La Difesa della Razza - anno II - n. 3 - 5 dicembre 1938

.. quantunque non sia ·stato mai eccessivamente valutato, poichè facilitò lo stabilirsi in Francia di uno studio àclla chimica, con la formazione di una schiera infinita di allieYi. cli emuli, originando nel giro cli mezzo secolo la futura grande scuola chimica francese, come similmente nel 350 a. C. il mago Persiano Ostanes, ...-enuto in Grecia al seguito di Dario, vi aveva introdotto l'alchimia. Fondatore della chimic« può dirsi una delle nostre glorie più pure e più <linienticate, il Vicentino Angelo Sala, che durante la sua breve e tormentata esistenza (1602-1640), vagò per la Svizzera, le Fiandre, la Germania scrivendo in tedesco e diffondendo una scienza colà sconosciuta, che arricchì di mirabili scoperte, di numerose opere cli capitale importanza, scienziato che uno straniero, il Dntens osò definire: « il primo ed il più benemerito di tutti i chimici di Europa», ed il Coringio « il primo dei chimici che desistette dal folleggiare». Se a questo fatto uniamo quello più noto che tutte le più famose farmacopee europee, altro non furono che successivi perfezionamenti del Ricettario Fiorentino, stampato verso la fine del 1400, apparirà evidente. che. c01i buona pace del vVurtz, la chimica, sorta in Italia, venne dagli Italiani diffusa in ogni altra azione. Similmente la dif fuione della scienza medica in Inghilterra. come fa presente il Giordano, fu opera di Italiani. Tra questi ricorcle_remo 1\Iastro Alberto da Parma, che nel 1349 collaborò alla compil<!,zione di un quaderno sulla peste che si conserva nel Castello <li_Berlerburg in vVestfalia, ed Anselmo d'Aosta, il Santo, che il Tiraboschi e gli Autori della Storia letteraria di Francia chiamarono « Ristoratore delle scienze e della buo11alettera.tura in Inghilterra». Nella Biografia Universale compilata in Francia da_ una Società di Dotti. si legge che Guglielmo Rufo, Re di Inghilterra, a1nmalatosi, volle essere assistito da Anselmo, facendolo venire· dal Monastcrn di Bee ove era andato, attratto dalla reputazione di un altro grande Italiano, Lanfranco <la Pavia, e vi aveva rivestita la tonaca di S. Benedetto. Luigi Mororj, nel suo Grande Dizionario Storico, dubita della italianità di Anselmo, notando che « alcuni Autori scrissero che era Borgognone, alcuni Piemontese, altri che era Italiano». Ed il Tiraboschi commentando« Spero che i Francesi nan si adirercrn- -no con noi, sì perchè Ei nacque in A osta. ù.1, qual città 11011 negheranno che appartenga all'Italia ». Come in Inghilterra così in Francia. Prima del 1295, epoca in cui Lanfranco andò a Parigi, lo stato della medicina e della chirurgia francese era miserabile, come confessa l'Eloy, medico consigliere del Duca Carlo di Lorena, e storico della medicina, mentre l'Haller afferma che a Lanfranco si deve tutta la chirurgia dei Galli. Manca qui lo spazio. e Pierandrea Mattioli J'acc11111ulodei nomi crescerebbe l'aridità della esposizione, per elencare quanti medici, quanti naturalisti, quanti scienziati italiani, in vari periodi cd in luoghi diversi, prestarono la loro opera, oltre che in Francia, in Spagna, nel Portog;_i.llo,in Germania, in Rumenia, in Polonia, in Ungheria, e nella lontana Cina e nella desolata Africa. 1;:roppc glorie ha l'Italia, troppo spesso dimenticate oltre che all'estero anche in Patria. Questi ritratti che noi riportiamo (detraendoli dai Profili Bio-bibliografici del Capparoni), serviranno a confortare lo spirito e l'immaginazione dei tardi nepoti, opere d'arte che rievocheranno c·on la plasticità delle forme, l'insieme dei corpi •,ed il dettaglio delle fisionomie, e fisseranno nella mente il nome, il volto di coloro, che largo contributo dettero al progresso della umanità. Dal sommo Leonardo, il Giorgio Baglivi Antonio Musa Brasavola JJJU grane.le genio i!aliano, e senza dubbio del mondo, che trascorn:Ya gli ultimi giorni della sua infaticabile Yita in Francia. 0Ye porgeya largo contributo alla scienza, a Prospero Alpino. che in Egitto, dimorando per lunghi anni, studiava µiante, animali, costumi di quelle regioni. Andrea Cesalpino, studiò largamente la natura delle piante e dei fossili in Germania, e si trattenne lungamente ad Aldor. Pierandrea Mattioli fu medico Cesareo di Ferdinan<lo e Massimiliano _II: Giorgio Baglivi Yiaggiò lungamente in • Dalmazia e nell'Arcipelago. Greco, acquistandosi in quei luoghi larga fama mentre Giovanni Guglielmo RiYa accompagnò il Card. Flavio Chigi, legato Pontificio i11 Francia ove, cli\'C:nuto celebre. fu chirurgo di Luigi XIV. Antonio Musa BrasaYola, fu ammesso nella Sorbona e fu medico di. Francesco I. Gerolamo Cardano, fu in Scozia per lungo tempo, ai serYizi cli Giovanni Hamilton, ArcivescoYo di . Andrea. Ad Arcangelo Piccolomini, recatosi in Francia ancor giovane, fu conferita una cattedra di filosofia. Dovrei dimenticare il contributo di Gc- ·rolamo Mercuriale, presso la Corte viennese di Massimiliano II, cli Sanforio Santorio in Polonia, cli Antonio Cocchi in Inghilterra in Francia in Olanda, di Carlo Guattani, di Ale_ssandro Volta, cli Lazzaro Spallanzani in Francia, cd in altre azioni, che dimostrarono allo straniero il valore della nostra gente? essun'altra razza come quella italiana, nessun'altra gente ebbe mai nel corso della sforia, un destino, una missione civilizzatrice nel mondo. Gli Italiani hanno sempre saputo queste cose, ed oggi le sentono, sentono con maggiore intensità l'essenziale continuità dèlla razza, e tanto più oggi che nuovamente l'Impero è risorto sui colli fatali di Roma, mentre barbariche ideologie di materialismo e <li anarchia imperversano nei: mondo confuso e sconvolto. GIUSEPPELUCIDI

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