N el11indagare il momento storico in cui l'uomo ~i è « fer· 111:ilo >, trasformandosi da pnstore nomade in agricohorc ~;-1bttario. gli studiosi hanno 1enuto presente la famos,_ leoria cronomica della « rendila ricudiana > ed hanno pensato chC' le J)rimitìve occupazioni del:e: zone della te-rra dove,•ano tt!l!rt" awenule ilf:condo il loro decrescente grado di ferlilità. Per con5t'gue,:za logica :si è concluso che la montagna era slttlt' l'ultima sede di occupazione percl1(' preseuttt,·a maggior difficohà di coltura e dava minor ~ndimenlo. Poichè il clima storico altribuiva la massima importanza a qu~to e a !imili concetti puramente economici, :tltri ra11ori. deeish•i e contrari, non furono presi in t'same. Così. in,·ece. !i può dimostrare che prima i!lando sui monli l'uomo è diventalo agricoltore nel senso proprio della parola, t' poi, a.ncnuto il trapuso da una forma di nomadismo ad una form:i di stabile insediamento. è SCe$0 a ,•alle. Stn:ta alcun dubbio la pianura era. per la ,ma maggior fertili1à. più adaua ad una stabile coltura estenil-iva. ma lo montagna. in compenso, prescnt3,•a allora dei ,•:intaggi ambientali di così particolare rìlie\'O che furono capac-i di tleter· minare verso di lei la liber:i eccita de:ll'uomo. E:!!aminandomeno semplicisticamenle il renomt!no. )'er pri• ma cosa a1>pare che anche in 111:,;nc:rnzdai grolle. la mon1ag1ui offriva nalmalmente la possibilità di 1ro,·are il rifugio che solo in un'epoca posteriore l'uomo imparerà a coslrui~i. Nello i;trsso tempo lo metteva più direttamente a conlatto con i boschi e favoriva così lo sviluppo di una primitin Ma perfetta eco• nomia forl."Stale. Questa era indipendente da quella pas1ori- :iia e sviluppando una forma di cl\•iltà nuo,•a. !!Olio alcuni aspetti più progredita. aveva su l'individuo immediate t: profonde auraui,·e. O"altra parte. lungo i con1i d'acqua do,·e fluiva. col fiume. la vita, il ))iano era inf~lato dalle paludi, dalla malaria; era soggello a perio<iiche inondazioni, e quindi erano precarie la po~ibililà di una Slabile residenza e le cohure. Ora, non solo si sfuggiva a tutto questo ri.salendo la mon• lagna, ma sui monti c'era una maggiore po$Sibilità - e forse e la ragione dominante - lii sfuggire anche alle in,1asionì dei raniatori nomadi. i quali, attratti. dalla maggiore ricchcna di que5te popolazioni agricole:. se fo.ssero rimaste in pitrnura. le avrebbero c.pogliate del frutto delle loro fatiche. Infine sia a provare la conclu~ione conlrari~ alla opinione dei molti il fatto che la stessa economia montana. agrico!..,. iiho-pa..,torale è una economia di passaggio e di unione tra quella agricola e quella pa:;torale. ~fa. si pot~bbe aggiungere anche una o~n•azione di caral• tere generale. degna di studio: le forme razionali per quanto primilh•e. dì una agricoltura stabile, non si sono forse mani• fe,Hate con moho ritardo prC$.80quei popoli cui è mancata la po~ibilità di un insediamento montano? Possiamo quindi pensa1·e che dai primi germi sbocciali su le montagne siano µoi fiorite a \ alle e nelle pianure le grandi civiltà di cui noi conosciamo i 1>eriodi sloricL ma di cui ci sono ignote e oscure :e origini. Il monte stesso, per la sua natura. ha spinto a valle i gruppi dl\·enuti troppo 11umerosi; e mentre urgeva il bisogno di tro• vare maggiori possibilità di terra, la ormai progredita civillà permette,·a all'uomo di fronteggiare i fallori negati\'i che dal piano l'a\'c,·ano indotto a rl.!1alire la montagna. Emigrazioni certamente imponenti di popolazioni che non erano più in cerca di nuo,•i pascoli. ma che scencle"ano :, couquistare terre da cohi,•are. Spostamenti ben differenti da quelli ,!elle tribù nomadi e caratterizzali appunto 1'31 follo 43
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