La Difesa della Razza - anno II - n. 2 - 20 novembre 1938

Coatumi maltesi (da una incisione d1 E. Ronargue~ tuendo co ì con questa un tutto assolutamente inseparabile. Da quanto è lato esposto risulta chiaro come il voler limitare la discus ione d~l problema razziale a quella porzione della razza italiana che gode oggi della cittadinanza italiana sarebbe come un volere mutilare noi stes i. Una razza umana difatti si può para· gonare ad un corpo umano, nel quale ogni organo e ogni membro non può es· sere considerato a sè stante. I confini politici quando non coincidono con quelli razziali rappresentano senza dubbio dei tagli nel corpo armonico della razza; ma se questa razza è forte e vitale, il che vuol dire se questa razza è pura, i tagli co tituiti dai confini politici non possono mai essere così profondi da staccare definitivamente la parte dal tutto. Se però l'organismo centrale non è suffi. cientemente forte e vitale, la parte sulla quale fu praticata l'incisione è destinata a staccarsi definitivamente; e staccarsi vuol dire morire, vuol dire dissolversi per sempre. L'idea che fin qui ha dominato a propo ito degli italiani non regnicoli ha avuto prevalentemente un fondamento storico-linguistico. Ora il fattore linguistico - per quanto importante - non è quello che serve in maniera preponderante a discriminare la razza; può coir,- cidere con questa, ma può anche non coincidere. t necessario affermare con forza questa verità perchè l'area di estensione della razza italiana supera di molto quella del confine linguistico : del resto una lingua può essere imparata e può essere dimenticata, ma la realtà concreta della razza non subisce mutamento che per opera dell'imbastardimento. Così considerato il razzismo italiano acquista il significato di un movimento fatalmente dinamico : come un germe cristallino immerso in una soluzione salina esercita sulle infime molecole di questa IO una attrazione irresistibile per cui a poco a poco il cri tallo aumenta sempre più di dimensione, secondo leggi che ono sempre le stes e, così deve essere considerata quella parte della razza che è compresa in determinati confini politici e che fatalmente diventa il centro di attrazione di tutte le sue varu staccate. Come rn presenza di un germe cristallino, le molecole in oluz1one sono in perpetuo movimento e raggiungono la Joro posizione definitiva solo quando si cristallizzano anch'es e, co ì è per le migliaia di individui che si devono fatalmente congiungere ai loro fratelli di razza. Sarebbe troppo lungo enumerare qui tutti i gruppi di uomini del la nostra razza che non hanno la cittadinanza italiana. Il caso più tipico è senza dubbio quello dei Corsi. Gli studi antropologici hanno messo in evidenza la perfetta identità razziale dei Corsi con gli altri Italiani. I Corsi sono razzialmente completamente differenti dai Francesi, e come sono i Corsi co ì lo ono i Nizzardi. A questo punto si può però aggiungere che in Francia è neces ario fare dal punto di vista antropologico una grande distinzione tra la parte che corrisponde all'antica provincia romana e quella che invece corrisponde all'antica Gallia Celtica. Attualmente i Francesi amano rivendicare soltanto a questa ultima parte ogni fonte di civiltà per la Francia, il che naturalmente non ha nessuna base di verità. Quello che però è certo è che solo la parte che corrisponde all'antica provincia romana può in qualche modo considerarsi a noi vicina razzialmente. Le due parti convivono dal punto di vista razziale in uno stato di continuo equilibrio instabile; per raggiungere in parte questo equilibrio la Francia celtica ha dovuto impedire ogni manifestazione di originalità della provincia romana. In tale condizione questa, quale membro separato dal corpo, è avviata ad un sicuro disfacimento, se le condizioni di vita non cambieranno. Quanto è stato detto per i Corsi, vale per gli italiani della Contea di Nizza e per quelli della Tunisia. I primi sono in tutto identici ..ai Liguri, i secondi invece sono in prevalenza di origine siciliana o arda. Tanto gli uni che gli altri formano una parte inscindibile della razza italiana : considerarli in qualsiasi altro modo sarebbe assolutamente assurdo. t bene qui accennare ancora ai Maltesi per dichiarare energicamente che òeve e sere considerata ridicola l'affermazione di coloro che vogliono basar i u alcuni elementi linguistici dei MalIl Governo francese manda i negri del Senegal cù guanugione in Corsica. t~i per trarne delle deduzioni di carattere antropologico. I Maltesi sono ariani nè più nè meno che gli altri italiani. La preistoria, l'archeologia, l'antropologia, ]a storia e ]a tradizione hanno chiaramente documentato come dal punto di vista razziale Malta sia in tutto identica alla Sicilia. È quindi da considerarsi in malafede qualsiasi tentativo di avvicinare i Maltesi alle popolazioni dell'Africa del Nord. Questi pochi cenni sono sufficienti a richiamare l'attenzione del lettore sul significato dell'art. 4 della legge per la àifesa della razza, difesa della razza quindi che non può limitare la sua azione all'italiano regnicolo ma deve estendersi e svilupparsi ovunque si trovi un nucleo razzialmente italiano. GUIDO LANDRA

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