La Difesa della razza - anno II - n. 7 - 5 febbraio 1939

Ka,gli ehreiaatiulml •tudJ artiatid pa:rigim. l modelli neqrl NDO l Jià rlc:erwtl. :rmoniosa in una configurazione gcogratica di territori che si sooo saldati gli uni agli altri per la somiglianu dei bisogni e degli interessi comuni cd hanno 6n.ito per formare l'unità francese. Perciò quello che si potrebbe essere tentati di chiamate il razzi• smo francese non è che il nwonalismo b(ne inteso, l'istinto di coruervuione dell'anima tradizionale ddJa Francia. E" in questo ambiente che l'ebreo distrugge il patto cristiano di fratclJuw. e le basi fondamentali dclJ'ordine sociale. Esso è il nemico mortale dell'unità francese cd è giusto sollevarsi contro di lui a acciarlo via. Non fanno, fo~, del rUZUOlO- e quale rauìsmo ! - i giudei stCS$l?Udite : e Noi non siamo nè tedeschi, M inglesi, nè francesi. Noi siamo gìudci. La vostra mentalità di cristiani non è la nostra». (Max Nordau). e lo non considero Ja questione giuda.ica nè come una questione ~ eia.le, M come una questione religiosa. E' un.a.questione nuiooale. Noi siamo un popolo•· (Ttodoro Heru). B il nwùlcsto dt-11.a. Allca.n:ta Israelitica Universale, fonJata nel 1860, dice: e L'Unione che noi df'Sideriamo fondare non sarà un'unione franccse, inglese, irlandese o tedesca, ma 34 un'unione giudaica univel'W-e. Dispersi nelle altre na.tioni cht da tempo immemorabile furono ostili ai oostri diritti ed ai nostri intcrtSSi, desideriamo, innanii tutto, essere e restare immutabilmente giudei. La nostra nuionalità è la religione dei nostri padri e non riconosciamo nessun'altra. nazionalità>. Qul il Buard raccont2 una storia mirabolante sul modo truJJaldioo con cui fu. rono acquistati nel 1898 da un mercante ebreo. Giacomo Sdigmann, per il collezionista ebreo barone Enrico Rothschìtd, i celebri an..u:i dd Palazzo Pallavicino Grimaldi di Genova. Il loro valore, come gli disse subito suo nonno Alfonso che ti conosceva bene, era di a.Imeno un milione e mcuo. Ma egli non poteva spendere una somma cosl grossa, si~ si rassegnò a rinunciarvi. Informato della cosa, va da lui l'antiquario Scligmann e riesce a fargli dire che po<,ebbcspendere dalle 600 alle 800 mila lire al massimo, somma irrisoria per l'acquisto. e Sta bene - gli risponde l'antiquario - fermiamoci alle 800 mila e mc ne incaricoio. Mi darete il 10 per cento su quello che saprò risparmiare». Conces,- so, tanto più. ndla sicurcua che l'acquisto non si sarebbe fatto. Jm·cce il Scligm.a.nnli ottenne per 400.000 lire, guidagnando 40.000 lire suUa differenza dc:lb. cifra. In qual modo? Con una vera. truffa. Scriss,e, prima di recarsi a Genova, ai maggiori antiquari d'Europa e d'America correligionari, invitandoli a formare con lui un consorzio di acquisto con 2'0.000 franchi a testa. J bcnc6ci dell'operazione sarebbero stati divisi in parti uguaJi. Tutti risposero accettando e: incaricandolo di rapprcscnt2rli alla vendita. Egli allora parti per Gc:nova, ma alla vigilia ddl'asta tclc:- grafò a ciascuno che, essendosi ritirati gli altri soci, non poteva più rappresentarli. In questo modo non ebbe concorrenti. e:, innanzi a un pubblico di artisti e di amatori platonici per fon:a di cox, gli fu facile, all'annuncio dd prcno base di 400 mila lire:, aumentarne altre mille pcrd>è nel silenzio gencnle il marteUo cadcs.sc-e gli aru:zi restassero aB&iudicatia lui. Quando il barone lo rimproverò indignato di questo modo di proccdc:re, sapete che CO:S.t risposc?:·cNd nostro mestiere questi mc,. todi sono consuetudinari. J miei colleghi mi hanno ingannato più di dicci volte. Era giusto che:mi prendessi una rivincita •· M2. la frode: non finiKt qui. Giunto a Roma con gli arazzi chiusi in quattro valige:, stguito da due poliziotti che lo sorvegliavano c:omc un contrabbandiere pcrchè l'c:sportu:iooe delle opere d'arte d.a.ll'ltalia era allora severamente proibito, egli scende al Grand Hotel e fa portare le vali&e od suo appartamento. mentre i poliiiotti si mettono di guardia al portone d'ingresso. L'indomani giunge allo stesso albergo Arnold Scligmann, suo fratello minore, con quattro valige deUa stessa dimensione ma di divel$0 colore. Esse sono piene di sacchi di sabbia. Durante il giorno, i due fratelli fingono di non conoscersi, ma nel cuore: della notte l'antiquario mdtc gli anuì nc:1le valige di Arnold e passa i sacchi di sab, bia nelle sue. Col t.tcno del mattino A,. nold parte per Parigi portando le sue va11~ che: non destano alcun sospetto, m,co. tre Giacomo cesta a.li' albergo coi suoi sacchi di sabbia. I poljiiotti montano sempre la guardia al portone. V crsosera anche Giacomo parte con una sola valigia, lasciando le altre nella ~anu. Egli si rea subito al.la stuione e prende posto in una cabina di vagone-letto. Trentasei ore dopo gli araui erano a Parigi. Oggi Giacomo Scligmann è motto, e da qualc.bc tempo gli afilli seno protetti dalla p,cscriiione. Mi pare che non ci sia bisogno di altro per ricooosccrc la mentalità israelitica e bisogna che tutti siano grati al Bucard di averla mes.sa cos1 in evidc:nu per qucUo che si riferisce al suo paese, alla Francia, circu.ita e diretta dall'elemento giudaico in tal modo da noo po<cr p;ù oltre fingcrc di non avvc:dcncne, pena la sua stessa esistenza. A. LANCELLOTTI

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==