La Difesa della Razza - anno II - n. 2 - 20 novembre 1938

nare duecento milioni di Indiani, ed o servando che questo fenomeno ha le identiche basi per cui nel mondo animale il padrone è il carnivoro, mentre l'e~bivoro è il servo, e come non vi è un grande carnivoro che l'uoino abbia potuto asservire interamente, mentre ha asservito i forti erbivori, quali il cavallo ed il bue, Taine volle dimostrare che l'imperialismo economico degli Anglo-Sassoni era in stretta relazione con l'alimentazione prevalentemente carnea. Gli eroi omerici infatti erano terribili divoratori di bestie, come grandi uccisori di uomini. Per combattere continuamente ed intensamente erano costretti ad alimentarsi in maniera inverosimile. Achille, ricevendo tre ambasciatori, dà loro in pasto tre montoni (Iliade, IX), il pastore Eumeo per fare degna accoglienza ull'errabondo Ulisse, gli imbandisce un intero porco di cinque anni (Odissea, XIV). In un banchetto presso i Pliniani, viene fatto servire un bue per meno di sei persone (Odissea, Ili). Ma queste sono esagerazioni degne della immaginosa fantasia di un poeta. Senza voler infatti convenire con i protagonisti dei romanzi cavallereschi, che battagliavano, giravano intere giornate senza bisogno di cibo, dobbiamo ricordare che i Romani, popolo eminentemente di dominatori e di soldati, davano a questi ultimi un'alimentazione prevalentemente vegetariana, cioè zuppa di lupini,. verdure, frulla, /aJte ed olio di olivo. Sin daJ,- l'epoca repubblicana, ed anche nell'epoca imperiale il popolo si mantenne parco e fruga/e, con alimentazione prevalentemente vegetariana, la carne venii:a considerata quale alimento di eccezione. La carne infatti non è un alimento insostituibile. Pitagora che morì centenario, parlando della carne diceva : «Tem~te, o mortali, di contaminare il vostro corpo con un ru.t,triment.o così abbominevole ». Platone interdiceva la carne ai cittadini della ua Repubblica ideale. e non l'autorizzava che per gli esseri inferiori. S. Basilio soleva dire che i corpi aggravati dalla carne sono oppre si da malattie. Tralasciando le dottrine di Spencer. che ammetteva che l'avvenire sarà del p~polo meglio nutrito, dobbiamo considerare ed ammettere l'enorme importanza. già notata dal Descartes, che l'alimentazione ha sulla civihà. sulla efficienza ed avvenire dei popoli. ·on è concepibile infatti una lunga e tenace resistenza al lavoro, sia materiale che spirituale, una grande disper ione di energie muscolari o cerebrali, senza un'alimentazione corrispondente. La salute e la forza stanno nel perfetto equilibrio tra dare ed avere, poichè ogni dispersione di energia che non sia compensata da una equivalente entrata, determina a lungo andare l'esaurimento. L'iponutrizione, oltre a determinare una diminuzione del peso e della statura media, diminuendo le resistenze organiche, favorisce l'attecchimento di tutte le malattie infettive, l'in orgere di vari processi discrasici. ell'oscuro Medio Evo, accanto agli eccessi dietetici, che ci vengono tramandati dai cronisti dell'epoca, assistiamo a collettive restrizioni alimentari a fon<lo mistico, che favorivano principalmente la diffusione di tremende epidemie, le quali distruggevano intere nazioni. Ma le abitudini alimentari, fin dagli albori della civiltà. sono andate man mano trasformandosi con un decorso lento ed insensibile, ed ogni popolo - in ragione diretta della sua evoluzione - ha trasformato le sue necessità in relazione alle possibilità alimentari della sua terra. Il regno animale porge largo tributo alla mensa dell'uomo, dalle uova di termiti che mangiano gli Africani, alla beef-steak degl'lnglesi, ai sorci arrostiti dai Cinesi, al « ghiso de loros » (intingolo di pappagalli) che mangiano gli Argentini, poichè la carne sotto piccolo volume rappresenta gran massa di alimenti di facile digestione. Ma noi Italiani non dobbiamo dimenticare la nostra dipendenza dall'estero per -derrate e grassi di origine animale, che su di una produzione nazionale dj 3,6 milioni di Q.li, nel 1936 era ancora di.361 mila Q.li. Gli Italiani dèbbono ricordare che l'autarchia, per la quale il Regime Fascista tantò combatte, è una delle necessità prime, necessità essenziale di vita, .perchè non può essere forte e dominare quel popolo che dipende per il cibo dagli altri: Napoleone I soleva dire che il soldato ha il cuoTe nello stomaco; l' energia e specialmente la resistenza dei combattenti dipende, oltre che da fattori ;pirituali, dalla quantità e qualità di cibo che essi introducono. Un .esercito di deboli e mal nutriti potrà per entusiasmo operare atti di audacia, ma non potrà mai sostenere nè resistere ad una lunga lotta. Necessita l'autarchia alimentare e per l'efficienza e per l'indipendenza sia bellica che economica della nazione; non è ancora spento il ricordo delle inique sanSCHEMA II Composizione chimica e valore in calorie degli nllmen&l più comuni (seeoodo Konig ed altri) CO TENUTO ME.DIO IN PER 100 GRAMMI CALORIE DI ALIMENTO CARBOIALBUMI A GRASSI DRATI Carne di bue (cruda) . 17 - 29, 5 - 340 ,, ,, montone . . 17 - 6- - 125 ,. ,. maiale . . . 14, ~ 37, 5 - 406 Prosciutto . . . . 21 36 - 420 Carne di lepre . . 23, 3 1, t3 o, to 106 " ,, pollo . . . 21 - 2- - 106 ,, ,, oca • . . . 16 - 45, t - 489 ,, ,, piccione . . 22 - 1- - 103 Merluzzo . . . . 17 o, :i:; - 72 Aringhe . . . . . . 21, t 8, li - 166 Sardine all'olio . . . 25, 11 11, 3 0,2 212 Lardo • . . . . . . 9,tl 76 - 745 Gra880 di maiale . . o.~ 99 - 923 Sabine . . . . . . 7~5 40 - 442. Uovo di gallina (50 gr.) 12,:; 12 o,:; 166 Latte di vacca . . . 3,5 4- 4,2 65 Burro. . . . . . O,, M O,G 800 Formaggio magro . . 33, 8 11, t 2,"' 283 ,, gra880 . 19,G 31, 5 O,, 606 Farina di frumento. . 10 - 1 72 358 Semolino . . . . . 11 1,s 71, 5 344 Biscotto • . . . . 12 7,r, 68 400 Riso bollito . . . . 6 r, , 1 78,r, 357 Patate. . . . . . . 2 o,z 20, 5 96 Piselli . . . . . . 6 O, r, 11, G 61 Spinaci . . . . . . 3 or, , 5 38 Lenticchie . . . 26 2' 53 341 Zucchero. . . . . o,s - 96,:i 400 Pomidoro . . . . . - o,, O,t 3,3 18 Olio di olive . . . - 95 - . 905 Funghi 2,:; O,t 4,8 30 Fagiuoli . . . . . 24, 6 2 52 329 Uva. . . . . . . o, 59 - 14, 36 69 Aranci . . . . . o,s 0,2 11, G 51 Limoni . . . 1, - O,,. 8, 5 44 Mele . . . . . . . 0,36 - 12 51 Pere . . . . . 0,36 - 8,211 50 Pesche . . . . o,, O,t 18, 2 79 Castagne. . . . . 10, 8 4, t 38, 3 367 Caffè . . . . . . o, t6 o,so 1, 4 - Tè . . . . . 0,3 - 0, Il - Cacao . . . . . . . 14 - 47 18, r, 567 19

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