CONTINUITÀDELLARAZZA Il guerriero di Capestrano. ][ l problema della razza, nel campo politico, fu posto dal t;)uce con tale chiarezza da non ammettere altra soluzione possjbile e necessaria : poichè è evjdente l'esistenza di razze diverse, ed è storicamente provato che talune tra esse sono refrattarie o dannose al progredire della civiltà, consegue la necessità assoluta e urgente della difesa. Le singole scienze, che con i loro metodi indagano i problemi razziali, molteplici e talora interferenti, tecnici e pratici, si trovano dinanzi un vasto e complesso lavoro. Intanto nessuna scienza, da sola, può definire la razza umana, come il naturalista non definisce la specie organica, poichè la vita, di cui specie e razza sono esponenti, non si racchiude entro una breve formula. La razza è nelle scienze biologiche, naturalistiche, preistoriche, ma anche - e non meno - nel pensiero religioso, artistico, filosofico, nelle scienze dette morali, la storia, la sociologia, le discipline giuriE DELLA CULTURA PRIMlTl·V A lN ITALIA diche, la tradizione. Soprattutto è nel sentimento e nella consapevolezza, che risorgono insopprimibili e implacabili nei giorni della minaccia. La più antica minaccia contro lo straniero è scritta, per noi, io una deUe tavole eugubine. La razza si elabora nei millenni e va considerata con criteri genetici. Sotto questo punto di vista sono, è vero, non lievi lacune. Nacquero, come avviene in ogni giovane scienza, affermazioni premature e troppo fragili schemi filetici. Ma le conquiste ormai sicure, affidano di ulteriori conquiste. La razza umana, per oi:a più antica, antenata, pare, dei Neanderthal - l'ultima e la più straordinaria scoperta, non ·ancora divulgata al grande pubblico, poichè continuano le ricerche, sotto il controllo di una Commissione scientifica internazionale - è quella del Sinantt'opo, apparso in una vastissima caverna presso Pechino, di cui si sono già recupera ti oltre 20 crani. Risale a 100-200 mila anni fa? Spaventoso e orribile, è indubbiamente un vero uomo: accende i suoi focolari; trasceglie i materiali per il lavoro; pratica forse un rito funebre o magico (Breuil; Padre Schmith). Anche la paletnologia, benchè non si occupi direttamente di razze, ma di culture, cioè dell'origine dell'incivilimento, appunto perciò diveniva, con la paleoantropologia, campo aperto alle competizioni razziste, per opera di dotti stranieri, che alla loro razza vollero assegnare predominante merito. Si giunse aU'assurdo negli ultimi tempi: eminenti antropologi stranieri credettero di aver dimostrato scientificamente inesistente la razza italiana. non altro che popolo di meticci ; si asserì che Garibaldi e Cavour non erano italiani perchè brachimorfi (teste rotonde); discussa l'italianità di Dante_. Deliri. Per quanto riguarda la cultura, si sosteneva che la Penisola appenninica dal quaternario paleolitico, ai tempi protostorici, come nei tempi storici, o medievali, aveva visto un seguito ininterrotto di invasioni, sia che calassero daUe Alpi o giungessero dal mare. Tutto ci era sempre portato. Per i tempi protostorici, le « calate » dalle Alpi più sostenute erano quelle dei Terramaricoli, dei Villanoviani, dei Latini, degli Etruschi. Villanoviani ed Etruschi si supposero anche venuti d'oltre mare. Nè il dibattito è cessato. L'etnologia preistorjca può dimostrare la continuità sostanziale della cultura primitiva dall'età eneolitica a quella protostorica del ferro, via via elaborata· per virtù propria, dalla razza di cui l'antropologia somatica attesta la continuità sulla Penisola appenninica. La scienza francese, benemerita nel campo della paleontologia umana, aveva ritenuto che tutta l'umanità fosse passata per le stesse fasi, osservate nell'Europa occidentale, il che per primi contrastarono, tra noi, Issei e Pigorini. Studiosi italiani e stranieri hanno finito col riconoscere l'esistenza suJla Penisola di una cultura primitiva, che sostenemmo indipendente dall'Occidente, caratterizzata anche per la presenza di uno speciale idoJetto femminile steatopigio, di cui è esempio la « veneretta » di Savignano sul Panaro. Cultura che fu detta grimaJdiana dalle celepri caverne liguri di Grimaldi, diffusa ed abbondante, come oggi si sa, per tutta la Penisola e in Sicilia; ritrovata poi in Austria, in Polonia, in Transilvania etc., fin nel centro dell'Asia. Non è senza significato rilevare, . nella ignoranza nostra della provenienza delle forme più antiche (Neanderthal a Ponte Vaso dell'età del bronzo (Cetona). Vaso eneolitico garganico.
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