gran lunga meglio che in altro modo soddisfatto, Nel secondo quadretto fre• me l'ira guerriera dei popolani, ad elmo colato, per il delitto del giudeo, che, nel secreto della propria cucina, in oolzini e berretta di p:mno. pono l'Ostia a cuocere in una sua p:ldellu:nu e chiama la famiglia a beffeggiare le credenze del popolo, che lo ospita. Lo vendetta di Dio è immediata: il sangue che butta dall'ostia, dilaga, dantesca• rAenlesibilando, in forma di torrentelli simili a tentacoli, richiama gente, che urge fuori deUa porla; gli sciagurati son trotti in giudizio, I bambini, rossi i capelli, le gote gonfi~. si rifugiano presso la madre, lungi dal sangue. li colpevole principale, ritto più da i::resso il focolare, quasi assaporo, benchè terrorizzato, lo enormità del delitto. Segue una processione espiatoria ed il processo: la rea femminella viene tratto al capestro. I giudei non hanno tempo di ridere: legati in piedi scontano ilsacrilegio ed il malvagio pensiero, tra quelle fiamme, su cui volevano cuocere il corpo di Dio, e che dal tempo di Tito imperatore sono state, con la croce, il supplizio per i delitti. che gridano vendetta di Dio. Distrutto il corpo, nessuno scampo nell'altro mondo per i rei. E.strema contesa sorge riguOTdo all'animo dell'inconscio strumento del sacrilegio. li cadavere, postosu di un cataletto, mentre il sole si oscura, come quando Cristopassò, vede due angioli, ritti presso la testa, ammonire per l'ultima volta, in otto, che oserei definire furbesco, l'onimo dello colpevole, mentre due da-moni. ai piedi della spoglio cercano di attirare a sè la bianca palombella, in cui Paolo t:ccello ama raffigurare 1'onima. CESARE ZUMAGLINI Dall'alto: Coni•• sa fTa ango•li • dia:.-oli.; •upplii.io d•i goiud•i: condanna d•tla do11Da.
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