RAGIO EVOLI SO O I POPOLI MORTI La ragione è debolissima e inalli\a, al 0011trario della natura. Laonde quei popoli e quei tempi nei quali prevale 1>iùo meno la ragione saranno stati e saranno sempre inattivi in pro• porzione della influenza di essa ragione. AI contrario dico della natura. Ed un popolo tulto ra• gionevole o filosofo non potrebbe sussis1c~ per mancanza di movimento e di chi ai prestasse agli ulftzi scambie,•oli e necessari alla vita. Ec. cc. E infatti osservale <1uegli uomini (che non sono rari oggidì) stanchi del mondo e disingannati per lunga e!perienz.a, e possiamo dire, rcn· duti perfettamente ragione\'oli. Non sono capaci d'impegnarsi in nessun'azione, e neanche desiderio. Simili al marchese D'Argcns di cui dice Federico nelle Lettere, che per pigrizia non u-rebbe ,-oluto pur respirare, se 8\'Csse potuto. La conseguenza deUa loro stanchezza, esperient.a, e cognizione delle COse è una perfetta indifferenz.a che li fa seguire il moto altrui senu muoversi eia se stessi, anche nelle cose che li riguardano. Laonde se queata indifferenza potesse diu~nir:! uni\ersale in un popolo, non esistendovi moto altrui, non vi sarebbe movimento di n~una rorta. Dicasi quel che si vuole. 'on si può CS$er grandi se non pensando e operando contro ragione, e in quanto si pensa e opera contro ragione, e u·endo la forza di ,rincere la propria riflessione, o di lasciarla supzrare dall'entusia• smo, che sempre e in qualunqu~ ca.so lro\•a in essa un ostacolo, e un nC.mico mortale, e una virtù cstinguitrice, e raffreddatrice.
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