PIONIERI DI CIVILT~ Antonio Cocchi § parsi in ogni terra più remota, oltre i confini della patria, gli Italiani all'estero sono stati sempre magnifici assertori di italianità, avanguardie preziose dello spirito e del genio italico, e pionieri di civiltà in ogni nazione, in ogni epoca, fin da quando l'Italia, desolata dalle invasioni barbariche, dominava spiritualmente i barbari e li riaccompagnava nelle loro sedi lontane con ministri di civiltà e di sapere. Pur durante la magnifica Rinascenza, che può dirsi italiana, poichè in Italia più che in altro paese rifiorirono le scienze e le arti, mentre ogni gente veniva nelle nostre Università, e presso le nostre Scuole ad educarsi, in ogni Corte straniera erano gli Italiani che venivano ricercati, spesso contesi e lautamente pagati, onde gettare le basi di ogni scienza e di ogni arte. Anche nei secoli di triste servitù allo straniero, gli Italiani mostrarono al mondo le proprie capacità civilizzatrici, manten-. nero alto, onorarono il nome .della Patria,· seppure avverso destino li costringesse a ricercare sotto altro cielo una gloria aspramente contesa. Ma l'Italia, madre feconda di geni immortali, è stata per· lungo tempo pietosamente arretrata nell'opera di difesa del proprio patrimonio spirituale, poichè per mancanza di una fede i suoi figli si erano resi meschini detrattori non solo di una gloria passata, ma anche di se stessi. An. cor oggi si vedono in circolazione troppi Angelo Sala vecchi ruderi, mentalità decrepite degne di museo o di un puro lavacro di italianità, giovani invecchiati e morti spiritualmente anzi tempo, che parlano di uni-· versalità, di internazionalità della scienza, ignorando che le conquiste del sapere, della scienza, dell'arte, sono ititùnmnente collegate ed in relazione con le caratte1·istfrhe biologiche e spirituali di una razza, poichè nu,lla come lo splendore delle scienze e delle arti è caratteristica della genialità e della vitalità di u:na stirpe. « La scienza non ha patria » « Non vi sono confini al sapere ». Queste sono le parole vuote di significato che affiorano alla bocca di questi apostoli della rinunzia, di questi castrati in ispirito, cui sarebbe necessario mostrare, come, mercè queste nostre continue rinuncie, gli stranieri in ogni tempo si siano appropriati delle nostre scoperte, abbiano dubitato della itàlianità delle nostre glorie, abbiano cercato con tutti i mezzi, anche quando non fu loro possibile, di dimenticarci, di obliare le nostre priorità scientifi<:he e culturali. - e fan fede le centinaia di rivendicazioni di -cui si sono resi benemeriti Castaldi, Ferrannini, Giordano, e tanti altri che hanno dimostrato allo straniero· che tante sventure non ci hanno fatto di- • , Girolamo Mercuriale Andrec;i Cesalpin_o Girolamo Cardano menticare il genio della nostra razza. Gioverà ricordarlo agli stranieri •di tarda memoria, ed agli Italiani che lo hanno dimenticato, che l'Italia è stata in ogni tempo maestra di civiltà e che sono stati i suoi figli a gettare in ogni nazione le basi di ogni scienza. Come fa presente il Tosti, Wurtz nel suo discorso preliminare alla sua famosa Enciclopedia, peccò di eccessiva leggerezza affermando che « la chimica è una scieuza francese ». Forse in quel momento dimenticava l'os-curÒ lavoro fatto nei vari secoli dai vari chimici ed alchimisti precursori di Lavoisier, e principalmente il contributo degli scienziati !taliani a tale scienza. Quando l'Europa Centrale era dominata dalla più completa confusione, se non vogliamo chiamarla barbarie, dovuta all'empirismo privo della geniale interpretazione dei fatti, ed ai torbidi residui filosofici del Medio Evo, solo in Italia si aveva una abbondante letteratura scientifica, dimostrante lo stato fiorente in cui era giunta presso di noi ogni disciplina. Caterina dei Medici, figlia di Lorenzo il Magnifico, andando in isposa ad Enrico di Orleans, figlio di Francesco I, condusse in Francia ' al suo seguito, una schiera di scienziati con a capo Renato Bianco detto « Il Fiorentino », affinchè per lei e per la Corte preparassero medicinali, profumi, veleni. L'influsso esercitato da essi fu enorme,
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