omr, q11al'ila sua origi11t? Ma prima di correreal sig11ifita10,11oidDbbiamoto11os<err11,11;i falli dt/1:z piN ig11orat11 " dtformala uorla d'Italia, qual'i la storia suut11lfla alla ,i,,ol11zio11tfranctu. Non dobbiamo ar·tr paura dtlla vtrilà. QutJ/a p11ural'hanno i ,,ili t i /radilo · t i g0fltr1umtidi popoli srhiavi. Sartbht ,m 1111,,rro11is1110 tht l'a11ts1imo ortt , IH il popolo ilaliano tomiuda ad a11rrt111sua t•rralibtrlà. Ni dt11t 10glitrri roragtio l'af/tllO 11ip111rio1i,a lCbt a q11tllipi# tari lii 1101/roc11ort.Ouorrt ,ht il nostro af/tllo gùmg,, ad nsi dalla 11eri1à,nou dalla f,1/sificaziontJlorica.Q11tllithe lt lo meri1'mo, 11011 luumo ,1111/ad11lrmtrt. La loro mt111ori11ri div,111tràpù) '""'· Ris11ltt1 ,In gli ebrti par1uiparo110111Jir11mt111t allt' ro1pirazio11i111utssi,·t alla Rtslaur11zio11t t al Jt_nlalÌIJOdi /art utl 1848 del/'/1alia ima rtp11bblic, Jr,mctse. Dopo q11tll'a11110 1 la J{Nol11politica i1,1/i1111a prtst il sopra11ve1110 , /ttt il regno d'It,,lia. Cht parlt vi tbbtr0 gli ebrei?D11qual parll li 1roviamoJ Dopo 111morlt di C11ro11r 1 i q11ar,w1011is1i riaha,0110In Jtsla, s'i111padr,011iro dtlr/Jalia, <011la cosiddtlla rù·ob1zio11tparlamt11/artdtl 1876. li govtrno 11llor11 bb1111do11a /'indirizzo <nvo11ri11110 t imprime 111/a11i1"i111/ùm11 m movi111t11l0che ,11lminaal dt1trto dtll'emigraiio11t,talla <reazioned'i11d111lri~ complt/11,,,t,tltdii·trst t 11tmi<IHdi q11tlltcht Cm·o11rsi ripromtllera t ,ht a11t11 già /"Ilo sorgtrt ;,, Pit1110111e. V diamo ntllo sltsso 1tmpo i p"rtili prt11dtrtlt sltJJt de110111i11azio11i dei parlili Jra11ct1i,me11trtil gor·trno, il p,1rlamt11lo,i partiJi 1 lt i11dmtrit, il commercio,la b"11c11. la s,110111. lt tau tditriri, i giornali prt11do1101111i 1diriuodi "'i sono ""tori i borshtsi 11011mt110che lt pill spiccale personalità d'rbrti, dopo che ltra a11:ifallo vr11irtdal/" Polo11i11 Il# famoso tbrto a /art il r11ralodtlltt h111ua 1 dtll'i11d1111rù1 1 dei gi.omali t dtl mut11a1ismoitalia110, A ,hiarirt 11111i flltSIÌ /1111it ftq11ivoto rht ancorapesa s11/la11ori11i alian,, col 11omtormai f>roverbialtdi pie1is1110,chiamiamo11111i i nollri ltllori. Essi già si 111111110 rol ·Q11t11ion11rio abit11a'1doa collaborarecon 11oi 1 dimos1ra,u/o q11an10siano se,uibili 111111itlltrtllt' 11tramtr1/titaliano;ptrdd 11011esitiamo, rhi11marliIIwl~aborartal/'optr11forse più vit11lt dtcisi,,adt/111nazioneitJia,u.

d oe 11111(• 11tllZ i C)Il e Medioevo ebraico Un editto di Federico Ili d'Ar:asona, rt d1 Sicilia, pubblicato intorno al 1363. dice fra. l'altro: « Giusta il solito CO$(Ume da' ttmpi antichi OSStr\':tlo nella stessa comunità dc' predetti Giudt'i i+••. , e h supporreche gli ebrei (os~ro urin1i a Tr.1pani molti s«oli prima. Ma quando prcciwnentc? Olissà che COS.:t avrebbe dato per s.ipcrlc un cnto Canonico Giovanni di Gionnni d1 Taormina che, nel '700, dopo utt fatto scrupolosissime ricerche su le• .11; :antichi, affermava, con vera p.·usionc. che e quanto piU :111tichsii mostrano e più e r:1.uodati; tanto pili lunga. si scuoprc la cdi~a,'veotura dei nostri maggiori, che e dur.uon'> la fatica di sopport.1rli. ad one 1a di qucll:t naturale inclinazione, da cui e u:nivano tirati a detestarli SfflU misura: e e tfflto più grande apparixc an,ora la e Oi,·ina bonti, ch'ispirò ne' petti de' noe stri religiosi~irni Monarchi l'eroico Zt'lo e di ucciar "i.a ptr sempre, a dispetto del. e b. polit'ica del mondo, la stC'SS3 nazione, e da tanto trmpo allignat.a nella Sicilia... ». Ma nè le sue atth•e ricerche nè quel I<"di altri portarono a scopmc inconfutabili cita la prima appariziont" israelita ndrisol.1e p.1nicol.armcntt' in Trapani. Si può però presumere, con qu:alche probahil1tà, che prni Geru~lcmme da Pompeo nel )9 a. C. e dC"rnOlita poi da Tito, questi do,•cttc- mandare una ~rte degli tbtti prigionieri nelle province dclrlmpc-• ro, fra le quali la Sicilia, che era la più grande del Mediterraneo e quella do,•e , m assa.i sviluppa~o l'uso degli spctu.coli, ai qw.li, gli ebrei pare dovessero scn•ire da comparsa: è quindi da ritenere che l'antico teatro di Scpa (acC'SS(:aHluire col trmpo la prima colonia ebrea verso la vicina Trapani. Comunque, ancora al tempo di S. Gre, gortO Magno, se ne trovano mc-no a Trap:illi che a Siracusa e a Palenno, dove il Pap.t a,·C'\'adovuto nominare un suo Vicario ptt richiamare e punire quegli ebrei - con tutta la pazimza e la mansudu• dine ,•oluta dal Santo Padre che cercava c!i redimerli anche mediante- un apposito predicatore cri.s1iano - che acquistanno Tone della Sina909a di Trapani schiavi p::agani per circonciderli e obbligarli alla legge mosaica. Ma d:111"82Ofino all'XI s«olo, sotto i saraceni. la colonia crC"SCenpidammtc pc-rchè trO\'a magnifici allc.iti p<'f signo. rt'ggiare i cristiani. Pare chc si adopera.s• sc-ro in qualunque modo per ingraziarsi i nuovi padroni, arril'ando pedino a dcnominarc moschee le loro sinagoghe: quindi non solo r~tarono C'Sffltidallo sfratto, m.11 "cnnero a,·,·antaggiati più che ncgli altri paesi del mondo. Ni: coi nonnanni, vincitori e suCCC'$SOri dc-i SJraccni. cambi«) molto la loro situa. a Trapani ziont:: adattandosi prontamentc all'J.Ssolu. tismo cattolico di Ruggero - che a,·c,., ridato al Cristianesimo l'antico splcndore, rinnovando la dignità della ChiC'S:1e re M11ucndo ,·ncovadi e im·cstitutt religiose -· essi erano prC'SC'ntisoltanto con l'aui- ,,ità commerciale, in cui erano così destri · d.:t rendersi indispensabili in quello s,•ilupJ>J.rsidi traffici. E' sotto gli sv~•i che, progralc-ndo, /.1 foru e rc-spir.sione della colonia israelita viene ad urtare contro la sensibilità del p.tndc Federico Il: fin dal 1221 egli or . dina che vesta.no di\'c-rsa.mm1e dai cristiani

pcrchè « come d1vers1cr.mo dJ. questt nel l'operare, così pure il fossero nclli abiti riferisce il Dc Giovanni. Le Cosrnuz, di questo Regno tr,mano particob.rmtn degli Ebrei in un capitolo che s"intitol., « Le usurariis puniendis •· Ma è una scrollata che?~, come son passate, sul popo-- io errante, altre bufere; dopo di che, attta,·erso una lunga e temporeggiante alternativa di tolleranu e intolleranza, di restrizioni e concessioni, arri,•a il periodo del loro più intenso sviluppo siciliano: quello sotto sii aragonesi. E' il periodo in cui - sopportati o mal sopportati o 2ddinttura invisi e comb.lttuti - incombono con un allignamento fo,midabile, che roco col vertice la rovina dell'isola: nel 1492 Ferdinando il G.ttolico, infatti, li scaccerà c.lalla Sicilia inesorabilmrote. Se tutt1 la Sicilia, la terra dl Ctrer<, ?.ttirava gli ebrei, pcrcM vi trovavano da far buoni affari, Trapani, fra le sue città, era una delle più attraenti. Il suo imporna, volendo evitare la prcmiscuità coi cri• stiani, aveva ordinato che gli ebrei abitasSC"roriuniti fuori dalla rinta, facendo sorgere così l'istituzione dd ghetto, non soltanto a Trapani, ma in altre parti del mondo; istituzione confermata sucrcssivamente da Martino, da Ferdinando I e da Alfonso. Da un censimento voluto da re Alfonso nd 1439 risultò - mentre gli ebrei affer• mavano che i cristiani fossero nove volte più numerosi, e questi invece sostenevano nscrc quelli la sesta parte del popolo - che su 1400 abitanti 200 erano israeliti : così la propon.ione fu a.occrtata definitivamente per ordine del re. ~I resto, i sovrani non intervenivano soltanto a regolare i npporti degli ebrei con i trapanesi o con lo stato, ma la stessa lOmunità degli ebrei. F~erico III dovette nel 1363 accogliere una protesta port,ilt.t1?li d.t due Proli e tre Sindarhi contro gli isr.,e- . che non ,olc\'ano osservare gli St:ah:ti tantissimo porto dai numerosi na"igli, la degli Elt1ti. (Era il Protato una magistr.tsua inespugnabile fortczu, che ancora in- 1ur,1.di dodici persone, che governavano nalza sul mare l'antica torre della Colom- ..!._tt ~ ogni trimestre, in un anno, e che bara, che vide la sconfitta dei G.rtagincsi; ,,cni,·ano eletti in maggio, mese più adatto la pesca del corallo, l'abbondanu dei pe- -.3.lla distribuzione dei commestibili; mentre . sci, la ricchcua delle saline e il prestigio _ i Si11d:uhi era.no i difffl50Cidei diritti della del suo popolo .austero e lavoratore, costi- comunità e fungevano da ambasciatori tuivano un luogo particolarmente vantag- presso il re. Gli Fletti erano i dodici più gioso. saggi chiamati anche i « dodici uomini Scesa prob.tbilmcnte, come abbiamo dct- probi • senza i quali neanche i Proti po1e• to, da Segata, la comunità ebraica s'era vano prendere decisioni). abbarbicata alla città, situandosi vicino alle La facoltà di giudicare gli ebrei, dap• mura, come dimostra una contesa sorta nel prima giurisdizione del Pontefice, era pas-- l48~ a proposito di chi dovesse (ar la s.u~ poi ai re di Sicilia, i quali, a seconda spesa delb manutrozione di .quelle mun: delle circostanze e dei tempi, emanavano se i cristiani, a rui di fatto apparteneva la norme direttamente o ne conferivano il pocittà, o gli ebrei, che le godevano delusi• tere, secondo i cui, a s«olari, a ccclesia. "amcnte da quando Federico Il d' ~rago- !otici,agli ebrei stessi. Ma Federico lii, che 8 a\'eva già tanti grattacapi per le continue ribellioni fomentate rlai Chiaramonte. e per le occupazioni angioine, non voleva evidentemente averne anche da parte degli ebrei, e prese la questione di peno. Ordinò dunque che il Capitano di Trapani avvisasse tutti gli ebrei che si guardassero dall'o~ porsi alle ordinazioni dei magistrati, non solo ma, ripigliando le disposizioni di Federico Il d'Aragona, istitul la famosa ro111/arossa ci~ un contrassegno formato da un dischetto di panno rosso precisamente a guisa di un regio sigillo di ftima grandena che gli uomini dovevano portare sul petto a un palmo dal mento e le donne sulla veste bene in ~ista: obbligo controllato con la più rigorosa severità da un ,11J1od1 dt'/la ror,lla ro1sa che provvedeva anche a farla apporre in proporzioni visibili sulle boueghe confuse fra quelle dei cristiani. Il re era come si disse, esasperato dalle dif6coltà che gli derivavano dalla infiltra• zione siitematica degli ebrei negli affan pubblici. Espertissimi del u.ptr intervenire a tempo, da buoni usur:ti, erano riusciti in un'annata di camtia. a SOV\'enirela citti del Mente S. GiuJiano - che sovrasta Tra. pani e che ogg:i è tornata all'antico nome di Erice - scuicando poi il prestito sulla imposta. della Gùia, che essi erano tenuti , pagare a certe nobili famiglie del luogo. A"cndo dopo questo fatto ostentato esageratamerue la loro supremazia economica. gli abitanti ne furono cosl feriti, c~ il rancore covato a lungo, scoppiò in un eccidio rimasto famoso: con le spade sfoderale, inseguendoli fin dentro il ghetto, gli ahi, tanti li trucidarono tutti, eccettuati quelli che si con,·ertivano sul momento; scnonchè, pUSJ.ta I~ burruca e soprattutto il rt·

gno di Federico lii, la comunità di Erice rispuntò sotto il regno di re Martino più gagliarda e solidale che mai. Martino d'Aragona fu più indulgente: era giovane, dolce di animo e il regno di Sicilia gli era st2to portato in dote dalJa moglie Maria, figlia dd suo prcd«C$SOl'e. Egli ordinò ai sudditi di quel territorio, comproi quelli di Marsala., che recedessero da.I prop>5ito di condurre in Chiesa, con la violenza, i giudei, per farli assistere al rito cristiano, pratica che contravveniva soprattutto alJa moraJe cristiana. Per particolare generosità inoltre concesse,con una « scrittura• del 1' mano 1402, ai fratelli Sa. mude (d Elia Sala della comunità di Tn. pani ed a tutti i loro discendenti muchi e femmine, il privilegio di diventare dome- $lici del re, aJla quale dignità andavano unite quelle di cs,ere giudicati solamente dal maggiordomo di corte, di portare armi di qualsiui forma, di non contribuire agli oneri del corpo giudaico, di non ~re obbligati a portue la rotella rossa e di poter erigere nella propria ca.sa un oraJorio prìrAJo, concessione rarissima che esonerava i privilegiati dalJ'obbH80 della sinagoga. PotcM una concessione tira l'altn, tanto gli cbrt:i di Tnp,ani che quelli di Mamla gli chiesero poi la facoltà di astenersi dall"obbligo di fornire le bandiere aJ castello della città, obbligo che non era mai venuto mmo prima di allora. Il re, senza stacarsi nelle linee fonda. mentali dai concetti dei suoi predecessori, cercava nondimeno di rinsanguare le fi. nanze delJa corooa ron i donativi che la comuniti gli faceva in cambio dei benefici; e han meno generoso fu re Alf0ll$0 che estese le concessioni 6no a consentire che gli ebrei t$Cr0ta.ucro la professione di medico, che loro era vietata, e l'ufficio di giudice. Co.sl essi arrivarono a costituire una potcn.u dalle mille fonc segrete: ma Ferdinando 11 era alJe porte, religiosissimo e pieno della giustizia divina, sostenuto da quella sua moglie, ls.abdla di Castiglia, che iniziava la sua crociata religiosa. Sentita l'invcxu.ione di una commissione di siciliani, decise lo sfratto degli cbrt:i da tutta la Sicilia, malgrado le cinquantasette comunità dell'isola facessero ogni sfor10 e ogni promessa di donativi per stornarlo dal proposito. Ma numerosi ordini religiosi si interposero pcrc.M il progetto del re rima- .. ncsse incrollabile: ne scgul dunque l'editto dell'esilio perpetuo e venne posto in csccu2.ionea Trapani e nelle altre città daJ viccrè Ferdinando di Acugna, il 31 gennaio 1492: considerati debitori del re, della Chiesa, delle città e dei privati, gli espulsi ebbero confiscati tutti i ben.i. Disp>5izioni scverissimc regolarono queste confische: non solo alle porte dei ghetti, ma nella casa di eia. scun ebreo si pose l'in~gna del re e si fecero grinventari. Gl'indumenti e le cose meno preziose venivano imballati e con~- gnati ai padroni, l"oro e l'argento e gli arredi di valore, pesati e controllati, venivano con~gnati all'eruio con severa proibizione ai cristiani di appropriarsene. Nell'antica chiesa di S. Jacopo in Pa. lerlllQ fu posta a ricordo di quel fatto una lapide in lingua volgare che esaltava le gesta del « Re Ferranti di Castdia • che « prisi lu regnu di Granata et an. MCCCCXQI foru cachati li judei di quistu regnu di Sicilia ». Nel 1589 Filippo Il dovette con un suo decreto proibire il traruito agli ebrei, che Ghetto anche dopo lo sfratto, venivano a negoziare nell'isola, specie a Trapani, che aveva ricche materie di nportuione; ma Carlo Il, nel l69S, concesse lo stabilirsi del pubblico commercio a Messina., permettendo anche agli ebrei di venirvi a tr.ifficare, a condizione che portassero un segno che li distingucs.sc, dunnte il tempo in cui dur.ivano i loro negoii. Non fu difficile alla Sffllptt intnprffldcnte comunità attaccarsi a questo filo per riprendett posizione e respiro. Ot. tennero infatti di stabilire il loro domicilio a Messina, di erigervi la sinagoga e di pn• ticare la Legge; nelle altre città ebbero pcrmnso soltanto il traf6co, esteso poi a tutto il regno deUe Due Sicilie. La tregua fu di breve durata però, chè nel 1746 crano di r.uovo sfrattati da Carlo lii anche se non nella forma rigorosa di Ferdinando il Cattolico. Certo che da allora a Tarpani non ve ne furono, e come dimostnno le recenti statistiche, non ve: ne: sono più. Fino a qual. che tempo fa rimanevano la via dt-gli Ebrei e via della Giudecca abbastanza significa. ti"e, ora hanno mutato nome, Ma più no. tevole valore storico e artistico ha l'avanzo della sinagoga, la cui torre domina col suo stile: medioevale il tono dimesso della moc.lC$tastrada odierna. La ricchezza di stile dell'epoca è ancora nelle sue: bifore, nei suoi archi, nelle: squarciature, nell'impo• ncnu, con cui si appo&&iaal decrepito e fa. stoso edificio, che la sostiene da qua.lche secolo. Non rimane traccia degli oratori privati pcrchè chissà quante tr.isformuioni hanno sublto, nè dei cosiddetti luoghi di purifica. zione dellt- donne, dopo il puerperio. Dei loro sepolcreti, che pare fossero situati poco distanti dalle mura, vennero in luce un se:• colo fa alcune lapidi di marmo e delle: lucernette di finissima argilla che nel medioevo venivano poste accanto al cada,•ere: testimonianze di un'infiltrazione che, per questo popolo di na\'ig2tori, è ormai Jon. lana, lontaniuima e dimenticata. ROSA C. STORTI

GLI .EBREI NEL B Nel 1494 i Napoletani, esasperati dalla vcnaliti degli cbrc-i, iniziarono la lor am- ~gna antisemita con una ritta sassaiola. Durante quell'anno succedono disordini a disordini. L'a\'\'mu1a abolizione del segno distii.ti\'o, che gli ebrei cuno obbligati 2 portare, dà esca al fuoco. Ad Altomonte, nel maggio di dettol anno, gli ebrei, s«ondo ci dice una rcla. zione della R. Camera della Summaria, \'C• nivano ba<INlin d~trariati da li rhristiani ,t llt'UJJÌ(t1li p,r Id/# aJ J/111' flaJ(OJ/Ì (R. Cam. Summ. Part. 4", r. 2L9)- Tumulti antisemiti scoppi,mmo a Salerno e in altre terre. Corsa ,•cxc dei prcpuativi di Carlo VIII contro la cas.a d1 Aragona « se spase I.i hma (secondo rifrrisce l:t Cancelleria ar:a~C$1!". Com, 12, r. t H t.) che li judci d<."\·cano essere sacchiut1 ». Gli ebrei, allarmJtissimi, cc-rcanodi correre ai ripari. Molti fra essi si renna all'estero, altri prendono stanza ohre il confine napoletano, Nel gennaio del 1494, dopo l'abdicazione di Alfonso Il in (a,•orc del figlio FerJi. n;indo Il, a Napoli :.umcn1arono gli ani di ostilità. E il Parlamento napoletano subili,·.i.. le seguenti misure: 1) mandar via ~.olla città tutti o b. maggior parte dei giu. dei; 2) assegnare per abitazione un unico quartiere ai pochi che C\'entualmeme ,·i s,1. rebbc-ro rimasti; 3) ripristinare l'uso del se. gr.o distintÌ\•o; 4) abolire il tribunale spc:• _ciale; ,) autorizzare i cristiani ad a\'\'alr-rsi dell'j,n ro11gr110 ossia del diritto di preferenza nelle vendite dei beni stabili (,·cdi: Privilegii et Capi1oli etc. di Nap. etc, 1"'8· 3) • sc,g.; Cap. XVIII • sc,g.). Nel febbraio di detto anno, la popolazione pcoccde a veri eccessi coruro la razza infida. La sollen.zione di Napoli incora altre città a fare altreuanto. Nel luglio del 1'19,, nonostante che Fer. d,nando 11, rientralo allou allora nei suoi Stati, cercaS5C di conciliare gli animi, i Jll()(i antisemiti giungono 21 colmo, tanto che a;li ebrei luciano in massa il Regno. Le ragioni del pcrsisten1e furore son da ric('rcarsi nclrodiou a\'idità e nelle abituali usure degli ebrei. li 26 ottobre 1496, re Fedt'rico, suCC('• <.!utoda poco al nipote Ferdinando 11, dà iI suo assenso alla chiesta espulsione Jci giudei cii Napoli. In prosieguo di tempo sono riammessi. Ma quando il N.1polctano ade in pocere degli Sp.1gnoli (i quali per conto loro ave- ,,an dato lo sfratto agli ebrei nel 1492); molti ebrei son costretti a sloggiare per sottrarsi al btrsaglio della popolazione. La prammatica del 12 gennaio 1,0'), emanata. sotto Ferdin:mdo il Cattolico, pre. scri,·e, tn. raltro, che gli ebrei portino « il segno di panno rosso sul petto in qualsi- ,oglia città, terra, castello e luogo» (N11011uto/1. dtll, pramm, del Regno di Nap., IV, pag. J3); ordina poi che s·inquisisca in Puglia per vedere se non sieno fondate le accuse di pratiche illecite ·compiute dagli ebrei. Nel gennaio del 1~10, in seguito a nuovi disordini, pro,·ocati dall'avidità giu• <iea, scoppia a Napoli un gra\'e tumulto. Il Vicett, d'intna coi componenti il Con. siglio del Re, dcc1"tta l'espulsione degli ebrei e Jri cosiddetti marrani (ebrei con- \'Crtiti), dalla Puglia e Calabria. A questa espulsione segue il nuO\'Obando degli ebrei d.l tutto il Regno di Napoli. La prammatica. di espulsione viene ap• plicata nel no,•embre del I )10. Essa accorda agli ebrci quattro mesi di tempo, pc:rchè pro\•vcdano ad alienare i beni sta• t-ili, e ,·.1d.tno via « con ogni avere, eccettuati l'oro e l'argento» (Amabile: // 111mnllo di Napoli, pag. 41). Presto apJ»re una nuova prammatica con l:1 quale si permette a duecento famiglie ebree di rrstare nel regno purch~ paghino l'annuo 1ributo di tremila ducati. Fra lo scorcio del I 514 e il principio dell'anno ~guente, S. M. Cattolica ordina l'espulsione dal regno dei marrani o tri- ,11~m; noi:,lli. Dopo ahrrne vicende, s, giunge al divieto, fatto ai cristiani di ,on. • t trJau ,1rutamt11tt tn11 i11d,i, fdrr'1d1'

EGNO DI NAPOLI rom1ili ~ da11undo (Tom. Vi1alc: S1oriadi Ariano, etc..., pag. 21 :!I e seg.). Succede un periodo di calma e di rilasciatezza, di cui gli ebrei prohtt.1no per rialure la testa. Ma all'arrivo a Napoli del \'ÌCerè don Pedro di Toledo, poco tenero ptl giudaismo in1ernu1onale, l.t posizione degli ebrei si riaggr:wa. Detto vicerè, in una sua relazione del gennaio I H3 a S. M. Cesarea, dice esser gli el,rci manilesf:2.mente rdrattui :i. ogni cvoluz.iooe moule, aw:r « la ~besti Cc~re:t. tollerato· molto tempo che lj judci habit.uscro in quisto res;:nodc Neipoli; credendo et 1cncndo per fermo d1c con la romunication de li christiani \'cnerriano al cognoscimcnto de la \'eriti et se con\·erterriano a la catholica fede del nostro Signore»; avere, al contrario, « la expericncia dc-mostratoche non solammte non st ha seguito il bono eff«to che S. M. pen· Sl\'l; anzi la loro con,•nuciune (sit.') han facti multi danni in quisto regno et semi. r..:i.timulte us.ure et darnnati le consciemic.- ciemulti christiani ». La campagna antisemita sostenuta da don Pedro, sorte ben presto i suoi effetti. Si pensa gi:ì. dì espellere dal regno di Napoli, pet indegnità morale, « ma.schuli et femine, piccholi et grandi, non excepcuandone alcune». Si stabilisce infine che nel ttrmine di mesi sci gli ebrei lascino il Regno o si convertano al cristianesimo nel c;.so che vogliano restarvi coi loro neri. Con proclami del marzo 1H3. don Pedro accordava ben due proroghe. Ma poi del bando non se ne fa nulla, an:ii si apre un accorJo che porta a conclusioni favorc- ,·oli agli ebrei i quali potranno metter banchi e ri,·endite e conceder prestiti, purchè sieno solvibili e di provata onestà. Il regio assentimento non si fa attendere e raccordo ,·ien pubblic.ito nel novembre del I )35. Ma presto le acque tornano a intorbid:mi, per le accuse di f>ra11ilà 111urari.J fatte agli ebrei. Con prammatica del 10-11-1539 l"au• torità ,•iene.aie manifesta la volontà di bandire dal Regno i « perfidi ebrei », essendo la lor permanenza nel regno « cagione di pericoli e di immor;1.lia:iiooi •; e prescrive che essi debbano, per distinguersi a prima vista, portsre on berretto rosso o una fa. scia rossa, s«ondo il snso. Nel dicembre del "40, il vicerè don Pedro, che pure aveva richiamato J"atttnzione della Corte di Spagna sull"opportunità di graduare eventuali provvedimenti contro gli ebrei, viene invitato a prendere contro di tsSÌ le misure, pre\•iste dalla p:~mmatica del '39. Dopo la resa dei conti, alla R. Camera uella Sl.immarca, nel maggio del 1541, vien rt"SOpubblico il bando di espulsione, col quale si concedono agli ebrei ,t mesi di tempo per uscire dal Regno « sopto pena dc confiSC1tìone dei beni de quello che con. uu•enerà et altre pene conteute in le regie pragmatiche» (R. Cam. Summ., Processi. V. 416: proc. 4826). NonMC:ante i meni posti in essere dagli ebrei, nell'intento di far abrogare redit. to di espulsione, nelrottobre del 1541, essi son ·costret:ti a lasciare il regno di Napoli. Quali le cause di qust"ultinu espulsiooe? Quasi tutti gli scrittori del tempo sono con• cordi nello ammettne doversi il provvediir.ento attribuire alla n«essità d·impedire d1e gli eccessi scandalosi e le usure giudaiche avC'S5C'roa continuare. Andrea della Monaca asserisce che il decreto di espulsione ,·enne en1anato « parendo che con le loro wure rgli ebrei] devora.sscro le sostanu dei popoli sotto rombra di sovve. nirli dei loro bisogni». Secondo poi ci dice i I Carletti, nel suo studio sulrebra.ismo, Carlo V, lTlO$SO dall-: continue querele dei sudditi del regno d1 Napoli, volle decisamente punire la pr~\I•\ u)oruia dei giudei. Lo stesso Dc Magistris (SldlNJ &-rin. Ntap., etc...) afferma che gli ebrei « cum eorum woris tenebant oppressam nugnam partem civitatis, qua propter in :inno 1541 Prorex de Toledo cos cxpulsit ». ETTORE STANCAMPIANO ''-"-. ' ' - ..- ,t <,,, \ ---1/2 1 °(( .§ili -~', .i!>. - ~ ~~ ~ ~ ,W;? . ~-\'. . ~·-::.

GLIEBREIN COSENZA Un'opera fondammtale. pe:r lo studio degli ebrei in Calabria, fu scritta da Oreste Dito (Rocca S. Ca,ciano, Cappelli, 1916), e tratta della dimor1 di questo popolo in Cala• bria dal sec. V alla seconda meti del XVI. E' un lavoro di larghe vedute e va.sta documenta. zione. Altri scritti, che contribuiscono allo studio dell'espansione e succcuiva scomparsa dcll'clemcn-. to ebraico dalla Calabria, 5000 dello Spanò-Bol:t.ni (1881), del Couooco ( 1 9 O4 ), dd Tama.ssia ( I 9 O4 ), del Paladino (1913) e del Fcrordli (191)). trprimo centro giudaico di Val di Cnti è storicamente accertato in Bisignano ( leggenda vuole che questa cittAdina si" Rata patria di Ponzio Pilato), ed ceco ancora c'è il quartiere dclJa Giudecca. Altri centri importanti erano Altomonte (oltre il )0% della popolazione era ebrea), Acri, Celico, Castrovillari, Castrolibero, Cariati, Dipignano, Fuscaldo, Montalto U(fugo, Magli, Malvito, Morano G,.. labro, Paterno, Paola, Rossano (vi enno ebrei sin dai tempi del Be:ato Nilo), Sca- . lea, e diversi casali cosentini. Molte località con.servano ancora i nomi Judia, Giudea, Torre di Giudia, Judeca, Macchia ddl'J::breo, cd aJtri consimili tO• ponimi abbastanza eloquenti. In q~i paesi gli ebrei c,crcitavano con profitti larghissimi - cosa comprmsibile date le misere conditioni delle popolaiioni, schiacciatedagli abusi del decaduto (OJ. dalesimo baronaJe.ccdesiastico - l'usura, con tasso esorbitante, che arrivava al '15% annuo o a grana due e meno al mese per ogni ducato. bercitavano ogni sorta di commercio, ingegnandosi specialmente con il piccolo traHico ambulante, ed industriandosi in ogni posto in cui fosse esistita una benchè minima attività da assorbire. Esercitavano l'arte di tingere i drappi, della lana, degli scardas.satori,della chirurgia (si ricordano Giuseppe Ebreo, fisico, ed i chirurghi Niccolò Pagano, Giaquinto di Giordano, Cristofaro Pipa); l'arte dei ram.ai e ddle fonderie (notevole industria dì Dipignano), della stampa (con 12 Salomone da Manfredonia, il 1478, in Cosenza); la cultura dei gelsi, le banche, i p1cstiti a pegno, ccc. Furono autori di un certo progresso, ad tsdusivo loro vantaggio, pcrchè acquista- 'rono fona cd influenza, e a tutto danno della vita locale, di cui assorbirono l'atti- ,·ità. E determinarono il sorgere di un movimento antisonitico verso i primi del s«. XV, per i sistemi ves.s.atoridi usura, e per gli eccidi causati da funesti avvenimenti, qua.Ji l'avvelenamento delle fontane di Montalto, Vaccariuo e Parentoro (1422). Vanno inoltre ricordati l'eccidio del Boto Pietro Cathin, francescano (1264) e il tradimento (atto a S. Francesco di Paola, da un ebreo, ta.Jedel Giudice. Questi cd altri misfatti fecero alla fine sollevare le popo. !azioni contro il giogo ebraico e (nntu• marono la potente e organiuata speculazione bancaria e industriale dei figli di Samuele. Ancor oggi, per indicare persona subdola., perversa e da scansare, il popolo di G.labria dice judiu. Nuclei ebraici esistevano in Calabria, nel 93 7-938 d. C., i quali in seguito furono assoggctbti aJle dominazioni anbo-nor• manne. (Il Duca Ruggero esigeva la decima sui loro diritti). Nel Xlii secolO essi formavano gruppi numerosi, potenti, or• gffliuati, retti da loro regolamenti. Nei tempi di Fcderigo 11 di Sv~ia, l'Arcivescovo di Coscnu vantava su di essi taluni privilegi giurisdiiionali: nel 1212, la Sinagoga "e• niva data ali' Arci\'CSCOVO Lua il Campano, d'ordine dell'imperatore, per· cM vi trasferisse il mona. stc-ro con la Chiesa delle suore cistercensi, che avevano sede in Mendicino. Poi le case limitrofe, che erano degli ebrei, vennero in proprietà della fa. miglia Favaro. Nel XIV scc. Re Ro. bcrto d'Angiò emanò un bando, disponendo che ogni ebreo, giunto all'età di lS anni, avrebbe dovu. · to pagare al foro I S tari (Registri Angioini, anno 1327). I privilegi giurisdizionali degli arcivcscòvi cosentini furono con. fermati l'anno 13}7 e vi furono compresi anche i giudei dei a.sali di Cosenza, nonchè i diritti della Regia Corte sull'cscrcit.io della tintoria, introdotta sin dai tempi di Fe- <ifflgo Il. e· nel XV scc. che la potenza degli ebrei nelle Calabrie, e segnatamente in Cosenza e provincia raggiunge l'apogeo: essi erano allora una organiuaiione « capitalistia, industriale e ·commerciale che assommò, per oltre un secolo, la vita CCO· r.om.ica mc,ridionale e rappresentò anche una forza politica •· A volte era l'autoriti regia che proteggeva gli ebrei; si emanarono in loro (nore editti cd ordini; vi furono università costrette da bi$0gni i.m• pellenti a concMCfe ad essi perfino diritti di cittadinanz.a e tutti gli onori conseguenti, come a cristiani, in cambio di denaro. Si .giunse perfino al punto di esonerarli daJ portare il distintivo di panno rosso, segno della loro raua, purcM avessero pa. gato un cetto tributo alla Regia Corte. Si giunse aJ momento in cui gli ebrei finanziarono anche lo Stato. E questa non è storia vecchia, ma è anche storia dell'ulti• mo ottoccn10, in cui si ripetettero simili ,p;,od;, Vi furono università come quella di Cosenza, che mal tollerando l'ingeffflU degli ebrei nelle cose pubbliche, fecero di tutto ~hè questi fossero compresi tra i forestieri, stllbilendo che costituissero una propria uni,•ersiti con capi (detti proti),

NELLA CALABRIA CITRA e ptt distinguere b. sep3.ra:zionc si ten~a. r.o due conti, anche per il pagamento delle tasse. Per essi esclusivamente la città r.ominava un pubblico uHiciale, un giudice, cd una bajuluionc a sè. Jn(ine fu. rono stabilite (IO,) norme sui pagamenti fi1a1li da farsi dai giudei, nelle terre in cui avrano fissa dimora in proporzione Jflle proprietà immobiliari, che posscde- \'ano. D'altra parte, mene.resi voleva 1cnerc - io un pugno di ferro gli ebrei e le loro auivitì., le università erano assillate dai bisogni, e l'aiuto ,•mi,·a solo da parte tbrta. Prese per la gola, le univttsità en,. no cos1re1tea fare ogni .sorta di concessioni. Si.milmentcaccadde in seguito all'assedio di Roberto Orsini e Roberto SanSC\'C· rino a Cosenz.a, e per l'aiuto dato alle armi aragonesi dagli ebrei. Solo l'arcivescovo del tempo, Pirro Caracciolo, mosse loro guttra e cercò con ogni mezzo, valendosi della sua personale influenza presso il Sovnno, di cacciarli da C".ostnza. Ma gli sforzi del prelato, per ocrulte manovre, a nulla approdarono. Intorno alla metà dd XV .s«., erano in Cosenza diversi banchi di cambio e pegni, gestiti da genovesi, toscani, (Banco <lri B«-cu1i, dei Cicala «e,); ma la massima parte di queste istituzioni - numeroit in una città commerciale, come U)S("O. :ti - erano in mano degli ebrei, La severa pcammatia ~ Contra Usur.t.rios » emaruca dal Re di Nllpoli, a nulla giovò; poco fortunata (u la lo<ta impresa, per la stcua rtgione, dalla Chiesa: occorre giun• gcrc all'istituzione dei Monti Santi di Picti, per incOJninciue a vedere la popolationc sollevata del peso dcffusura. Nella stnsa epoca, sessantaquattro erat.O le famiglie ebraiche domiciliate in Cosmza: negli altri centri della provincia s1 aveano percentuali esori:>itanti, come in Montalto (su 4000 abitanti, 1010 ebrci), e lo stesso, sebbene in ragione minore, in ogni ~. In complesso, in tutta la (.a. labfia. vi e-rano da 40 a 10 mila ebrei, un decimo circa della popolazione d'allora. La alata di Carlo VIII nel Regno di Napoli, fu soltanto il pretesto per la cacciata degli ebrei : troppo pesava la loro suprema.zia morale e materiale: fu con vero sollievo che le unive-rsità t'd i cittadini, indebitati all'eccesso, "idero finalmente cusati i debiti, da cui erano stati dissanguati I quartieri ebraici furono saccheggiati : da Cosenza gli ultimi ebrei si allontanarono ndl'o<tobre del 1496. Rimase qualcuno che abiurò, e che ebbe in dono tre carlini, dopo il battesimo. QuaJche nucleo ritornò, non appena si vide un pò di calma; ma poich~ gli av,•e. nimcnti incalzavano, e si succedevano con• tinuamente provvedimenti contro gli ebrei; dopo il bando emanato da Ferdinando il <:.atrofico (UI0), ed il perentorio termine di allontanamento fissato al mano l) 11, rari furono quelli che rimasero: ormai r:antisemitismo avea prts<> piede, l'avversione era generale. I quartieri ebraici subirono un nuovo saccheggio: le sinagoghe vennero occupate dalJe.)lni,•cn.ità, ma con tutto ciò bisognava giungere alla PrammatiC2 del Vicer~ di Toledo ( I H3) per assistere alla definitiva dipartit2 anche dei più ostinati, ciò che accadde nell'ottobre del I )41. Degli ebrei rimase solo il triste ricordo. Nel '600 il loro quartiere con.servaV.l an- . cora le sue denominazioni e gli stessi toponimi. Delle famiglie ebraiche della provincia di Cosenza, quelle che abiurarono, e diventarono poi calabresi, furono le fa. miglie Guui, Forte, della Cananca, del Giudice, Marinati, Gabricli, Tricarico, de Gesù, Perris, Mondctti, Altomonte, Mari. monti, Annucci, Nitobelli, Vela o dc Vdis, qualche altra. MARIO BORRETTI -~ ~,:-' r-., :t;~ i:~t/ --- ... L'All.a.naa trioafa: sul H gol H 13

--- 1 J •\ .- - ~ ·.\ ~: ~- L'ia..-caiion• "mitica n•I 1r Meolo LE FIEREDI BOLZANO E I SEN SA LI· EBREI Non lontano dallo spartiacque alpino e sulla via dei maggiori valichi che incidono, in taluni punti, la ba.mera terminale delle Alpi Atesine, Bolzano fu sede. (in da tempi antichissimi, di fiere a.sui rinomate, :a.Ilequali intervenivano in grui numero mercanti d'Italia e l' Alcnugiu., per lo :scambio dei prodotti del Nord con quelli del Sud. Il maggior fiorire di tali fiere fu tn il seicento e i I settecmto. Ad esse partecipavano assai numerosi anche mercanti ebrei d'ogni paese. Sebbene esclusi dalle ca.richc direttive della particolare magistratura nundinale coli esistente, erano riusciti a guadagnarsi, in gran parte mediante influenze cd appoggi di principi, che avevano saputo legare con intettSSi ed obblighi finanziari, la qua.si totalità dei posti di agenti di mediazioneo sensali di fimt, scalzando qucl!i di religione cristiani. E' noto che i mediatori, senza l'intcrVl'Oto dei quali non poteva venir concluso ak-un :iffarc-, commerciale e la cui nOlllin:t cn. in gaicrc di attribuzione governativa.. t"Sercitusero allora a.uai spesso con il loro ufficio, una vantaggiosa sinecun, e che a tali posti aspirassero o fossero prescelti uomini di meriti non comuni. Si riCOfda, in proposito, che la Repubblica Vcncta. ricompensa.ne alcuni SUoi gnndi artisti, tra i quali i Bc-llini e il Tiziano, invcstcn• doli della carica di sensali nel celebre Fonc!aco dei Tedeschi in Venezia. I scnsa.Ji, non costituendo, per la loro particolare natun giuridia, soggetti di contnttu.ionc, ma cs.scndonc solo strumcn• ti, dovevano astcncni in modo assoluto dal contrattare o daJl'assumcre obbligazioni proprie, limitandosi solo a proporre ·e a condurre negozi e·bantti per conto d·ar. tri. Pene severissime, fra le quali la destituzione e il bando, venivano comminate · in a.so di trasgressione o di recidiva contro di es$i, legati altrcsi da giurammto, per l'esatto adempimento del loro ufficio. Gli ebrei, come risulta da infinite testimonianzc in processi intentati contro di loro, erano, in genere, troppo 3\•idi di lu:ro p-c-rmantener fede agli obblighi assunti e per esercitare, nella forma dovuta, con rct. titudinc e coscienz,a, la senSCria. Lt ero. n:ichc del tempo (ci riferiamo più specialmente alla seconda metà del K"iccnto cd "alla prima del secolo successivo) sono quanto mai eloquenti in proposito. I noitre fa scn~ria veniva svolta clandestinamente, da parte di ebrei non qualificati, che pro. ponevano ai fier,mti in buona fede negozi e contn.ttuioni, senza scrupolo alcuno sulla. bontà e consistenza degli affari proposti, che, in queste condizioni, si risolvevano quasi sempre in perdite e frodi. Ciò provocava naturalmente lagnanze e disordini, :teucndo sempre più l'ostilità ddla mercatura. cristiana contro quella giudea. Ed «· co qucrc-le e mcrnonali diretti ai poteri st,dali, inv001nti provvedimenti che ponessero fine a tali abusi, neU-intcrcssc delle fier.e e del commercio. Ecco, per C$C'fflpio, un'istanza dell·anno 1672 firmat2 da dc. cine di commcn:ianti di nu.ione italiana e tedesca, intesa ad ottenere l'allontanamento o, per lo meno, a ridurre l'ingercn. u. nefasta degli Ebrei nelle fiere di Boluno, perchè « Jimil sorte di ... non procu. uno altro che di gabbare noi Cristiani, es. scndo questo il lor fine cd oggetto; anzi a\'endolo per legge csprcuamcntc di procurare la tocai nostra distruzione ... ». Ad ovviare ai disordini ed alle s.cmprc maggiori lagnanze, si promulgarono ripetutamente editti, inibenti ai giudei l'cscr-• cizio della xnseri:t. Ma ciò non bastava, chè un'abilità di costoro consisteva in questo: scacciati dalla port1, non tardavano a rientrare dalla finestra, u•valcndosi, mou iNd11ùo, di alte influenze, che forzavano la magistratura mercantile a rimangiarsi, in pratica, i provvedimenti presi. Per-aJtro l'aggravarsi del disordine, soprattutto J'im. prcssionante ripetersi di fallimcnt·i dolosi d~ parte di negozianti ebrei, obbligò a vemre a soluzioni più radicali. Occorreva, come si legge in una relazione per uso della Corte d1 Vienna, estirpar il m.a.Jc <!alla .,; radice e dalle fondamenta». E ci si arrivò, con l'inclusione, negli statuti mercantili dc.Ila città atesina, d'un paragrafo, per cui gli ebrei di qualunque parte erano esclusi per sempre dall'ufficio di scrisali, pena, in ca.so d1 contravvcnzi~, il bando pn-pctuo da quella piana commerciale. Er.a stat.t la stess.t. m.agistr.atura mercantile a mitigare tale disposizione, perchè da par• h: del sovr:a.nod. Austria (Carlo VI), si era p,oposto fcspulsronc totale del ceto ebraico dalle fiere locali. Gli statuti, con!crmati poi da altri sov,anj, fra cui Maria Ttrcsa, mantennero fino alla m<1à del XIX secolo il suddetto disposto, cht inibiva l'attività dei sensali giudei nella città oggi capoluo. go dcli' Alto Adige. GUIDO CANAU

:MONTESAN SAVINO E LA CACCIATA DEI GIUDEI NEL 1799 Chi, muovendo da Arezzo. per la stn.ua pro,·inc.iale si dirige a Siena, pncorsi apptna 22 chilometri, in una collina olivata, inquaarata in un patSaggio prctt:uncn1~ toscano, si trova dman2i la nobile cit. tadina di Monte San Savino, che fra le sue mun. racchiude opere del Sansovino, citi Sangallo, dei della Robbia. In questa cristianissima terra, che dette i nat1li a Papa Giulio lii, si erano da tempo invnemorabile stabiliti numtrosis. simi cbm, e lo stesso Salomone Fiorenti• 1\0, che fu mamro di quella Sinagoga, così scriven : « E' cosa indubitata che b. e Nuione Ebrea dd Monte S. Savino siasi « stabilita in corpo da tempo remotissimo «con pubblica Sinagoga e luogo apj>artato • onde seppellirvi i loro morti, acquistato ~ con danari della loro Comunità ». li Fortunio in una sua Cronichctta a(. ftrma che sul finire "del 1400 ('f2.no già potenti nd pa~, esercitandovi le usure ~ danno della popolazione cristiana. e· indub.itato che nel 174) vi abitavano ben 104 famiglie ebraiche. Poichè non potC\·ano abitare nelle cast- ~ cristiani, a\'C\'ano fatto acquisto di un quartiere nel paese, che fu chiamato il Ghetto, ove ebbero ad erigere la Sina. goga. Il Ghetto a\'eva per con(ini il forno dci Cerboni e il muro dell'orto delle Madri di S. Benedetto, cioè tutte le case prospicienti quella strada, che porta il nome d, Salomone Fiormtino. Ci auguriamo che il nome di questo poeta, fra i minori del1'600, per quanto nella sua tomba esalta. to e philosopho atquc poeta elegantissimo,, sìa tolto, e quello di un degno cittadino possa intitolare quella strada. ~ le famiglie cristiane volessero di. stinguere le loro case da quelle abitate da- &li ebrei, si vede ancon, perchè- apposero all'architrave della pom., scolpita nella pietra, la si&la Jcsu.s Christus. La Sinagog:a en. arredata con stalli di ltgno intagliato, un magnifico trono del r1bbino e buone tele, r.appresentanti fatti dtl Vecchio Testamento. Gli ebrei esercitarono in Monte S. Sa.- vino i più diversi commerci ed anzi si può affermare che s'erano impadroniti di rutto il COffllllCTcidoel paese; il padre di Salomone Fiorentino ~citava la mercatur.a d: stoUe nell'allora detta Ruga di mC'ZZO prospiciente Piaiza Jalu. I.o stCS50poeta nel 1768 apr1 un negozio di st.oUe e pan• ninc in Ruga piana a Cortona, e nel t 79) Ieee ritorno a Monte S. Savino, continuan. do il commercio nel fondaco del padre. Non ,,j ha dubbio che nonostante fosse pròibito agli ebrei di avere cariche pubbli. che, essi erano divenuti i padroni del pae• se, ottenendo speciali privilegi per ordin~ dello stesso Granduca Cosimo lii dei Medici, tanto vero che tutti i macellarì del Monte erano obbligati a fornire di carne la inter:a nazione ebrea, s«ondo i suoi riti, cd a pagare al loro S<iallino gli emolumenti. I soprusi fatti alla popolazione del pae. se dalle famiglie Cas.tro, Passigli, Fiorcnt.ino, Usigli, «c., che erano divcnute pa· c!rone della masgior parte dei C'lSC'ggiati, fecero covare odio contro di loro, odio che si esasperò allorquando si aggiunse il mo. venie politico. 11 16 dicembre 1798, Salomone Fiorentino cosl scriveva. dal Moote: e L'cdjtto « del So\•rano, che persuade indistintamcn. « te tutti i sudditi a pensare all:a di.fcs:a, « ha destato in loro la bubara idea di « guardare la nostn innocente nazione co. « mc loro nemica ... La calunnia diretta a « screditarci ha preso vigore nell':animo dei ~ cattivi, dei grossolani contadini che scn41 za riflettere al probabitc e non proba- « bile, a ciò che può essere vero o falso, « pieni di mal tal~to, ci minacciano dcn, « tro i paesi e fuori nelle campagne, della « vita e delle sostanze. La n0$lra situazìo- « ne è dunque delle più compassionevoli •· Non è comprovato da documenti, ma è tramandato, che molti giovani ebrei imbevuti delle nuove idee della rh·oluzione francese inneggias.scro alla bipenne, alla ghigliottina. e a.Ila prostituzione, e dopo a,·cre inaffiato l'Albero deU:a Liberti, che · trovna.si al centro di Piazza Jalta, danza.s, . scro ontando canzoni che suonavano of. fcs:a al vecchio ed amato Granduca, ed al• la civiltà italian:a. Finalmente i cristiani, che per tanti an• ni erano stati soggetti al danaro ed alla prepotenza dei giudei, poterono dare sfo. go alla loro ,·cndetta, e incitati dall'esempio dell'insurrnione d'Arcuo, dei vari paesi della Val di Chiana e del &ncsc, il 7 maggio 1799 si portarono in massa in Pìu• u Jaha, sradicarono ralbero della Liberti, dettero la (a(CÌa ai Giacobini (tali enno considerati gli ebrei), parte-li mawcr-.irono e uccisero, facendone un rogo nella SIC'$Sapiana Jalta, e altro numeroso >:ruppo ebbe la medesima sorte presso il Moro Grosso, che trovava.si nelle vìcinan, ze dell'attuale Ospedale di S. Maria della Pace-. I rimanenti giudei, assaliti, spogliati di ogni loro a,•ere, furono costretti a fuggire ad Arcuo, Fircnz.e cd a Siena. Non tutti i giudei lasciarono in quel giorno il p.i,esc e ciò si desume dall'editto che la Deputazione di Monte S. Savino dovette emanare in data 18 luglio 1799 in cui di<evasi fra l'altro: « Prcmmdo dle si mantenga in questa « terra e tra questo popolo ina.ltcrabilmcn. « te il buon ordine, cd avendo prn.cntito f" che questo buon ordine posn CSSC"rle - « so per il so,·C'Khio fervore di molti del « popolo, i quali irritati contro la detta « nazione ebrea, per le inique loro cor. « 1elazioni coi francesi, onde si è compro- « vara brigante contro la S. Religione cd « il legittimo SO\'r.tno, cd i buoni antiJ»,• « triotti (cioè il-afoni in conlrapposto a « Giacobini) macchinano d'intentare con- " tro dett:a Nazione ebraica la più escm. ~ pia.re "C!'dctta, perci/1... si a\•visano tul· « ti gli .Ebrei stazionanti in questa terra, di « qualunque età, condiiione e sesso, che: « procurino di prowcdcre con tutta solle- « citudine alla loro salvezza.». E i pochi ebrei ancora residenti al Monte S. Savino, con ('CS('fflpiodel 7 maggio, non attesero più oltre ed obbedendo aJ. l'editto ad uno ad uno nottetempo lascia-· cono quella terra e non vi fecero più ritorno: oggi. Monte S. Savino non ne conta neppure uno. PIETBO nCAI-VELTRONI 15

Usura, sacrilegi e frodi e il ·ba~do degli ebrei dagli Una notizia., ri~lentc all'anno 1171, c'inducc a pmsare che fin da qucll' epoca i 8iudc-i si trovassero in gran numero a Bologna, e forse già segregati in ghetto. Gli antichi cronachisti ci narrano, infatti, di una cacciata dc-i giudei decretata dai Consoli governativi di Bologna nell'anno 1171, pcrchè, paventandosi la comparsa di una micidia.lc pntilenza, si pensò che i figli d'Israele, per la immondcua che tenevano accumulata nelle loro contrade, pote. vano facilmente diffondere il temuto contagio. I giudei, dunque non si affacciano troppo brillantemente dalle carte ingiallite delle vecchie cronache bolognesi. Non sappiamo con precisione quando i giudei torn:wcro a Bologna. Indubbiamente prima dd 1308, poichè in questo anno wi donavano a frate Aymcrico, ·priore del convento dei Domenicani, un pentatC\ICOscritto su pdle di vitdlo, gabdlandolo come vergato di mano dal profeta Esdra. Non si sa quale motivo spingesse gli avari55imi giudei a fare tal dono, che dovette riU$Cire assai gradito al ;monaco poichè fu da questi e dai suoi discendenti gelosamente conservato, giungendo, sebbene mutilato, 6no a noi. A quJ.li particolari attività si saranno dati i giudei di Bologna fra i secoli XIV e XV, se induS5Cfoun pio uomo, quale il vescovo bolognese Niccolò Albergati, a punirli tanto scvenmente nel 1417? In quell',nno, infatti, tutti i figli di Giuda (ma.schi e femmine) residenti a Bologna, furono obbligati dal famoso vescovo a vestire di giallo, a non uscire dal ghetto e (pena orribile!) a non percepire, nei prestiti a pegno, frutto superiore al ,•cnti per cmto. JI ghetto di Bologna comprendeva le vie dette tutt·ora dei GiNdti, dcll'Jnf,rno, della Mandria, di Stt11Giobb, e del Carro. Durante la notte e durante i tre ultimi giorni della Settimana Santa, portoni ben spran~ti vietavano ai giudei la « libera uscita :t. I banchi di prestito dei giudei erano nelle vicinanze del ghetto e, precisamente, lungo il trivio ove ergesi ora il Palauo della Mercanzia, 8ii chiamato e Trebbo de' Banchi ». In principio del Quattrocento, oltre quelle del beato Niccolò Albcrg;lti, vigevano in Bologna altre leggi anticbraiche, una delle quali, curiosissimi, impooev.l ai giudei di pagare ogni anno cento quattro lire e mezzo alle scuole dei Giuristi, e settanta a quelle degli Artisti, destinate ad essere spese in un gran banchttto notturno che, per antica consuetudine, lo StudtO offriva agli scolari. Ai giudei non doveva troppo garbare quell'obbligo di portare il « segno dell'infamia 1t decretato dal vesoo,•o Albergati e pare escogitassero varie astuzie per isfuggire alla legge. Ma una griJa del lH8 rimise le cose a posto. In tale anno si rinnovava ufficialmente l'obbligo ai giudei dimoranti in Bologna ..di portare sul petto, e nel modo p;ù C\•idente possibile, un segno color giallo. O,i avesse contu.vvenuto all'ordine, sarebbe incorso nella 16 pena del carcere e di mille fiorini d0oro di multa. I più o meno vistosi segni gialli non impedirono tuttavia ai giudei di seguitare l'esercizio dello strozzinaggio ai danni dei cristiani, facendo perdere la pazicnu persino a un santo. S...n Bernardino da Fehre, infatti, venne nel l473 per «citare i bolognesi a cacciare i giudei e instituire un Monte di pietà, monte che fu poi erttto, e trasformato, col tempo, in quell'isti• . tuziooe esistente ancora nell'edificio sorgente -alla Metropolitani bolognese: e Mons pietatis advcrsus pravas judaorum usuras erectum ». Intanto, le constituzioni e le bolle runmentanti ai giudei l'obbligo del distintivo giallo e di restarsene confinati nel ghetto, seguitnano a fiocca.re. La bolla emanata il 14 luglio tsn da Paolo IV è su ciò assai ca.tegorica, e dovette a suo tempo spaventare non poco i giudei di Bologna se questi, guadagnati con larghi doni i portinai del ghttto, riuscirono, in una notte del 1S69, a fuggire in pu«ehie centinaia e rifugiarsi a Ferrara. Al soglio ponti6cale era frattanto salito il Caraffa, uno dei più fieri giudici dei giudei, il quale, quando seppe di quel fraudolento esodo attuato dagli ebrei bolognesi, se ne sdegnò a tal punto da promulgare « ipso facto :t una bolla con cui si bandivano i giudei da tutti gli Stati della 0,icsa, foor che Roma cd Ancona, accordando loro tre mesi di tempo per far fagotto. Anche i giudei di Bologna se ne dovettero cosl andare, non senza però subire la giusta s.anzionc per avere fino a quel giorno spennicchiati i cristiani. Dovettero infatti pag2rc una sp«ie di . « tassa di espulsione » ammontante a quarantamila scudi d'oro, pari cioè a cinquanta scudi a testa, poichè ertno in numero di ottocento. Appena p1rtitisi, la sinagoga esistente in principio di via San Vitale fu confiscata e il loro cimitero, situato all'angolo di via Orfeo con via Borgolocd,i, distrutto. ... Erano trascorsi diciassette anni da questa cacciata, il t S86, quando 2i giudt'i fu nuovamente concesso abitare le terre della Chiesa. Allettati dalla possibilità di far nuovo bottino sui cri. stiani, i giudei non se lo fecero dire due volte, sollecitamente ritornarono anche a Bologna. I dintorni della pia.zzetta di Porta Ra,•egnana ricominciarono cos1 a brulia.re di rigattieri, e ambisti :t e strozzini. In quell'occasione, molti figli di Giuda aprirono pure, alla Volta de' Barbari (situaU nel trivio ove s'incontrano le vie Ugo Bassi, Imperiale, ora Battisti, e Poggiale), una bottcg2 di panni forestieri, la quale fece non poco danno alla locale Arte della Lana. Industria che, in quei tempi, costituiva per i Bolognesi una '!,fan fonte di lavoro e di risorse. ' . Un sacrilegio avvenuto nella primaven del l S93 a Bologna, veniva intanto ad affrettare la decisione di espellere per sempre i giudei dagli Stati ecclesiastici.

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