La Difesa della Razza - anno II - n. 4 - 20 dicembre 1938

SCIENZil•DOCUUENT1Z l'W) Il.~' I • SPEIJ17.. IN \UD. POSTA( .•, • 20 01(:EMB!IE XVII POLEUIC! e OUESTIONAR

ECCO LA SEDEDELLA "DIFESA DELLA RAZZA" PIAZZA COLONNA - PORTICI DI VEIO ROMA (TELEFONI: 637 37 - 62880) Tutta la corrispondenza va inviata a questo indirizzo. Prossimamente sarà aperta una sala per il pubblico, dove ognuno potrà avere in lettura non soltanto la rivista, ma anche i migliori e più rari libri italiani e stranieri sul razzismo e sull'ebraismo ANNOII N. < SOMMARIO 20 DICEMBRIXVII MATERNITÀ GUIDO LANDBA: DIFENDIAMO NELLA MATERNITA' LE QUAUTA' DEU.A RAZZA; GIUSEPPE PENSABENE: LA MADRE NELL'ARTE; DOMENICO PAOLELLA: MADRI SULLO SCHERMO: CARLO BARDU%ZI:MADRI E FANCIULU NELL'U.R.S.S. INFANZIA NAZZARENO PADELLAIO: e:FAMIUTIS >: MARIO DE' BAGNI: DA NEONATO A CITTADINO; MASSIMO LEIJ: IL POPOLO E LA SCUOLA CLASSICA; FAUSTO TOMASSINl: LA RICERCA DEllA MATERNITA'. FAMIGLIA ROBERTO BARTOLOZZI: LA FAMIGUA PRESIDIO DELLA ROMANITA': GIORGIO IEBNVCCI: CULTO DELL'INFAr:- ZlA IN ROMA ANTICA; LIMO IUSINCO: SALUTE DELLA FAMIGLIA, FORZA DELLA RAZZA; FRANCESCO SCABOAONl: DECADENZA DELLA FAMIGLIA IN FRANGI.\ PENSIERI DI LEOPARDI: RAGIONEVOLI SONO I POPOLI MORTI QUESTIONARIO: RAZZA E CATTOLICESIMO; A. A.: NOMI ;TALIANIAl BIMBIITALIANI. I MANOSCRITTI ANCHE SE NON PUBBLICA:rl NON SI RESTITUISCONO

LAMEDICINA PREVENTIVA E L'ISTITUTO NAZIONALE DELLEASSICURAZIONI '-eurate la vostra salute quando è . t '" 1n egra• I CENTRISANITARIDELL'ISTITUTONAZIONALE DELLEASSICURAZIONI, DOTATIDEIMEZZIDIRICERCAPIUPROGREDITI CHE LASCIENZAOFFRE, SONO POSTIA DISPOSIZIONE GRAZIOSA DI TUTTI GLI ASSICURATI

4 L'imponente lorre del gr•nde elbergo "Duchi d'Aoste" t[]Rl]EJD• ][1rt0>][1r1']L][1'Nt0> SOCIETA ANONIMA - CAPITALE L. 500.000.000 · RISERVI L. 111.659.733,35 SEDE SOCl/\1,F., G-ENOV J\. · oun:zmNE CENTH/\1,E, MILA.NO nLJAU IN ITALJA: Abblal•9ra.uo - Adr•al• - Acqul • AlaMio • Alben9a • Albinale • A.leuaodria - Ancona • Aquila • Areno • A.ti - Bari - Barletta • Bedoola • Jervamo - Biella - Bol091ui · Bolaaneto (Geno,-a) • Bollano • Bo.a - BreKia • Bri.nduii • Busto Ani.do - Ca9lia:ri • Ccunoo-li• Ca.ntili • Ca.rra,a • Co1t0le Moofe1T0to • CoMrta • Couano Magna90 • Castono Pri.mo • Costellamare di Stabia • Colonia • Cotan10To - CeHoa • ChJa..ari • Chieti • CintancdUa - C099ida • Como • Coml91iaoo (Genowa) - Couato • Cremona • Cu99iono - Cuneo • DomodoMOla - Fae n•a • Fa9nano Olona • Fenora • Fideiu:a - FirenH • Fiume • Fo99ia • Forll • Frattama99iore • Gollorole' • Genowa • l9le•ias • 1mP4'ria • Lonuni • Lo SP4'•ia - Lecce • Lecco • Legncnio • Lenfuli • Uwomo • Lodi • Lonote PO'lsolo • Lucco - Lu90 • Lumeuone - Mapa90 - M.da • MMRDG • MHtr• (Veneda) • Milano • Modena • Mola di Bari • MoUeua · Monopoli • MolUa • Mortara. • Napoli . Nerri (G.no•a) - Nocera lnferlo,. • No•ara • No'1 Ligure • Orletano • 0.P41daletti • Padowa • Palermo - Parma - P-.cara: - Piacen1a - Pietra1t0nla • Pinerolo • Pwo - Pietola - Pontededmo (Genowa) • Prato • Rimini - Ripo1lo • Riwarolo (Geno•a) - Roma • Ro•l90 - Samarate - Sampierdareoa (Geno•a) • S. Glowanni a Teduccio (Napoli) • Sanremo • San S•••ro • S. Maria Capua V•l•r• • Soroono • Sa.nona • SCIMcrri• So•ona • Scbio • S.condi9liano (Napoli) • Sere,gno • Sello S. Giovanni - S.etri Lewcmte - S-trl Pon.ate (Geno•a) • Somma Lom.bordo • SquUUono • Tmanto • Tun.i • Tori.no • Tone Ai:u!,unsiata • Torre del Gr•co • Tr•ruo • TreYieo - TriHte • Udine • Vai•N • VenHio - Ventimi91ia • Ver celli • Verona - Viarev9io • Vic•n,o • Vi9e•ano • V09hera • Volterra - Voltrl (Geno•a). ESTERO: Sed• o Londra • UHido di RapprHentan,a a New Yo,k. IJ/\NCIIE /\••••11..11\TF. F. COIIHISPONDENTI IN TUTTO Il, MONDO

L! DIFDEE~l!l! I ANNO Il • NUMERO 4 20 DICEMBRE 1938-XVII l'..SCt: IL $ t! IL 20 01 òt;NI Mll!it! UN NUMl!KO !U:l'AMATO Llllt: I A880N,UH:NTO ANNUO LIMt: 20 ,1.lf.BONAMPNTt) S"-"~..&TMALE • 12 EST'1MO Il. OOl't'IO Direuo.-e: TELESIO INTERLA DI Con1iuto di redazione: 11ror. do11. GUIDO LANDRA prof. dott. LI DIO CIPRIANI • do 11. LEONE nt.ANZl • dou. MAUCELLO RICCI. dott. LINO BUSINCO Segretario di rc11uionc, GIORGIO ALMIRANTE SCIENZi\•DOCUMENTAZION POLEMICOAU• ESTIONARIO "~iele voi che rnppresenlale In razrn nel suo slgniflrnlo più profondo ed lmmulablle. \loi non fale i" mah-imonl misti; I voslrl amori non escono dalla cerchia del villaggio o luUo al phl della provincia" (MUSSOLINI· Al BONIFICATORI. 26 OTTOBRE Xlii)

Dif endianio nella m lequalit<idella razza -~ t quanto non 11010 \er-60 il cep1>0ebraico è rivolto mn ,•euo tutte le razze 11011 tuiane indipt:ndentemenle dai loro ,•alori r•zziali. Difendendo difa1ti la pureu.a della nostra razza uoi difendiamo per i secoli che \'erranno le qunlitÌl prOJ>rie di essa. Presenandola dati' imb.utardimento ~ i:oi difendiamo la fotura pianticella nel &e.me Slcs.&oe come un gio.rdiniere facciamo opera di s.piente selezione impc• dcndo a.I fiore che era bianco di mulare il suo colore in ro"o e ,,icever:1,a cerchiamo di e;,altarne sempre più le c1uali1à che riconosciamo a lui solo pro11ric. E poichè il paragone dei colori dei fiori potrebbe f:u sembrnre che noi ci rifcritsi. mo soltanto a dei caratteri Cdlerni proµri del soma. noi aggiungiamo che saha- ~uardando la purezza dei corpi fu·oriamo anche la purezza degli animi, e, impedendo l'eredilani di caratteri 1ipolo• gici estranei alla nostra razza impediamo anche l'credi1arsi di qualilii psicolo• f:ichc che non sono nostre. J\.. lutti i numerosi prov\edimenti adot• IJ.li dal Regime per la dife:ia della ma• dre e del fanciullo viene oggi ad ag• giungersi quello che vieta i malrimoni tra ariani e non ariani che tale questione aia pure indircllatnente coin\ olge. Questo prov\·edimento ìn e!reui viene a tutelare le future generazioni prima ancora che siano concepite. In ~tanza è 810.to istiluito una apecie di certificato di pureu.a razziale per coloro che d'ora innanz.i ,·orranno unirsi in matrimonio con uomini o donne di rana italiana. In tal modo la ra:u:a viene difeea in ma• niera radicale da tulle le cause di dege• neraz.ionc biologica, politica e 11>iri1uale che derivano dal meticciato. Difendendo nel germe la noslra ruta noi manterremo nei secoli la nostra~ purT:zza e quindi sa.l\·crcmo quei tesori iusiti in noi stessi, che hanno nuto le loro manifeitaiioni palpabili nelle opere che l'Italia ha proiettato nel mondo. So1to qumo updto il r■u:ismo ~i dh~r'$i• fica. profond1unente dai ,•cechi mo\ imen• ti a caratlcre puramente anlÌ"-emilR, in 6 1~ lt,afe dalla.~ ""'1klt ;,._4~~

. ' ternita In questa m.:micra noi difendiamo la nostra razza dai fattori esterni di degeuera:tione. E' però necessario soffermarci un momento sui fattori di dcg-enerazione inlrarazziali. Un vecchio detto afferma: e Ceuitori sani - [igli sani; genitori ammalati figli ammalati :t. Questa affermazione. considerata in generale, contiene una grandjssima verilà. L'esperienza comune mostra come gli alcoolizzati appartengono per lo più a ramiglie di alcoolizzati, come pure molti ammalati di mente, ap• partengono a famiglie di ammalati di mente. Questi esempi potrebbero mohiplìcari;i e purchè uno di noi si soffermi un poco su questi problemi potrà ritrovare nella sua memoria i casi di malattie o di difetti ereditari. Davanti allo speuacolo pietoso di fa. miglie nelle quali l'epilessia si tramanda da seeoli, 1alora più manifesla in una generazione e meno in un'ahra, di famiglie di pazzi, di famiglie di delinquenti. ognuno di noi resta dolorosamenle tur• bato, e pensa alla fatalità delle leggi ereditarie e alla tragedia che incombe e intacca la rana non dall'esterno come è quella del meticciato ma dall'interno stesso di essa. Se noi consideriamo attentamente i principali fattori di decadenza razziale diffusi in Europa, indipendentemente dall'imbas1ardimento, noi possiamo ridurli a quattro principali che sono l'abbandono delle campagne, la vita nelle grandi città, fa denatalità, e le malattie ereditarie. Contro i tre 1>rimi fattori il Regime da lungo tempo combatte stre• nuamente. Si può anzi dire che il razzismo fascista abbia proprio il suo inizio in quest'azione di difesa generale della razza italiana, azione dì difesa generale che è staia seguita con attenzione e con ammirazione dal mondo intero. E' utile però richiamare l'attenzione dei nostri lettori sull'ultimo fattore di degenerazione di una razza, che è ap• punto rappresentato dalle malattie eredilarie, E' necessario ancora riaffermare il concetto che soltanto una razta. intimamente sana potrà ~re sicura del suo .1\'venire. Questo conceuo ha valore uni• versale e pere-nne perchè corrisponde ad una legge generale della natura. In natura non c'è possibili1à di vita ~tile per il debole, per" il degeneralo, per chi non può lottare per difendere se !les!o e la !HOprìa s1>ecie; apvena un , -~DAl,C)HOMO o U ..ONNl llASMlTIONO ll .•UU.111( 0Alt0NtSM0 t MAL,URHTANOO A,,ARENHM[Nl( SAN( A lCGATA Al SESSO @ l'OtlATIICC A,,AlfNl(MlNI( SANA □ l'l.t.lfONK:O CIKA • vom '1Ù fR(OO(Nl( Cltl N[GU AlTtl '°'°'-~ COMC GIÀ D.t. '1000 ANNI SI CONOKC DAl TAIMUO OUAHOO ,t,OUNAOONN,t, K>N<>c.'1MOt11 1,.1-,1 lt.t.CAllO ,UO J,fON WUC OIICON, DUl P1GtJ ,t, C.t.USA DllU CltCONCISIONt CISOOUAH001nGUO<lUZl,t,/IUoTUNA, Il IUZ0 NOt,I l)(Vl U.$O( CIICONCIJ0 SONO MOln 00N) U, CIICONCISION( • l)(ftt),11( G•lCOOllZZATO olllf(ò!IIIMO GENITORI S A N I . BAMBINI S A N I GENITORI MALATI . BAMBINI MALATI

ramo incomincia a intrislire \'iene schiantalo, appena un animale 11011 può più lottare soe<:ombe. Delle miriadi di &emi che il vento diffonde lontano sol1.nnto quelli sani possono riprodursi. gli altri non germogliano ne1>pure o dànno una pianticella che non potrà \'ivere a lungo. In tal modo brutalmente la natura pro,•,·ede. senza pietà alcuna per i singoli individui, a che le specie e le raz-Le restino sempre uguali a se stesse non !olo ma nella verpelua lotta per una vita migliore possano migliorare. La nostra morale ed i nostri sentimenti ci impediscono di trarre da questo ese:m• 1>iodelle conseguenze irragione,,oli; nella r.oslra società ci,·ile noi abbiamo il do- \·ere di tutelate onorevolmente chi è debole e chi soffre e non è certo l'Italia il paese in cui 110n si ailitino con ogni mezzo coloro che per la uzza co.;titui· scono più un peso che una forza. 1on è 1>erò senza ragione che dobbi11.- mo tro"are nelle nostre be:le e sane tra• dizioni la soluzione di questo problema della degenerazione intrarazziale. Poichè l:t soluzione è noia ai nostri Corli abita• lori delle campagne, i quali ben conoscono come dalla sanità del coniuge di· pende la sorte stessa della famiglia. 'elle 11ostre camparne il matrimonio non è questione di co1wenienza o di capriccio; è essen· zialmente un do\'ere. A questo riguardo bisogna' ri• cordare come l'an tica !!apicnz3 dei no!'tri rurali fa si che essi prìma di decidersi alle noz· ze indagano nella famiglia della .futura sposa e vwe• \·en;a questa nella famiglia dello sposo, risalendO a ritroso nel corso delle generazioni. E poichè nei paesi si conosce tulio !!i riesce anche a sa· pere se nella famiglia della futura com1>agna esistono delle tare ere<liiurie, rapj)resentate da pazzi. da idioti. da !!Ordomtali. ecc. e allora, a meno che la sfreuata pa.ssionc o il malinteso interesse non prendano il rn1Ha,·,·ento il matrimonio non av,•ienf': afhno. Ntllc città questo procedere così semplice e antico è completamente dimenticato e µer ignoranza o leggerezza il numero dei tarati eredilariamente si dìffonde ogni giorno di più. Questo - come ripeto - i contrario alle nostre tradizioni italiane e ai nostri sentimenti. Perchè è una cosa molto differente avere pietà per una persona che è naia disgraziata ed un'ahra tollerare la leggerezza di chi mette al mondo dei po,•eri ìnfelici. Del reslo la Chiesa Cauolica &tessa - come faceva notare poco tem1>0 ra l'Q5. serrntore Roma.rio - nella sua luminosa chktro\·eggenza ha sempre sconsigliato quei matrimoni dai quali pos!lll risullare una disa:ndenza minorata. Da quanlo ho esposto risulta chiaro come l'azione per la difesa della razza cìcbha 11ecessariamente essere intesa non ~olo come difesa clell:1 purezza del no• slro palrimonio biologico e spiri1uale ma anche tome difesa della sanilà di questo patrimonio. Un ben inteso orgoglio di razza de,•e comprendere anche la coscienza del gra• vi~imo tra tutti i do,·eri di mantenere sano se stesso e sana la propria discen• denia, Colui. che sapendolo, perpelua delle lare ereditarie compie un delitto ahrettanto grave di chi mette al mondo dei bastardi. E' da tale coscienza che dipende la ,·itloria della campagna rai_ziale in <ruesto importantissimo settore. E' necessario quindi che un'adeguata propaganda se· gnali a tutti gli Italiani i pericoli cost11ui1i dalle ta:e ereditarie, GUIDO LANDRA

Gioite, ma aolleciti nuo'ri rampolli dateci: non de' senza progenie si antico nome spegnersi, ma rinnovarsi ognora. Picciol Torquato voglio che di sua madre in braccio sorrida al padre e tendogli le sue manine tenere con la boccuccia schiusa. Somigli al padre; estranei che pur ncm lo conoec::ono in lui ravvisin Manlio, e spiri pudicizia materna il suo bel viso. Parecchi sono i gradi della società umana. Prescin• dendo da quello delrumonità nel suo complesso, ci tocca più da vicino la società costituito dogli individui della medesima stirpe, nozione, lingua: nessi che assai strettamente congiungono gli uomini tra loro. Ancora più intimamente li vincola l'appartenenza alla medesima città; infatti, i cittadini hanno molte cose comuni fra loro: il foro. i templi, i portici, le vie, le leggi, i diritti, 1 tribunali, le votazioni, inoltre le relazioni d'amicizia, gli interessi e i molti rapporti reciproci d'affari e di com• merci. Ma ancora più intimo è il vincolo della parentela; esse infatti dall'immensa associazione del genere umano si restringe in un camp:, limitato e circoscritto. Poi• chè essendo comune per natura a tutti gli esseri ani• mali l'istinto della procreazione. la società è costituita CJ!lzitutto dallo stesso matrimonio. Giunone che allatta Ercole • MuHo Vaticano. CICERONE • Dt OtffcU■ 9

Donna e bambino a banchetto (rilie-...o del U HC, dopo CNlo) • Gi,:ie•ra. Mn•eo di Storia dell'Arte (opera esposta alta Mostra Au9u1tea della Romanitt4), ~ I I), il, ,C(.UUO, .b1J,a, ~~ Dormi, benigne Jesu, in dulci somno, Dormi, dilecte puer. iam dormi. dormi. Dormi, pro te dulcis Maria stat vigilans. Et Sclvatorem natum in Te adorat. Te solum lacrimans unda suspirat, Dormi, non ventus, iam aura spirat. Dormi. dilecie puer ... sed iam quiescit: Cessate nune cessate Et aolum natum Deum adorate. Rilie-...o dedicato alle nutrici Auguste (11-IU.. c. dopo Crislo) - Moribor-Museo • (Opera espo11a allo Mostra Augustea della 'Romanità), Per madre di famiglia dobbiamo intendere colei che visse sempre onestamente. Poichè è dai costumi che si distingue tra le altre donne la madre di famiglia. Non imi:x,rta quindi ch'ella sia maritata o vedova, o nata do gente libero o da gente servile: non sono le nozze o i natali che fanno le madri di famiglia, sibbene i buoni costumi. lllLPIANO . Dlg) .. Un tempo, il hglio nato da casta sposo non si eduoova nello stanza della nutrice mercenaria, ma nel grembo e nel seno della madre cui tornava a principalissima lode tutta dedicarsi ai figliuoli. Severità di costumi e disciplina queste, le quali si ripromettevano che la natura d'ognuno, integra e pura d'ogni vizio, con tutta l'animo si volgesse alle cose buone ed onesl2. !TACITO · Dl•I.)

~ e, ~ LAMADRENELL'ARTE Urio degli as1>et1i più caratteristici del disordine artistico al <1uale11~is1iamo è senza dubbio questo. Si è detto da quaranta anni, e parecchi ancora purtroppo ripetono (con un vigore che sembra crescere ad ogni nuova pubblicazione crociana) che l'arte è solo fine a se stessa; e che derivando dalla assoluta particolarità dell'individuo, può !!cegliere i suoi soggetti all'infuori di qualsiasi vincolo sociale e morale. Sì che patria, costume, decenza, valori che nascono tulti da'lla vita collettiva, e persino il mestiere. che si forma solo quando molti lavorano nello si.esso modo, siano indifferenti all'ar1e. Ciò ha portato, come si sa. alla disgre· gv:ione. Mancando la base nel po1>olo. la forza è venuta meno. L'internazionaiismo e l'immoralìsmo sono ,·elleità. non condizioni nelle quali l'arte può esistere. Intanto. questa disgregazione ha avuto il suo scopo. Ha prodotto l'inlerrompe~i della nostra 1radizìone. Cosa che ha reso il lavoro facile :t forze questa volta 11oi1 più libertarie. non più disorientalrici, ma al contrario ferreamente organizzate e orientate: le quali con una coerem:o e con una inesorabilità, divenute in questi ultimi tempi tira11nid1e, vogìiono as.sogget• lare ,anche questo campo a fini che non sono certo quelli della nazione. Il periodo dell'arte per l"arte è stato da esse ohrepassato: è sen•ito a togliere momentaneamente la direzione; ma sofo per rendere possibile .a quelle forze, di capovolgerla. Una voha raggiunto lo sco· po, guai ora a chi dcvìa, gulli a chi osa parlare di libertà. Mentre la maggioranza degli sciocchi ripete la formulella crociana, chi guarda obienivamente, sa che a tanti nostri artisti è spesso accanitamen· te contrastato dai critici il J)iÙ sacro diritto, quello di operare da italiani; che il consen•arlo costa loro s1>esso la oscurità; che il proclamarlo, come s'è visto in questi giorni, s'è fatto solo a prezzo di ,·itu· perii, e di una confusione d1e ha comp'.elamenle falsato il discol":!lo. Dunque non dovrebbe esser lecito di parlare d'arte i1ali:ma; chi lo fa dovrebbe correre pericolo d'essere preso per pas· sa.lista. E non dovrebbe essere lecito néppure di richiedere che l'arte sia legala ai tempi: cioè si ispiri alb "ita che oggi veramente si vive. Oggi si è ris,,eglialo nel A.ndr•a Mant•9Pa: Ritorno da Roma del Car• dina!• Fra.oc .. eo Go.'naga (Manto•a • R•99ia d•i Gon1.a9a}. popolo il senso della famiglia: secondo que::>li critici ciò non do,•rebbe interessare l'arte. Non ne dovrebbe di,,cnire un soggetto, non una delle più sentite, e profonde, e perenni fonti d'ispirazione. O, se J>er caso, un tal soggetto capituse davanti a un pittore, non dovrebbe essere ahro per lui che l'occasione di un'astratta rioen:a di forme e di colori. Guai a comportarsi a'ltrimenti; a sentirlo nella sua \'Crità, nella sua umanità. Farcb• be, come dicono, della retorica. Ma c'è di più. Questa astratta ricerca di forme e di colori è ancora lo stadio dell'arte per l'arte: stadio. come s'è ,•isto, oltre-

pa.~to. Oui ei è già a quello del cambiamento di dirt:zione. In questo cuo la nuo\'a direzione è l'imbruttimento. Con una unanimità che ttrto ,•itnc da un'intesa. la letteratura e la pillu· u.. delle d'avanguardi.ii. deridono. deformano. deprimono in tulli i modi la famiglia. Cli espreuionisti d>rci e non ebrei del Crup1>0di No\•crnbrc a Monaco; 1 .urrealisti ebrei e non cbrri di ~rte gallerie italiane. l'hanno scntprc rano. Penino nel concorso tcnulosi nel 1936 a S. Hemo, 1>erun afhc,eo eulla M11ternitàqualcuno o.sò, nel Jlarticolare e nel boactto, mostrare sotto il pretesto della ricerca plastica. qunta tendenza denigratoria. Non poteva evidentemente sottrani alla dircuiva, intcm:uionalislica cd cbruica. del suo gruppo. Enu•amo dunque a questo punto: non solo l'arte tlacata dalla nsi.ione, non solo staccata dalla 1ocie• là: ma o-rmlli a1>e.rta.mentecontro di entrambe mirando a col· pirlc nella ramiglia che è la bue. Non è c'rcdibile fino qual punto l'internu:ionale dell'arte, diffuu. in molti paesi, è stata eo5lante in quesla sua azione. La sposa. la madre, il bambino sono Ira i sogetti più frequenti di pittori e acultori ebrei. L'd>reo polacco Epstein si è reso celebre recentemente èolla sua e (;(:nesi >: una statua deJl'età neolitica, dCll.Ìnata a rendere schifoso e mostruoso il concetto ch'CSY ,~orrcbbe illustrare. E ancora all'uhima Biennale di Ve· nezia, ove egli esponeva in uno dei padiglioni slranicri, dntavano ribrcuo quelle lette e quelle mani di bambino, pres.en• tate quasi come i frammenti d'un feto. Erano visibiJi a Monaco, l'anno scorso, nella Mottra dell'arte degenerala, le orribili sia· tuettc in legno di Horcr, lo sposo e b. sposa. oppure soltanto pillure intitolate e la sposa> ed altre intitolate e la famiglia >, di Metdner, di feininger, di Pucin, di Adler, di Kitling, tulli ebrei e fondatori dell'Espres.sioni.smo, e di altri ariani al loro 12 tM:n·izio. Nolde, Heekel, Tappert. Klein. Pechstein, Schmidt Houluff, Marcks, Melzer, Kampnumn, Hohlfs ... J-lofer, tutti ebraiua1i. In Italia, dietro l'esempio dell'ebreo Cagli. una delle cui specialità era di dipingere in modo schifO!IOi bambini (e il bambino con l'oca >, e la bambina rachitica •· ccc.. ecc,}. pa• rccehi altri, 1mrtro1>1>0gio\•ani, h.!nno cominciato a M."guirele tue orme. Non c'è dubbio dunque, che per queslo come pu altri soggetti, l'arte internazionale ebraica, ~e una sua detcnninata politica. Li Lralta nel modo più confacente ad una azione-. che, ben )ungi dall'esse.re arli.s-tica., è prima di lutto sociale. PoMiamo continuare ad ignorarlo? Possiamo 1asciare che prosegua la sua opera solo perchè ci viene agitnla dinanzi come uno spec· chicuo, la parola e moderno»? E non hHla credere che sia tolto il male rimovendo dalle posizioni più in vi.sta acuni artisti ebrei. La loro arte (se è lecito u.!-lre qué$1a parola) continua anche :renza di loro; attraverso l'opera dei loro seguaci. Oltre che a quelli, bisog,11, dunque 1>or,mente al perdurare della loro influenza. Ma prima di tutto importa quello che 6nora 8.56ai poco s'è fai• to: pensare agli arti.sii italiani. Liberarli da questa mortirera in· tcrnaz.ionalc. Penueuere che i migliori di loro, i quali anche in questo disordine hanno conlinu:110 la loro tradizione. la l.J'a. smetlano ad altri. Anche su questo soggetto della maternità vi sono già, per loro merito, OJtcre insigni: per esempio di Soffici, di Trifoglio, e di due giovani, Margheri e Ti10, rh•clatiti al concorso di S. Remo. C'è sempre una ,·i,·a lradiUone italiana; ma confusa, ma nucosta dal so,·erc.hianle intemazio· nali.smo. Bi,ogna liberarla. Qucsla senza duhbio è la cosa più urgente da fare. GIUSEPPE PENSABENE

...-. ta ~ ct.:at 'IOfK0,\8, & ct.ota,, • ~~ a, ~ te, ~ CWCM&, CM-~it(ujl,i,o.e~e,-o-'~ IWe+uto. piAÀ, fU lui, clwi fU O,& e.Ma, ~ clwl ~ Uffa ~ «-ta ... Franceaci> di Gio19io: L<i Madonoa col Ji91io (Siena • Accademia di Belle Arti) . • D.. id♦rio da Settignano: La Madonno <:0I bambino (Torino . Accademia di Belle Arti), La madre si rinchiuse nella :mera. e piagnendo con grande lamento diceva; figliuola mia dolce Eugenio, dove se' tu, che io non li trovo, com'io .soleva, in camero? Chi cosi diaavvenluralamente t'ha tolta alla tua madre tapina? Che nuova generazione di perdilo è questa? Dove al mondo se' naacoMJ. e nulla mente lo puote imaginare e comprendere? Se mi t'avessero tolta, figliuola mia, i feroci barbari e i crudeli saracini, molto meno trista sarei; imperoechà la tua risplen• dente laccia e chiara persona e la tua sapienza t'avrebbe fallo onore Ira principi e nobili baroni, e sareali stata glortlieata e magnllicata da 09ni gronde signore. E se fossi staia menata nel capo del mondo, nulla impouibile m'averebbé tenuta, ch'io non ti tossi venuta a vedere; nè fatico veruna cl sarebbe di ricomperarti tanto oro, quanto tu pesaui. Se tu Ioni morta nelle braccia mie, molto plò contenta sarei; e imbalaimando il tuo vergine corpo. serbata farei per mia COn$010%iOne; e qua.si come dormissi t'arei contemplando vedula. Ma ora, figliuola mia, niuna conaola:r.ione ha la trista madre tua. Guardo per tutto Il pala9io, e non ti veggio; nel quale, figliuola mia, vestila di gloriose porpore, e coronala di oorona splendidissima. per le molte e lucenti pietre pre-, 1:i0111reisplende'fi, come atelia nel cielo; e ora agnl ooaa ml pare oscurata. Perchè da noi ti se· partita, stella diana? Ma vie più a.curala è l'anima inia; della quale per la letiz:la ch'io per te ricevea, era quasi mez:za la "fila mia. Quando io entro, e veggio le gioje tue, sempre mi si rinnuova il dolore, e piango amaramente su te, diletta figliuola mia, e dico: Ecco la corona tua, Eu9enìa mia, la quale io soleva acconciare in sul tuo biondissimo capo, e tutta Alessandria !a«va allegre:r.z:a, quando ti mostravi ne' tuoi ornamenti; ora di le son vedova, e tutta la cittdi è contristata per la tua nuova e inaudita partenza. Quando io era triste e manin• conosa, e lo ti vedea, subito, come cocda la luce del sole le lenebre acure, cosi la tua lieta laccia cacciava da me 09ni nebbia di tristeua. (DOMENICO CAVAI.CA) (1270.IJU) Onde. sl come, nato, tosto lo figlio a la tetta de la madre s'apprende. cosL tosto come in esso alcuno lume -d'animo appare, si dff volgere a la correzione del padre. e lo padre lui ammaestrare. E guardisi che non li dea di aà essemplo ne r opera, che sia contrario a le parole de la correzione: chè natural• mente vedemo ciascuno tiglio più mirare a le vestige de li patemi piedi che a l' altre. IDAHTE • Convivio. IV. 2.la) 13

MADRI SULLO 'lrra i tanti lemi lrallati C i rrh.>tivi di cui uiiuf rui!l.Ce il cinemalografo, la maternità non è staia dimenticata. Anzi, si può affermare che il momenlo del pprto ha contribuito a dare al film in cui è stato introdotto un inomenlo di scarna solen· nità, un tono im1>ro\·visamenle più colorito. portan· dolo. qua:che volta, in un clima di poesia. Ciò dipende dal fatto che il parto ii risolto, al cinematografo, con mezzi indiretli, facen· do cioè vedere., al momento culminante. ahri quadri e narrando il parto per via ~iflc:Ma, annotando le rea1.ior:e. o'hrechè su:•Ja madre, su altre persone, o impo· stando paralleli sulla vite animale o sul paesaggio e creando intorno tolta un'atmosfera speeiale. E ognuno sa come la nar z1one indiretta sia uno degli aspetti più efficacemente caraueristici c!el linguaggio cinemalografìco, per· chè la \'isione della reazione o del parallelo, l'allusione, stimolano la fantasia a creare !"immagine non vista secondo il proprio stato emotivo, che risulta in ogni ca::.osureriore alrimma· A:inequale sari•bbe o potrehbe essere nella realtà. Torna alla mente, per esempio, il momento del parto nel film e La. buona terra> di Franklin, tratto dal romanzo di Pearl 8uck. L'urugano si scatena improvviso con la furia delle fon:e primitive indomate dag:i uomini, sparpaglia il grano sconvolgendo i covoni, strappa le messi, liquefa la terra tra• sformandola in mota molliccia e insidiosa. La donna, in ststo inleressante, aiuta fino all'estremo limite cklle forze il marito a caricare sul carro il grano che è possibile raccogliere, poi. esausta, sviene. L'uomo la porta a braccia. in casa, dove regna la calma, malgrado il \•ento che penetra dalle fessure della porla e dalle s.connessure del tetto; poi. va fuori, Il regista si indugia a farci vedere vari aspetti dell'interno della casupola che scricchiola paurosamente per il vento, senza mai ritrarre la donna, fin quando non si sente il roco vagito d~l neonato, 1n questo momento. l'uomo torna. L'evento è cosi innestalo in un grandioso spettacolo naiurale, quale è l'uragano, il che ha dato la possibilità di creare un ambiente speciale, aumentare la dram. maticità del momento e rendere efficacemente con un mezzo indiretto il momento della nascita. Nel film e I fuggiaschi> di Cu.sta\' Ucicky, invece, unl nascita, inclusa nel film, ha più che altro un valore simbolico. e 1 fuggiaschi> è la storia di un gruppo di tedeschi che. durante i giorni della rivoluzione cinese, riesce a scamparla e a torn:ue verso la patria. riattil'ando un tronco ferroviario in uno sfon.o 14 sovrumano d~ volontà. La nasdta avviene nello stesso momento che un uomo muore. Con poche battute, il regista ha creato il contraslo morie-vita, che lia il valore di suggerire allo spettat~~ la continuità della vita. Hestn però stabilito che in questo film la na~ita ha valore di sovrastruttura, puramente decoratil'O e difani non comuniea alcun effetto veramente emotivo, perchè staccala dal tronco narrativo del film e quinJi al di fuori della essenzialità della trama. Diversi altri film hanno incluso nella narrazione, e sempre piullosto felicemente, una nascita; ma mollo più inleressanti appaiono i film dove i! tema de!Ja maternità trova pieno e ampio svolgimento. Si tralla, evidentemente, non di maternità di madri. ma di ragazze. E dico: e,•identemente, perchè il cinema rics~ in modo sreciale a niscerare aspelli drammatici e polemici della vita sociale e con la suggestione della sua presunta veridicila. riesce molto più persuasivo della carta stampata; anzi. più che convincere, il cinema travolge e lo spellatore resta sog• giogato dalle conclusioni prospettate dagli autori della vicenda. Per queste ragioni, il cinema deve essere sorvegliato e bisogna soprattutto che i realizzatori di 61m sentano la respon.sabilità morale di quello che fanno, anteponendo a questa esigenza Du♦ momenti del lih:n di Poul FejOII, ff Moria le99endo un9hereH ", do.-. il temo dello maternlttl è •loto ollrontato con accenti dì delicata poe•ia.

SCHERMO lulle le altre; cosa che, purtroppo, il più delle volle non accade. Così, a film che, pure mellendo in guardia contro i pericoli, costituiscono un trepido inno alla maternità, si oppongono film in cui la maternità viene presenlata come la più grande disgrazia che possa capitare. Alla prima tendenza appartiene, per esempio. e Maria leggenda ungherese> di Pau) Fejos e alla seconda appartengono e Il caso di Lena X> e e Una 1tagcdia americana> dell'ebreo Joseph \'Oll Sternherg. E non è senza significato che proprio un ebreo si $ia scl1ierato tra i cond.:mnatori della maternità, Mentre e Maria leggenda ungherese>, pur mostrando abbastom;a chiaramente i danni di una precoce maternità, è tullo un inno di poesia. alla maternità. e Il caso di Lena X > è la crudele storia di un'anonima servoua che, dl\,entala l'amante del padroncino e poi madre, si av,•ia irrimediabilmente sulla via del delillo e della prostituzione. Il soggetto è sostenuto da uno svolgimenlo di tipica mentalità ebraica. Di più perfida bassezza morale è « Tragedia americana>, dove un gìovanotlo della media borghesia americana, ad evitare il matrimonio con una ragazza da lui posseduta, quando viene a conoscenza della sua gra,•idanza, la uccide durante una gita sul lago, alla quale l'a,•eva invitata. Per un po' di tempo riesce ad eludere la polizia, poi è a.rreslalo e. dopo un lungo penoso processo. è co,1dannnto. Tutto il film, che vuole euere d'arte, è risolto in penetrazioni d'ambienti, come la fabbrica dove lui e lei sono impiegati, come la sala da ballo, come il lago ripieno delle canoine di giovanotti e ragazze in gita, in scene di contrappunto (lui amoreggia con un'ahra - lei è sola 3bbandonala nella squallida casa), in tragici motivi, come quello della DlRC• cliina fotografica da lui comperata prima della gita che, col suo nero treppiede. acquislu l'aria di un ordigno di morte. Sono lutti motivi che possono fare andare in ,•isibilio gli scien- :tiati del film. ma che non giustificano affallo la costruzione del personaggio maschile, cosi premeditatamente cinico, così sciaguratamente egoista, senza un solo barlume di umanità che lo illumini. E si bs.di bene: il film nou costituisce la sua condann~. ma vuole essere, come l'altro. che è il caso della qualu11,que Lena, una rappresentazione di come è quo1idianamen1e la vii<&b. questo 3lletgiamento si rivela la cattiveria ebraica. Con ben ahro intento, sono i&,tatìrealizt.ali_in Gtrm.Jnia film come e Maternità :t di Cari frolich e « Otto ragazze in barca». In quest"uhimo speçialmente la maternità è presentata con tocchi lievi e felicissimi. Si ricordi, per esempio, la scena della visita all'ostetrico. con la ragazza titubante che si ferma pavida sulle ~cale. L'atmosfera di questo film, che si conchiude con la migliore delle conclusioni, tende a giustificare la maternità stessa. riuscendo,•i quasi sempre. Il film polacco invece e Il \·erdetto della l'ila :t è tutto inteso a dimostrare polemicamente i mali della maternità. che per una ragazza, la protagonista, rappresenta l'inizio e la fonte di una serie di dolorose avventure. Nel film americano e L'angelo della vita>. bocciato dalla censura italiana, si assiste alla nascita di un bimbo contem1>0• ranea alla morie della madre. Scene di maternità sono ancora nei film « Anime alla deriva :t e «Proibito>. Più che la maternità. l'amor materno è stato uno dei temi consueti delle varie cinematografie, che in grossi film sentimentali hanno sfrullato un motivo così profondo e di così vaste risonanze al lo ~copo di commuo,·ere la platea; film dunque di E.empio dì catti-,o 9ullo ebraico: un quadro del lilm •• La linea 9eneral• .. dell'ebr~ ruMO S.19ei EiHnatein. UQ' aapetto crudel• del lrJin dell'ebreo Jt>Hph •on Sternberq .. U caso di Lena X ..: oa.ia la maternità •itita da U"I ebreo. 15

ticuro rendimento perchè di tucceMO ticuro. Il leuore 8les&(I può C.cilmenle ricordare qualche film itpirato a queilo lema, che più lo abbia colpilo. Non abbiamo l'intenzione di condannare una cincmalografia siffatta, per quanto indulga molto •1>essoa vie1i e ,·ecchi •islcmi di commoi.ione col !UO dolcia.slro romanticume, cl~ pure ha propagandato la Mlleua e il di•interc&sedell'amore rnalemo e l'obbligo morale e sociale di con• traccambiarlo. Non &0no mancali neppure film piuttosto irriverenti verso la famialia, pullulati specialmente in Amcrie. nel periodo della crisi fini ai primi anni della diffusione del 1onoro: film come e Raguze americane•• e L'età spensierata> e e Quattro mura >. Ma non 50110 mancati neppure film inneggianti alla saldezza del ceppo familiare, per quanto quesla aia una tendenu di questi ultimi tempi, come può cuere il recei:- liMimo e Cupo 1ramonto •, un film modesto per tecnica e rccitatiooe, di 5e00nd'ordine nei riguardi dell'industria, che putt, con il coraggio delle sue argomcntat:ioni. ha raggiunlo ur.'cfficacia di risultati pari a quella raggiunta da film di impon,•c.11.: lancio commerciale. come po&&onoeuere e La buona terr.1 ~ t' e Tre raguu in gamba>- Abbiamo a bella polla citato qucJli due film che per vie lontanise•me vogliono raggiungere lo ,:f'MO fine: l'equilibrio e la compalleiza della famiglia sono alla b~ della serenità dell'individuo e dell'ordine &0eiale. e La buona terra• infaui riconduce l'uomo alla rellitudine. factn• dogli abbandonare la donnina che ~•è prCM>all'apice della sua 1><>ten7.a, mel!er:dolo a cont,.Uo con la terra, quasi a ricordargli le sue o7igini e a riattaccarlo ad et.N., impc:gnandolo in una formidabile lolla conlro un'invuione di cavalle.ue. In e Tre ragazze in gamba• sono proprio Ire ragane clte provocano il riav,•icin&menlo dei genitori, con una serie di avvenimenti itCbe.no!liappena appena velali di amarene. Uno con il vio• lento conflino drammatico, l'altro con la apparente levità della sua lrama, ri~ono nell'inlcnto 11reftsso. Molli &0noi film in cui Yieneesaltata la famiglia e il Yincolo familiare: e Cavalcata•• e Piccole donne», e Le colpe dei 1>11dri», come moltissimi sono i filnf che dimoslrano il Neri• ficio materno: e La madre :t di Pudovchin, e La madre» di 16 'l'ourneur, e Pellegrin,aggio » di Ford. Egualmen1c intercsunti sono i 61m in cui tono analin.ate le con,cguenu della mancanza dell'affetto (amiliare, come e Ragazze in uniforme» di ai Leontine Sagan, dove la mancania di afTeuo è esas-1>erat11 fin nei morbosi rapporti di un3 ragaua con :a giovane i!titu· trice e nel tMlativo, sventato a tempo, di suicidio di Manuela: come " Poil de Carone » di, Julicn Duviver che mostra le sorrcrenie di un piccolo ragano, anche costui, c,,areerbato dai tor• im-nti infliUigli dalla malrigns, vittima di un tentati\'o. fortunatamcnle avcnlato, di suicidio. Merila un ricordo iipceimle 0 tCJ!lto depr-'o - ~olo .. - ONicr hd, leL l'alt.o e l'altra - • •lato coadotto alla •ua MO•pera.ione da ebrei: ecc:o la •1-loae 1ta9ica nel film .. V<Jriet6 N dell'ebreo E, A. Dupont • la •lsione accomodante ancora pi~ amorale nel film. .. Partita a quattro N del• l'ebreo ~itsdi.. anche il film e La Maternelle •• dove pure c'è un tentativo di suicidio da p&rle di una bambina, realiuato dagli ebrei Jean Benoit ~y e Mmrie Epstein, per la sua atmOA(erad~dente e (alsa creata attorno all'in(amia. In tulla la storia della cinematografia, non c'è auacco più Yiolento sferrato contro 1'equilibrio familiare di quello degli ebrei. Il e Triangolo» - ossia lui, lei, l'altro o l'altra - è di pura marca ebraica ed ~ stato porlalo alle più alte vette della espressione cinematogrsfica da ebrei. Huta per tutti ricordare 1 film e Varieté • e e Salto mortale• dell'ebreo E. A. Dupont. L'adulterio è il tema di qu°'ti due film: e Varieté » si conchiude in una tragedia di sangue in cui il marito uccide lo amante della moglie e e Saho mortale• con una \'isione ancora più amorale: il marito, che è più anziano. preJeriece far vh·ere i due, che .!lOnopiù giovani. dividendo, con l'ahro, la moglie e il rischio del salto mortale. A questa visione tragica ra conrronto la visione, diremo 009Ì, 1>iccantedella si111uione. come appare tn moltissime corirmcdiole cineo~rclte, genere di cui il fondatore è stato l'ebreo Ernst Lubitsch. Quctlo genere, di cui i rcalinatori sono in gran parte ebrei, ha trovato pieno suc«QO in Europa; in Francia è dh·~ntato addirittura indecente, in Germania pieno di amoralità trita, dann05iuima; ci riferiamo a quel periodo in cui tali cinccommedie sono siate rifatte anche da noi in Italia. Qui da ·noi, questo genere trova ancora i euoi &MCrtorie suoi accaniti 11roseculori; e non ci Ai accorge che si conlrHla visibilmente con la 1anità morale, istituita dal Fascismo e che, con i film che hanno per tem:a gli equivoci adulterini, si fa propaganda sottilmente contraria alla gntità della famiglia. alla sua integra conservazione e alla materniti. DOMENICO PAOLELLA

n ad1·i e faneinlll Dal 17 no"cmbrc 1917 l'immcnsa Unione delle Repubbliche Socialistiche So,·iclichc è teatro J.cllc più spa\'cntoS\! tragedie. In 1111 articolo del «PoJ)olo d'Italia, era detto che le \'ittimc del bolsec,•ismo. e cioè del giudaismo, nella sola Russia si po:e,•arlO anno,·c:rare tra i dicci ed i quindici milioni. L'l cifra \'Cra, che può anche essere superiore, non si saprà mai, csscndochè la più p.arte dei drammi è rimasta a,•,·olla nell'ombra, causa le distanze e la cura che la polizia ha messo nel circondarli di mistero e cancellarne le traccie. Ma i fanori che concorsero alla 11iùgrande strage della storia, poichè per numcrn ha superalo anche <1uclla della grande guerra, le soppressioni "iolcntc, le carestie, le epidemie, sono sempre in atto. :,,;'ulla impiNosiscc tanto lo straniero e particolarmente l'italiano, che abbia 1'01)- portunità di soggiornare o anche solo di attra,•ersare l'U.R.S.S. quanto la condiliù• ne della donna e del fanciullo. E' noto che la propaganda SO\'ie1ica ripete incessante• mente di a"ere ele,·ato la condizione so• ciale della donna e dedicato ogni cura al fanciullo. Usa dunque affemia che la don. na russa prima del ri,·olgimento so,·ietico era una schia\'a sottoposta al dominio più incontrastato dell'uomo e obbligata alle più umilianti fatiche. Ora ciò non risulta SIO-- ricamcnte ,·ero, mentre i1l\'Ccc è <locmnen• tato il miserrimo staio sociale della ·don• na in regime bolscevico. Prima della guer• ra la donna russa, in maggioranza, data la natura del paese prevalentemente agri• colo, collabon,·a coll'uomo ma solo tK't necessità \'Ìlalc al la,·oro dei cam1>i,senz.:i forme di costrizione. JI suo li,·cllo culturale era più basso che in altri paesi d'occidente, causa soprattutto le distanu fra i centri abitati di qualche importanza, ma era una madre molto prolifica tanto che la popolazione dclrimprro cresce,·a ogni anno di più che tre milioni. ,\nchc nella classe conta.dina si face,·a strnda via \'ia 1111 sufficiente bcnessert, fa ,·orito dalla di• minuzionc del latifondo, dalla industrializzazione rapida del pa.ese, d31lt sue immense risorS4'.:.Il tristissimo fenomeno del· la fanciullezza randagia \'i era completa• mente sconosciuto. La donna tra dunque in Russia oome ahro\'e il fattore essenziale dell'economia familiare agricola, c.d il contadino pote:,•a dedicare alla terra che colti"a"a in proprio o per conto di terzi tutte le: sue tne:rgi.: incoraggiato,•i dal reddito che era in relazione: dirt-tta col la,•oro compiuto. Il culto religioso cos1ituh·a un gr:.ndc freno morale si chè si anda\'a sviluppando una raz• za forte e: promtttente. Anche falc01,J1. srno, caratteristica dei climi freddi, tendeva ad attenuarsi. Coll'a,•\'cnto del bolscc,•ismo, disfatta la famiglia, statizzata la proprietà, nani1a l'intimità della casa rolla coabitazione forzata con persone estranee e dtl più disparato temperamento, istituita persi1-.o la cucina in comune, soppresso ,,tolentcmcntc in gran parte l'elemento culturale:, disor• ganizzati i servizi pubblici, enonncmcnte svilita la mpnçta, diffuscvi le epidemie, la donna viene posta con incoscentc brutalità alla pari dell'uomo in <111alsiasimansione, è di,·enu1a la grande e misera \'ittima di quell'assurdo regime . .Bisogna averle ,·e• dute le donne delle campagne e delle offi. cinc so,·ietiche, in ogni stagione infagot• tate in abiti stinti e sudici, emaciate nel ,•olto, s1ranite nello sguardo, 11cr un insic- ·mc di SJ)irito seh·atico e di J>aura, atten• dere J)cr ore ed ore coi ))i«li nella nc\'e, il pro1,rio turno, da,•anti ad un negozio di commestibili, o attorno a bouicdlc in legno che distribuiscono il petrolio ad uso dome• stico somministrato ad un litro per ,·olla. In 11111indistintamente gli stranieri da quahm<1ue parte &lro,•engano le condizioni dcJla donna in regime sc:>\'icticohanno dc• stato il pili 1>rofondo senso di pietà. E le descrizioni del .suo stato sono tanto piit espressi,·e quando sgorgano dalla penna di semplici operai che hanno a,·uto giorno per giorno la ,·isione della realtà. Ecco il quadro che ne ha fatto il minatore francese Klébcr Legay che ha la,·orato nel• ru. R. S. $. ,•ari anni: « Una cosa che mi ha profondamente urlato laggiù e che vo-- glìo far conoscere subito, sono i la,·ori im. posti alle donne. Noi le abbiamo tro,·a numerosissime a lavorare nel fondo dc abbiamo deuo ai responsabili. Ho tenuto, senza attendere il resoconto che farò dN• tagliatamentc ai militanti del mio sinda• r miniere a dei Ja\'ori e lcggcrìssimi > ci _,,_,,.,,,.~ dice,·a, ma invece le abbiamo tro"ate a rompere la roccia col llicconc. Ne abbiamo l'Cduto di notte, di giorno, dap1>ertut10, an• che nelle officine:, a )a\'Orarc ai forni Martin, nelle fabbriche servendo i muratori, zappando e spalando nella costruzione del• le strade, occupate al restauro delle stra• dc ferrale, portando ro1aie sotto il coman• do di uomini. Ne abbiamo vtduto accudire a laYori stradali nella stessa l\losa. Questo ci ha profonda.mente mera\'igliato e lo

Propo:9cmda: d•i .. rua:-Dio • D distinti'.-o dei "libe-ri penaotori ··: com'6 • com• do.-r•bb• calo su quello che ho visto in Russia, a far conoscere questo, pcrchè questa situazione imposta alle donne t:siste in tutte le proft:ssioni e mi sembra essere fuori di un socialismo veramente umano e dell'eguaglianza dei diritti della donna t: de!- l'uomo >. e N•lla fabbric:a - A•a:ngucud.ia connu:1.ista.. - MeOndo la - Rabotchaia Gcu:eta " - gli operoi Ti•ono in camH•lt• da ccw.rma. talora in ragion• di lf per,on• in dG:KUao.: Cf\lG:Si ogni çQ:meretta 6 diTisa ia du• picrni com• uno cabina di pir'Oacafo: una fa:m.i9lio •in in oqni piano: dona• indnt•. bombini, giacciono aul d\lf'O euolo. > [23 giugno 1926] E l'operaio americano Andrea Smith dopo un soggiorno triennale passando fi. nalmcnte la frontiera polacca così si esprimeva: e Appena fuori ebbi l'impressione di uscire dalle tenebre di una bolgia infernale e di arri\'are in un meriggio di sole. Tutti i viaggiatori ritrovarono allora l'uso della parola; la conversazione divenne d'un tratto gaia cd animata; grida di gioia si te,·:wano liberamente da ogni punto della stazione di Negoreloc. Si rideva, si schiamazzava, si cantava, ci si offri,,a a vicenda dei rinfreschi. Mia moglie gongolante di felicità mi diceva: Andrea, mi pare da\·vero di uscire dall'inferno per entrare in 1>aradiso. Già la mia salute è miglìorata mille volte! Sulla linea di Varsavia ci S<:mbrava di entrare in un altro mondo. Per la prima \'olta dopo tre anni noi vedevamo dei veri operai, ben ,•esiiti e ben nutriti. Tutte le donne portavano il cappello W un abito conveniente. Via i cenci e il sudicìume di quel mondo di miserie e di lacrime I Era,•amo in fine liberi!• Un fenomeno che da. solo basterebbe a bollare in modo definitivo il regime bolscevico è quello della fanciullezza randagia; nessun paese e nessun regime ha mai offerto un cosi barbaro spettacolo! Si tratta ancor oggi dopo ventun anni di gO\'erno bolscevico di centinaia di migliaia di fanciulli dagli otto ai sedici anni, che rimasti privi di genitori o abbandonati dagli s1cssi o allontanatisi di c.ua causa gli stenti che ,,i pati\•ano per insufficienza di nutrimento. si sono dati alla ,•ita sch·aggia riuniti in piccole e feroci bande di rapinatori che i. Nello tobbrico Z.. od I..-ono•o-Sm1>l•a• siti. 6 atata coaatotota la apa..-•11tosa penuria di alloggi. la Tiolo•ioa• dell• più •lementu:ri r~ol• d'iqi•a•. Un'operaia con tre bambini occupa ua puuol•nl• 9abin•tto. Molti operai giacciono io copan.noni, i.a caatia•. oa·o~raio coa tr• bambini 6 stato l•ltualmeat• cocdoto nello atrada. • (.. Provda ... 13 settembre 1925) non esitano ne1,pure da\'anti al delitto. Laceri e sudici sino all'inverosimile infestano le città d'infarn.ia del bolscC\'ismo. Si sono creati campi speciali di concentramento lontani dagli abitati dai quali le piccole fiere sono fuggite percorrendo nei modi più i1werosimili migliaia di chilometri pt=r tornare a riunirsi in gruppi e continuare nelle loro gesta criminose. Ncp1>urc la implat::.'\• bile cd industriosa Ghepcu, ha saputo escogitare mezzi sufficie1ui: la iattura continua poiehè è l'ambiente medesimo che J;i. genera. Tra l'cle\'azionc spirituale e culturale della donna, coltivata con inC'.ess.anteamore e saggezza dal Regime Fascista e l'a,•- \'ilimento morale e fisico che ne ha praticato il bolscevismo, sta fantitcsi incolmabile tra i due regimi. Il basso lh•ctlo della natalità nell'U.R.S.S. nonostante i dati delle statistiche so, 1ieti• che, ne è segno certo. Distrutta la gioia del focolare non v'è pii1 ))OSto ~r quella e Quonto oi .. "izi di prot .. ion• d•llo mot•rnitb. • d•ll'infoi:uio, eui ..._.tono com• molt• ol«• ~ in Ruuio: sulla corta. La pere•ntual• d•II• be-nefidari• è cot.J inaignifie<mle, eh• i giomali si 9uordono b•D• dol pubblicarla. Le inehi.Hte uHidoli etobiliacoao cb• la ouistei:ua all• puup.r• ••i.sie appeno, [PANAIT ISRATI. '"Lo Runie nue". Parigi, RiederJ della maternità; ridotta al minimo della sufficienza vitale, la proprietà individuale non ,•'è più stimolo e possibilità per le famiglie numerose; sottratti i la\'Oratori colla violenza dalla terra che li ospitò per varie generazioni e relegati in lontanissime regioni spesso inospitali, non v'è pili consuetudine di affetti duraturi. 11ilioni e milioni di uomini attendono laggiù l'awcnto purificatore del Fascismo. CARLO BARDUZZI

Che cosa regis1ra la scienza educali\'&, quando si fa ad osser• \'are il rapporto tra figli e genitori? Diciamolo senza ambagi e senia prudenti circonlocuzioni: caduta del potere educath•o <Ìella famiglia. Che quesla sia di"enlata il regno della carezza. profusa con atlenzioni sempre più raffinate, può far pensare n conquiste di quella sensibilità ritenuta, e non si sa J>erchè. farmaco e tonico dei figli. Tonnellate di caria slampata, in lulte le lìngue conservano le proteste più patetiche contro quel rigorismo familiari", ,;au:i.:i prima, dicono. di tante infelicità. de\'Ìazioni, <' miserie. Gli educatori. i pedagogisti. gli scrillori pc!° l'infanzia hanno fatto un processo inesorabile Q quella durezza familiare, che si amnmn· tua di 11;utorità per in:iridire le più pure e più immacolate manifeslazioni di vite nuove. La tirannide familìare ha susc::itato gli sdegni più 1en11>estosinelle anime ben nate. C'è slata una vera crociata per liberare il ranciullo dalla ferrea di1ta1ura dei genitori. E si può dire che la battaglia sia staia pienamente vinla. se è ,,ero che ormai si denomina il secolo nostro: secolo del fanciullo. Oggi non ci sono più genitori padroni e figli schi&\'i. L'aulorilà paterna ha finalmen1e ceduto il camvo all'amore. Eppure il comandamento di Dio non dice: « Ama il vadre e la madre>. bf-nsì « Onora il padre e la madre>. Eppure padre e padrone hanno fo stessa radice. a ricordare che non può esse:re veramenle padre chi non è :mche padrone. lo 11011 so quanti dei dieci comandamenli il mondo &ncora accetti. E' cerio però che il 4• è stato cancellalo con la spugna inzuppata nella 1e:1erezza. Del resto, perchè il riJpeltc, categoria desueta, doveva resistere ancora come asse della vila familiare? E' da tempo che il rispetlo è rintanato, per· cl1è vilipeso e minaccialo. Questa diga delle pas· .sioni umane, si è lasciata corrodere da quelle perforatrici che hanno nomi sì sonanli, e alle quali tulli orlll3i fanno credito. E coloro che si son ,·otati a11a miMione di mutare l'epidermide del mondo, sono, bisogna riconoscerlo, mirabilmenle sorretti ed aiutali da luni i chironi che con favole, o con (ilosofemi, con statistiche o con tecniche p!!ichiche tentano di ridurre il focolare ad un'immensa culla, o,·e i genitori frigna· no ed aspellano il balbeuio consola1ore dei di, ,·ezzati .se non addirillura dei lattanli. Genitori: &<r11itori. Jaçopo SanaoTin~: Ver,;i.ne col Ji91io (Venezia • Muffo Correr). E' risaputo che l'età del rispetto, intendo l'età in cui questo si radica, è 'la prima età. Il periodo della umanocla.stia comincia, pur troppo, presto. E non v'è gerarchia, idest rispetto, clte si p088a innestare su altro CeJ)po che non sia quello familiare. Corroso codesto ceppo da tutte le formiche pedagogiche, la gerarchia 60miglia ad una scala disegnala sul muro, çhe nessuno vorrà adoperare per Mlire. E' ora da chiedersi a chi abbia giovato <1uestodecadimento dell'autorità familiare. A prima vista sembra che l'abdicare dei

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