La Difesa ddella Razza - anno II - n. 1 - 5 novembre 1938

LA PACE EBRAICA TRADÌ LA VITTORIA Nella guerra mondiale caddero 750.000 italiani; 14.414 rimasero « grandi invalidi » e 463.000 mutilati; 1.100.000 furono i feriti. Lo sforzo finanziario si elevò a non meno di 120 miliardi. La Vittoria si librò dai campi di battaglia italiani, e finalmente fu vittoria per tutti. Alla cooferenza della pace l'Italia ebbe contestate persino le SI/e terre; amarezze, umiliazioni e nuovi dolori dovette subire per il poco che con molti stenti riuscì a trattenere; nella ripartizione di un enorme bottino non un ettaro di territorio coloniale le venne attribuito. Chi tradl e mutilò la vittoria italiana? La pace di Versaglia, e la Società delle Nazioni che di essa doveva essere perenne continuazione, furono gli atti internazionali con i quali si concluse la guerra mondiale. E' storicamente dimostrato, in base a documenti inoppugnabili - e noi qui li riprenderemo - che quella pace e quella società furono ideate, preparate di lunga mano e poi attuate dall'internazionale massonica ed ebraica; ebraismo e massoneria sono, quindi, i grandi responsabili del tradimento che fu perpetrato ai danni del popolo italiano. Nelle giornate del 28, 29 e 30 giugno 1917 - si faccia attenzione alle date: da allora, ci vorranno ancora due anni per la conclusione della pace - la massoneria internazionale si . adunò in congresso segreto a Parigi. Ordine del giorno : 1) Trattato di pace. 2) Società delle Nazioni. Al congresso, che fu tenuto nella sede del Grande Oriente di Francia, rue Cadet, parteciparono non solo i delegati delle massonerie dei paesi alleati d'Europa, ma anche di quelli neutrali d'America; per il Grande Oriente, il Supremo Consiglio e la Grande Loggia Simbolica d'Italia intervennero i nominati F.· . F.· . Nathan, Ettore Ferrari, Berlenda e Meoni. Prima di passare all'impressionante straL cio dei rendiconti ufficiali di quelle sedute, formuliamo le seguenti domande. Che diritto avevano quei signori di sostituirsi ai legittimi governi e trattare la materia che ad essi governi e ad essi soli pertineva? Da che traevano tanta audacia d'interferire e dettar leggi? In particolare, l'ebreo Nathan e soci, da che cosa si sentivano ·autorizzati per ipotecare le sorti della guerra che il popolo italiano conduceva? 44 Già l'invito di convocazione rivela, da sè solo, senza perifrasi o mezzi termini, la precisa volontà dell'internazionale giudeomassonica di confiscare i risultati della guerra a profitto dei suoi scopi e di mettersi a capo dell'organizzazione della società internazionale che sarebbe scaturita dai trattati di pace. Esso, infatti - esempio forse unico più che raro d'inaudita presunzione - diceva testualmente : « Questo congresso avrà lo scopo di ricercare i mezzi per arrivare alla costituzione della Società delle Nazioni. E' dovere della massoneria di dirigere i popoli verso un'organizzazione generale che diverrà la loro salvaguardia. » Le sedute, come abbiamo detto, furono tre. La prima - quella del 28 giugno - fu dedicata all'enunciazione dei principi direttivi e dello spirito ai quali doveva essere informata la futura Società delle Nazioni. In essa vennero altresì fissati, non criteri generali, ma addirittura le clausole fondamentali sulle quali, in dettaglio, dovevano essere impostate, come infatti lo furono due anni dopo, le condizioni di pace. A termine di questa prima giornata, il congresso nominò una commissione con l.!hf Rn - •tò.lLI r _, ti TFR. 1n GRANO ORIENT OErnANCE GRANDE LOGEDEFRANCE CONGRÈS '" JIIOONJERIES DESNRilllftS RlllEESTNEUTBES Fac-simile della copertina del resoconto del congresso massonico svoltosi durante la grande guerra. l'incarico di tradurre in atto le conclusioni della discussione, all'uopo redigendo minutamente lo statuto della costituenda Società. Nella seduta dell'indomani - 29 giugno 1917 - la commissione diede lettura del progetto di cui era stata incaricata, c~mpilato in 13 articoli, che furono approvati, e si stabilì d'impegnare la solidarietà di tutti i F. • . M. • . del mondo alla realizzazione di essi. La giornata del 30 fu consacrata a ricevimenti dei delegati da parte della Grande Loggia e del Grande Oriente di Francia. A mezzogiorno si fece « un déjeuner fraterne! » al Palais d'Orsay. E' impressionante, si diceva, la corrispondenza fedele che esiste tra gli atti di quel congresso e i trattati che seguiron0 alla guerra; è veramente sbalorditiva L •identità che passa tra i principi, i concetti e le frasi sancite nei verbali di quel congresso e quello che da venti anni si fa o si dice a Ginevra. Se altro non vi· fosse, basterebbero soltanto questa corrispondenza e identità per svelare i veri scopi di quello che nel 1919 si fece a Versaglia, di quello che dal 1919 io poi si fa a Ginevra. Aperto il congresso, il presidente, in tono ieratico, cosl parlò : « Dopo tre anni di lunga e dolorosa guerra, dopo aver visto queste orribili prove, dopo aver fatto l'appello di tutti i nostri scomparsi e contemplato mestamente le nostre vedove, i nostri orfani, i nostri mutilati, infine tutte le famiglie in lutto, la frammassoneria universale ecc., ecc. » La vernice filantropica e umanitaria appartiene al solito bagaglio massonico : proclamazioni di grande raggio e altisonanti per mascherare gli oscuri interessi e le settarie finalità che si perseguono. Subito dopo, il presidente aggiunse : « Voi ..onoscete i disastri di ieri, bisogna costruire la città felice di domani. L'ora è venuta per invitare gli uomini di buona volontà ·a mettersi all'opera. I nostri antichi si sono preoccupati di un'intesa internazionale. » Siamo, come si vede, in pieno giudaismo: è l'ebreo che parla così; è l'irrequieto ebreo, rivoluzionario di ordinamenti e istituti, che sogna il i:egno messianico, « la città felice di domani ». « Il potere secolare degli zar è già sombré. » In questo sombré c'è tutto. Rovinato, andato a picco : è la traduzione. C è il compiacimento per la partita vinta sebbene si trattasse della scomparsa, con lo zar, di

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==