Una~ ~clalla ~~ ITAllANI IN TUNISIA Oltre 12.000 erano gli italiani in Tunisia nell'anno 1881, m cui la· Francia s'impadronì di essa.· Secondo la versione che fu data, la tribù dei Krumiri avrebbe sconfinato in territorio algerino da oriente; .e l'assunta violazione di éonfine fu appunto il pretesto della Francia per saldare la Tunisia all'Algeria già.sua. Giunsero dunque i soldati francesi, e presero possesso di porti dogane uffici. Ma il vuoto restava in Tunisia, perchè in Francia non· c'erano coloni da mandare a popolarla. E -così gl'italiani continuarono a traghettare alla riva dirimpetto e costruir po_nti, aprire strade, trivellare pozzi, piantare vigne, fecondare la terra, animare le città. La Tunisia .fertile ·e ricca di oggi è nata dal lavoro. e dal genio degl'italianL Mà cosa non ha fatto la Francia contro questo lavoro? Quali violenze non sono state esercitate contro questi italiani che non piegavano di fronte a persecuzioni e minacce, nè cedevano ad allettamenti e lusinghe e mai hanno soffocato l'orgoglio del nome e della razza? Perchè questo è ·l'assurdo francese, questa è la responsabilità della Francia : non essere mai sazia di ter-ra e non avere braccia per lavorarla; non avere figli e credersi in diritto di rubare figli agli altri; pretendere di riempire i quadri dei suoi battaglioni con la coscrizione obbligatoria di chi le capita sotto. . La storia del protettorato in Tunisia s'identifica cOJ:?l,'azione che da oltre mezzo secolo la Francia sistematicamente e spietatamente vi conduce nel proposito di « snaturalizzare » gl'italiani. Le tappe successive di tale azione sono segnate da una vera collana di provvedimenti di legge, tutti ispirati e sapientemente congegnati a tale scopo. Si cominciò - decreto del 18 agosto 1898 - col cosiddetto controllo degli stranieri. In pratica ciò voleva dire l'arma della espulsione, la quale, adoperata senza alcuna garanzia procedurale, è sen-ita essenzialmente per infierire e premere sugli italiani refrattari all'assorbimento. • 36 TOTAU /jl) ••• TOTAlF /U5 601 fOTAll ,,, 449 TOTAU /020 440 TOTAll /056 o~ TOTALI tao, •o• □ I • FEl1lfllfE. - i'fA.HHI TOTA.li 541 u, Poi le cure furono rivolte - vedi il decreto del 16 maggio 1901 - contro una delle più influenti categorie di professionisti italiani. Si prescrisse, cioè, che per esercitare la professione di avvocato in Tunisia era necessaria, d'allora in poi, la laurea rilasciata da un'università francese. Il che costituiva violazione gravissit;na della convenzione del 1896 tra- l'Italia e la. Francia nella quale era stata "appunto tassativamente prevista piena e assoluta libertà agl'italiani di esercitare qualsiasi arte professione o industria. Questo colpo fu a duplice effetto : da un canto, essendo improbabile che avvocati già laureati in Italia riprendessero gii studi presso scuole francesi, si sbarravano per via indiretta }e porte alla loro immigrazione; dall'altro, limitando gli sbocchi delle scuole italiane, si mirava a deviare verso quelle francesi i figli degl'italiani in Tunisia. Coi decreti del S e 7 aprile i905 si promulgarono restdzioni in materia di diritto di riunione. Inutile dire che si trattava, m primo luogo, delle associazioni e riunioni d'italiani. Con decreto del 1913 fu interdetta agl'italiani la facoltà di. aprire nuove farmacie. Come si vede, la pressione si faceva sempre p1u incalzante, e l'esproprio raffinato e metodico, settore per settore. Si ebbe una parentesi dal '14 al 1918. Ma la guerra mondiale non era ancora finita che già l'azione veniva ripresa, inasprita e sospinta decisamente a fondo. Al governo della Reggenza venne destinato nel. dicembre del 1918 un « recidivo dell'italofobia più. accesa» e come tale noto: il senatore Flandin. A questo personaggio della politica francese si debbono le più draconiane misure contro l'Italianità in Tu.nisia, i più sciagurati « giri di vite», contro di essa. Istituì il IO gennaio 1919 l'albo dei sensali autorizzati, prescrivendo la qualità di francese o indigeno per esservi iscritto. Con decreto del 20 febbraio 1919 non soltanto, all'atto pratico, pre~ eluse agl'italiani la possibilità di aprire nuove scuole, ma impedì anche l'ampliamento di quelle esistenti com'era impellentemente richiesto dal continuo accrescimento numerico della colonia italiana, deter111inato in prevalenza dalle nascite. Con decreto immediatamente successivo - 22 dello stesso mese ,.- vennero imposte speciali esose tasse agli italiani nei contratti ..di compravendita d'immobili. Se dopo dieci mesi questa disposizione dovette essere abrogata ciò non fu fatto per resipiscenza, m~ perchè si era prodotta la paralisi nella vita economica de¼JaTu-ii.isia, in massima parte in mano degl1italiani. ' '.:·:: • Nel giugno del 1922 si puntò diritto contrò la categoria dei ferrovieri italiani. Con accordo tra la compagnia ferroviaria_ e iÌ governo del protettorato fu stabilito_ che l'assunzione di nuovo personale doveva essere fatta scegliendolo « nella misura del P.Ossibile» tra i cittadini di nazionalità francese o tunisina. Per i ferrovieri italiani già in servizio si provvide col sistema delle pressioni economiche e della differenza di trattamento. Salario e indennità caro-viveri per un ferroviere italiano mantenuti in-. f eriori di un terzo a quelli corri~posti al collega francese di pari condizioni di anzianità e con ugual numero di persone a carico; ai ferrovieri italiani fu negato il terzo coloniale. Svantaggi in · materia di -congedi annuali, nell'assistenza per malattie e infortuni, sabotaggio negli avanzamenti, completano il quadro . .. ~;\: (, _.;
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