perdita numerica che 11talia fa con l' emi ima e sarebbe forse meglio che gli Italiani anda all'estero· anche in numero maggiore e vi restassero d nitivamente. ~ • Con tali principi,' e con tali uomini, l'Italia d'antegue si dissanguava_ • «L'~tinto cieco dell'emigrazione scriveva il Mosso stesso libro - si trasforma a poco per volta in .una funz dello Stato che aiuta istruisce guida le correnti degli o ella ricerca del lavoro onesto. » 'emigrazione, ossia il dissanguam~nto, funz: "berale: iustissimo. Funzion taclini. E non solo il demanio feudale fu dai borghesi tolto al popolo, ma le terre comunali, le terre delle università. la forrna=ionedella classe borghese ,wn. fu che il consumarsi di un'usurpazione, della quale e dei raggiri, soprusi, aperte sopra/ fazioni, massima fu l'evidenza nell'Italia meridionale. La rivolu- ::.ionenon fu altro che il polverirw messo al,l'usurpazione, perchè con. la cosiddetta eversione dei feudi stabilita la 'Ubera proprietà e legalizzata l'espolia::.ionedel popolo, questo perdette senza alcun compenso i suoi secolari diritti, cosa che non l'istituto della proprietà, rna una legge agraria avrebbe dovuto irnpedire. I sterilita la terra, schiacciato il popolo, non restava da fare altro che la repubblica. E Vico? Non bisogna credere eh'egli fosse il .capo d'un nwvùnento, questo è un concetto straniero, e i movimenti sono infatti borghesi. Dante è il vero autore della nazione italiana, ma noi non siamo stati mai un movimento dantesco. Del rwstro genio è anche la solitudine, e Vico fu solitario più d'un secolo, anzi oblìaw. Egli era la natura _della scuola italiana, perchè non c'era soltanto la scuola borghese, soltanto un rnovimento di dottrine, ma viveva l'antica scuola italiana, ed era vichiana, a principiare da quella di G.. M. Galanti, di Cuoco, discepoli di Vi~o. Chi li corwsce, fuor degli specia1isti? l'Italia è dunque una faccenda da specialisti? E vichiana, oltre che galileiana, dobbianw chiamare la scuola dei bonificatori toscani dello studio di Pisa. Dobbiamo finalmente ..sapere che alla radice dell' opera di Cavour, non dell'opera agraria soltanto, ma della·politica estera, alla radice del regno d'Italia, c'è l'opera iniziata il 1738 dall'arcidiacono senese Sallustio Bandini, condotta da Pompeo Neri, la quale in un secolo ridette vita e popolo alle terre toscane, ridotte un deserto palttdoso dallo sfruttamento mercantile. Bernardo Tanucci, condiscepolo di Pompeo Neri al,lo studio di Pisa, portò a Napoli l'indirizzo toscano, quando Carlo Ili ini::.iòcon la guerra al borghese la politica popolare della sua monarchia, la quale stava restaurando i diritti del popolo, clando la terra ai contadini, e aveva abilitato la povera gente ai pubblici uffici, abolito le decime, rinnovato gli antichissimi parlamenti comunali, obbligato i giudici a motivare le sentenze, isti-tuito il sistema ipotecario, quando del famoso codice di Napoleone non c'era l'idea~ e quando appunto i borghesi fecero con le baionette francesi la repubblica partenopea. Repubblicani nel 1799 eraw i proprietari - rwtava uno di loro, Guglielmo Pepe. Caduta la repii.bbfica, Francesco Lonwnaco scrisse al cittadino Carnot che a Napoli l'esisten:;a del ricco era di nuovo esposta alle insidie della calunnia. L'esistenza del ricco, ecco la reden::.ionedei patrioti! Succeduto il regno di Giuseppe Napoleone, i ricchi di Napoli cessarono d'essere calunniati: 14 abolirono i feudi, tolsero per sempre la terra ~i villani, la tirannia del loro denaro divenne incontestata. Alla Restaura- :;ione, Cantica monarchia trovò risolta nel senso dei borghesi la questione della terra, e non ebbe più ragfon d'essere, sopravl'isse: d'allora in poi, come racconta Giownni. Verga, mastro don Gesualdo poteva togliere a suon di quattrini le terre comunali al barone lacco, i villani potevano sollevarsi, e lacco. don Gesualdo, tutti i galantuomini del paese farsi carbonari, cospÌ· mre alla repubblica francese: altro che sollevazione -di villani. La sciwla toscana dette contenuto alla politi.ca popolare delle monarchie europee fino alla rivolzt::.ione.-Pompeo Neri fu l'ispiratore, l'aust'.liario, il progettista di Maria Teresa, Luigi XV, Federico li. La Tos,cana era ancora il centro della civiltà. La di/ feren:;a che corre Jra la sua scuola e la scuola borghese è che quella creù e mise in essere unct efiettiva partecipazione del popolo a.i beni della nazione, la borghese invece una oligarchia della ricchezza mobile, in sostan::.auna reazione al concetto toscano, sen:;a poterlo tÙttavia sradioare, nemmerw con la , ivolu,zione, per,chè, nel 1845, l'Inghilterra mandò una commissione di deput,ati a studia.re il sistema agrario e commerciale toscano, e nel 1846, fece la sua celebre riforma, secondo il sisterna che Pompeo Neri aveva stabilito in Toscana fin clal 1775, e perchè, nel 1851, Cavour iniziò in Piemonte l'opera toscana, e pareva che la civiltà dovesse riprendere il cammino, dopo la rivoluzione e più esattamente reazione borghese. Come i bonificatori toscani, Cavour fu condouo all'agricoltura dal suo talento rnaternatico, e dall'agricoltura fu guidato a fare il regno d'Italia, non l'unità, che l'/ talia possedeva per lo meno dal tempo di Dante, e non è l'unità filosofica e nemmeno un fatto soltanto politico; come i bonif i-catori toscani, egli· passò dalle 11w.temu.ticheal,la corwscenza degli uomini, e come i toscani r.icrearono la ,società;, dov'erano sterpi e malaria egli kidettc: vita ai campi pienwntesi, e con trattati commerciali, che ·fecondarono la lavorazione delle materie vegetali e animali, creò l'industria, il commercio e una respfra::.ione mondiale• al piccolo regno pienwntese. Il 1851, vedendo che Cavour incamminava il Piemonte per quella strada, i Georgofili di Firenze lo rwminarono socio onorario di quell'accademia, e Cavour rispose a Cosimo Ridolfi che intendeva appunto a,ndare per la strada della Toscana. E' questo il punto più dimenticato, meno studiato, e dicwmo pure affatto studiato, tot.almente ignorato dell'opera del miinistro piemontese; eppure ne è l'anima, perchè la piccola poten:;a piemontese rwn avrebbe acquistato tanta importanza, non sarebbe stata invitata a partecipare ali.a guerra cl'oriente, rwn avrebbe primeggiato al congresso di Parigi, rwn sarebbe riuscita a concludere con Napoleone Ili il trattato di Plombières, con la sola for:;<1dell'abilità, se non avesse creato un effettivo rapporto con le poten:;e occidentali, quale a.pp11,ntocreò con i trattati commerciati, inspirati al sistema agrario toscano; con i quali il Piemonte diventò un fattore attivo dell'Europa, rwn solo fece l'industria., conseguì benessere, ma fece vedere per quale strada . si sarebbe messa l'Italia, quando la Francia di Napoleone III aveva lasciato il sistema repubblicarw, e l'Inghilterra aveva preceduto il Piemonte, nella strada della Toscana: per- qua.le strada si sarebbe m.essa l'Europa. Che i tratt.ati commerciali dovessero servire le a.spira:;ion.i d'Italia,, Cavour lo annunciò ·il 28 giugrw 1851, dicendo a. proposito della convenzione addi::.ionaledel trattato di ruwigazione e· commercio, conchiuso il 5 novembre 1850 con la Francia: ~ Non può arrivare una tale complica:;ione di eventi in cui pren· cianoparte tutti i popoli d'Europa? In cui l'()ccidente e l'Oriente si trovino divisi in due campi? E se questo accadesse, sarebbe egli desiderabile che noi fossimo in meri che !mone rela- ::.ioni con la Francia? Se questo av1.1enimento,che non è probabile, ma che non è impossibile, accadesse, desidererebbero gli
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==