« Qualcuno potrebbe obiettare : una razza, che è destinata a creare un'alta cultura e che ha in sè le qualità ereditarie per farlo, portata ai Polo Nord, sarà costretta a vivere come gli Esquimesi e non potrà mai raggiungere un livello di civiltà superiore ad essi. Ma questa obiezione non ha valore perchè una razza creatrice di una grande civiltà non si adatterà mai a vivere in un ambiente con risorse modeste ma emigrerà, finchè potrà trovare il suo ambiente o un ambiente che potrà trasformare secondo la sua volontà ». Comunemente si parla di giovinezza, di maturità, di vecchiaia di un popolo. Questi termini usati per lo più dagli storici, hanno il loro valore quando si riferiscono ad un popolo ma non già quando si riferiscono ad una razza. Le qualità della razza non segnano questa fatale parabola: esse difatti si mantengono sempre le stesse. E questo vale per le qualità fisiche e in maniera ancora più spiccata per le· qualità psichiche. Le qualità razziali hanno realmente il carattere dell'immortalità, e si mantengono tali finchè vivono puri gli uomini di una determinata razza. L'ascesa o ]a decadenza nella vita dei popoli dipendono, non tanto dalle condizioni di clima o di suolo, come una sorpassata concezione materialistica potrebbe farci credere, ma essenzialmente dalle qualità razziali dei popoli. Questo naturalmente non vuol dire negare all'ambiente o alle condizioni di vita ogni influenza sulla razza. Difatti quando si dice ereditarietà dei caratteri razziali bisogna intendersi bene sul significato delle parole. Così è per· esempio per la statura : quando si dice ereditarietà della statura alta non si vuole affatto indicare che il figlio deve ereditare la statura del padre esatta al millimetro, ma semplicemente che egli eredita una tendenza ad avere la statura alta,. tendenza questa -che pot-rà manifestarsi o meno a seconda delle condizioni di vita e di ambiente. Ma le modificazioni in più o in meno portate dalle condizioni ambientali non saranno ereditarie. Così vale per le facoltà intellettuali : un individuo naturalmente intelligente non nasce naturalmente dotto ma diventa tale con l'educazione, quello che realmente è in lui di essenziale è la tendenza ereditaria ad apprendere facilmente. Queste constatazioni hanno tanto maggiore valore quanto più elevata è una razza nella gerarchia dell'umanità. Quanto più una razza è evoluta, tanto più è selezionata, e, tanto più è differenziata, tanto minori sono le sue possibilità di variazione. Se noi esaminiamo uno dei tanti caratteri fisici razziali, quale è quello della capacità del cranio, vediamo come esso nella razza italiana si è mantenuto tale attraverso i millenni. Nella seguente tabella è appunto indicata la capacità meIl lavatorio a bordo, per le emigranti (fotografia d'anteguerra). dia del cranio in Italiani delle diverse regioni e di epoche diversissime ; è indicato anche l'autore che ha raccolto le singole medie: ,nedia media uomini dcNtne autore Trentini Moderni 1518 1401 Canestrini Romani » 1513 1312 Nicolucd Romani Antichi 1505 1308 Sergi Pompeiani » 1500 1323 Nicolucci Siculi Preistorici 1460 1342 Giu.ffrìda-Ruggieri Piemontesi Mod. 1450 1373 Sergi Sardi » 1403 1298 .Ardu Onnis Napoletani » 1401 1294 De Blasio 5iciliani » 1398 1256 Mondio LombarclÌ » 1393 1270 L'esame di questa tabella è molto significativo: mostra come la capacità cranica dei Romani antichi, e quella degli antichi Pompeiani, e quella dei Siculi neolitici osciUa nei valori medi clie si osservano negli Italiani dei nostri tempi. Come si p_uò facilmente comprendere nessuna diversa-condizione di vita e di ambiente potrà ai nostri giorni modificare un carattere così profondamente· radicato e non saranno certo le due o tre generazioni fuori d'Italia dei nostri emigranti che potranno influire. Già nel 1861 il Von Baer richiamava l'attenzione sulla fissità dei caratteri morfologici nelle razze umane attuali, scrivendo : « Che cosa sappiamo noi dell'influenza dell'ambiente? Null'altro ·fuorchè il forte calore solare abbruna la pelle. Se però vòlessimo estendere quest'influenza sino al -colore nero della pelle dei negri, s'incontrerebbero grandi difficoltà giacchè in America ci sono pochi popoli nativi che sono realmente di colore molto scuro>. Virthow con grande acutezza ha scritto a questo proposito: « Mentre i negri abit2no una grande zona che si estende dalle isole Samoa e Filippine fino alla costa occidentale dell'Africa e che, percorsa nella carta, presenta un campo con~nuo, ci manca per questa qualsiasi parallelo in America e tuttavia anche l'America si estende sotto l'equatore, dove_ il sole è molto cocente, possiede località molto umide e altre molto aride. Quale è dunque la causa per cui tra le popolazioni originarie d'America non ci sono dei negri? Io non credo che qualcuno_ possa dire quali sieno 1e cause che una volta producono un effetto, un'altra volta no; io almeno non le conosco. Benchè sia facile il dire : certe condizioni esterne devono impedire o determinare lo sviluppo del pigmento. Anzi esistono dei dati di fatto in apparenza stranissimi, come quello dell'esistenza, 17
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==