~ Parigi i giudei si dividono in tre categorie a seconda dei luoghi ove abitano. Ci sono i giudei di rue des Rosiers, gli ebrei di rue du Sentier e gli israeliti del « Faubourg Saint Germain ». · Tre vie, tre quartieri, tre nomi, che nella loro sostanza vogliono dire la stessa cosa, .ma che nelle sfumature, delle quali è ricca la lingua di Francia, significano che dal rude appellativo di giudeo dato al povero, si passa a quello meno .rude di ebreo, dato all'agiato, per dire ai giudei ricchi : israeliti. Tutti gli ebrei di Parigi son passati, passano e passeranno per quelle tre strade : è una legge inevitabile. Arrivano laceri, unti, coi vestiti scuri, sostano spauriti e spaesati per 24 ore e poi si lanciano con la loro attività febbrile, maniaca, ossessionata, aJla conquista della città.· Tanti esempi ci sono di rapidi successi; nomi della grande cronaca, gente .arrivata così a Parigi: Stawisky, Reinach, Mar. ta Hanau, Blum, ecc. Rue des Rosiers dietro l'}-Iòtel de VilJe, è una delle due o ·tre vie superstiti del vecchio ghetto parigino. Un odore acre, misto di sudore, di kascher e di oriente, si spande tra quelle case. Le insegne sono in francese e in caratteri ebraici. Si vedono gli avvisi dei ristoranti ebrei, dove sono rispettate le prescrizioni rituali nella preparazione delle vivande, e i programmi del « Théatre concert artìstique » o del « Théatre Gaité e Rochechouart » che hanno repertori di autori ebrei e dove lavorano at- · tori giudei. Agli angoli sostano gli ebrei poveri di Parigi. Offrono a chi passa, per lo più correligionari, la « Guide rose » e noccioline abbrustolite, oppure leggono al• le edicole delle cantonate i giornali in « Yddiscb » che giungono a Parigi dalla Polonia, dalla Rumania e dalla Russia. Quei pazienti, sudici, u_ntuosi, arroganti ebrei del superstite ghetto di Parigi sono nella Fran. eia del fronte popolare i milionari e i dominatori di .domàni. . Appena arrivati a Parigi, lì . sostano i giudei cacciati da ogni parte d'Europa. Sbarcano a una _stazione, te·nendo una sudicia 40 Gambetta. Blum. ManfY!IJI valigia di .fibra; hanno le ossa indolenzite dalle terze classi di mena Europa o fo stomaco sbattuto dal Mediterraneo o dal1' Atlantico, e sanno quel che vogliono. Hanno avuto noti.2ia che <JUÌ ~no senza tema lasciar venire a galla i loro istinti, sanno che non troveranno la disciplina hitleriana, la volontà separatrice fasci.sta, la impulsiva violenza dei polacchi, l'implacabile ostilità anglicana, corretta ma inflessibile, nè rica rumena : questa è la loro nuova terra promessa dove Léon Blum è potuto diventare pontefice, dove Crèmieux ha fatto carriera. Per questo sperano e credono in Parigi. Qualche sporca casa dietro l'Hotel de Ville Ji accoglie già piena di « foetor judaicus ». I correligionari li iniziano ai primi misteri della Ville Lumière. Si riannodano così amiàzie, si ritrovano parenti persi di vista; I' yddisch o r esperanto rimediano intanto a11·ignoranza del francese. Secondo la furberia, la fortuna o la sfrontatC2:Zadell.ultimo arrivato, la sua permanenza a me des Rosier dura sei mesi, un anno, due. Qualche ricercatezza nel vestire segna i primi successi. Una distinzione particolare sono le ghette. Forse nella speranza di coprire il difetto dei piedi il giudeo porta le ghette con qualunque tempo e in <pialonqne Juogo. I Rabbini portano uose nere con scarpe nere, gli agenti di borsa chiare sotto i pantaloni a righe, gli uomini d'affari mxciola, il baronetto Rothschild candide, sotto il pantalone color tortora. Poi verrà il brillante al dito, che sfavillerà nell'accalorato gesticolare, il sigaro con la fascia d'oro, da accendere al « restaurant » alla moda o durante una seduta del consiglio di sconto. Saranno questi i segni del successo. Verrano 1' auto e il resto. Sarà intanto scomparsa la ver luminosa borsa di cuoio, che
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