La Difesa della Razza - anno II - n. 2 - 20 novembre 1938

STORIA DI UNA ·SETTA. GIUDAICA I ARAI Anche avanti Cristo, nel popolo ebraico erano comprese numerose stirpi diverse, che non sappiamo se rispondessero a disparità di origme etnica o piuttosto a semplice disparità di riti. . Pcrchè questa a<logni modo esisteva sempre, o come principio o come giustificazione. Tali sette, che sopravvissero in gran parte alla dispersione degli· ebrei, sono quelle degli Esauisti, <lei Giudisti, dei Sadduceni, etc. Vi erano fra gli altri coloro che, accettando le Sacre scritture nel la loro purezza primitiva, così cioè come sono accette dalla Chiesa cristiana, rigettavano il Talmud, la co~ì detta legge orale, che sarebbe stata data d,1 Dio a Mosè sul monte Sinai a complemento della Legge scritta. Fra questi appunto sono i Caraimi - caraimo vuol dire colui che legge il vero - e siccome in principio erano certamente in molti a protestare contro la legge orale di interpretazione, senza nemmeno sapere gli uni degli altri, così ancora oggi i Caraimi non sanno fissare una data approssimativa all'origine del loro pensiero. Epoca ~nteriore a Cristo, è quanto essi stessi presumono; ma nulla di più preciso. E' chiaro ad ogni modo che l'idea religiosa precede di molto la prima impostazio. ne di un rito : è soltanto infatti nell'VIII secolo che si costituisce la prima comunità. E' dunque il nome di una religione che è stato più tardi attribuito alla stirpe che la professa. Nella prima metà dell'VIII secolo. e pre. cisamente nel 720 d. C.. fra gli ebrei di Babilonia - alJora principale focolaio di civilizzazione giudaica - apparve Anà.n ben David, uomo istruito e intrepido che attaccò coraggiosamente i falsificatori delle Sacre Scritture. Tutti gli elementi malcontenti, che non avevano osato fin'allora protestare pubblicamente contro gli adepti onnipotenti del Talmud, contro le sue contraddizioni, i suoi disaccordi con la dottrina di Mosè e i libri dei profeti, gli si schierarono naturalmente a lato. Le calunnie dei talmudisti condussero Anàn io prigione, ove questi si incontrò con Abu-Canifa, fondatore della scuola teologica musulmana, i cui adepti formano oggi la massima parte dei musulmani sunniti. feta inviato da Dio agli arabi per la loro redenzione dall'idolatria. Scarcerato, Anàn per sfuggire alle persecuzioni dei talmudisti si reca in Palestina, ove fonda a Gerusalemme il primo tempio caraimo, la chene11a, sottoterra come le catacombe cristiane. Ci sarebbe da chiedersi a questo punto : E se Anàn non fosse stato? O in altre parole : il pensiero caraimo si è concretato perchè ha trovato Anàn, o Anàn l'ha concretato perchè l'ha trO\·ato già per conto suo evoluto? Non è, credo, la prima volta che nella storia si presenta una domanda come questa, e le risposte sono sempre due. La denomjnazione esclusivamente reli. giosa si è dun~<l t.rasformata in nome specifico di po}?'>lo: così oggi la stirpe dei Caraimi ha soltanto questo nome, non avendo conse-cvato quelli della sua nazionalità. La prima propagazione religiosa avviene per mezzo della dispersione dei discepoli dal tempio di Gerusalemme, ali' est, al sud, e al nord, nei paesi limitrofi. All'est, in Persia, da dove poi le comunità caraime emigreranno in Crimea. Al sud in Egitto - al Cairo esiste ancora oggi una grande comunità di oltre 2000 persone - poi lungo il litorale di Barbaria in Marocco, e di là nella penisola iberica. Al nord, a Damasco, da dove nel 1932 il residuo dell'antica comunità si trasportò in Crimea. Più tardi si costituiscono comunità a Izmid - l'antica Nicomedia - a Adrianopoli e a Costantinopoli, dove attualmente vivono forse settanta famiglie caraime. Ad ogni città le comunità caraime hanno dato qualche nome celebre : Isacco Isfagani e Beniamino Nehavendi, teologi, in Persia; Mosè Darai, poeta, e David-el Fazi, scienziato, a Fez; a Izmid il saggio Aron e il filosofo Elia Basciatsci nella Turchia europea. In tutti questi paesi la dottrina caraima ha preso soprattutto fra ebrei. Di ben altra natura e importanza è la ulteriore penetrazione verso nord, ove si convertono popolazioni del tutto straniere, turche e slave, che passano così dal politeismo al monoteismo. Al principio del VII secolo d. C. si era stab_ilito alla foce del Volga il popolo dei Casari, di diretta derivazione tartara, riunito in vero e proprio impero che portò la sua conquista fino alle frontiere orientali di Bisanzio. Gli imperatori bizantini per arrestarne il progresso sollecitarono alleanze e trattati di amicizia, accattivandosene la sitopatia dei capi con combinazioni matrimoniali. E da allora l'amicizia e la benevolenza del potente popolo dei Casari furono spesso ricercate e sollecitate da grandi potenze quali Bisanzio, il Califfato e l'impero Russo, e dai piccoli Stati del Caucaso. Primo casaro a convertirsi caraimo fu il principe Bulàn, governatore della Crimea, seguito da notevole parte del popolo. Al crollo deil'impero dei casari, alla fine dell'XI secolo, la pressione esercitata dai popoli vicini e particolarmente da Comani, Bulgari, Russi, provoca il totale smembramento e la rapida fusione della popolazione autoctona con le popolazioni conquistatrici e limitrofe. Si verifica allora questo fenomeno : che soltanto i Caraimi non si confondono con alcuna delle popolazioni invadenti rimanendo gli unici casari non snazionalizzati; fenomeno che si spiega molto facilmente. L'assimilazione dei Casari alle nuove popolazioni avviene per un incontro di confession i : i casari cristiani si assimilano ai Abu-Canifa persuase Anàn della autenticità prof etica di Maometto, e così oggi i caraimi venerano Maometto come il pro- Sacerdote caraimo, maestro di scuola a Troki. 13

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