avuto opportunità di diventare buoni tecnici. dimorando già da molti eccoli nel• le loro città in un punto obbligato di 9C&lllhiIra la civiltà eme.se e la civiltà egi1.iana; gli Eh1ti aolo da poco tempo 1wevano luciato la vita nomade e preaa l'abitudine atla 'vita delle città. Le qualità arttgianali che a.nch'eui avrebbero potuto 1vilupput, cioè com'è proprio del cani• tere aemitico, di manifattura e non d'arte, non avevano ancora avuto modo di 1volge.rsi. Su queato, dunque, nnauna dirricohà: non eei.atee non è mai eeiJtita un'arte plaf.lica 1e:mi1ica nè un'arte plastica ebraica; ma c'è, e c'è &empre1tata, nei poJ>Olidi rana orientale e di lingua se.mitica, cioè urgli Arabi., nei fenici, ed anche neg:i lbrei {quando •i 1ronssero in condi1.ion~ favore,oli) una viu tendenr.a per la tecni. ca e per la manifanura. Tanto è nro che, durante il medioe~o. gli Ebrei ebbero nei loro ghetti un artigianato proprio, che collruiva oggeui non .olo per k. ma anche per metterli in commercio. Quando i poJ>oli vicini, naturalmente predisposli all'arte. conservavano ognuno I.i propria Mionomia, aviluppando una ci ,·iltà 1>ropria,ed a,endone piena COACien• u, allora questo arligianato dei Semiti era rUltrvalo solo al con.sumo interno; quando la decadenza o le invuioni con· fondeuno per qualche tempo i popoli e cancella\ano per conaeguenu le arti, allora come surrogato di etee, poteva spar• geni dappertullo quttla produzione com· f>OIÌla,il cui carallere era appunto di non anrne alcuno. Ma l'flM'!'mpiomaggiore di ciò lo diedero i Fenici. Questa inet.ntibili1à, quttla iudiff'erenu, quctta ddicienu, questo poter ridurre l'arte a meccanllmoi questo poter copiare H.nU impegnani, e seni.a d1e le 1tt.1111e materie trattale, legno. rame. argento, avorio, 1uggeri.ssero. nel col"IO del lavoro) imp~ioni ed immagini. li liberauero solo per un momento, dalla copia: quetta \'era e propria inferiorità dovuta alla raua. ru da loro, eecondo il solito, trufonnata in uno 1trumento di guadagno. Al pari degli D>rei. pt.r il gua36 dagno, nevano rinuniiato Hno da princi• 1•io anche alla libertà; inquantochè 111 aogge1ione allo ltranie.ro, togliendoli da ogni preoccupuione polit.tc&, aVttbbe dato loro il modo di 1tendere tranquilla• mente, in tullo il Mediterraneo la rete dei traffici. Fin da principio, già sudditi Jell'Egiuo, intuirono inoltre l'opportunità dj ,r ruttare a proprio vantaggio ciò che ,e.va allora accadendo. Si abbatteva in quel tempo eulla Grecia l'ondata dtll'inva.,ione dorica. Ne derivava un grande aposta.mento di popoli. Cadeva an.i..ilullo la civihà crelai,e.mi«nea; le popoluio. ni che l'a~e'\'Ano creala, •i rh·e:nauno 1pavenlale 1ulle coste dell'Asia minore; l'Egeo piombava ddinith·amente nt":lla t-urbarie. li commercio mi«neo a,·en difruJO 1'1u1emi«nt":a, che a,C\a una aua Miono· mia ben definita, dipe.ndenle dall'ambirnte ne.Iquale era aorta. I Ft":nici,i'm·ece, non aH~vanoalcuna arte; erano anzi, co me Semiti, poco inclini all'arte. Ma cui non .si&e0raggiarono.Comprendendo l'opportunità unica. che loro ,i offriva, di D- •umerti di colpo, e-Mi eoli, la continuu.io. ne del commercio egeo, e ,,edendo d'ahra ,,arte ia neeaeità di sotliluire da parte loro la produ1.ione di coppe. di vui, di l-ron1i, di legni. di uorii, che 11vevareM> fllffl01ii loro predeceuori, ricorsero, privi d'allJ'a pane di talento proprio, allo atca80 capediente che era rino allora giouto loro per uso proprio: ai servirono prorniét't1amcntedei modelli prNi dall'arte dei vapoli vicini. E' evide:nte che un'arte C05Ì ibrida, ,. CO!'IÌ priva di intrins«o ulore, polè ege.. rr diffuM per qualche &tCOlo, cd a,ere fortuna. perchè a cauta del declino di 1uue civilti mediterrantt, cioè, ohre all'e. gf'&. dell'egil.iana, dell'uaira, dell'inka. ancnu10 ne.I medesimo punto, e della temporantll confusione delle rane, nHtu • na fresca energia d'un popolo portato all'arle potè per un Ct"r10 periodo AOrgue .- a.fTc.rmani.Ciò che aVYcnnc.in realtà ialo due o Ire .ecoli do1>0.Intanto quet.11 J>roduzionefa1"1. creatft aolo per il gua• dagno, e non a,·ente del caranere del pollOlo eh.e la diffondeva neu.un'ahra impronta M non quella della ,ua c-ommer ciabili11'. dominava; eMa sola tutti i mtrcati. Dal decimo al stUimo A«Olo I\. Cri.Mo qu~l• era 5u per giù 111rete del com~r· cio renir.:io: oltre CiJ)ro ed i ,uoi ciuqut" 5ea)i. in Orienle le bui di Rodi. Cre.la. le porad i. le Cidadi; in Occidente. da un• par1e I• linea Cono, Maha. Pantel• leria, Bi8Cr1a; dall'allra. tra l'Africa e !11Sardegna e la S.C:iliaun lriangolo i cui ,·er1ici erano Cartagine, Cagliari. e l'i• M>lettadi Moria. poeta tra Mauara e Trapani. Più ad Occidente ancora, l'i.ola di l.s,·ita Ira le BalHri e CadlCe , icino a Gibilterra. In tulti questi M:ali truporta,·ano i prodotli della loro arte indu11riale; e quando, tra l'olla\O e il &tttimo AttOlo. l'Elruria e il La1io, pe.r efretlo della , ila agricola che ,i 11a,11sorgendo. giunti ad una grande protperità, dhennero un approdo ricercalo dai mercanti. anche in quale regioni appin·e gran co1>iade.Ile manifatture dei Fenici. Ohre alle uov:a di etniu:o dipinle, ai vasetti per unguento. alle collane di ,·eiro, agli amulcli egi1iani a acarabeo, ,i portarono e:s,empidella loro arte eeltttica, come le tuolette d"uorio • intagli che i loro artigiani copian• 110 da modelli iuici, egiziani, ed a.uiri. aimili a quelle che gli 11rti!lidi Tiro ne• uno ratte ~r il tempio di Salomone; t:' sopr3tluUo le grandi coppe. d'•rgento ,. d'argento dorato. una delle <1uali •'è lro• \'t1la a l'altslrina t1'i è Hposla oggi 11 Homa nel Muu·o Prei!lorico cd F..anogr•• fico.
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