Doll'olto: D mercoto 110cril--,o: la J)f'Oceuion• Hpiatorio: il 9iudeo compie il •acrilegio. IL SACRILEG Nel secolo che prelude al sorgere di un grandissimo genio della nostro stirpe, Leonardo, splende in Firenze e nel,. J'ltalia un grande e umile artista: Ps:i:olo di Dono, detto Uc:cello. Volto più allo ricerca astratta che alla pratico corrente dell'arte, si trovò, alla fine della vita come dice il Vasari, più povero che fa: moso. Nel 1468, al termine della carriera, accettò in Urbino l'incarico di eseguire una tavola per la Confrdlèrnita del Corpus Domini. di cui ci-resta la sola predella. . Il soggetto, tratto dalla leggenda di San Giacomo, dice il Venturi, non lo ispirò troppo; a noi pare invero che il vecchio dipintore, se pure preso innegabilmente dallo studio della dolce wospetti·,a, abbia fatto un'opera che rivela. oltre olla superba tecnica del disegno e del colore. doti di compositore degne di Piero della Francesca. sugg3rendo. con la disposizione de' personaggi e lo successione delle scene. sentimenti e pensieri, come Giotto, come Masoccio. Le sei scene, in cui è partita la trattazione del soggetto, si allacciano idealmente in ciclo compiuto attraverso il motivo della sacra particola e della tonda spera del sole, che tramonta su tanta sciagura. Un usuraio giudeo riceve nel banco, con la bella prospettiva dei mobili, con il libro dei pegni e di vari stemm1 con simboli israelitici, come lo scorpione, una :tonnetto che, per disimpegnare un mantello, s'è adattata a ruhare un'ostia consacrata. delitto suggeritole dalla beffarda malignitò di chi la teneva in pugno. Tremo nella mano delJa miserella. ritta al banco dell'usuriere. il candorE> del corpo di Dio, barattato con un mantello; il debito è di
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