FILOSOFARE È DEI BARBARI La civiltà delle nazioni consisle in un lt>mpera• mento della natura colla ragionc,do,·e quella, ciOt" la natura abbia la maggior parte. C.Onsideriamo tutte le nazioni antiche, la pe~iana a 1empo di Ciro, la ~reca, la romana. I romani non furono mai cosi filosofi come quando inclinarono alla barbarie, cioè a tempo della tirannia. E pariment: negli anni che la precedeuero, i romani aveano fatti infiniti progressi nella fi1060fia e nella cogni.z.ione delle co~e, ch'era nuova per loro. Dal che si de<luce un altro corollario, cht )a salvaguardia della libertà delle nazioni non è la filosofia nè- la ragione, rome ora si pretende cht' que~te debbano rigt>nerare I<>cose pubbliche, ma le \'Ìrtù, le illw-ioni, 1entwia ..mo, in somma 1o natura, dalla quale :!Ìamo lontani&;imi. E un popolo di filooofi sarebbe il più piccolo e codardo del mondo. Perciò la nostra rigenerazion'° dipende da una, per cosi dire, uhrafilosofia, che conoscendo l'intiero e l'intimo delle cose, ci ra"• ,;cini al1a natura. E queslo do,rrebb'esserc il frutto dei lumi straordinari di questo secolo. LA RAGIONE AVVELE "A LA VITA Il sommo grado dclJa ragione consiste in co· noscere che quanto ella ci ha in~ato al di }.; della natura, tutto è. inutile e ·dannoso, e quanto ci ha insegnato di buono, tutto iià lo sape,amo dalla natura; e ru~ercelo e~ fatto disimparare, e poi tornare a impararlo e a crederlo, ci ha sommamente nociuto, non solo per quel f ral• tem1>0, ma irreparabilmente oer lutta la \'ita, perchè gl'insegnamenti rice, uti dalla ragione. c1uantunque conformi ai naturali, non hanno più di gran lunga la fon.a ni: r ulilità di quelJi rice- ' uti dalla natura, e ,·engono da cattin fonte t ,·elenosa alla \'Ìta, anzi ,engono dalla morie. im--ecedi ,-enir dalla , ita ecc.
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