questionario CHE NE PENSANO GLI OP~_RAI? I lettori che. ci scrivono aumentano ogni giorno. Sono studenti, dottori, insegnanti, che si interessano della razza, si orientano riguardo agli ebrei; commercianti, uomini d'affari, che guardano la questione dal punto di vista dei loro interessi; e sono operai che ci documentano il loro stato di animo, che ricapitolano le loro esperienze, come Angelo Silvestrini, ultimo segretario della federazione giovanile socialista di Verona, che ha qualche cosa da mandare a dire ai fuorusciti del fronte popolare e a quelli del fronte di Barcellona, con questa lettera, che pubblichiamo, e vi farà meditare. La possiamo intitolare ERBE!" E SOCIALISTI e riguarda il tempo ormai lontano delle leggi di difesa dello stato; ma prima vogliamo dire a Silvestrini che dire i propri errori e dei caratteri più forti e che il suo slogo è d'un buon italiano vivo. Abbiamo bisogno di gente franca, non di cadaveri viventi del passato. Ed ora ecco la lettera: « Io sono uno di quelli che trascinato dai falsi apostoli dovetti fare tre anni di confino, tra i primi, subito dopo le leggi eccezionali. Sono un operaio, sono un giovane che pensa bene e scrive male ma questa lette1a la scrivo a Voi perchè interessandomi sui problemi della razza e leggendo la Vostra rivista mi vennero a memoria gli anni che trascorsi al confino assieme a tutti quegli uomini che una volta non conoscendoli personalmente supponevo fossero dei modelli da additarsi alle folle. Quale disillusione! Voi Vi domanderete cosa c'entra tutto ciò con la razza ma Vi posso dire che vedendo le fotografie di ebrei sulla Vostra rivista mi sovviene di avere avuti anche « dei compagni ebrei» al confino tanto è vero che un giorno a uno di essi gli arrivò da casa il « pane Azimo » che mi offerse e che io giovane di 20 anni gli chiesi con curiosità che cosa fosse e lui ben volentieri mi illuminò la mente facendomi l'esposizio~ ne di quella che era una delle più antichissime tradizioni ebraiche (La caduta della manna nel deserto). Ora capisco perchè loro più insinuanti, più danarosi e perchè ancora avevano del potere erano più ben trattati in tutto. Quello del << pane Azimo » era un certo Schiavello che una volta ai suoi tempi fu fiduciario nazionale delle Tessili alla Confederazione sindacale del lavoro. Come pure ho la certezza che in poco tempo gli ebrei lasciarono tutti il confino chi per raccomandazione e chi per qualche oscura sottomissione, e io feci tre anni di castigo ben meritati. Mi condonarono un anno per la mia buona condotta e per la mia giovane età. Come pure sono convinto ch·e sui fronti di Spagna vada del materiale di provenienza ebraica ma non degli uomini. Se questa mia lettera avesse un certo valore potete far mandare a dire ai fuorusciti di oltre Alpi e a quelli che combattono per Barcellona che Silvestrini Angelo di Verona ultimo segretario di quella che fu la federazione giovanile socialista, non crede più a quella internazionale di bugiardi e ladri, ma crede alla fratellanza e alla comprensione tra i popoli secondo il concetto Mussoliniano, fratellanza e comprensione tra i popoli che fu sempre sobillata con oscure manovre dall'internazionale ebraica, da quella internazionale che noi credevamo fosse diretta con altri uomini e per ben altri scopi. Tutto ciò perchè mi septo di essere un vero italiano e poi ariano puro con tutte quelle caratteristiche che la Vostra rivista illumina anche il profano. Tra il popolo sono conosciuto, quasi in tutta Italia ho delle amicizie e mi conoscono per onesto. Potrebbe darsi che con questa lettera un giorno gli ebrei potessero nuocermi ma me ne frego e non lo credo perchè lo Stato ora ci penserà una volta per sempre. Dal 1932 con decreto del fyfinistero dell'Interno e per intercessione del Duce sono stato cancellato dal ruolo sovversivi, malgrado questo ancora oggi sconto la pena di quello che fu un peccato di gioventù, causa che nel paese ove mi trovo mantengo un contegno riservato e ho dimostrata la mia brava volontà di essere uomo fattivo, causa che piccoli uomini gelosi o vili di fronte a me e del mio modo di lare vanno sobillando non più la segreteria politica del Partito ma la Questura: e i Carabinieri. Solo scopo di questa lettera è di sapere se ho detto giusto sugli uomini che sono stati con me al Confino e se tutte le altre esposi~ioni sono concezioni fasciste allora: sono fascista anch'io. Ringrazio la Vostra rivista per avere illuminata la mia modesta intelligenza e seguirò le Vostre esposizioni con passione. RAZZEACATTOLICESIMO A proposito della lettera d'un avanguardista liceale milanese, e della nota su •razza e cattolicesimo, di cui al questionario del numero precedente, Walter Trillini ci scrive che Roma non nacque cattolica, ma lo divenne nel 313, con l'editto che dichiarò di stato la religione cattolica. Allo stesso modo, molti ritengono che la storia d'Italia incominci dal 1861. Molti altri ritengono che sia storia quella degli istituti giuridici e delle leggi. E molti non ammettono che si definisca un fatto, se la definizione non risulti attestata da atto notarile. Quanto a noi il Trillini abbia pazienza se gli diciamo che il cristianesimo diventò cattolico, facendosi romano, perchè cattolica era Roma. E abbia pure pazienza se non riusciamo a chiamar filosofia dello stato l'opera di Vico o qualche parte di essa. E quanto agli anticlericali del cosiddetto Risorgimento, crediamo che siano tutti quelli che nel 1848 tentarono di fare in Italia la repubblica francese e non ci riuscirono. In fine, il Trillini vuole che Cristo sia straniero e che la questione di razza significhi ritorno al paganesimo, e qui si vede ch'egli ci vuole scherzare. Direttore responsabile : TELESIO INTERLANDI ~~ Parecchi lettori ci hanno scritto, sollevando questioni, che si possono riassumere nelle seguenti quattro domande, alle quali rispondic:m?. 1. - Il tipo ariano è dolicocefalo o brachicefalo? Ai ncstri giorni il tip9 ariano può presentare un indice cefalico assai variabile e comprende quindi tanto dolicocefali che brachicefali e così pure fu in tempi storici. Per quanto riguarda gli ariani della prei-' storia, senza dµbbio essi furono originariamente dolicocefali; malgrado che noti autori abbiano affermato il contrario. 2. - Esiste una contraddizione tra l'afferma- . zione che le qualità_ acquisite non si ereditino e il fatto che alcune malattie infettive, quali ad esempio la sifilide, che sono inizialmente acquisite, si trasmettano di padre in figlio? Non esiste nassuna contraddizione perchè in realtà alcune malattie infettive, quali ad esempio ia sifilide, non è che si ereditino nel senso specifico della parola, cioè si trasmettano attraverso gli elementi germinali maschili e femminili, ma si trasmettono ai figli perchè questi se ne infettano o durante le.: vita uterina o durante il parto attraverso le vie genitali femminili. 3. • Ignora il razzismo Haliano quanto è stato finora scritto dagli antropologi, che affermano in seno alla popolazione italiana l'esistenza di diverse razze? Il razzismo italiano è perfettamente a cor.oscenza di quanto è stato finora scritto sulla questione razziale. E' in piena consapevolezza che esso ha affermato l'esistenza di una pura « razza italiana», rispetto ad una grande « razza ariana », e ha negato l'importanza ai nostri giorni di varietà umane nella popolazione italiana. Questa affermazione deve rappresentare una evoluzione dei concetti fin qui sostenuti; naturalmente c:pando si citano determinati autori non s1 possono cambiare terrr.1ni da essi impiegati. 4. - Come un ebreo si distingue da un italiano? Va subito premesso che l'antropologia dispone ancora oggi di mezzi insufficienti per stabilire criteri differenziali completi fra le diverse razze. Tuttavia, come è facile comprendere, ciò non significa che tali diffe,. renze non esistano. Il criterio differenziale, perchè possa dirsi sufficientemente completo deve tener conto, non soltanto delle diversità grossolane ma anche di quelle mel'lo appariscenti del sangue, delle funzioni, ecc. Nell'ebreo si riscontra più frequentemente questo complesso di caratteri: statura piuttosto bassa, capo brachicefalo (corto). capelìi ricci, naso con la tipica forma a sei (6), labbro inferiore tumido, pronunziato. Per mancanza di spazio, siamo costretti a rimandare al prossimo numero la pubblicazione delle rettifiche inviateci da Baldassarre Negroni e da Francesc·o Albano. Stampatori: Società Anonima Istituto Romano di Arti Grafiche di Tumminelli & C. • Largo Cavalleggeri 6, Roma
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