La Difesa della Razza - anno II - n. 2 - 20 novembre 1938

Il Ornamenti e pugnali cli bronzo cli Filettrano (Marche). Nomentano, Roma; Uomo dell'Olmo, presso Arezzo), l'ipotesi avanzata che i GrimaL diani rappresentino una prima gente venuta dall'Oriente penetrata in Italia, al finire del quaternario, attraverso la piana emersa del1' alto Adriatico, mentre passava in Sicilia un altro ramo che, deviato verso la Palestina, aveva raggiunto la Tunisia. Ma i dotti francesi, che avevano abbattuto il ponte afro-siculo, non ammettevano che si fosse varcato il braccio di mare tra la Tunisia e la Sicilia, fissi nell'idea che l'Italia non avesse servito di transito al popolamento dell'Europa. I dotti tedeschi videro nell'età eneolitica l"avanzata vittoriosa dei loro Bandkeramiker che, penetrati con la cultura di Michelsberg nel 4-3 mila a. C., in Svizzera, quindi in Italia, si diffondevano per buona parte d'Europa. Secondo dotti svedesi e spagnoli, sarebbero stati fronteggiati daU'espandersi della cultura iberica, che, uscita dalla Spagna centro-meridionale, lasciava per le vie 16 ( o s· di Europa, indubbie tracce, l'alabarda e il tipico bicchiere campaniforme, giunto questo anche io Sicilia, in Sardegna, nella Valle Padana. * * * Accogliendo le idee dei glottologi, si potrà vedere, nell'alba del rame, la prima espansione degli Ari. Si osserva in questa epoca la prima comparsa dei brachimorfi in Europa, segnalati per l'Italia a Montecelio, presso Tivoli ed in qualche altra località centrale (Sergi), nella caverna di Isnello in Sicilia. Ma è ovvio ritenere che gli Ari, che si insediarono nell'Europa Centrale (Ario-germanici) e quelli stabiliti nell'Europa meridionale (Ario-mediterranei) andavano incontro ad una evoluzione diversa, se non altro culturale. Ciò non solo per la diversità dei luoghi quanto per le diverse genti pre-arie più a luogo persistite in talune località. Cosl la Croazia fu vista come una provincia dei Neanderthaliani di cui taluni caratteri sopravvivono nell'attualità (Zupanic). Gli ario-mediterranei, d'altronde, venivano a contatto con genti di più mobile fantasia, dotate di precoce sentimento artistico; favorite da migliori sedi, da scambi marittimi. Nella penisola appenninica antichissimo e magnifico fossile è l'Uomo della Maiella scoperto a Lama dei Peligni, sotto un viifaggio neolitico in strati sicuri ( fu donato all'Istituto Antropologico dell'Università di Roma). Il teschio ha nobili forme; mani e piedi assai piccoli; straordinaria robustezza degli attacchi muscolari; femori e tibie che accennano una razza da tempo insediata sui monti. E' certo un campione, per ora il più antico della razza che dovette avere, riconosce anche il Ducati, parte notevole nell'elaborare la nostra civiltà (Congresso Bruzio-lucano 1932). Per vero questa gente <:cntinuava nell'età del bronzo e del ferro, nell'Italia Centrale Appenninica. La nostra cultura dell'età della pietra levigata ha un suo proprio carattere, per .la presenza della bella ceramica dipinta in stile geometrico semplice ma bello, prima attestazione del nostro gusto artistico. E' gente che vive in un certo benessere; possiede, sul Gargano e in Sicilia, le prime mi~iere per estrarre la selce piromaca. Interessa ricordare alcuni suoi singolari usi funebri che attestano i suoi effetti. Un cacéiatorc di Ripoli (Teramo) è deposto da 5 mila anni col suo cane fedele. Nel grande villaggio di Serra d'Alto (Matera)- circondato da ampie triocere, spesso il morto è deposto in una nicchia della sua stessa casa, uso che i testi ricordano per l'età storica, che dava poi luogo alla revisione dei Lari domestici. I simboli religiosi dell'Oriente Mediterraneo giungeranno più tardi. Il rito funebre ligure di seppellire il morto accosciato entro piccole casse di pietra, aggiungendo a corredo conchiglie marine e un pugno di ceneri e carboni, ricordo del focolare domestico, giunge in Val d' Aosta e in Svizzera. Sono pastori e agricoltori. Importano dal massiccio calabro e dalle Alpi, pietre pregevoli per le loro armi, dal. l'emporio di Filacopi (Melos) l'ossidiana, che giunge sui laghi lombardi. Perviene loro dalla Spagna l'argento, col bicchiere campaniforme. Epoca di tranquillità e benessere, di cui forse restava pallido, mitico ricordo, quando, più tardi, la necessità di difendere i cresciuti beni, faceva sorgere i conflitti. Anche nell'età del bronzo la cultura nostra ha carattere proprio e si distingue in quattro provincie delle quali due, la sicula e la nuragica, con diverso colore, come hanno dimostrato le scoperte dell'Orsi e del Taranelli. Fondamentale è la civiltà eoea appenninica rivelataci, omogenea e compatta, da 60 stazioni, diffuse per gran parte della Penisola, cui due ora si aggiungono, scoperte a Ischia da un giovane

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