dizione narrativa del 61m comico e persino nelle commedie tipicamente americane, in cui vengono opposti i conflitti amorosi di un uomo e di una donna, che poi trovano nel finale il culmine dell'attrito e, subito dopo, la naturale conclusione. A parte questa sopravvivenza della tradi. dizione« western» nella composizione nar. rativa, si può dire che il gcnc:re non sia morto mai del tutto fino ai nostri giorni, se le platee s'emozionano ancora aJle gesta di Km Maynard o di Gcorge O'Brien, ul• timi cavalieri del « west ». A.ll'a.Jtezzadel ,·ecchio clima avventuroso sono stati rcaliz. u.ti film come « Il cavallo di acciaio » di John Ford, « I Pionieri » di Jamcs Cruzc-, « Billy the Kid » di King Vidor sulle gesta dcli'« outlaw » Billy, eroe della California meridionale, « Cimarron » di Wcslcy Rugglcs, « Thc Virginian » di Victor Flcming e i recenti « La conquista del West » di G. B. Dc Mille e « Cavalieri del Texas» di King Vidor, in cui l'ispirazione e l'ar· gomcnto hanno contribuito al netto distacco dalle.altre produzioni dell'avvilita industria amerrcana. Un uomo i cui avi erano stati pionieri della Virginia e il padre generaJe agli ordini di Abramo Lincoln, Oavid W. Griffith, nato nel Kentucky, realizzava, agli inizi della cinematografia americana, due gigantesche composizioni, « Nascita di una Nazione» e « lntolerance » che, con una far. raginosa magniloquenza espositiva, hanno per tema il contnsto di rauc. L'argomento di « Nascita di una Nazione», tratto dal romanzo del reverendo Bickson, « The Clausman », è la guerra civile provocata dall'abolizione della schiavitù e la sua ten· dcnza è palesemente antincgra. « lntolerance» è costruito con quattro storie paralldc, la caduta di Babilonia, le pcrsecu:zioni di Gesù. la notte di San Bartolomeo, il d™1UDadi un contemporaneo, collegate dal cincmatogralico motivo del dondolio di una rnlla. Più tardi, nel 1919, Griffith realizzò un film in cui venivano opposte le ntzze bianca e gialla in una tragica storia del <,uartiere cinese: « Broken blossoms » (Giglio infranto), veramente notevole per tecnica narrativa, recentemente rifatto dall'industria americana in un'edizione roman. ticizzata. Il gusto per ,I gigantesco cinematografico, che ha avuto i suoi rappresentanti un po' dovunque (in Francia, per esempio, l'ebreo Abel Gancc e in Germania l'ebreo Frit:z Lang) e che si vuole sia stato insl'aurato dal cinema italiano con le grosse ricostruzioni « Cabiria » e « Quo ndis », è perdurato per lungo tempo, rega. landoci Jcll(, solenni pacchianate tipo «l'Arca di Noè » e « King Kong », nei quali in realtà la razza bianca non ci fa btlla ligura, sba.Jlottata e schiacciata da av- \'COimcnti prcstntati come fatti mostruosi o. letteralmente, da mostri antidiluviani. In Griffith l'antinegrismo era stato pro• ,·oc.alo più da una superficialità di trattazione, che dalJa piena coscienza del pro. blcma, che invece troviamo in King Vidor. Costui aveva vissuto l'infanzia e la giovi. nuza nel Texas, a contatto con le genti negre. Frutto dell'esperienza fu « Alle. luja » in cui il problema negro è visto con comprensione. Per il resto, non mi pare che i negri d'Amerio. abbiano avuto a ci• nema una benevola trattazione. Quakhe volta li abbiamo \'isti come pugilatori, come danzatori, il più delle volte come camerieri stupidi e paurosi, e altre volte derisi nella loro pretesa di imitazione delle abitudini e dei costumi dcJla civiltà bianca. Qualche altra volta, i negri sono stati accusati di atroci delitti, come nel recente lilm «Vendetta». Al contrario, altre volte c'è stata l'apologia della Ìedeltà specia.J. mente di donne negre (Lo specchio della vita). In Francia, invece, non sono man• o.ti dei film in rui il negro vive e agisce alla pari e in con· fusione con i bianchi (Esc,le). La guerra europea ha suggerito una serie molto numerosa di 61m. In. tercssantc è l'esame dc. gli aspetti sociali di essi, più che degli artistici, dipendenti dalla particolare mentalità degli autori e dei realizzatori. Accanto a film ispirati ad una s<:hictta idcolo• gia della guerra, come « La grande parata » di King Vidor, « Ferro e fuoco » di Alfrcd San. teli, « La squadriglia 1ell'aurora » di Howard Hawks, accanto a film che guardano alla guerra non molto più che ad uno spettacolo a gr2nde effetto, come « Le vie della gloria » e a tutti quei numero• sissimi 61m come« Gloria ~ di Raoul Walsh che formano l'apologia del fante americano a indiretto danno morale dei fanti delle nazioni alleate, vi sono molti film a carattere disfatti• sta dove il giudi:zio dc. gli autori si astrae dalla difiercnz.1. di razza per condannare la guerra e il militarismo: Appartengono a questa ten• ·denu «Femmine Folli» di Erich "on Stroheim; « Ali Quict on the Western Front» (Nien. te di nuovo all'Ovest) tratto dal romanzo di Erich Maria Remar• . que, diretto da l.cwis Milcstone, in cui la guerra è rappresentata 'e definita come un avvenimento orribile, dove i soldati, dal. l'una. e dall' altn. parte, si uccidono tanto per fare <fUalcosa; « Broken Lullaby » (Ninna-nanna spettata) diretto dall'ebreo .. E.tnst Lubitsch e sceneggiato dall'ebreo Samson Raphaelson, che S\'Olgc il tema della lontananza a causa della guerra nociva agli affetti famigliari; il film « Hcimker » diretto dall'ebreo Joc May, tratto dal romanzo di l.conhard Frank, che svolge lo stesso tema; « j'accusc » fatto due volte, muto e sonoro, da.J. l'ebreo Abel Gance. Alla tendenza disfat. tista bisogna aggiungere tutti quei 6Jm, come « La suora. bianca», « L'angdo delle troebre », « Settimo ciclo» (tutti fatti due volte, al tempo del muto e oggi, col sonoro) troppo romantici nel contrapporre l'amore EltoH Fieram~co. nel• )'omonimo film italiano di J\leuo:ndro Blo:Hlti. ai Jcmcio: o: diJendere iJ pre•ti9io dello: proprio: ro:uo: nella celebre ca• ,.a,Uereaca diatida di Barletta
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