La Difesa della Razza - anno II - n. 3 - 5 dicembre 1938

Una sezione dopolavoristica all' est_ero. Pressappoco in ·maniera analoga si procede contro la categoria dei tramvieri. ~essun ceto di professionisti o lavoratori urbani viene risparmiato.· Restavano comunque irraggiungibili dai decreti le categorie dei minatori, dei pescatori e degli agricoltori. Si inscena contro di loro la più sconcia campagna di denigrazioni, alimentata e assecondata dall'alto: per alto qui s'intende parlare del governo della Reggenza, e del governo, parlamento e della stampa in Francia, di tutte le tinte, ad unanimità assoluta. Un funzionario governativo - il nominato Monchicourt - conduce, sotto i pseudonimi di Rodd Badek e Cavè, la più spudorata campagna contro l'Italia e gl'italiani. Per lui, che rappresentava la voce del padrone, i pescatori italiani sono di mare calmo e possiedono tartane incapaci di tenere il largo, e fuggono dinanzi alla menoma tempesta. Propone di sostituirli con marinai bretoni. Anche minatori e agricoltori italiani vuole che siano cacciati via, chiamando sloveni e polacchi a sostituirli. Se il piano non ha potuto avere applicazione la -colpa non è certo della Francia. Persino nell'assistenza religiosa il governo francese interferisce, e vtt,_o1eche i -sacerdoti italiani siano sostituiti da quelli di nazionalità francese. A tal preciso scopo la sovvenzione all' Arcivescovato di Cartagine venne triplicata nel 1929, e portata da 600.000 franchi a 1.800.000. Ed eccoci al provvedimento della sottile perfidia. Il 30 marzo 1928 il governo della Repu.bblica promulgò un decreto col quak s'imponevano speciali dazi ~rjmportazione dei vini tunisini e si sottoponeva ltimportazione stessa a licenze ministeriali volta a volta concesse. Si tenga presente che la produzione vinicola in Tunisia si aggira in media intorno a 1.500.000 ettolitri, 400.000 . dei quali vengono assorbiti dal consumo interno e dalla distillazione. Che poteva rappresentare, dunque, un milione di ettoliti-i di vino tunisino in più nei mare dell'economia vinicola francese che varia da 50 a 80 milioni di ettolitri annui? Anche le bollette e le licenze d'esportazione venivano passate _a servizio della politica delle snaturalizzazioni. Nè mancò la caccia all'italiano: Ricordiamo la sommossa che poi passò alla storia col nome del Gellah. Era il 7 novembre 191 I ; pochi giorni prima l'Italia era sbarcata a· Tripoli. La Francia sobillava gli arabi della Tunisia all'odio contro l'Italia, con false notizie cortei e polemiche. Quando l'odio esplose sotto gli occhi compiacenti delle autorità francesi inattive, a· diecine si contarono le vittime italiane. Innalziamo un monumento alla loro memoria. * * * Ma come esiguo si manteneva il reddito per l'anagrafe francese nonostante persecuzioni e soverchierie, minacce e blandizie, astuzie e sottigliezze; come a vuoto andavano propaganda e maneggi contro la saldezza della:fompagine italiana; e in 40 anni di protettorato - vale a dire fino al 1921 - soltanto 1700 natu- ·ralizzazioni :erano _state registrate; si ricorse alla snaturalizzazione in massa, coattiva: mostruosa retata come a branco di bestie. La legge del 20 dicembre 1923 stabilisce appunto questo. Essa no·n sarebbe stata applicabile agl'italiani, perchè salvaguardati dalla convenzione del '96 già _ricordata. Ma il governo francese aveva pensato a eliminare questo impedimento, dichiarando in precedenza decaduta la convenzione stessa. Di tre mesi in tre mesi viene rimandata l'applicazione della snaturalizzazione in massa; ma allo scadere di ogni sospiro trimestrale pesa sempre sugl'italiani di Tunisia la minaccia di svegliarsi una mattina con la casacca francese addosso. Enumerano frattanto, i francesi, le unità che riescono a carpire; confrontano percentuali fra coloro che figurano francesi in Tunisia e gl'italiani; si scalmanano a dimostrare che gl'italiani non sono 130.000, ma meno. Illusi. ItaJiano si parfa; da italiani si pensa, . si opera e si vive in Tunisia; tutto parla dell'Italia in quella sponda del Mediter-raneo; e se la Patria chiama anche i figli che le sono stati .sti;appati con la violenza accorreranno al suo richiamo. L'andamento delle· snaturalizzazioni degl'italiani di Tunisia - di cui si presenta in queste pagine il grafico - impone una decisiva constatazione. L'Impresa etiopica e la fondazione dell'Impero hanno reso drammatico il problema. Nel 1934 la resistenza della compagine italiana in Tunisia si cementa vieppiù: le snaturalizzazioni scendono a 312 maschi e 229 femmine. Nell'anno della guerra - 1935 - si serrano sempre più le file: le snaturalizzazioni non raggiungono che la cifra di 198 maschi e 131 femmine. Nell'anno dell'Impero - 1936 - si puntano i piedi disperatamente : le snaturalizzazioni calano a soli 81 maschi e 54 femmine. GLI ITALIANI DI TUNISIA NON VOGLIONO DIVENTARE FRANCESI. Che la Francia prenda- definitiva- -~ • mente atto di questo inalienabile clinrto. A. TRIZZINO 37

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==