La Difesa della Razza - anno II - n. 4 - 20 dicembre 1938

~ e, ~ LAMADRENELL'ARTE Urio degli as1>et1i più caratteristici del disordine artistico al <1uale11~is1iamo è senza dubbio questo. Si è detto da quaranta anni, e parecchi ancora purtroppo ripetono (con un vigore che sembra crescere ad ogni nuova pubblicazione crociana) che l'arte è solo fine a se stessa; e che derivando dalla assoluta particolarità dell'individuo, può !!cegliere i suoi soggetti all'infuori di qualsiasi vincolo sociale e morale. Sì che patria, costume, decenza, valori che nascono tulti da'lla vita collettiva, e persino il mestiere. che si forma solo quando molti lavorano nello si.esso modo, siano indifferenti all'ar1e. Ciò ha portato, come si sa. alla disgre· gv:ione. Mancando la base nel po1>olo. la forza è venuta meno. L'internazionaiismo e l'immoralìsmo sono ,·elleità. non condizioni nelle quali l'arte può esistere. Intanto. questa disgregazione ha avuto il suo scopo. Ha prodotto l'inlerrompe~i della nostra 1radizìone. Cosa che ha reso il lavoro facile :t forze questa volta 11oi1 più libertarie. non più disorientalrici, ma al contrario ferreamente organizzate e orientate: le quali con una coerem:o e con una inesorabilità, divenute in questi ultimi tempi tira11nid1e, vogìiono as.sogget• lare ,anche questo campo a fini che non sono certo quelli della nazione. Il periodo dell'arte per l"arte è stato da esse ohrepassato: è sen•ito a togliere momentaneamente la direzione; ma sofo per rendere possibile .a quelle forze, di capovolgerla. Una voha raggiunto lo sco· po, guai ora a chi dcvìa, gulli a chi osa parlare di libertà. Mentre la maggioranza degli sciocchi ripete la formulella crociana, chi guarda obienivamente, sa che a tanti nostri artisti è spesso accanitamen· te contrastato dai critici il J)iÙ sacro diritto, quello di operare da italiani; che il consen•arlo costa loro s1>esso la oscurità; che il proclamarlo, come s'è visto in questi giorni, s'è fatto solo a prezzo di ,·itu· perii, e di una confusione d1e ha comp'.elamenle falsato il discol":!lo. Dunque non dovrebbe esser lecito di parlare d'arte i1ali:ma; chi lo fa dovrebbe correre pericolo d'essere preso per pas· sa.lista. E non dovrebbe essere lecito néppure di richiedere che l'arte sia legala ai tempi: cioè si ispiri alb "ita che oggi veramente si vive. Oggi si è ris,,eglialo nel A.ndr•a Mant•9Pa: Ritorno da Roma del Car• dina!• Fra.oc .. eo Go.'naga (Manto•a • R•99ia d•i Gon1.a9a}. popolo il senso della famiglia: secondo que::>li critici ciò non do,•rebbe interessare l'arte. Non ne dovrebbe di,,cnire un soggetto, non una delle più sentite, e profonde, e perenni fonti d'ispirazione. O, se J>er caso, un tal soggetto capituse davanti a un pittore, non dovrebbe essere ahro per lui che l'occasione di un'astratta rioen:a di forme e di colori. Guai a comportarsi a'ltrimenti; a sentirlo nella sua \'Crità, nella sua umanità. Farcb• be, come dicono, della retorica. Ma c'è di più. Questa astratta ricerca di forme e di colori è ancora lo stadio dell'arte per l'arte: stadio. come s'è ,•isto, oltre-

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