La Difesa della Razza - anno II - n. 5 - 5 gennaio 1939

d ot•11111t• 11t;1zic»11e COME GLI EBREI TENTARONO D'IMPADRONIRSI DEL PATRIMONIO DELLA CHIESA UN OPUSCOLO DI MOlULDO LEOPARDI UN SU.VANE ESORBITANTE Nei primi anni dell'ottocento gli ebrei de' grandi centri capitalislici d'Europ3 meditarono la conquista dell'Agro Romano, e quindi anche del patrimonio posseduto dalla Santa Sede. Si tratta d'un'avventura audacissima dell'artiglio ebraico. sebbene dimenticata. La semplice restauruione del governo pontificio, dopo il 1815, non ral)presentava per la banca di Giuda una garanzia sufficiente: nè sarebbe staio facile prestare al papa ad usura. Per tanto si ricorse ad un espediente mascherato di filantropia, con l'offerta di sei milioni di .s<:udiper la bonifica dell'Agro Homano. I patti, proposti nel 1828, noli da prima a poche persone, furono ri\•ela.ti dal conte Monaldo Leopardi. Il non piccolo padre del grande Giacomo, niente affatto propenso alle astruioni, &i teneva saldo alla realtà, e sapeva giudicare con dignità cli cittadino. L'offerta di quei denaro recava firme di cristiani, ma Monaldo Leopardi era bene informato. come risulta da un suo opuscolo stampato nel 1829: < Lo Stato Pontificio -egli dice - che sotto tanti rapporti è felice. lo sarebbe molto di più se due gravissimi ostacoli non si opponessero al suo più grande prospera· mento. Le campagne fertili e vastissime delle Provincie meridionali giacciono incohe perchè scarse di abitatori. mentre in altre provincie il popolo sovrabbonda snumera• tamente; e vive nella povertà: non lro,•a suolo bastante sopra di cui possa impiegare il proprio lavoro. e Questa n1ala avventurala separazione delli due elementi principali della ricchcua nazionale: la terra produnrice. e la forza coltivatrice, è il primo ostacolo che si oppone alla somma prosperità dello Stato Romano. Inoltre questo Stato soffre attualmente una scarsezza grande di numerario, la quale produce l'incaglio del commercio, la gra,·ezza delle usure, il valore a,rvilito dei foodi. la de<:adenza delle manifatture e con ciò il vivere angustioso di tutte le classi. e Una società forestiera di ricchi speculatori, rilevando ques.le penose circostanze sulla di cui esistenza bisogna convenire ne<:e$ariamente, ha proposto di eliminarle, ed ha esibito 3ll'amato Principe nostro un progetto analogo e ragionalo. e Per a.llonlanare il primo disordine la Società propone di prendere in enfiteusi perpetua tutto l'Agro Romano e tulle le Maremme, dai confini de:Ja Toscana fino a quelli dcJ Hegno di Napoli e promette di fabbricarvi moltissime case, e di con· dur[e ad abitare, e coltivare quelle terre, la popolazione eccedente delle altre Provincie Pontificie. Per elirÌlinare il secondo disordine esibisce la Società di dare in prestito al Go\·erno sei milioni di scudi al quattro e mezzo per cento, per il tempo di venticinque anni acciocchè il Go"erno medesimo. contro sufficienti ipoteche. impresti dettagliatamente questi scudi ai suddi1i bisognosi. e così diventi abbon· dante fra di noi la .moneta effettil'a, la di cui scarsezza attuale è produttrice di tanti mali>. Dopo aver considerato la condizione di en/ileu-Ai p't:rpetua con canone tenuissimo aumentabile solo di 1/5 in capo a 50 anni, che rendeva nulla l'apparente facililazione del tasso al 4 1/2 J>ercento e rendeva la e gra,•ezza » globale esorbitante, ossen<ava: e lo credo che queste proposizioni ancorchè dimostrino una apparenza lusinghevole, siano in sostanza fatali, e ritengo ferma.mente che il Sanano prudente e saggio non sarà mai per ammctlerle; ma potrebbe essere che molti sedoui dal primo fallace SPECULATORI lii VESTE DI FILANTROPI BEN DISSIMULATA USURA 39

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