La Difesa della Razza - anno II - n. 3 - 5 dicembre 1938

Quando la prima donna italiana arnvo rn California, trecento minatori della sua terra le vennero incontro per parecchie miglia. ~loti spontanei di questi fieri figli d'Italia cui non riuscivano a fiaccare i lavori più faticosi e r· 'iiosi. A loro difatti era riservato il la\oro manuale. i noti bene e si ricordi: nelle miniere il numero degli operai italiani aurnentò sino a superare quello di tutti gli altri emigrati. La costruzione di strade ferrate era ul ·lavoro in cui trovavano maggior impiego gli emigrati dell'Italia meridionale: opera di sterro, scavo della roccia, brillamento di mine. ~elle industrie del ferro, del vetro. del cuoio. le condizioni assassrn10 del capo della polizia. quando al grido di « Kil I the ltalians » ( « Uccidete gli. Italiani! ») una folla imbestialita invade la prigione, si impo:-sessa di 11 di loro e per parecchi giorni i miseri corpi rimasero appiccati agli alberi e ai fanali della città. L'Italia richiama il Ministro a Washington e per un· anno ,ospende le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti. ma ciò nonostante alcuni anni dopo nella stessa Luisiana altri cinque italiani sono massacrati. • Tali scene si ripeterono anche nel Mississipì, nell'Illinoi:; P altrove. Questo era lo spirito di riconoscenza che si dimostrava ai pi'ù traendoli fuori -dalla png1one e linciandone undici sulla pubblica piazza. Alcuni furono impiccati agli alberi e sospesi ai lampioni, oltraggiati a colpi di fucile e altre crudeltà. Due dei tredici carcerati si sai- _,,, varono nascondendosi in un canile della prigione. Trattati alla stregua dei negri dunque. E questo sul limitare del sepun artefici del- ·colo XX. Tale fatto depresse ed la grandezza degli Stati Uniti, avvilì, terrorizzò tutti gli ltalialiani di Nuova Orléans che e con questo prezzo di sangue gli emigrati italiani pagavano l'oro che dai nostri emigrati giungeva in Patria. II sangue nostro fecondarn un mondo nuovo e contribuiva massimaraggiungevano il numero di SO mila. e lo determinò a chiedere aiuto alla Madre Cab .. ., ruu . mente a creare quella ricchezza nazionale che nel 1925 gli Americani valutavano a 280 miliardi di dollari; ma gli italiani vivevano quasi nel presagio di una rinascita. Ed oggi l'anelito che spingeva il loro spirito oltre lo spazio dell'Oceano trova una realtà meravigliosa. mentre i moli si affollano per un'altra colonizzazione. di vita dei nostri operai erano tali da fiaccare anche gli elementi più forti. GIORGIO LUIGI BERNUCCI Ma se nelle zone industriali questa era la situazione generale degli emigrati italiani, le condizioni in cui vivevano nelle zo:ne agricole erano ancora peggiori. ,o.¼* Qui negri e italiani erano troppo spesso accumunati: Nigers and ltalians ! Con una sola differenza: che ai nostri emigrati eranc per di più riservati sovente i lavori più bassi e pesanti, perchè resistevano e rendevano infinitamente di più. Nè questa enorme umiliazione bastava. < " The Boaton Post " dà delle statistiche Teramente interesscmti intomo al contributo dato dal lCZTorodegli italiani al progresso degli Stati Uniti.; Essa stampa che gli emigranti italiani hamto fomito 1'85 per cento del l<IToro nell'industria della carne, il 78 per cento nell'indushia del legname, i noTe decimi in quella del cotone, i sette decimi nel laToro delle miniere, hanno prodotto noTe Tentesimi dei nostri Testiti. hanno manifatturato più della metà delle nostre scarpe, qual• tro quinti del nostro mobilio, ed una metà delle nostre mu• tande - e a questi dati statistici io TOaei aggiungere che essi. quasi da soli. hanno portato a compimento la più gran parte delle nostre ferrovie, delle nostre metropolitane ed altre grandi costruzioni. Ogni grattacielo in New Yorlc è stato bagnato di sangue italiapo, sacrificato all'ingrandimento ed espansione della più importante città di questo Paese. E quando le condizioni economiche di questi IC1Toratori italiani sono migliorate, essi eleTano il loro sistema di -rita allo steuo lffello degli americani, che sono -riuuti qui per secoli con tutti gli agi e i comodi>. Nel 1891 a Nuova Orleans la storia registra una tragica pagina della ferocia umana. Nella « Parish Prison » attendevano la liberazione 13 italiani prosciolti in giudizio dall'accusa di domani si dovessero chiudere le porte e si farebbe ad andare avanti" [da: Ugo E. Imperatori: e: Italia madre>] 41

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