La Difesa della Razza - anno II - n. 2 - 20 novembre 1938

LA CACCIATA DEGLI EBREI DALLA SICILIA Se vi fossero dubbi sulla natura del fe. nomeno, basterebbe la regolarità infallibile con la quale da secoli si ripete sotto qualsiasi meridiano e clima, per rendersi conto delle cause che lo provocano. Non c'è, infatti, paese che, avendo aperto le porte agli ebrei, non debba presto o tardi avvertire la necessità imprescindibile di liberarsi di essi; e tutti sooo arrivati all'identica soluzione dopo aver esaurito a loro riguardo fiducia pazienza e tolleranza. Così è stato, in passato in Inghilterra, Russia, Francia, Spagna, Polonia, Ungheria e molti altri luoghi; cosl è nel presente per alcuni stati; e così sarà - si può giurarlo - per i rimanenti, a tempo e a luogo. C'è dove il rigurgito è potuto avvenire disciplinato e contenuto, nonchè graduato, da tempestive disposizioni di legge; altrove, invece, è esploso con carattere di violenza improvvisa e sanguinosa da sdegno e esasperazione popolari giunti al culmine. Tra le tante, memorabile è la cacciata che si fece degli ebrei dalla Sicilia nelr anno 1492. E' una delle più grandiose epurazioni che la storia ricordi : per il nuAULA HGl,- 0 $ALA IIIRIOIS ... S.MAIUA HPICTA a > mero enorme che gli ebrei avevano raggiunto in Sicilia - il doppio quasi della cifra totale che il recente censimento ha denunciato per tutta la Penisola - e per l'inflessibile e integrale ritmo con cui fu eseguita. Dopo di allora il territorio siciliano è stato poco praticato dai figli di Israele. Sulla comparsa degli ebrei in Sicilia non si hanno doCWI)entazioni dirette, ma è logico ritenere che coincida col primo loro passaggio nelle provincie dell'Impero Romano. Secondo Rutilio Claudio detto primo passaggio rimonta al 59 avanti Cristo, in conseguenza della conquista di Gerusalemme da parte di Pompeo Magno avvenuta in quell'anno. Un'immissione notevole dovette esservi poi, tutta in una volta, nel 70 dopo Cristo, in seguito all'espugnal!one di Gerusalemme e alla generale dispersione degli ebrei che fece Tito. Stando, infatti, a quello che riferisce Flavio Giuseppe che fu testimonio oculare, un milione e centomila di essi sarebbero periti in quell'occasione e 97 .000 sarebbero stati fatti prigionieri, buona parte dei quali venne tra11ueA MAJOII Una pianta di Palermo, nei ■ec. XI, XII e m GAL ! KA ! M 111''" DC LLA O'- LO A $ DCMl,1110 I~. . I KA.:> t< Il o OUL A .. .. > -4 ,. > -r CASSARUS > :,, sportata in patria e quindi, da presumersi, parte anche in Sicilia. Le fonti dirette sulla storia degli ebrei in Sicilia cominciano nel primo secolo della nostra èrà e sono collegate col martirio di S. Marciano, primo vescovo di Siracusa, vissuto in quell'epoca. Venuto a predicare la fede in questa città, fissò la sua dimora nelle grotte dette Pelopie che si trovavano nelle vicinanze della sinagoga. « Gli ebrei, mossi da invidia, non sopportando la libertà d1 lui nel predicare la fede di Cristo, con morte violenta l'uccisero », narra un cronista del tempo. E autorevoli testimonianze sulla diffusione degli ebrei in molti centri della Sicilia sono le lettere che •. Gregorio Magno - Papa dal 590 al 604 - scrisse ai suoi rappresentanti nell'isola. Egfi intervenne più volte per provvedere agli eccessi d'un certo ebreo a nome Teodoro, a Messina, d'un altro chiamato Nasa gi11deo, di altri a Siracusa, Catania, Girgenti. Dalle prime lettere traspare la benevola disposizione dalla quale il Pontefice era sulle prime animato verso gli ebrei; ma poi, deluso, finisce per qualificarli sempre samarei, evidentemente in senso di dileggio, accomunandoli tutti alla tribù più reproba della cazza. Non seguiremo il progressivo aumentare degli ebrei in Sicilia discendendo nei secoli; diremo invece delle cause che in modo -eccezionale lo favorivano, tanto da fargli toccare la cifra di 100.000 circa - un decimo della popolazione totale di allora che si valutava a un milione - nelranno 1492, in cui, come si disse, avvenne la definitiva scacciata. Vi contribuiva, certamente, la poligamia giaccbè, interpretando in senso piuttosto largo le parole della divina scrittura ove Iddio benedice il genere umano dicendo di crescere e moltiplicarsi, praticavano la pluralità deUe mogli. Ma le ragioni principali erano le condizioni di favore di cui godevano, che facevano da richiamo agli ebrei dal l'esterno. Erano, è bene premettere, nettamente - come si dice - discriminati ; e ciò è utile precisare perchè di loro non restarono tracce quando furono costretti a prendere il !argo. Infatti, con un anno di carcere duro a pane e acqua - giusta una legge votata dal Parlamento di Palermo - veniva punito il medico ebreo che osasse esercitare l'arte con un siciliano; e tre mesi della stessa pena venivano comminati al citta-

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