La Difesa ddella Razza - anno II - n. 1 - 5 novembre 1938

momento in cui la razza, minacciata, si di/ ende passando all'offensiva. E' la storia del Fascismo, che insorse contro una casta di ,bastardi decisi a stravolgere le qualità del popolo e a cambiarne i connotati spirituali. I neutralisti del '14 e del '15 furono gli uomini che affermavano, come cosa certa, essere gli Italiani capaci di battersi soltanto in dieci contro uno, aver gli Italiani paura delle pallottole che bucano la pancia. Quei neutralisti furono sgominati da Italiani che si battevano nelle piazze uno contro dieci e andavano in. cerca delle pallottole che bucano la pancia. Quando poi le pallottole ·vennero, gli Italiani le accolsero, in pancia ò in fronte, con sublime eroismo. I disfattisti del '17, del '19, del '20 e del '21 furono ancora una volta i negatori dei v_alorieroici della nostra razza. Essi raffigurarono la guerra come un atroce errore da espiare, gli eroi della guerra come dei banditi da .punire, i segni del valore come volgare chincaglieria, i Morti come inutili vittime d'un delitto. Quei disfattisti furono travolti da Italiani che rialf ermarono i valori eroici della vita, la necessità del combattimento, la bellezza del sacrificio fecondo, la virtù educatrice della Vittoria; furono travolti dai Fasci di Combattimento, che avevano assunto le insegne degli Arditi e ripreso le aquile daJle insegne romane. Qui soprattutto il Fascismo fu di/ esa della Razza dagli elementi estranei che le avevano inoculato mortali istinti remissivi; fu difesa del patrimonio ideale della Razza, salvezza della Razza. Molti poterono scambiare per civiltà il pacifismo imbelle e l'umanitarismo e l'universalismo che i disfattisti predicarimo in Italia dopo la guerra, prima del Fascismo; ma non era che un tentativo di adulterare la Razza e di ridurla in cattività. l l Fascismo non lo permise e riportò il popolo alle sue ·virtù combattive, ai suoi ideali eroici, ai suoi culti guerrieri. Ancora oggi non c'è salvezza fuori dell'imperativo morale che ha sempre guidato, anche nei momenti più oscuri, la razza italiana: lotta e lavoro. Il lavoro come combattimento, il combattimento come lavoro. Un ideale di quiete, di rassegnazione, di rinunzia non risponde alla nostra natura, non ,è che la negazione di noi stessi e della nostra storia. Le pagine che seguono hanno il compito di chiarire questi concetti, di con/ ortarne l'esposizione con una documentazione irrefutabile, di con/ermare la necessità d'una separazione totale tra la pura Razza italiana e gli elementi razziali che le sono ostili e hanno tentato di corromperla. T. I. 8

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