pa.~to. Oui ei è già a quello del cambiamento di dirt:zione. In questo cuo la nuo\'a direzione è l'imbruttimento. Con una unanimità che ttrto ,•itnc da un'intesa. la letteratura e la pillu· u.. delle d'avanguardi.ii. deridono. deformano. deprimono in tulli i modi la famiglia. Cli espreuionisti d>rci e non ebrei del Crup1>0di No\•crnbrc a Monaco; 1 .urrealisti ebrei e non cbrri di ~rte gallerie italiane. l'hanno scntprc rano. Penino nel concorso tcnulosi nel 1936 a S. Hemo, 1>erun afhc,eo eulla M11ternitàqualcuno o.sò, nel Jlarticolare e nel boactto, mostrare sotto il pretesto della ricerca plastica. qunta tendenza denigratoria. Non poteva evidentemente sottrani alla dircuiva, intcm:uionalislica cd cbruica. del suo gruppo. Enu•amo dunque a questo punto: non solo l'arte tlacata dalla nsi.ione, non solo staccata dalla 1ocie• là: ma o-rmlli a1>e.rta.mentecontro di entrambe mirando a col· pirlc nella ramiglia che è la bue. Non è c'rcdibile fino qual punto l'internu:ionale dell'arte, diffuu. in molti paesi, è stata eo5lante in quesla sua azione. La sposa. la madre, il bambino sono Ira i sogetti più frequenti di pittori e acultori ebrei. L'd>reo polacco Epstein si è reso celebre recentemente èolla sua e (;(:nesi >: una statua deJl'età neolitica, dCll.Ìnata a rendere schifoso e mostruoso il concetto ch'CSY ,~orrcbbe illustrare. E ancora all'uhima Biennale di Ve· nezia, ove egli esponeva in uno dei padiglioni slranicri, dntavano ribrcuo quelle lette e quelle mani di bambino, pres.en• tate quasi come i frammenti d'un feto. Erano visibiJi a Monaco, l'anno scorso, nella Mottra dell'arte degenerala, le orribili sia· tuettc in legno di Horcr, lo sposo e b. sposa. oppure soltanto pillure intitolate e la sposa> ed altre intitolate e la famiglia >, di Metdner, di feininger, di Pucin, di Adler, di Kitling, tulli ebrei e fondatori dell'Espres.sioni.smo, e di altri ariani al loro 12 tM:n·izio. Nolde, Heekel, Tappert. Klein. Pechstein, Schmidt Houluff, Marcks, Melzer, Kampnumn, Hohlfs ... J-lofer, tutti ebraiua1i. In Italia, dietro l'esempio dell'ebreo Cagli. una delle cui specialità era di dipingere in modo schifO!IOi bambini (e il bambino con l'oca >, e la bambina rachitica •· ccc.. ecc,}. pa• rccehi altri, 1mrtro1>1>0gio\•ani, h.!nno cominciato a M."guirele tue orme. Non c'è dubbio dunque, che per queslo come pu altri soggetti, l'arte internazionale ebraica, ~e una sua detcnninata politica. Li Lralta nel modo più confacente ad una azione-. che, ben )ungi dall'esse.re arli.s-tica., è prima di lutto sociale. PoMiamo continuare ad ignorarlo? Possiamo 1asciare che prosegua la sua opera solo perchè ci viene agitnla dinanzi come uno spec· chicuo, la parola e moderno»? E non hHla credere che sia tolto il male rimovendo dalle posizioni più in vi.sta acuni artisti ebrei. La loro arte (se è lecito u.!-lre qué$1a parola) continua anche :renza di loro; attraverso l'opera dei loro seguaci. Oltre che a quelli, bisog,11, dunque 1>or,mente al perdurare della loro influenza. Ma prima di tutto importa quello che 6nora 8.56ai poco s'è fai• to: pensare agli arti.sii italiani. Liberarli da questa mortirera in· tcrnaz.ionalc. Penueuere che i migliori di loro, i quali anche in questo disordine hanno conlinu:110 la loro tradizione. la l.J'a. smetlano ad altri. Anche su questo soggetto della maternità vi sono già, per loro merito, OJtcre insigni: per esempio di Soffici, di Trifoglio, e di due giovani, Margheri e Ti10, rh•clatiti al concorso di S. Remo. C'è sempre una ,·i,·a lradiUone italiana; ma confusa, ma nucosta dal so,·erc.hianle intemazio· nali.smo. Bi,ogna liberarla. Qucsla senza duhbio è la cosa più urgente da fare. GIUSEPPE PENSABENE
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