La Difesa della razza - anno II - n. 7 - 5 febbraio 1939

ratteristiche ddl'anUN. camitica., si risp«- chiaoo profondamente nell'arte egiziana. Sono anzi la ragiooc della sua grandcua. Non può essttVi un'arte plutica scnu il sentimento della durata. Nè la pittura M l'an:hitcttura, possono altrimenti concepirsi. Se la materia . e la forma non sono dul't'Voli, SC' qu.tlcosa di caduco o di non fermo se ne trumcttc a chi guarda. allort quelle arti lJWK"2nO al loro KOpo.O, pc:r '5SC'l"C più esatti : mancano alla loro essenu. Per questo gli Egiziani furono gran. d,5Slmi pla.u.ici: forse i più podi fra rutti. Quale differenza, invcn, nei caratteri dell'anima semitica! Nori v'è senso d'etet• nità, nè di du.rat.J.,nè di regolato e metodico lavoro. La naturt è assente. Non ~i doma, non si conquista, non si ama. Il divino appare come una rivelazione impt'OVVisa.. Lo stato si concq,iscc come una aggrcguionc momentanea, onde precipitarsi sugli altri popoli, uccidendo e raz. z.iando,e onde stabairc su di loro un dominio, che avri .solo l'csistenu di un giorno. Anche SC' ci si tru(criscc a vivere nelle città, lo spirito, i metodi, gli ideali sono quelli d'un popolo nomade. E' chiaro che in un carattere simile, privo costituzionalmente del senso della durara, non pouono allignare le arti plastiche. E cht, anche quando ciò in apparenu avviene, si tra.tu. sempre di riflnsi privi di valore. Perciò l'architettura, la scultura, la pittura babilonesi ,ono tanto inferiori a Cf!tlledell'Egitto; e perciò anche i Fmicii e gli Ehtti, c:s.scndo anch'essi semiti, ed a,·endo la stessa psi<.'Ologiadi rana, sono negati per le arti figurative. Cè di più. Gli altri popoli, naturalmente dotati, presso i quaU, anche in parte, s'in, filtrasse Ja ratza oricnt.tlc, pc:rdcvano le loro qualità. Si vede chiaris.s,mMDttlte nel a.so degli Egiziani. Pcrc:hè declinò questo popolo? Pcrchè la sua arte, cosi aJta, così, luminosa, cos1 giovane-, ad un «no punto cominciò a sbiadire, ad ofl'u.scar'Si,a diveni1c vuota, anche se le sue forme rimanevano in apparenza le stesse? Pcrchè a un «rto punto, la pressione delle tribù semi• tkhc, in continuo movimento nel corridoio tra la Siria e il Sinai, cominciò a gra• varc sull'Egitto. Prima vi si infiltrarono, poi apertamente vi irruppc:ro. Fu verso il HSO0avanti Cristo che queste orde, dilagando smu. più ostacoli, occuparono il paese, s'impadronirono dello Stato, e diedero alla vita dell'Egitto, e principaJ.mentc al costume, b. loro impronta barbarica. Ma soprattutto aprirono le porte ad una immigrazione continua di tribù loro consanguinee, che, mescolandosi con la popoluionc camitica, la semitizzarono senza più rime, Jio. Da allora, pc:r la prima volta, la tradì. i.ione vcn.mcnte sì ruppe:; anche SC' vi fo in SC"guitouna temporanea ripresa, dovuta agli clementi camitici rimuti indipendenti nell'alto Nilo, e se questa ripresa portò, per qualche s«olo, ad una cspansiOM anche sull'Asia. Ad ogni modo è certo che, a cominciare da questo periodo, l'arte deldell'Egitto decadde. Oggi la preponderanza semiticasu questo paese ~ assoluta; ed è condivisa solo da una pari in61truionc deUa ruza negroide, proveniente dal Mezzogiorno. Gli antichi Camiti sono quasi del tutto scomparsi. GIUSEPPEPENSABENE 29

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