RAZZA E ~e,~11.e, Questa leUero di Girolamo Amontia è anche la migliore risposta a quelli che ci hanno scritto essere lo questione di rana d'interesse puramente materiale. Ed è com• pletala da quesl'allra, scritlaci da Ambrogio Sironi di Lissone, la quale richiama l'otteni:ione sul fatto che ora i nemici del• l'Italia e della Chiesa !anno buona coccia, 1eminando zizzania, o proposito di razza. Scrive il Sironi: Sono lieto di vodeNt messo in rilievo nell'ultimo numero della Rivisto della Razza (Razza e Cattoli~simo) che il contrasto tra la Chiesa e lo Stato - che non si pub negare desti un certo dissidio nella nostra coscienza Jascista e cristiano - non è frutto di logioa solo, ma dì una complessa situazione, della quale quindi si può trovare presto una soluzione, ·• pt'ima che lo~e an• tfccttoliche e antifasciste se ne facciano g\uoco a danno sia della Chiesa che della Patria". Piace innanzitutto lo slancio d'amore per la natura dello studenle milanese, nelle debito conezloni s99nate dallo rivi.sto; piace lo difeso della cattolidt<'J: dello spirito ila• liano, su cui lo Provvidenzo ho innestato lo cattolidlà divina della Chiesa; Infine piace vedere conciliato natura e religione aistiono Appunto rlfleuendo su questo, mi pare di vedere delinearsi una grande armonio anche in questione di razt.a tra lede e natura, che mi la intravvedere una base di accordo tra lo coscienza di italiano e cristiano. Ho pensato spesso o cat1olieesimo e razzismo ,e mi pare che non vi sia opposizione fra quesli due termini, pre-si nei giusti limiti: perchà se è vero che tutti gli uomini si uniscono o formare uno unitò di genere Ira tutta la moltlludine dì esseri esistenti, à pur vero che questo unitò à composta di molte genti con caratteristiche diverse di ordino fisiologico-psicologico. che noi chiamiamo razze. e Mi pare che ìl ranismo che spira dall'animo del popolo italiano sia queslo: nell'unità essenziale del 9enere umano vuol mostrare le caraHeri11tiche che ogni razza ha proprie e che sono il fondamento della glorio e nobiltà di una nazione sullo altre. Sono quindi queste caralleristiche che ogni nazione deve sviluppare, raflor%01'e, difendere: ma con questo sviluppo, rallon:omenlo, dilesa, coopera al bene di tutto il genere umano, che risultando uno nella variettl di razze, sarà perlello nella perfezione delle razze, E' cosi che il razzismo italiano riafferma il suo cattolicesimo. In questa univel'$0lilà sta la pili. grande carallerialica della raz:r:a italiana. Mentre altre -raue SÒno mentalitò chiuse e ristrette a sè, l'ila!iano vede nello sviluppo delle sue coratteristiche il bene del genere umano: è qui dove basa lo nostra potenza dominatrice nel mondo, in un prOQramma non di soppressione o soprolla:zione delle altre raz:r:e, ma di cooperazione mediante le doti riserbate da natura ad ogni rana. In questa concezione universale - che giò c'era negli italiani dell'impero romano, che sublimata dal cristianesimo il quale è amore universale in Cristo senza soppressione delle proprie prerogative, trovò la sua 9rande espressione 46 CATTOLICESIMO nel cattolicissimo Dante e in tutti i grondi italiani, che sempre continu6 e continua negli italiani d'oggi - io trovo in un sereno confronto Ira le varie rozze, la ragione della supre-mazia della rouo italiana :t_ Contardo Paolino Mo&catello di Vescovana (Padova) ci chiede se la aorte toccata ag-li ebrei, in Italia, non dispiaccia ai preti; se non dobbiamo mutare rotta, per accomodare questo contrasto di principi, e se non siamo etali prodpilosi nell'ollermare principi di r<ll· za, che pure bisogna avere; ma crediamo che la necessitò in cui da troppo tempo si trova l'ltalio di difendere il proprio genio sia la mi9liore risposta olle domande del Moscatello E' una ne«iosaittl in tutto simile a quella di difendere il suolo dellr- patria, la necessitò di difendere il genio dell'Italia, la sua solo rag-ione di esistere e di espandersi. E' una questione di vita e di morte. Lo religione ci comanda di non uccidere, eppure noi facciamo la guerra, eppure la religione benedice il sangue versato dalle nazioni, e i cappellani vengono con noi all'aasalto. Ma non à una guerra la nostra. Tantomeno una persecuzione. E' una legge nozionale, Uno leggo di vita nazionale. Vogliamo che il genio della nazione italiano possa vivere, e ci6 non possiamo volere, se:ua dilenderlo, senza potenziarlo. Vogliamo che le tracce della civiltà non si diaperdano ma99iormente, che la civiltà- ritorni, e questo non pu6 accadere se il genio d'Italia è .contaminato. Per oltre due secoli, la parto passiva della nazione, l'operala del genio allrui, ci ha in9annato con una apparente attività, e questo lavoro di neutralizzazione i tanto avan• :iato, che non riusciamo a rendercene in• teramente conto. Altro dunque che cambiar rotta. Dobbiamo davvero guadagnare un tempo perduto. E se difendiamo il nostro genio dall'imba.stardire, difendiamo il 9e· nlo callolico, perché tale è Il genio d'Italia. e proprio i sacerdoti non poesono dispia• cerai che si tenga acceso questo lume che, dal tempo di Lutero, borghesi ed ebrei lavorano a speg-nere. E' la miasione dell'Italia, la noatro miasione. una volle usciti dal periodo del 1876. Cambiare rotta significa rientrarci, o confessare che non abbiamo ragion d'esaere. Che non l'abbiamo noi? Che non l'ha l'Italia. ~e,~ della 1.®'WA, L'universitario Aldo Petrl di Prato ci scrive: Si sappia che se vi sono dei giovani che e sopportano una religione che umilia >, e per i quali e è ripugnante rinchiuder&i in alcuni oscuri oratori>, ve ne sono altri che omano la religione per i quali eua è lon:a e sprone anche ad amare e servire la Patria, che pregano come pntgarono tanti grandi cattolici cristiani in oscuri oratori, e per i quali e il razzismo :t, cosi com'è Inteso In Italia, e è un ideale da agitare ed una realtà do mantenere>; per esso vale bene quello che è staio scritto: e La Chiesa ha i auoi grandissimi fini, la nazione i suoi: è pos• sibile che qualche volta non si trovino in contrasto? :t. Tutto sia nel comprendere la natura di questo contrasto conciliando nel cuore: Arae et foci. f-4 ~ Un lenore che ha il torto di non sottoscri• vere le sul) opinioni, d scrive che eslsla un totale dissidio fra la concezione cattolica e la dviltò contemporaneo. e lo la consistere nel fatto che la religione cattolica sia trascendente e tutta rivolta alla salute etema; mo uno :eli9ione non trascendente non è una reli9ione, e la religione cattolica è la sola religione vero per lo considero- • :ione trascendente della divinittl e la non confusione del cielo con la terra. La confu• sione invece della cosiddetta Immanenza, che è il nocciolo luterano della Jilosolia borghese, non è altro che lo sviluppo di un concetto ebreo, entrato a guidare la cosiddetta cullura e a formare la cosiddetta civilttl contemporanea, che i francesi pili. propriamente chiamano dvUiuazione, e che nessun uomo di sangue italiano dovrò: d'ora in avanti chiamare civilttl. Questa questio, ne della ldenllttl dello lilosofia moderne col cassidismo del Talmud è alata trottata In queala rivista. e il nostro lettore bisogna che ci pensi. E ae vuol rendersi conlo dell'ascesi cattolica e del cattolico tenere I piedi bene in terra, leg9a le letlere .11 quel guerriero, che fu Son Girolamo, e vada o vedere quel simbolo della sapienza delb Chies.a, qual'è la scuola d'Atene, dipinta da Rallaello, alle stanze del Vaticano, con Platone, che guruda fortemente Aristotile. e indica il cielo; con Ariatotile, che 9uord'J Pl.atons,, e col braccio, lo chiama a considerar. la lerra. Questa pittura 9li farà ccpire pili. di tutte le chiacchierette filosofiche e del ballo di San Vito dell'essere e diven• tare impotenti, che è il dunque del concetto di civilizzazione. Uno studente di Firenze. che ci chiede di non essere nominato, dopo aver aot1oacrit10 la sua lettera, e dichiarato di non amare gli anonimi, ci dice· Ho letto con piacere l'articolo Razza e Cattolicesimo per quanto riguarda la questione della scuola che in esso é accennata. Perchè, dnche tolti gli ebrei, una questione scolastica 3usaiste. Mi pare che 1da linal• menle l'oro di uscire dal glnepra:10 culturale per dare alla scuola un indirizzo ade• guaio a quelli che sono i caratteri spirituali dei giovani di razzo italiana. Lo scuola è oggi In uno condizione veromenle deplore• vole. Il liceo dassico è diventato, come fu detto, la scuola omnibus. Troppo superfì• ciale, per chi vuole lnleromente formarsi una cul!ur-:i classiOCI, nel latino e nel greco; su• perliciolissimo in liloaofia: assediato da un nucleo di materio pili. o meno importanti, che vivono a scapito delle maggiori. Ora, giacchè io credo che non si finirebbe pili. di discutere se l'impostazione della scuo!a debba essere lilosolica o letteraria o mili• tare o altro, la queslione della ra:ua, è giun• to a buon punto. Ogni ramo scolastico pu6 esaere ordinato come uno sviluppa in un dato senso del razzismo; che è e deve essere ormai il fondamento di ogni attivittl in Italia. Ci6 unili• cherebbe In uno stesso scopo le varie ma· torie di una data scuola, caratterizzandola tra le altre e logicamente liberandola da quel minestrone (à la parola) di cultura generale che à diventato oggi la amora dell'intelligenza dei giovani.
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