fronceN. E che dire dl tutto il precedente krrorto politico, del 1789 al HM8? t un mlraQO)o M eslallamo ancora. Ma uiatiomo. Vogliamo esistere. Mai abbiamo CJTuto tanto sentimento del nostro essere. Vuol di.re eh. davvero queata nostra rmzaccio e&late. Vuol dire che quando c'à rauo, non c'à che lare. Mo abbiamo perduto due MOOli. Arturo Gnlo di Genova d acrive che o propoailo di borghesia, RUormo, ebrai&mo, cartesionesimo, abbiamo lotto molta conlu• alone e alomo stati 1uperliciali; che quanto abbiamo detto della cultura, 91i sembro non aolo erroneo o almeno lmp,eciao, mo anche K'Of09glante per chJ dell'Italia ama non aolo il primato civile, mo anche lo capaeitb; di creare opere di cultura: che esista bensl una cullura anliromano, ma che non sia questo lo cultura, coll'inldole maiuscola; e in fine. che esiala un problema fil~lico dello rouo. che non aolo non abbiamo riao!to, ma non abbiamo neanche eaatlamente poato. Caro Crilo, si lo quel che al pub, ma tu ti limiti o criticare, che • un compilo piuttosto poltrone. Avanti, parlaci di quella conluaione e auperficialitc!t, apieqoci i nostri errori, le lmp-edsloni; spiegaci qual'à lo cultura con l'lnlzlole moiuacola. e che ha da vedere con la lorza del genio nozionale; ponl tu eaattomente U problema dello rana. risolvilo; dicci almeno qualche cosa più particolare e me:,o neqotiva. Noi slamo qui per capire, e tu non ci aiuti. La tuo lellera oro: t'impegna a dire come la penai. Scrivi quakhe coso. ma9a.ri un poco allo volta. Attendiamo. ~rulla~ Ecco Invece che cosa d acrive un professore di liceo aeronautico, chiedendoci che non lo nominiamo: Anch'Io, che vivo nella scuola. desidero Hprimen'i li mio plauao per la voatra opeta veramenle prolicuo, poich• voi oltre a creare una coadenza e uno di9nltc!t raul· ata, indiocrte a noi educatori la via l)t:r cooperare con voi, donandoci in tal modo l'intima .oddislazlone di essere ph) oompl•ti. lo pure. e con rammarico. ho notato giO: vani che risenlono ancoro di quello: edu• ocnione che •ol chiomate bo"}hen, ed lo antlromona, perb, nonostante Il mio breve periodo di vita scolastica, ml aono lotto lo con.,inzione che anche per questi giovani, che del reato non formano lo m099ioranza. vi à la poeaibilit6 di liberarli da quella <::Ortecciocoriacea e all'apparenza dillidle da Incidere. Soltanto è neceuario lavorare <:on 10110.con amOfe e con pas.alone, saper nlluppa,.. e dare coacienzo a quHli 9iovo.nl di quel dono che 9li Ieee natura nascendo: il senso del dinamismo cottrutlivo. che In loro non à dlatruUo, ma aoltanlo aollooato do una atalidtc!t 109ionato.. pura• mente teorica e neqotivo. Compito dunque ri.. rvato non soltanlo og,l'lnsegnanti di religione, ma o tutti gh inaeonanti. aiutati In d6 anche dai pro.. grammi che dovranno eaaere in molli punii modilioatl, aUinchà la scuola lasciata aio adequola al nuo•o clima imperiale e pouo assolvere Integralmente la sua funzione altamente edueatiTa. Ebbene un orientamento della scuola In unao raulata à logico e neceuario. Ben vengo e sia completo, senza lacune con diret1ive nelle e llneori. poieh• la sua roqlone d'eaaere à nell'unlversalitc!t della nottra rell9ione, della nostra civiltà, della !orza e dell'ideale che hanno in pochi anni t,oaformoto l'ltoJla e creato l'Impero, Uno o due ,generazioni bmlano per cancellare ogni lracda di uno cultura ant1romano. Dl citi ne 9uodagnerc!t anche lo 1cienza. Carlo Cumono di Lerici 001:I ci ho scritto. Lo domanda che Ilo per rivolgervi ri• ,guarda dunque l'Ea:peranto, lin9ua unlveraale e, con buono ~ d~li esperantisti, assai brutta. Vorrei sapere: J) .. 11 don. Zomenhof era ebreo, come credo; 2} se, per le sue ori9inl semitiche, l'EaperanlO non deva essere meno al bando di tutti 911 Italiani; 3) .. l'insegnomcmlo e l'uao di qualsiasi e lingua universale > che non •io il latino (m.oqari il e latino slne 0ezione :t del prol. Peano) non topp,eHntino un vero e proprio attentato alla integrità morale e cultura!• della razza. Se aono importuno ICIJIOteml e credete ugualmente olla mia viva ammirazione por lo acmlo opera che svol9e e La dileaa della Rane,. '1Mlff® & ~ La domando à tutt'altro eh. inopportuno. Noi non aapplamo ae il do!!, Zcunenhol foue ebreo. ma • c:er10 che l'Esperanto à la ne• gozione di ogni 9enio nazionale ed • ,tata. à tult'ora, un'orma rivolta contro lo dvlltc!t classica, e inteaa a lonnare qu•llo civilizzazione ro:zlonale, olio quale hanno per diverse ra9lonl Insieme collaborato ,giudei e bonc:eai. Abbandonato l'uso popolare della sua lingua, e per conaeguenzo inlerrollo lo sviluppo deUa auo immoqlnozione. li popolo ebreo •I à condensato nell'esercizio della facoltò rm.lonole, della ri0essione, della palcologia. Oiapoa;to per natwo al ra• z.locinio. n• ha lotlo la auo principale forza. Dlspoato per natura al rmlocinlo, •ra na• turalmente portato allo vita materiale, perchà lo 109ione lira all'utile. Privo d'lmmogina:zione. privo di lin9uag9io, lutto ra• 9lone e materia, -rivendo lllJXlrpogilloto nel mondo, aveva da vincere l'ostacolo dello immaginazione, della lingua, del genio dell• nazioni.; livellarle, neutro:lluarle, lame una gran bo"}hesla neutra, e o questo scopo. a tir<1redoà i popoli all'abbandono delle lacoltb; naz.lonali, che sono tutto linguaggio e lmm09inatlone. doveva appunto Mrvire l'eaerdzlo d'una lin9ua neuttole. ai-teletta e convenzionale, quale la lln9U0 Eape:anto. OuHta dove•a euere la lingua del popolo n•utro di tutta l'umanità. Al qual popolo neutro anch• la Fronda mirava, e von-ebbe ancora mirare, con la lor-mozione d'una società e cu!turo borg-heai, in tulle le altre nozioni, che è atoto Il piedlsiallo del suo pn,domlnlo in casa no- •tra e In Europa; • gli ebrei le hanno splanalo, le •ogliono anoora spianare lo atrada. Sol che la Francia tende all'espan- •ione della lin9ua francese. Ma non ha nullo da temere, perchà lo lingua franceM • ph) bello e più veramente razionale di 09nl Hn9ua artelotta, e l'Eaperanto non le pub lor concorrenza, mo aolo atuu1care i: biao,gno d'uno lin9ua rozlonoJe viva • 9,0. devote. Perchà • dalla lingua che speda). mente si vede il CXll"Olteret02.ionole del genio lranc:e1e. Non à una lin9uo ortelollo, aebbene ne sia alato legislatore il corpo acoademico, ma à la lingua più raziono.le, la manifestazione del genio veramente razionale dello Francio. Lo vedremo meglio leq9endo un giorno I pensieri di Leopcudi sulla lingua e lo natlone fn:mc:ese. Intanto cont~ntiamoci dì considerare che la Francia ha fatto una spede di traduzione nnlonale del elauìco nel classicismo e dau!cistico, una cifra buono per i raglonalori colti e lelleratl. lnaomma la dille• renza tra. lo francio e noi à che Dente aio Intraducibile e universale, il 9onio lrancue tutta traduzione, univeraalmenle traduci• bl!e. Ouealo principio rilleui•o, decedente e passivo della fronda lo videro prolondomenle Vico, Leopardi, fiehte. Passivo perehà rillHslvo e recellivo, una traduzione tradudblle, copace di chiamare in causa e comunicarsi o tutte le c:orri1pondenti lacoltò umane, e per questo apparentemente unlver.ale, lormolivo d'una societò 9radevole, decorativa, mo conservatrice Mnza sviluppo, come la vediamo nella borghesia. Uno 90detò tulta rivolto al vivere 1ociale e a •• atH:,o, e non al lare. che Hi,ge imma9inozione. Uno aodetò priva di copo• cità ortiatioa, com·• appunto la borgheso, • spedoJmente di capadl6 clouloa. Perehà la civllluazione lrancea:e non ai nvol9e allo immo9inozione. non la chiamo In cauao.. chioma Invece quelle lacoltc!t oll'imm09lno• zione c:ontrari8, contrarie alla vita e allo sviluppo dell'imm09lnazlone. e pub andare aTCnti a patto appunlo che non si rineçih l'Immaginazione d•i popoli aoUome.. i. che à lo aollile schiovitò su cui si fonda il dominio di ques:a nazione liberale, al qua1e 9h ebrei hanno collaborato, e del quale l'Esperanto • un aintomo particolare. Il genio danloo à Invece attivo, copoce non di orgianiuare uno a:ociet6, ma di ordinare Il mondo a uno con la forza della lin9ua e del fare, eioà dell'imma9inozione, come Omero ordin6 li mondo antico. Ennio il romano, Dante Il moderno. E' olllvo perchà attivo e creativo • aoltQrlto l'immo9i• nazione. ·e perchà soltanto l'Immaginazione chiama l'immaginCWone. la leconda. dò forma olla lon:a interiore dell'umanil6, la metto alla luoe del aole, con opere aempro nuove e diverse. In queslo ordinare il mon• do o uno, oon opere dell'immaginazione, oorula:te la vera universalità, quella classica. E queald à J'unlveraal.ilò del canoli• ceslmo, quello per cui didamo che li genio Italiano à callolico. Non biao,gna confondere 91i universali logici, l'unlveraalilà della rt0eNione, con la capacitò del genio cloaaico di ordinare il mondo o uno. Quando volete coglh!le Il 1l91lllicato dello parola cattolico e la !isonomia dol genio italiano, li dovete cercare in '"Dante e Mlehelan,gelo, dal '300 al ·500~ AlJm:g_ti_ maturarono, presero forma e fiorirono 119enlo cattolloo del crisllaneaimo • quello Italiano della civillò moderna, che sono tutt'uno. Allora facemmo le oua • la carne, quella • la nostra per• aona, non l'andot• cercando nel languore dello nostra suo:eulva sollomiNione allo Francia. Oueala à solo la nottra morte. Considerate invee. che quelkl nazione. che si chiama lo primogenita della Chiesa. à la di•truggllrice del vero cattollceaimo, e .. e•• un r..emioo mortale della nazione Italiana, que•IO nemioo • la Francia.. pet• chà il suo dominio non ~ essere altro che la noalra morte. 45
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==