La Difesa della Razza - anno II - n. 3 - 5 dicembre 1938

negare il valore e il significato: fra gli esploratori di ogni Nazione la figura di Miani brilla di luce fulgidissima come quella dell'uomo che non teme di immolarsi per raggiungere un ideale di Scienza. Non solo il Congo ma ogni terra africana ha avuto dall'Italìa, come ho detto, pionieri del lavoro e della dottrina. Specialmente in quella che è ora l'Africa Orientale Italiana l'indagine scientifica precedette di gran lunga qualunque trattativa diplomatica o azione bellica. S~perbo vanto del nostro maggiore organismo geografico, la R. Società Geografica Italiana, è proprio quello di avere in più occasioni inviato nei ~erritori meno conosciuti dell'Etiopia membri autorevoli ed ard:mento~i. pronti anche all'estremo e altrove in mano di Italiani, ed essi lasciarono larga traccia n~i Paesi coloniali coi loro progetti e coi loro metodi di lavoro. In terre dove la salute degli Europei è di frequente messa a dura prova e .dove cure meticolose devono essere prese anche per gli indigeni; dove, dunque,· nessuna opera colonizzatrice sarebbe. po.ssibile senza servizi sanitari ben organizzati, tali servizi sono da mettersi in primissimo piano. Inequivocabile indice di elevatezza di raz..za fu in ogni tempo considerata la tendenza all'espansione. La sto.ria ci mostra difatti il coincidere perenne dell'ascesa di un popolo con le sue imprese cli conquista .commerciale o politica; o viceversa il decadere con la sua sedentarietà. La potenza d'espansione :.~crifìcio per lo svolgimento degli altissimi compiti a loro affidati. Fra i tanti Paesi, l'Italia si trova co<>Ì in prima linea per l'attività dei suoi Emigrazione dalle diverse regioni nel periodo 1919-23 d'Italia figli pionieri in Africa. on vale, in con_ trario, e in molti, in troppi casi l'elemento umano da noi fornito fu classificato con tracotanza tutta anglosa one come razzialmeute inferiore ai dominatori e da col locarsi in una categoria a sè, da qualcuno ·voluta distinta persino da queHa dei cosiddetti « poor white », con cùi gli Inglesi, seguendo i }pro pretesi criteri aristocratici, credono di dover distinguere i propri caduti in misena. Pur troppo, quando il po~sess'1 dell'Africai fu deciso fra le azioni e . •ropee, l'Italia non aveva ancora ritrovato se stçssa per reagi re come occorreva, ma gli· Italiani operarono ugualmente nella rrnaniera rnigl io.re a.: fini della messa in valore dell'immenso continente. L'essere il nostro Paese rima- •sto indietro ad altri per i possessi coloniali fu comunque interpretato generalmer.te quale prova dell'impreparazione nostra come colonizzatori. IJ continuare a dir questo significherebbe non avere occhi per vedere o, meglio, ad ogni costo non voler vedere perchè ornnque nel mondo una infinità di opere parla a favore del genio colonizza. tore italiano. Sono le case, le piantagioni, le fattorie fiorenti sorte ove prima era la foresta od esistevano paludi malsane; sono le società industriali, ricchezza e vanto del Pae e nel quale svolgono la loro attività e ne favoriscono lo sviluppo; sono le strade, sono· i ponti sono i tracciati ferroviari perfettissimi costruiti là ove nessuno era riuscito e dove l'Italiano, invece, con la sua tenacia e la sua intelligenza da razza all'apogeo e non in decadenza o addirittura inferiore, come qualcuno all'estero amò considerarlo, riesce con mezzi da giudicarsi il più delle volte irrisori; ·:o le missioni, sono le scuole che, italiane o sotto direzione il '1.- liana, aiutano del foro meglio gli indigeni; sono le scuole delle missioni cattoliche, operanti quindi sotto tÌn influsso eminentemente italiano, le sole capaci di buoni resultati sui primitivi in mezzo a cui esercitano 1a loro azione. In tutto ciò, come in tante altre cose, mi sembra difficile non scorgere i segni di una capacità colonizzatrice non comune posseduta dagli Italiani. Servizi delicati~simi, ·fino ai più elevati e fino a quelli che mvestono funzioni di governo, si trovano o furono in Africa ,. N l o tlffiIBI 300-500 :·:•=·=· 50/· 70::, 1:-~•\1101-1000 ~i?i I0Ol-30OO ~1!:~ "1001- sooo - 5()0/-8000 o o dell'Italia di oggi è da considerarsi come una delle maggiori nel mondo; e questo è indice anche di una riconquistata giovinezza, per cui con rinnovato entusiasmo ci sarebbe facile continuare a fornire ove occorrono braccia utili e vigorose, e, fenomeno in gran parte nuovo ma altamente significativo e di portata non prevedibile, noi potremmo lanciare nei paesi di vecchia o di nuova civiltà un numero crescente di capacità intellettive, sempre meglio addestrate all'azione da svolgere •foo_ri_~ei ~ostri. confini, nelrinte~~sse d~lla P~tri~ e <lelle col-......._ lethv1ta d1 ogni Paese. Tutto CIO se 11 des1deno di gwosa._ tutela del patrim011io razziale e motivi di fierezza nazionale non ci spingessero a concentrare sotto un unico cielo le nostre invidiabili energie per meglio prepararle alle esigenze di un domani ormai evidente. IJDIO CIPRIANI

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