La Difesa della Razza - anno II - n. 2 - 20 novembre 1938

• nn1eo tendosi di salari ben più modesti e lavorando il doppio. L'inglese continua a vivere in uno stato di ottimismo beato, fatto di patriottismo e di torpore che trae la sua origine dalla confidenza imperturbabile che egli ha nel proprio Paese e « nella potenza mnata della sua razza ... >. e Anche di fronte alla crisi, derivante dalle perdita della supremazia commerciale eà economica la massa del popolo inglese rimane imp~rturbabile. La classe media continua a vivere sulla base di due o tre nozioni relative alla < superiorità britannica > che non si discutono. I suoi manuali, i suoi giornali gli insegnano che ha sempre ragione ... >. e L'insularità inveterata di codesta popolazione coshtuisce per essa una grande soddisfazione: il suo orgoglio, consolidato da i.:na tradizione secolcre, le impedisce di veciere quel che di male c'è ~n casa. La stampa lusinga questo sentimento di orgoglio, la conferma nella convinzione che il e popolo inglese costituisca una società a parte, più civilizzata materialmente dell'Europa, più civilizzata intellettualmente del!' America, fuori concorso e vivente su un piano superiore in confronto di tutti gli altri abitatori della terra ... >. In queste condizioni 11 popolo inglese non cambia, al contrarie si addormenta sopra un guanciale di formule latte che non rivede mai. Codesto torpore mantiene il popolo inglese in uno stato di ottimismo che il Sieglried non esita e definire e mortale) >. e L'inglese ordinario - continua sempre i; S1egfried - conserva nei riguardi del continente europeo e l'attitudine condiscendente del colono di fronte all'indigeno>: egli mal si rende ~onto che l'Europa continentale è più modernizzata che la stessa Inghilterra, che gli alberghi europei hanno più bagni proporzionalmente in confronto di quelli inglesi, che la tecnica sul continente europeo è stata completamente rinnovata per uno spirito di emulazione e di progresso mentre l'Inghilterra è rimasta ..... 1r.dietrol... > e Il vecchio edegno britannico per lo strar.iero si è molto accresciuto dopo Versailles: un inglese non considererà mai l'italiano, il tedesco ed il francese come perfettamente a lui eguali; la sua forma gli impedisce di dirlo, ma l'inglese non può nascondere che Io s1 umilierebbe a confondersi con codesta lolla, al cui margine egli intende di mantenersi...>. Un esempio tipico di politiea razzistica: L'australasia L'Australasia, il paese forse più democra-. tico del mondo, con uno sviluppo demografico più che modesto, è stato ed è uno dei più decisi contro l'immigrazione. In ciò hanno avuto leva due fattori: la politica egoistica e protezionista della popolazione mirante a sostenere gli alti salari che potevano essere diminuiti per effetto della concorrenza d9lla mano d'opera straniera immigrata e il sentimento di razza. Questo sentimento è stato spinto all'inverosimile verso i nativi che sono stati quasi completamente distrutti e si è dimostrato ., violento contro le altre razze di colore, indù, canachi, cinesi e giapponesi, tanto da limitarne e poi proibirne l'immigrazione. La cosa è tanto più strana verso gli indiani, in quanto si tratta di sudditi di S. Maestà Britannica; eppure, malgrado la ripugnanza psichica e l'ostilità degli anglo-australiani per la gente di colore, la immigrazione di siffatti elementi esotici era quasi indispensabile per risolvere il probléma della mano d'opera in alcune zone torride del continente australiano e per lo sviluppo delle culture tropicali. li razzismo inglese contro gli indiani Ma la politica australiana, intesa unicamente alla difesa dell'interesse egoistico èelle sue classi sociali, si è dimostrata ostile a tal punto da chiudere ben presto le porte anche alla immigrazione degli elementi bianchi e persino agli stessi inglesi. La coscienza popolare, più ancora che una Australia ai bianchi, ha finito per concepire giusto, dal suo punto di vista egoistico, il concetto di un'Australia riservata agli Australiani. Cosl un continente capace di contenere circa 100 milioni di abitanti è riservato di fatto a poco più di sei milioni di abitanti! .Gli indiani dell'Asia, come è ben noto, appartengono, malgrado le inillirazioni di altre razze, per la massima parte al grande gruppo degli indo-europei, e, se vogliamo usare una espressione estensiva, sono di razza bianca. Lord Cromer rileva in un suo libro e Impérialisme ancien et moderne > {Editore Robieu, Parigi 1910) che gli Inglesi non sono mai riusciti, nè hanno mai voluto assimilarsi in alcun modo con gli indigeni, non solo in Africa e in Asia, nell'India in ispecie e ciò, sia per ripugnanza istintiva, sia per la loro idea di superiorità di razza. Il Mondaini, parlando nei suoi lavori sulla storia coloniale inglese della situazione dell'India di fronte all'Inghilterra, parte da premesse di razza: « La stessa mancanza asscl uta d'ogni qualsiasi processo nonehè di assimilazione etnica, nemmeno di fusione sociale dei due elementi che vivono nell'India, il dominato e il dominatore, sia per il fenomeno della ripugnanza etnica inglese per l'indiano, sia per psicologia e costituzione sociale, particolare dell'Ipdia che rifugge da ogni contatto con !',occidentale, da ogrii relazione sociale con esso, o ambedue le cause insieme, accentua l'individualità dell'India, di fronte all'Inghilterra >. Ed in altro punto la situazione è ancora meglio precisata dal Mondaini con queste pittoresche righe: < La ripugnanza aristocrcttica di razza del dominatore inglese per gli abitanti dell'India, coi quali è evitata ogni ·.relazione sociale, per quanto corrisposta a misura di carbone dal disprezzo per esso delle alte caste indiane, mette le popolazioni indigene di fronte all'elemento inglese in una condizione di inferiorità sociale, che sembra la espressione tangibile nella vita quotidiana della inferiorità politica e acuì33

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