La Difesa della Razza - anno II - n. 5 - 5 gennaio 1939

tlD\VE\l D1Lll~I ~ a All'."0Il • N. 5 • SPEOl7. IN ABB. POSTALE • 5 GE~N,\10 XVII ----

ECCO LA SEDEDELLA " DIFESA DELLA RAZZA" PIAZZA COLONNA - PORTICI DI VEIO ROMA (TELEFONI: 6.37.37 -62880) Tutta la corrispondenza va inviata a questo indirizzo. Prossimamente sarà aperta una sala per il pubblico, dove ognuno potrà avere in lettura non soltanto la rivista, ma anche i migliori e più rari libri italiani e stranieri sul razzismo e sull'ebraismo ANNO Il · N. 5 SOMMARIO 5 GENNAlO XVII SCIENZA POLEMICA GtJIDO LA.NORA: lTAUANITA' RAZZIAU: OEL!.A CORSICA; J. EVOLA.: I TRE GRADI DEL PROBLEMA DELLA RAZZA; GIUSEPPE LUCIDI.: GRUPPI SANGUIGNI E NUCLEI RAZZIALI; OffORINO GUEBIUEIU: UNITA' DELLA RAZZA DAGU ETRUSCHI AL RINASCIMENTO; NICOLA MARCHinO: BIANCHl E NERI; A. AffllJ: I f'tJEGINI; CESARE ZUMAGLINl: IL SACRILEGIO DELL'OSTIA; LINO BOSINCO: IL NUMERO E' POTENZA. G. POD.: ORGOGLIO EBREO; DOMENICO PAOLELLA: IN• CONTAI E SCONTRI DI RAZZE SULLO SCHERMO; TANCREDI GATTI: FEROCIA ASTUZIA PONDERAZIONE DEGLI EBREI; MARIO DE' BAGNI: LA TERZA RAZZA DOCUMENTAZIONE FIUPPO MACRr: COME GU EBREI TENTARONO D'IMPA. DRONIRSI DEL PATRIMONIO DELLA CHIESA; CARLO BABDUZZI: CRIMINAUTA' GIUDAICA; GIORGIO LUIGI BERNUCCI: LA MONTAGNA E LA RAZZA. PENSIERI DI LEOPARDI. QUESTIONARIO: RAZZA E CATTOLICESIMO. MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICATI NON SI RESTITUISCONO

JLA 1P,40►1L1lZZA CHE IL DUCE HA DISTRIBUITO ALLE COPPIE PIÙ PROLIFICHE D'ITALIA Come in passato l'Istituto Nazionale delle Assicurazioni ha messo a disposizione del Duce, anche quest'anno, una polizza per ciascuna delle coppie più prolifiche convenute in Roma per la "Giornata della Madre e del Fanciullo". La polizza che è completamente gratuita cioè liberata da ogni pagamento di premio, è quella denominata JP•JRl 40~•JF AMl1l1L1lA Essa sarà intestata a favore dell'ultimo figlio nato delle singole famiglie citate e sarà emessa per un capitale di Lire mille. Le caratteristiche della polizza "Pro-Familia" sono fra quelle che meglio corrispondono al giusto desiderio del padre di famiglia di tutelare i propri figliuoli e metterli, a momento opportuno, in condizione di poter contrarre matrimonio. Aggiungiamo che la polizza "Pro-Familia" con versamento del premio in rate mensili o con versamento unico, non soltanto è adatta per i casi singoli ma anche per le collettività

4 Il pieuele del Sestriere. Nello sfondo le torre del grande albergo "Duchi d'Aosta" mangiate • riso il • riso è salute C]Rl]E1D>1[1r«0> ][1rA\JL][A.N«D> SOCIETA ANONIMA. CAPITALE L. 500.000.000 · RISERVEL. 111.659.733,35 SEDE SOCIA.LE: GENOVA . DIHEZIONE CENTHi\.LE: MILANO FWALI IN ITALIA: AbbiateqraQO • Acireale • Acqui • Alauio • Albea9a • Albinote • Al.. ao:ndrio • Aacona - Aquila • Areno • Aati - Bari • Barletta • Bedonia • Bel'9amo - Biella - 80l0911a • Bolaaneto (Geno•a) - Bolzano - Bo.a • Bre.cia - Brindai • Buato Arsb:io • Ca11Uari - Cam09U - Caatù - Ccurara - Ca•ale MOD.ferrato - Ca.erta - CaNaao Maqno.90 . C<llt<mo Prim::>- Castello:.mare di Stabia • Cotanla • Cataazaro • CeNna - CbiC1Tari • Chieti • CiTit<ffeccbia • Coqqida - Como - Comi9liano (Geno•a) • Couato • Cremona • Cu99iono • Cun.o • Domodouola • Faenza - Faqnano Olori.a • Femrra • Fidenza • Firenze • Fiume - Foggia - Forll • frGttcnnaqqiore • Gallarate • GenoTa • lqlHicu - Impuia • Lanuaei • La Spezia • Lecce - Lec~o - Legnano • Lentini • U•omo • Lodi - Lonate Ponolo • Lucca • Lu90 • Lumenane • Maqna90 • Meda - Meuina • Mestre (Venezia) - Milano - Modeaa • Mola di Bari • Molfetta • Monopoli • Monza - Mortara - No:.- poli - Nervi (Geri.oTa) - Nocera ln.Jerlore • NoTara • No•i Uqure - Oriatcmo • 0.padaletti • PadoTa - Palermo • Panna - PHCara • Piaceru:a • PietraMlnta - Pinerolo - Pi.a • Pistoia • Pontededmo (C.noTa) • Pralo • Rimini • Ripoalo - Ri•crrolo (GenoTa) • Roma • Ro-ri90 • Samarate • S<rmpierdareaa (~noya) • S. GioTann.i a Teduccio (Napoli) • S<rnremo • San S.Tero • S. Maria Capua Vetere • Saronno • San.ana • Sauari. - SaTona - Schio • Seeoadigliano (Napoli) • Seregno - Sealo S. Giovanni • Seatri l.eTante • S..bi Ponente (GenoTa) - Somma Lomba:rdo • Squinzano • Taranto • Terni - Tori.Do - Tone Annunziata • Ton• del Greco • Trento • Tr•riao - TriHle • Udine - VareM • Venezia. • Ventimiglia - Vercelli • Veroaa - Viare99io Viceru:a • Vi9eTcmo • Voghera • Voltena • Volbi (GenoTa). ESTERO: Sede a Londra • Ufficio di R<rppr.. eatcmza a New York. Bi\.NCHE i\.FFILli\.TE E CORRISPONDENTI IN TUTTO IL MONDO

FERROVIJE DELLO S1fATO NUOVE E SENSIBILI ,,tij ij,1,1 ,,t A c,1: ■ 1 ;J, nit A c,1:,, I AI VIAGGIATORI BIBLIETTCIHILOMETRICI : "'' 3000. 5000e 10.000 lun .. utllluoblll mbt d1 pl6 P1nont (ftno I 5) • V1lldltà 1nou1lt • Rlduslont 30 J. Bl&LIETTCIIRCOLARpeIr viaggi lndlviduall a In comitiva con Itinerariostabilitodal viaggiatore: validità 30 glorul • Fermate llllmltate - Riduzione20 % Dtr comitivedi 5 Dtrsone. FAMl&LIVEIA661AHTIIN 6RUPPO: llmmwlone di nuovec1tevor1,dt famigliari · Riduzione dal 50;J 1U'80J. Bl&LIETTDI I ANDATA-RITORNDOI; QUALSIASSIPECIE: FermateIntermedidea1 a 5a secondadella dl1taua nell'andateanel ritornoentro limiti dellavalidità del biglietto.Bl8L1EmDI .IINDATA-RITORONBODIN.IIBvI1, lldlti unica di 5 glorul. BIBLIEm DI .IINDATA·BITOBFNEOSTIVI,rlluclo fluo 1 500km. Bl8LIEm PBRFIEREE MERCATIr,ll1sclo ftno 1 150km. ABBONAMENPETIR STUDENTI: Bll1scloftno 1 200 km. • Riduzionedal 50%1170%Dtrgli 1tud1ntldi l1mlgllenumerOII- 8111pJlll'teueutl I scuoleP1rlftc1te. 1lndac1II.profeulonali,elementariDUbbllcbPeOUODoOttenere gli abboaameallper 1111dentl. ABBONAMENPTEIR IL PERSONASLTEATALERISPETTIVE FAMl8LIE: Rll1scloftno • 200 lun. ABBONAMENSETTI TIMANAELFIESTIVPIERLAVORATORI: Rilascio fluo •· 150km. VIA881 DI NOZZE: EsteDlloneallo 1• cleue • .llgevolufonl "' I• formutoue d191ittlaerarle le ftnDl:ltIntermedie. DOPOLAVORISTI: Estensione ,111 za c11ue. RAGAZZI : Estensionedella riduzione del SO J a tutti I tlJIIdi biglietti.

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LADIFEDSE!W I ANNO Il . NUMERO 5 5 GENNAIO 1939-XVII t:J!ICt: IL 5 F. IL 20 IJI IIGl'il Mlli:iSt. UN NUMl!IIO Sl!l'AkA'l'O 1,IKt; I AKllONANtlNTO ANNUO LltU; 20 ABIIONAMt'."'11°0 Sl!}IK.'l'l"NALI! • 12 t:;cTt;MO 11. 001"1'10 Direttore: TELESIO INTERLA 'DI Comitato di l'"ed ■:itio11e: prof. 11011. CUJDO LANDJLo\ prof. dott. LIDIO CIPRIANI • Jo11. LEONE FltANZ •• t.1011. MARCELLO RICCI. do11. LINO OUSINCO S.,irret11rio ili reda,:ionf', GIORGIO ALM IRANTf: nlENZA•DOCUMENTAZION POLEMICAO•UESTIONAHIO CARTA RAZZIALE ITALIANA

• se1enza Paaquale Paoli, )È .thai facile dimoi.lnre come non solo i Lor~i ma l'isola stessa di Corsica non abbio mai avulo rapporto alcuno di ge• 11~i comune con i francti1i e cou la Francia. Se noi rimonliamo nella none dei tempi e consideriamo la storia geologica di quella parte del Meditcmmeo. dove oggi &la la Corsica. non possiamo hre a meno d1 riptnsare alla fnolos.a Tirrienide. che - ~ndo il Palroni - dc,·e es..st:~i !!-profond:Ha duranle il terziario e che oçcu1,1a,3 gran parte dcll'allualc bacino ccddenlale del Mcdituraneo C!!lendente:ii fno alle i~olc H)rr~ dtlla Pro,·enza. La Sardeina. la C.Onica. le piccoli: itio:e circostanti e quelle che fi spingono ,erso la cosla loscana rapJ)rcstntano i resti di questo antico continente. I risultati della pN"i.atoria ~rmcttono 4,,ra di seguire, ,ulla ba..."Cdi una docu· mtnl11zione inoppugnabile, il processo di pupolamento dell'isola. t ormai dimostralo che le prime on• datt di genti s.ono giunte in Corsica dal· la Toscana e preci&amcnte dalla zona cos1icr:1 di queela, e altre onda1e dal.a co11t11ligure. Qutsli pusaigi. che av,·ennero nel neolilico. erano gran<kmente facili1a1i dall'a.rcipe:lago. che quasi imitava ad una h.cile navigazione. Quando si parla di neolitico, ,i intende indicare un periodo di lcmpo mollo e!òle&O. che va dal pn!'Jlo uso dcl1A pietra lc,·igata per armi e strumenli al J)rimo apparire Ìltllf" civiltà dei metalli. ' Studi più recenli hanno però mègo in e, idf'nl4 come probabilmente il pr~ 8 ITALIANITÀ RAZZIALE DELLA CORSICA di immigrazione dalla CO!la toscano•ligu· re in Corsica debbo. risalire più indietro ancora fino a! paleolitico "llpcriorc. Si tratta naluralme:ntt non iià di una im· mig-ru:ionc in musa ma di un proeb..-.o di lento popolamento. di un tra~frrir~i di famiglie dalla cosla i1aliana. d'i.:-olJ in iwla. sino alla Corsica. Cli atudi e i rin,·enime:nli del Fon)lh Major hanno difatti posto in evidenza in Ved•tta all'alba (silografia cli Ftancesco Giammari}.

Tci9lio:no U fieno (silografia di Francesco Glammari). Corsica tracce di una industria non ben caraueristica verso la fine del paleolilico ed il principio del neolitico, diverse mi• ~liaia d'anni prima di Cristo. L'aspetto di Q.!JCSlai ntfohi manufani di pietra, documenta in maniera indub· hia la loro origine italiana. Come fa osservare il Patroni - dalle 1racce del protoneolitico ancora atipico e con fres<:hiricordi di paleolitico recen• tiore riconosciuti in Corsica ma non in Sardegna, po.sò!iamodedurre che il grup· ro Corso-Sardo fu occupato prima nella parte settentrionale e poi in quel la meridionale. Interessante è anche rilevare come in un'epoca successiva - nell'eneolitico - le influenze che portarono in Sardegna i nuraghi e le st.rullure curvilinee, non si ftcero senlire in Corsica dove continuò un'e.,.oluzioneanaloga a quella delle vicine coste italiane. Gli antropologi di tutto il mondo, U\· dipendentemente dalle differenze di scuo· la o di tendenza, sono concordi nel riconoscere l'italianità razziale dei Coni. Si J.IUÒ anzi affermare con certezza assoluta che i Corsi rappresentano oggi con i Sardi, i Calabresi, e i Siciliani, nella for. ma più pura, la variante mediterranea della nostra ra:r.za. Chi ha osservalo le collezioni dei crani Corsi non può fare a meno di riconoscere l'identità a.ssoluta tra le forme che essi presentano con quelle di altre serie italian~ antichissime, an· 1iche,medievali e moderne. Si I.ratta del· la stcs.sa forma elegante. nobile, armoniosa propria della razza che da tempi immemorabili vive sulle sponde europee del Mediterraneo, cre:ilrice e portatri• ce di una immortale civiltà. Il confronto delle serie craniali dei Corsi con quelle dei Francesi antiche e moderne mostra un co11trastoassoluto di forma tale da fare pensare a differenze fondamentali e anlie h issi me. Inten· diamo naturalmente parlare di forme craniche deHa Frane i a propriamente Celtica, e non già di quella romanica. Anche ai nostri giorni è facilissimo distinguere un Cor· 50 da un Francese al solo aspt:tto. La differenza di statura. di colorito, di forma della testa, per parlare solo di dif· ferente somatiche, fanno del Corso e del Franeeee due e&- seri che non potran· Vecchio: atrado. di B<ntio. (acquerello di P. L Marchetti). 9

IO no mai fondersi in un insieme armonioso. In lutti i libri contenenti valori e medie antropometriche appare eviden• ti.tsimo il contruto Ira le medie proprie dei Francesi e quelle proprie dei Cor• ai. Ma, te: invece si confrontano le me-- 6'ie dei Corsi con quelle delle regioni italiane che più dirt:Uamente hanno a· vuto relazioni genetiche con essi, come la Sardegna e la co-- ata Ligure-Toscana, ti rivela una identità assoluta con .,. &cillu:ioni minime. Sono però 90prnttut10 le qualità morali che fanno dei Corsi qualche cou di estremamente diverso dai France· ti. Sono le immor• tali qualità dello spirito che tracciano nelle razze del le divi.ioni ben più pro• fonde e costanti che non appari.ece.nti qualità somatiche. Propriamente italiana è la laboriosità dei Umi. Il De Bradi ha molto ben dmcrillo questa quali1à profondamente radicala nel contadino Corso. CoDtad.iaa àK'lo (siloqraha di Giammari). e II contadino Corso ti sveglia al primo canto del gallo, molto prima dell'alba. t ancora pienj notte d'inverno quando egli &i avvia veno il suo campo che SJ>ft&O si nova lontano dalla aua cua. Riun~ da prima i bovi SJ>ersinella bosçaglia e dona ad essi della paglia. Poi ii attacca all'ara• lro che egli ateuo ha fabbricato scavando in un tronco d'albero. Il lavoro dei campi è ·altrettanto duro per l'uomo che per le aue beatie. Il cam• po è quasi tftmprc posto im un declivio. La terrll è dura soprauuuo quando è ....... Come si comprende facilmente ben di- \eraa è la rude fati<:a del contadino CorAO dal placido lavoro che i contadini conducono nelle grandi pianure della Fran· eia! Questo isolano, abituato ad una con• tinua lotta contro una natura OMile, acquista uno •1>irito di dominio, quale è proprio della nostra ra.2:2.a,che non lo abbandona. mai, anche in ICrTastraniera. Anche quando la miseria si abbatte su di lui conserva la sua innata volontà e cavalleria. Ugualmente .splendidaménle ilaliano è il carattere della donna Cona, forgiala auraveBO secoli di •lorica eredità: ed è appunto la donna che conserva meglio le qualità proJ>rie della raiza e soprallullo quella terribile fona di volontà, l!!J)C'll!IO aublime cd epica. che è dote della razza i1aliana fin dai !empi di Roma. Queste immortali qualità della raun e dello apirito non pouono subire ingiuria alcuna dalle mutevoli vicende di una po· li1ica., assurda cd impogsibile perchè è A.--surdo cd imJ>05Sihitequanto non 1i armonizza con le le~g~e~erne della Natura. Gli uomini possono elevare confini politici, munirli di triplici fortificuioni di cemento e di acciaio. con ogni disprezzo della NCl"ONnta rultà della Natura., ma la più potente fortificazione nulla può davanti ngli impulsi sovrumani delle na· turali a.spirazioni di una rana. GUIDO LANDRA

METODOLOGIA RAZZISTA I TREGRADI DEL PR.OBLEMA DELLA RAZZA EJisrt la pouibililà di imposlart inttgra/nunlt il probltma dtlla razu. QNnla possibilitti, ptrò, da noi è ttll(Qra in b11011a miu,ra tra1r11rala - t tait i '4 ragione per u,i, in certi ambiemi, Jorgono pre11mzi011ie rtazioni varie di j,01111 alla Jtoria dt/111 raz.u, pn 11ia di ,onf1uio11i, tht in parte t1eng0110<<mJ1nts1int b11onaftdt, esundo do1111/t ad imprtf>araziont t a uarsa rhia• rnu di visione, in parte, ptrò, sono rrtalt a ragion 11td111ap,tt dùoritnlt1rt gli ,1pirili t lrar profitto di siffaJJo disorimtamento pn sropi ùuonfnJali. E nota l'au111a rht l'ebreo U111 8rtJN11Jltù1, 11010 romt le(mt Trotilt.J, ha tltvato ronlro il raz:zùmo, qualifùar,Jo/o di « malt· rialilmo zoologiro »: acc1114 davvero 111,p,farenlt nella borra di 11n bo/uevico 'r,Jater;a. lista al d11un1l0 per unto, essa ha p11rtrovato ero in urli ambitnli inttlletl/laJo;Ji, costi. 111itisai gtlosi paladini dtllo spirjJo t del/a c,1/IIJrapura di ,oniro allt prtttst, dithiaralt p,tvariraJrùi, della rall4 e dtl sang111. _ Già da 11na<ongi11nt11radtl gmert si palesa 11nodei prùuipali peritoli propri al non porre il problema del/a rana totalitariamtnlt t al restringtrlo al mero dato biologico, ttmco e an1ropologiro. Noi /1aliafli, sia P" muliziont, sia per ustre compenetrati dalla spirih1aiità eroica propria al clima fa.scista, ci 1,oviamo in po1i%ion1 privilegiata di fronle ai pr1gi11dizj materialistici e positivistici di 11n cerio uiemismo moderno; quindi IJOn d11remOper m,lla per conresso che la Hitnza sìa possibile ,ul solo campo maltri.Je e 11aJ11ralis1i,o;crtdiamo ùu,ue che di ima ,onouenz.a dtl gmere siano anche s11ue11ibilidominii pi,ì ahi, nti quali, d1111q11tr, iaffermeremo il 11oslro problema, e cbt non siamo per 11111/daisposti a rùonosctre come feudo delle criuhe degli in1elltt111iJoidipiN o meno ebreizunli. Volmdo proudtrt per ordine, bisogna chiarir,, anzit11Jlo, la q11tsJio11t rtlaJiva a: LA SeI ENzA u NEUTBA ., mttodo e ai prùuipii. Uno dti mali di c11i notoriamente soffre la ,onol(tl1Z4, <ht ,ui Jtmpi modnni si i co,w11111Jodi chiamare sdmtifi,a, i ima spuia/izza%io11t ad oltranza, con 11n co"ispondttttt sistema di comparlimemi stagni fra le 11aritdiuiplint. cht dislr11gg1ogni visione d'ùuii111t t impedi.sct cht ogtti sapnt particolare si dtd11ca da "" sapert un/raie t fondame111.Je. Una dellt constg11tnze di ciò, ; H pregi11di:.io proprio 4 chi pt11sa che, in 11ndato dominio sptciale, possa nisltre 1111aco110Ht11za « nt11tra », indiptndemt d&.Jlauelta di ,ma data 1,ùion, generale del/'1101110t del mondo. L, v"ità i, ptr6, che ima tait sCelta, 1adtame11Jt, 11itnt stmprt falla, o ,omapevolmtm, o inco• scitnttmmtt, ed a11zi i /11/l'allro che raro il (Ilio, che essa dipenda da /allori razziali, da 1111dalo sa11g11t,da un dalo ltmptrammto: tanto, ,h, di là dal mito dtlla Scienza ai singolare e ,011 la mai11scola, t dalla s11apreltsa Slratosferka oggellivilà, si possono sroprire vari modi di far Ja uitnza, l4nti diversi tipi di Hitnu; epperò il parlar, in <trii casi, di 1m modo «ariano». o «ebraico». o « aJ/antùo », erc. di far la J(itnza. p116nser pitnammtt gi11s1ific11fo.Ad esempio, 11011ouorrt mollo P" auorgersi che 1, cos1r11Vo11i «sritnti/ùhe » di 11n Einstein t di 1111Frt11d, q11ali si sia110 gli e/,me,IJi t•alidida ,11; esse siano slalt propiVatt t che tJU conttngo110, ham10 "" carallnt essen. Vdlmt11lt ebr..,ùo e sono po1111,sorgere solo sulla b4se dtl modo di concepire il 111011do t la vita, eh, solo l'tbreo moderno uonsacralo , ptr11ertito ha in proprio. Il

IL RAZZISMO UNOE DUE I TRE ELEMENTI DELL'ENTITA UMANA I TRE BRADI DEL PROBLEMA DELLA BAZZA 12 LA ,011dizionali1à rauialt dtlla JleJJa sritnu fOJtit11isu ,m problema inltummlt, the 11urittrtbbe ,ma tralltaiont a parie. Ma ,um è di esso rhe q11i vogliamo ou11p;•1rri, perchi volt'1amo solo sollolintart il /aJto, che ogni indagine speciale rist11lt, lo voglia o 11011 lo voglia, dti prn11pposti mpliciti o 1spliti1idi ,ma ,o,1uzio111 gtn"alt. E ciò i,a/t a1uht /'" la teoria dtlla rana. Quando q11nta teoria si applica all'uomo, t non ad ima umpliu 1pttit anùnalt, i evidmlt eht tJ/11 dipmda dalla concniont ,he si ha dt/J'nurt umano i11 gm"t. Se q1usla ro11uzùmei mal"ù:listira, anche la Jeoriadella rat:Zasarà math'iaii.J1it•. Se spiri111aJiJ1ie1a1, 1rà1pirit11alùtiea, perrhè aneht nel considt1tlf't qutl <ht l'11omo ha i11 ""''"'" con og,1i a/Jra sperit a11imaie, la teoria della razza ,aprà allora adegualamenle rirroHrivtre q,u,10 dominio e tomidtrarlo in f1m• zione dtgli allri. Qui Jla, e!fetJÌf;amenle, il punto fo,,damenlalt pn- fimpo,1aziofle lolalilaria del p,t>- blema della rtnZ4. Noi non pos1iamo 'in neuu,, modo far no11ra la supe,s1izio11e « tr,o. l11Vonùlica », ptr via della quale /'11omo altro non 1arebbe, u r,on il dùur1denle />erfnionalo delle srimmie; lanlo m1no q11tlla, faunlt da bau alla psùanalisi ebraica o ad in1tr.prttazio11idella tiviltà Ju/ tipo delfeb,e<>.Max Nordan o dtl s110torreligio11ario Aia,dorhai (Carlo Ai4rx), strondo la quAlt og11i realJà spirilliale ,ul/'unmo Jarebbe 1111 derivalo o una « 111perJ1r111111,a », il superior, esisterebbe solo ;,, f11wzionedel/'ì,1/eriort, l'i111tlle1111aii1sàolo in f11r1%iondee/J'istimo, la àr,i//à ;,, fu,rziont di mm1.0g11e e con• vmzior1i, IA moralità Jartbbe animalilà addome11icala o impoltnle, t, in,omma. tulio tiò rht vime ronsiduaJo dagli uomù,; rome tosa J4/l'aho, si JVtltrebbe <Omt 1m fnmo to11f1110e,a/alo dalla rame. A noi dtr,e farri inr,eu da salda bau e da ,irnra guida la vtdtlla, uumdo la quale tre elemmli diJJinti ro,1i111ùro110la mlilà umana: il corpo, /'anima e lo $pirito. Q11t1J.afl,,_td111fua propria deJ/e nostre 1radizio11i<lasJithe e si co11Ji111n1eòlle epoche rucreuivt, rompenetrando di si la JleSJa filo,ofi.1 trùti,ma. Ma eua p11òdirsi « tradizionale » anthe ir1 s,nso più va,10, giauhi, ,,eJ/'11nao nell'altra forma, eJJd Ji lascia rilrova,e negli ir1segnanu111i di liii/e le ,,,aggiori <ivi/là «ariane». Par1t11do, d11flq11t, da /aie ved«Ja, il p,obiema della r.az.u: rirevt 11na impo,1dU011e speti4/e e ,ma parlirola,e arlitolaziont. E' rhiaro anzitullo, che e,so 11011p11ò euere posto ptr il Jolo eltmtmo rorporeo de/1'11omo unza grave pre,:i,tdizio per la ,10stra po,izio11e: poichi, in tal taso, ,; o!frirebbe agli t1vvtrsari la 1<e/Jad1 due arm;: o quella, Ji thi au11sa i rauùti di 110nveder a/Jro, nelf11omo, che l'animale, la mera corporeilà rond;zionata dalla 11t1/ura,e di euer lflli11di dei materialis1i; 01•11eroquella, d1 rhi JÌ Jeg11a di rito11osrere il dirilltJ del ranùmo n,i ng11t1rdi dt silft1t!,1 parte ,1.1/liralistita dtll'essere umano. ma, affermando J'esiJte11zadi 1111asfera Juperiore, J; mo110po!izLtJqunla sfera, per prorlamarvi /'11niverJalismo e l'antira:uismo. Si 1•ede d,mque rhe l'esige,,u di 111i111qutldranu1110101ali1ariodel problema della raua non; souiglin.za filosofica, ma tostiluiue la rondizione a the la noJlra po,izione sia sald4 e si poua dife,,der!d con le ar-midtlla Vtrilà, non to11dtgli e,pediemi di abililà polemira. L'enle 11ma110euendo /ripartilo, compone11dosi di rorpo, anima e 1pirito, esislono logitamtnle tre gradi del problema della razza, in torrispo11de11zaa rias<1111d0i Ja!i eltmenti. Il problema della razZL1pt1ò e deve dm"]"' porsi. a11zi11111i01,1ordi11eal dato rorporeo e, in genere, " q«el/'aspet10 dell'entre 11ma110p, er il quale euo soggiace a leggi e a determinùmi puramente 11aJurali,biologici, atavici, amropologiri, tOJtifll· zior1ali. Que,10 i l'a,pello piN generalmente 11010e di/f11so del razzfrmo, ;J rd%Zi1mo etnologico e antropologiro, il qudle, pa;sando alle applitazioni pratiche, ri farà artthe cqnosure lt condizioni positive per la Janità, la protet;one e il po1mziamtnto fisito della razza. C' 11a/11raleche, dal punlo di 11i11adella polihca, ci ,i imereJJerà parJicolarmmte a questo primo aspello del razzismo, e lo si porrà, come di dovere, in 1111aJtrella re/a. rione con la demografia, ron l'assistenza e l'igime ,ociaJe. /,, og11i modo, già ;,, q,uslo grado deJ raz:ùmo si preu11tano, ollre ai rompiti della rla11ifitazio11e e della praui immediaJa e grnerale, dti problemi 11/lerio,i, torrispo11denli all'esigenza di d;1tri-

,uÙJar,gl, ,l,mtnh razziali p1ma,1 tht si trollaflO ntlfimi,mt th1iro rosl•INtnlt NII popolo, ima Jlirp,, , di suglin, f/Nllli, SII r11isi d,11, far '"'" p,r 11obililan, e/,i1ar<1 , p11rtfitar1il lipo l'"""''· Cos} in G,r,,,ania, Nna 11oltaronstlllalo rht il popolo · 1N,sro, 11 '"'" di d,m,1111 ntllamtnt, ""ol'""· ,o,.s111d, alm,no rin'!•• n11t/,t rn. zia/i pm,i11r, - 'flltllo 110rdfro, 'fitti/o fàliro, 'f#lllo dinàr1to, 'f"tllo « o«idm1al1 » t mf11t q1111/ob4/liro ori11114/1 - ltt ltoria dtlla razza, ima 1•0/JafiJJalr lt caralllt't· 11ich,di r;.s,11110di ,ui, ha forgialo, tdl'11opo,,I rosiddello « mito nordiro •· Con,I ,b, ,; ; f"'"' mi,odou;, p,,6, n,I ,,uumo d, s«ondo gr,do, ,/ ,o.,p;,. d,I LA RAZZA COMEANIMA f'"''' ì J<oprire I ind111id11ar, 'I"'"" « razu » rh,, o/t,1rhJ 111/ san111, t 1111/a ,orportitJ, ,sùtt t vig, ntl dominio o piano dtll'anima: tuo awÀ d1mq11, ptr oggmo pu•p110 l'tun11 dtll'aninu. delle ru~, cioì I, ra:u tome 1111ima.Sroprtrd 'l"egb ,J,,,,,,,11, • loro modo p1mttri t '"'d,uibili, rin 11tiJ<onodal/'i11ttr110,faundo si rht v.zri 1nd111d11ima,,if,stino 11nroslanlt modo d'tJJ,rt, 11n tO"'""' tomportam111to, :m ron11m1,1111fita,io «stil,» dtl/'agiu, dtl ptnsart, dtl s,n1i,1, F.' Jatilt .,,d,,, th1. m 'l"'slo 1110s,to11do grado, /111,ori11d,/111rnu i"omp, già 11,Irampo dtll11 r11/J11ra, /tr dissi,-,,, I, t11bbit 1tnù:nuli11irh,. in f11n1.Jon,ddlt '!"ali 11111i i t•"; so,,o hi/,t, 1 ftr proudnt ml 111111 ad,g11t11•a,11,0Lsuon1. E si v.!drd n,I p,:,11g111rtf/lltSl'ordm. di ,Ìf"tht, da 110;,p11r1roppo,/mo .I ora 'fllasi ig,1ora1,, rh1, ptr tump10, non s, ; ,a,111,g111rritri.mtrt11•11i '"· « in gt111r11/, », ma rh, vi 10110molti modi dis1t11li , sp,. afui, ro11d1uonaJid11J/arau tomt « 11t1;n,a •• di tsur 1ali,ptr '1. 1,n ,,,odo « no,dito » o e 1111d11,rran,o », o « 1br11ito », o « 11rio-ori1n1al, • , u• di rmdo J, ISStr s11nll,g111r111ri,mnt11t11i, '"· Q,111!rh, s1 i J,110 poro fa in ordi11t ad NII fallort raiial, tht agiut dtltrnm1111iu1111nlt1t,l/'Àmb110dt/14 sltSJa sritnZi', si ripor,'!, 111idt111tn1t111,, • ,,,, dfrn10 ordi11edt idre , d1 ,itnth,. In/in,, ,, ; il t,no gr.Jo dtl probltm11, 1"1111011porrt 'JNISIO ir11v, '{Nts1l0: Si p111Jparla,, uma1,,mt11l1 , l,g•11im11mtnlt di rllZZtl111/piano dtllo spirito, o/tr, rh, SII qntllo dtl tarpo (rauis,no biologito) o s11 'l",//o d,lfttnhr,a (ltoritt d11/'aJ1Ùnadtllt ...._ ttmt, /Sit11n1,o;olog1a)? Probltmt1 fond•mtntJ,, rht va affrot11a10,st ,,011si 1,NOltr,lahviuart lt1 porklla dtllt nostu posii,om, E rh, 11;sùmo dtllt prosp,11iv, P•r risoh·trlo III nn s,mo, 11JNO ,nodo, r11u1sla, t 'flli11di ptr allatt;trt 11n ftrlO 11nit1trltll1J1no ,braitu,,1, µrfino III ptsl'11/sin10, ,str,mo ridono, fortifit11l0 da iabu, d'ogn, l'""'• 111t1br11 pa/tsllfJt dJ faJto, rh, 'Jlltl/'11,nlnto, rht; ptr molli, i.alt tomt s11pr1,,,o,l'ambito dt1//1gra11d;r,l1. 1io11i11orirht, 11011 i 1111ifo,m,, 111<1artiro/ato t di/ftrt11zia10, , ,In lt difftrmu fra I• 11,11 , lt allrt dai risp,11111ddtrmli v111go110 atni tONsid,ral1 di naJ11r•ltt>lotir•, 'f"Ì11di bt,1 p,M pofond, t mi.dirab,I, tht non 'I'""' 111t11i, 111i ris~IIÌI i dominii, 1/ ra:riumo di primo , 11ro11dogrado p11~rithiamar, l'allt11zio111. Cnto. JIOIIJIIJ'tltJO1101"fOllltSlttrl ,h,, Jlti loro tU/#lli 1111,nori. #11111/isitiI lnt%Jallti, LA BA zz A eo ME eo N - I, tr,md, tradiuom si p,s,11/ino rom, 1.1pression,v11rttd, 11nro1111111110nito: (IÒ, ptrò, m n11llap11d f11rti lrasr,m,r, j/ mom11tlo, p:mm,,,,i prn,,,,,, d,lla h'JfltlJ I dtlla e E z I o HE DEL M o HD o Jilf"mu, in ord;11, al q11alt Jtllt tomidtraiion, rauiali sui gcnens rtSlllllO ~fttt1111w11, ltgi11i1nt. L, razze dc-Ilo spirito ros1t1111rtb1Hrod11n'f"t l'ogtlllo !rtapNo ,1,1 rdZZJ11t10d, tnio grddo. torona111tn10s11p,mo dtlftdifirio rani1111.N,I 'l"a} ,,. 111ndo s, lr111111,ss,nvaln11n11, di riftrir, "1 « raua » a t,ra11d1idtt 11,ur:,ru/i ( non 1mirnsalistirh1!), a visioni gt11erali, ma p11r b,,, distinte, dtl mo11do. Chi prortda ,n ,m ttdt ordin, di riurtht, r:,drà rh, I, t,•arit11ntittsi partirò/ari 1tndono a 111bordinam , dtllt A111tl1sl,ssrnVll11 , fond111'1tt1lali. E in 111111/tàmbito rh, r:itn, propri111111nlt • ùfmmi ltt i.ùion, e ariJn11 • dtl mo11do , dtllo spirito, ,os} t01'11 'I"'"" .J tss11 ;,,, d11tihilm111/topposla, lro,·1111/entl umiliJmo ,ma dtllt piil i1'1porlanlt ma11iftslt:tzio111 .'Joi ti propot1ian10di tontrib11ir1 1 111/lamiJ11radtllt noslrt t11patilà , dti m,ui a nostr• diJposi:io11t, " 'Jlltst11impost.aio,11 1otalitllfia dtl rauismo. N,i prossi,,,i 11rt1• rol, lraJltrttno s11tttmi.·amtnlt dt/'4 r,ailà d,I ,mio dr/ ung11, 11tl"11,or,tt razista d, p,mo grddo (biolotira); poi, dtlla do/Irina dilla ra::u dtlfani1t1a (urondo grado), IH/int, urrh,r,mo di ddint11r, 1i11t11ir11mt111, la tonrnio11, ariafla dtlla sp1rit1111li1à, rosi t01'Jt 91111/114tssa opposi• (rnzismo di ltr:ro grmlo), J. EVOLA 13

4l~B GRUPPSI ANGUIGNI "~~-1i~-Y E U LE~ RAZZ~AL LU trculusion.e di 1an9u• e interdetto. ------~ La lrG•fu•ione di 1cn9ue à pe1meua. - Ricercare, notare le differem:e cl:e interc.orrono tra i vari C$$Cri viventi, si può dire risalga a tempi remotissimi, ma l'esame su basi prettamente scientifiche dell'individuo e delle !lue c11ratleristiche somato-p!lichiche si può dire iniziato in Italia da Pietro d'Abano, da Michele Scoto, _da O~lla Porta, con lo studio della fisiognomia dei tratti del volto, più che dell'espressione, per ricercare dedurre da, essi l'anima, e con essa il subslrato biologico dell'indi"iduo. Italiano può dirsi perciò l'inizio di ogni studio. di ogni ricerca sul ,,i,•enle dei suoi attributi di forma quali immediati rivelatori degli attributi della sostanza, poichè l'Italia con Leonardo pose le basi fondamentali. dettò i canoni dell'annonia, dell'euriunia delle forme umane. precorrendo la scienz:1 biotipologica e costituzionalistica moderna. Ma contro ogni nostra tradizione scientifica, anzi nntitetica ad essa, aì primordi del !ttolo XVII 1. prendendo diretta origine dell'Illuminismo F'rancese, sorgeva, oltre i nostri confini, una nuo,·a scienza, che in un ,·ano tentativo della etiJ)licazione della natura. iniziava l'èra della cubatura del carnio cerebrale, prendendo a considerare la morte più che la vita, lo sc:;helelro più che il corpo dell'uomo, di quell'uomo che fino ad allora era slato oggetto di sludio della medicina e della fil0wria. che fino ad allora era stato consideralo un tutto indislruttibile eri indivisibile, materiale e spirituale nello stesso tempo. Nel 1749 mentre BulTon dedicava due dei 36 ,•olumì della sua e Histoire Naturelle > alle ,•.uietà e sottospecie umane, giè Linneo aveva accolto l'uomo nel suo Sistema della Natura, gìà era iniziata l'èra del censimento delle ossa con Lavaler. Blumembach, Tiedman, Daumhleton, Peter Camp, funebre sia• listica che veniva proseguita fino ai nostri giorni, 1an10 per citare i maggiori, dai ,•ari Virej, Hamilton. Tiedman, Mortou, .Molkoff. Oggi a tre secoli dalla 11uaorigine, con\'iene 1irare le somme? A che cosa è. giunta tale sc:;ienza? Si può dire a nulla, se si considerino i risultati in rapporto all'enorme fatica impiegata, al grandioso cumulo di materiale raccolto, alla fatica degna di miglior causa dei suoi sostenitori, dei suoi esponenti, ·da tempo immersi in un profondo letargo Ira ossa polverose, cui converrebbe fare più che la statistica del fossile, l'anatomia del vivente, quella indagi11e biometrica, per cui ii è rtJo benemerilQ il noJtro Ca.Jtaldi e la Jua JC.lrola, proseguendo una purissima tradizione italica, nostra dello studio della forma quale diretto risultato della sostanza. che da Alcmeone da Crotone si i: perpetuata da &e<:oli in Leonardo, fino ai tempi più recenti nelle concezioni di Viola e De Giovanni sulla costituzione i'ldividuale. Lo studio del fossile.ci ha la&eiato in asso proprio quando avremmo dovuto attenderci da es!Jò i musimi frutti. Si pretendeva - disse P. Ehrenreich - che ci offrill8e la soluzione dei più difficili problemi della preistoria della Urna• nità; si aveva l'illusione di ridurre a pochi tipi de.finibili gli s,·ariati aspetti delle stirpi umane, e di fornire documenti e 14 spiegazione dell'origine e del miscuglio dei popoli storici, tra l'ondeggiare ed il susseguirsi delle forme, di ~guire questi popoli nella notte dei tempi, il che l'indagine glottologica e la preistoria twevano parzialmente tentato. Ebbene di tante rosee illm1ioni neppure una se ne è awe• rata, neppure su di un sol problema sono d'accordo g:i stu· diosi; la causa di tanto insue<:esso è senza dubbio nel falso indirizzo di voler considerare lo studio dello scheletro. quale Ci!Clusivo ramo dell'Antropologia, come è avvenuto dal lempQ di Hetzius in poi, facendo prevalere il lato matematico statistico di t3.le scienza, su quello biometrico, naturalistico, che nega ogni concezione materialistica e m11cchinistica del fenomeno uomo. Occorre studiare il ,,ivente. quale esso è,, considerando ogni armonia esteriore quale fenomeno .sensibile di interiori armonie. tralasciando o non ponendosi in primo piano insolubili ed affannosi problemi della origine prima delle creature. di fronte al quale la sc:;ienza per S'Cr9M&terdeeve sublimarsi nella fede. Per noi la razza è un concetto puramente biologico. le !lesse proprietà spirituali sono at1'ibuti organici, essendo la menta• lità l'immediata ed appariscente tspTe!Sione di un diverso substralo biologico. Per noi l.1 razza Italiana è un irn~ieme distinto dì individui con caratteri morfologici e biologici propri, ereditari, costanti ed invariabili nello spazio e nel ten11>0,per cui scientificamente il problema della razza itali3na non è che una constatazione di uno slato di fatto. Unitamente ai dàli fiiici, ali.e ricerche bionutri.che, alle richt: .sul ,:iVt:nte dei . .suoi àltributi di forma, occorre studiare le pr<:lprietà umorali, poichè sono qualche cosa di più delicato, di più intimamente connesso con l'essenza stessa dei \'Ì\'enti, dei caratteri morfologici di cui si vale J'Antropologfa fisica, essendo quest'ultimi direllamente accessibili alle influenze esteriori, variabili perchè modificabili. In sangue. quale sede delle proprietà essenziali della \'ita. quale mezzo cui gli organismi vi,·ono ed a cui è intimamente legata la vita cellulare, il sangue, dico, de,•e considerarsi come la migliore espressione nella sua individualità e varietà biochimica e serologica, di caratteri cos'tituzionali, di differente raz• ziali. poichè l'apparlenenza ad un determinato gruppo sanguigno è una carallerislica Jegata a (allori etno-antroJ>ologici, che prett:nta una divel"Sa ripartizione percentuale nef diversi popoli. nelle diverse razze, costante e fW& per tulla la vita, che come notavo. nei precedenti numeri di questa Rivista (vedi Difesa della Raua, Anno I, N. 3, 5, 6) nessun fattore nè clima, n~ alimentai.ione, nè stato di salute possono far variare. Come già feci presente. prelevando sangue da un organismo, ed osser- ,,andolo a) microscopio, i globuli rossi hanno tendenza a dispor• si a e pi1a di nwneu >, aderendo gli uni agli altri. Se uniamo al sangue in esame il sangue di un animale di specie diversa, o della stessa specie, ma di gruppo sanguigno diverso, tale fenomeno si esagera, gli eritrociti si riuniscono in

ammassi più voluminosi, si ha, come si dice scientificamente, iJ fenomeno dell'agglutinuione, che è seguito dalla sedimen• tu.ione degli ammassi stessi, fenomeno che impedisce la tra· sfusione sanguigna da individuo ad individuo di gruppo diverso. Questo diverso comportamento del sangue degli individui della stessa specie, è ~dovuto alla presenza nei globuli ro,ai di una sostanza detta e agg/U.Unogen<J >, che distinguiamo in A e B, ed alln presenza nel siero sanguigno di un'altra sostanza delta e ag&lutinina :t che distinguiamo in « e /J. Per tali caraneristiche sostanze l'Umanità si può distinguere in quattro gruppi sanguigni principali, A, 8, AB, O; a questi quattro gruppi deve essere attribuita ogni differenza razziale es.sendo il diverso gruppo sanguigno esprC88ione ·di diverso substrato biologico, poichè agglutinine ed agglutinogeni, elc• menti costitutivi le vArie duferenze, si originano dai tessuti, e la maggioranu. delle cellule ddU'organismo po!Siede sostanze agglutinabili, caratteristiche, identiche a quelle che contengono siero e globuli rossi. Si è detto che porre alla ba.se della vita il Jangue, è una concezione materialistica. dimenticando che l'immateriale non po· trà essere mai soggetto ad indagine scientifica, e che lo studio dei gruppi sanguigni non è materialismo, ma scienza che non nega una concez.ione idealistica della vita, anzi l'afferma poichè il s8ngue è l'unica realtà fondamentale per cui ogni uomo ha un volto ad un'anima, che ricorda, che lo uni&eealla sua gente, .alla gente dal sangue simile al suo, e se è l'unità del sangue che fa respirare le membra in un sol ritmo, è ancora per l'unità del aangue che l'uomo vede nell'altro uomo un fratello, cui per un misterioso legame si sente legato, poichè da una stessa linfa, da un medesimo sangue ebbero origine e vita. Ma perciò come oggi in Ita:lia., ove quasi nulla si è fatto per uno studio delle caratteristiche della noslr.,a razza con moderm metodi di studio, necessiterebbe una ricen-:a dei gruppi sanguigni, la qu!le potrebbe essere la ba.se per un futuro eventuale censimento biologico o biotipologico razziale. Tale studio sarebbe necessario per un duplice scopo: Diatribus.io.ne dei gn,,ppi •ODguigni, .. condo Ottenberg. l, Tipo europeo: Z. Tipo intermedio; 3. Tipo hunaa: 4. Tipo Ulldomcm~: 5, Tip o afro-nd• aaiatico: 6. Tipo pa• cifico-omericcmo. L Gruppo O. n. Gnappo A. DI. Gruppo B. ~ 1 - 2. -- 3 I. . Per w1 fine ~cientifico-ra:.=iale, in quanto che una ~tt.Ua ricerca dei gruppi sanguigni, oltre a dare sostanza documentare al nostro razzismo, determinando le caralleristiche biologiche della nostra razza, porrebbe la nostra scienz.a all'avanguardia di ogni ricerca al riguardo, considerando che all'estero si sia attivamente 18\'orando, mentre qui quasi nulla si è fatto, né si ha in animo di ,fare, per gettare su solide basi una scienza della raua. Dal 1934 infatti in Germania si è costituita una e Società per lo studio dei Gruppi Sanguigni•• che ha diviso il territorio Tedesco in altrellanti rettangoli, e studia e la,·ora al riguardn con rigorosi metodi scientifici. Jn America nell'Istituto Rokrellcr, in Russia nell'Istituto della Trasfusione del Sangue. in .Inghilterra, in Polonia; in tutte le nazioni civili, razziste o non razziste si fanno su va.sta scala, e con mezzi. imponenti, ricerche, s1udi, spedizioni scien· tifiche in ogni parte della terra per lo studio dei Gruppi Sanguigni. In Italia si sono .fatte tali ricerche su qualche migliaio di individui. regionalmenle, con differenti metodi di indagine, e da Autori di.veni; non bisogn.a pensare che per tale ricerca sieno neceuari meui grandiosi, poichè basta prelevare all'in• dividuo in esame una goccia di sangue, farla reagire con l'emodiagnostico, ed esaminarla al microscopio, e che si può fare una .ricerca anche a migliaia di individui con facilità &MOluta, in tempo brevissimo, e con spesa minima. li .. Ptr un fine pralico. per un potenziamento oltre che difesa della nostra razza, poichè 14k ri«rro ptrmdkrebbe di conosct:re e.sallamenl.eil gruppo sartguigno di ciwcun individuo, conoscen;;a e~ più. che in pace in tempo di guerra polrebbe siolvart miglioia t migliaia di. vile, volgarinando, nndMdo pc"ù pratico il compi«, tkUa 1rwfwioM wnpigna, in. ferili, in dis· sanguati,in operai.i n gravi condizioni poichè in. tal COM> sartbbt facilmente individuabile: a donawre di gruppo sanguigno onwWgo, L'arditezza, se non l'originalità, di tale progetto potrà turbare qualche labile ed angusta mentalità, già da tempo pro· tesa nel vano tentativo di obliare, di disconoscere nuove concezioni di vita. Ogni idea però, ogni ricerc:i, anche se ardita, se giova all'uomo, non è inutile o vana, ed indegna di restare ,lettera morta. GIUSEPPE LUCIDI - 6

' UNITADE DAGLI ETRUSCI Perugio:: Fonte di Picn&q Una atatua. S uperata l'antica tesi che definiva gli etruschi popoli immigrati dqll'Oriente, per stabilire il concetto che li ordina come popoli italici sorti dall'evoluzione dei nuclei umbro-centrali; possiamo affermare che la stirpe italica ha avuto una linea mirabile di continuità e di purezza a1traverso i secoli. I più nobili ed immortali monumenti dell'arte ci tramandano e documentano la mancanza di qualsiasi inquina:zione e profanazione straniera. Il destino che ha dato al popolo nostro una supremazia morale e materiale, con la politica nell'impero romano ed in quello fascista, con la fede e con l'arte nel medioevo, con le scienze ne· tempi moderni, ha conservato quella unità etnica e razziale senza della ·quale gl'italiahi non avrebbero potuto tante volte risorgere e ricostruire la loro potenza. L'impronta tipico ed inconfondibile del nostro popolo, espresso nei volti dei condottieri, dei politici, degli artisti, dei santi e dei poeti è quella del dominare. In ogni effigie è scolpita la forza irreducibile di temperamenti nati al comando e alla guida, sia che si esterni con la luce della santità, sia con la rigidità del _guerriero. Non sarà azzar• data la nostra effermazione quando diciamo che anche un santo come San Francesco è da definirsi un condottiero di spiriti, nato a trascinare le turbe verso la riconquista di una forza religiosa e politica che minacciava di crollco--eal tempo suo. L'arte di tutti i secoli ha immortalato questi dominatori, quasi sempre con lo sguardo elevato e diritto, segno di chiarezza e di volontà. Negli altari di tutte le chiese i nostri artisti hanno elevato le immagini divine senza che una coltre avesse nascosto il limpido mistero della religione come altrove; e fQrse anche dalla maniera di professare una religione si può rìconoscere il temperamento di una razza. Tutto ciò che i semiti denigratori del cattolicesimo affermavano essere idolatria, non è in fondo che coraggio di credere attraverso una immagine artistica ad una presenza spirituale ed invisibile. Lo persistenza delle caratteristiche ariana dagli Etruschi al Rinascimento è evidente. Possiamo senz'altro stabilire che gli Etruschi non furono mai inquinati da popolazioni semite. Se ebbero scambi commerciali ed artistici, questi furono fatti con il popolo ellenico, donde la razza non subl alterazioni. L'idea.1e di' bellezza e di stirpe che i greci coltivarono e diffusero ovunque, trova in Etruria una tradizione forte e decisa. L'architettura più solida. più rude. più definita. La confederazione erige mura ciclopiche, innàlza templi, apre porte solenni e grandiose da cui deriveranno gli archi trionfali di Ròma. Roma per i primi secoli adopera artisti etruschi per le costruzioni e per le sue Peru9ìa: IpocJeo dei Volumni Una atatua.

A RAZZA LRINASCIMENTO P•rugia: Fonte di Picn:ca Una •tatua scullure. Lo stesso simbolo dell'Urbe, lo Lupa, è una fu. sione etrusca. I romani non avranno che a sviluppare le qualità di cui sono fomiti gli etruschi, questo popolo ad un tempo guer• riero e agricolo, artista e religioso. Nei musei di Volter.ra, di Chiusi, di Perugia, di Tarqui• nia. ed in tutte le raccolte etrusche e romane ognuno può o-ccertarsene. Nell'Ipogeo dei Volumni, il più completo esempio di tomba nobiliare etrusca. lo studioso può rintracciare Jacilmente i caratteri ariani ed italici. AlcUne metope sembrano eroiche elfigi elleniche rinate sotto il sole della penisola che ne ha sviluppato i lineamenti in forza, opulenza e vivacità. Le furie che difendono il sarcofago di Arunte Volumnio a.ssumono il sembiante di vittorie in armi. Le fronti ampie e spaziose, i nasi diritti, l'arco delle sopracciglia elevato, il taglio della booca e la conformazione del mento sono indubbie qualità di purezza. E la tarda epoca del!e sculture ci può far dedurre che era finito il tempo m cui gli etruschi chiedevano lume ed insegnamento agli scultori d'oltre mare; ,erano artefici indigeni e scolpire il travertino ed il marmo, e a fondere il bronzo con ispirazione propria. Arunte Volumnio con il suo gesto e lo sua sereno possanza prelude le statue degli imperatori romani, e la donna che gli sorge a sirJstra può ben ravvisarsi nel temperamento simile alle nobili matrone della repubblioo. Anche sotto la dominazione romana gli etruschi insegnano. Poi, dopo la notte bizantina, il sole torna a levarsi sulla penisola. Ancora per le vie consolari corrono le ambizioni e le lotte deg!i invasori. Ma il popolo nostro cerca di riconPeN9}o - Stotu.e1 funebre di Anni.le Volumnio. quistare l'antica potenza con la potenza della religione e dell'arte. 11 papato e l'idea guelfa sorgono contro l'idea ghibellina e straniera. I grondi scultori e pittori del duecen 4 to e del trecento tornano ad illuminare nei monumenti la continuità della razza. Roma detta leggi in più ideale campo: Cimabue, Dante, Giotto, Nicola Pisano sono i traduttori di questo sentimento d'immortalità. La Divina Commedia è il Jeligioso ardimento di un italiano che non teme di scendere e di salire nei regni dell'al di lò: coso impossibile a un ebreo ancora dopo millenni sgomento e chino dinanzi olla divinità. Pop:>li di tutte le rau.e, dominatori ed in• vasari di tutte Je terre erano passati per l'Italia. Mo la no,. stra gente appariva salvata da qualsiasi contaminazione. specialmente giudaica. Nelle sculture romaniche, dai pulpiti dei fratelli Pisano alla fonte di Perugia, dalle sculture delle cattedrali ai monumenti funerari, le efligie sono ancora romanamente pure. L'idea del dominio non è spenta: agli uomini si sostituiscono le immagini. Le figure di mille

)•rv9ino: Madonna 1acoteca di Peruoia). Raffaello: Son. Dom.•nico hiesa di S. Severo a Perugia). statue, mille tavole e altorilievi sembrano guidare le sorti del popolo nelle cui terre contendono gli eserciti stranien. Vigili e armati intorno alla Fonte di Perugia - che po• trebbe definirsi la figurazione enciclopedica dell'umanità e della morale medioevale - stanno i profeti, i santi e gli eroi. Pensosi gli uni, apertamente bellicosi gli altri. Gli sguardi sembrano guardare molto lontano, mentrn i bassorilievi esaltano la vita de' campi, le stagioni, la semina ed il raccolto, la genesi dell'umanità e del pen• siero. Questo monumento cosl schiettamente nostro, incontaminato da influssi stranieri. lascia durevoli insegnamenti. quali ne aveva ricevuto dalla scultura etrusca e romana. Nel rinascimento umbro l'arte del Perugino e del discepolo suo Raffaello sorge oottolica e romana. Razza ìtalia. no trionfante nelle caratteristiche di tanti volti e di tanti atteggiamenti. Sebbene addolcite in un'estasi. che è il prodotto della sensibilità religiosa indigena, le figure pc• ruginesche e raffaellesche sembrano rievocare sotto l'~- leganza della rinascenza, gli antichi eroi greci e romani. L'ideale é ancora puro e non ha subito influssi, ma sarà

tanto ammirato da dilagare come una ftumana incontenibile in tutta Europa. illuminando pittori fiamminghi, spagnoli, francesi ed alemanni. Basta vedere il Salomone ed il Davide dipinti da Pietro Vannucci nel Collegio del Cambio, ed il San Domenico ed il Son Girolamo di Raffaello. per constatare come quelle facce costruite con senso latino discendano dai più remoti progenitori e siano in conclusione il prodotto di uno razza rimasta immune. Sfrondato il disegno dai JXIrticolari, i lineamenti massimi rivelano per l'ampiezza frontale, per il taglio degli occhi, gli ovoli aei volti ed i profili del naso le caratteristiche del tip:, ario e latino. Eppure anche in quei tempi gli ebrei pullulavano ovunque; ma nessun d'essi si avvicinavo - perchè negato - al soffio divino dell'arte, il cui incremento spettavo sempre al principe o al mecenate italiano e cristiano. I secoli sono trascorsi su l'ideale artistico. Ma in Italia esso si è mantenuto costantemente classico e costruttivo, dall'o;rchitettura alla scultura e olio pittura. OTTORINO GUERRIERI P.ru9 Solom (Colle del Corr. Pen.iç Raffaello: San C.rolamo (Chleao di S. Fed o: Pen.i9ia).

Ouo:1, i pnndpal, probl•ml • q..,..tion1 che •I pongono n•i rapporti Ira bianchi • n.çiri? E' quello che con una certa com• plutHza • lìn.arltà cercM.,.mo di llluatro- .... per quanlO com.pleaa.i ... , lliano. [' n~rio Intanto 1a... una p,•mHIIO elnografico: qui come roua bianoa • rana nera Intendiamo non usare termini rlgoro• samente scientifici ma accetioni del lln• ouoggio ph) oomun•: pertonio come n.çin indkhe ... mo 9li aJriaml. • come bianchi ... entialmente gli europei. Ouesto a scopo eaemplillcotivo e per illu1ua... problemi politici di 11 ,a11a portata che non si limitano ai ~rl propriam•nte detti. I quali non cio.tif\li.eono dM una p<u· te, ••a pur rile•antlNima, della popolcnJone afncona. DiloHi nell'Alrlea bi:10gna lare nel confronti degli indigeni africani una prima gronde diltinz.ìon• tra i negri propriamente delli - doà i Suda:nHi e I Bantu - e quelli dì 1tirpe indo-atlanlico, che abitano nelkl :tono mediterrcn.a e in quella etioptco-1<1• harlana. Ma tre questi che poaono anche duamani bianchi ai pub lare una 1uddi'f'iaaone • dot I ••ri bianchi, in pre•alen:ta mediterranei. eh• abitano nella fasc:io costiero dall'Eçoitto al Marocco, e gli etlopicosaharionl, che rappreHnkmo una zona on• tropologi.oa dì ll'Qnsizione tra I' AIrica bianca, Intese nel .. ruo s~tto, ed il mondo n09N). C1b Pfemeaao, vediOD'lo elementannente come st impoatl O problema delle ... !azioni tra bion~uropeo e n.çiro-olrio:mo. 4)oleulxzazlone e Julnlone di r11aY.11 La pro•ata lnoapacità del n.çiro od Hol- ••,.l nel •ero Mnto della parola ed a di••· nu-e ••ram.ente d•ile conf•rma il diritto ct.l blano:> a dYillmxrlo ed a oolonlnoN I• su• t•rre per Il bene redproco çhe • Il pi\l gran bene delrumanilò intera. La.dare Intatte le immenM rilOJ'M notutcli dell'Africa aarebbe coai ingenuo ed ir- -crionole come lotdore &a I• mani di un 20 bimbo ori e peri•. che .gli non appreu .. rebbe che magari com• temporon.a tra- •tullo. Quasi •lmilmente Il n19ro, od africano che dir ai voglia, • inoapooe di 1lruttare loglcoment• I• ricdMue lno:>mpo• rabtli dì cui la Natura ha &oml'O la •1.MJ lc,-rro. Il bianco ha quindì In Africa Il suo di• ritto, ma anche i.I 1uo dovere: redimere e ci'f'ilinare i Mri • un obbll90 moro.le eh• de•• ....... mantenulo. • non 90io un •nsJllo retorico atto a copri.,. qualunque fino di aolo a•ldo • talvolta crudele 1frut1amento, o:>me hanno !ano più o meno tutti i popoli coloniuotori europei trann• 1'110. liano. CoeiccM,. ad e ... .,. Hrenl gludid. nel ropporti con I bianchi I n~ri hanno più perduto eh• guadagnato, •· 11rano a prima vista, 1peciCliment• per la concia• mota • apinta lndigenohlla di lnghill•rro e rranaa. Tut1o'f'ia la •upenorit6 della rana bianca ed li bene&Hre del mondo dYil• glutilfìcano, anche n•I o:>nlrontl della pi\) rigoroao dottrina roulsta, l'adone del bianco, pur .. ...sa meno nobtl• ed ellicoc. da tanri erTOri cM illustre ... mo. Ma la m1a1ion• della raua bianca appare anch• •u• bllma,.i quando essa • condona con la çen•ro4itò eo•la e pur lorte dell'llallano. O'ahrond• ur.a 1'09ion• potentiAima, a par1• 09ni altra, giuslilìco l'azione bianca in Alrico. la <komografica lnlat11 m•ntre n•ll'Europa vivono b4tn 500 milioni d'individui, nell'Alrica, tre volle ph) grond• del no.tro c:ontinen1e, ne vi•ono meno di un teno, a 't'Ol•r citar• io magqior cifra· 150 milioni. che si la per la popoknjon• del contlnen1• nero. La proporsione della den1i16 di popolaz.ione • dunque di I per l'Alrica. ri1pelto a :O per l'Europa Eeamine ... mo s>'il oltr• come si preMnrt il problema ct.lla colonlua:done d.m09ra11ca bianco tn Africa ad I ci!'Oblli •forzi compiuti in tal campo dell'Italia. rro I metodi di colonluadone, I più lno• zlonali, nelaad e fecondi di graviuiml perf\lrbotHnti rcm:i,U sono queUi bmcrti •ulla BA..ZZ CDil aaalmil<Jllione d•I n~rl o sulla loro paritico:tlone con I bianchi, melodi usati a 100pi particolari dalla Francia 1pecialm•nt•. ma Ol"ICM doll'lnghiherra. particolorm•nte nel Sudahico. Che tale politica sia errata lo dimo.~o I laUI: vale a dire quanto quotidianamente oa:ode negli Imperi coloniali ollnll Errerl del blRMC!hl e propa.,tnuda roiom Quando I bianchi non siano 1tall costretti da una terrea • PN•ident• cn.ior.e deUo S1o1o - com• OY't'i•n• per 91i ho• Jiani - a tener conio delle ripercusa.ioni che le loro mioni non dl.ciplìnate pouono provocar• nell• anim• primitive degli indi• g•nl è gi.6 •irtualm•nt• un ribelle ogni n~ro che •la comunqu• 1tato Ira I bianchi Oo9li errori det bianchi naKe il conlhUo di razza il negro che all'on9ino dei ,uoi rappor1i col bianco • non di rado in uno 1tato di rispettOIO ammirazione e dire.:i;uo quasi dì buono led•. per quanto gli•lo con.. niono i •uCM iatinU prim1ll•1 • speaao biutali. diriene dal con1a110 c. OS11• mllatore • o c. parilicotore • del bianco. il pi\) lniducibU• nemioo d•I bianco steNO. Ad Inasprirti 1I conOl!to inter•i•ne l'ag•nt• oomuniala. 11 •eleno di Moeca I piò •ffioaci ali.a-ti dona l<MOl09ia roua aono pertanto I n~ri che obbiono viuuto in paesi bianchi Ma., qu01I ci6 non bo:ltau.e, anche un olt,o error. lormidabil• hanno compiuto al• cunl popoli •uropei. par11colarmenl• I Iran• CHI: armar• I n~ri conlro I bianchi ,1.. 11. lnlat!I, come • noto, e.turante la guerra monclial• la Francia traalerl sui fronti oca• d.nlali •uropei centinala di mìghoia di &Oklati d1 color• Enore nelasto Le 1nippe nere, trovando siog-o ai loro 1stm11 belhco-.i aentlvano •fuma.,. tutto il loro ri1petto • lo loro umllt6 •erto i bianchi. Ero con voluttà inelfab1le che essi •I aoa9lla•ano allo ossa.Ilo o:>nuo i tedelchl che erano anche eNi della rana odiata CMIdominatori, Sen- '..ti•l in qu•i momenli uomini lib.ri • pan, M non vincitori dei bionchi, uno voUa tornati In patria con un'alta Idea delle loro copaald. mal aoppor10Yono di tomoN olla pnmltiYC 909QHÌOM e dl••nta•ano quindi Istruiti ed anl.-1 elemen1i di dillusion• delle ldH .a•ìeliche. Un altro grande errore degli europei • Mll'uilliua:don• Ml n~ro per mohri dì apeculazion• in lavori che do•rebbrero ..- Hre riservati ai bianchi Coel nel Sudafrica •I • creato il doloroso problema d•I c. poor whlte •. letteralmente bianchi poveri, che a d.cin• di m.i,glloia. dt.10CCU.poti. •ivono nella pi\l 9quoJhda ml.seria ln capanne. tal- 't'Olla !ormai• con latte di benzina accota• 11at• cosi Hmplleemente, perchà eliminali dalla o:>no:>rr•nza del IOYoro indU1trlale nero, più a buon me~to A chi dubilaaM dello dilfua1one del bol· KOYismo in Alrlca ricord•remo com• NmPf• il eomunl•mo si 1ia lotto paladino di tutti I popoli di col0te, e come giò nel 1925 l'orçianiumione comunista In meuo Oi neri dì America ero cosl ben H1luppata che, i

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