La Difesa ddella Razza - anno II - n. 1 - 5 novembre 1938

I! trionfo i Tito sopra i giudei Una delle caratteristiche più evidenti e più generalmente osservate nel corso dei secoli presso i giudei è la divergenza inconciliabile fra la concezione loro e quella ariana dei valori eroici. Non solo il giudeo non ha spirito guerriero e sentimento militare, ma, più ancora, l'idea ariana del coraggio e il sentimento eminentemente ariano nordico dell'onore non sono conformi menomamente al suo spirito. Questa pura constatazione obiettiva è stata ed è vivamente contrastata da giudei effettivi ed onorari, ma le testimonianze in proposito sono così concordanti e i dati così precisi che non vi può essere dubbio· in proposito. Può essere invece interessante delineare il vero carattere giudaico in questo campo, e ricercarne le cause per meglio comprenderlo. 1) Occorre anzitutto stabilire dei fatti precisi e perciò ci si può riferire all'ultima grande guerra, per il suo carattere generale e anche perchè ha segnato il trionfo dell'ebraismo su _tutte le nazioni ariane esauste. Ebbene, mentre è incontestabile che alcuni giudei si sono battuti volontariamente ed anche con coraggio, è del pari incontestabile che la generalità si è distinta per una percentuale altissima, eccezionale di imboscati per cui, in definitiva, la percentuale dei loro morti è stata per ciascuna naziqne sensibilmente inferiore alla percentuale ,degli ariani. Ad esempio, in Inghilterra, secondo le cifre date dal Blackshirt si è contato un soldato inglese ucciso per ogni 57 mobilitati ed un soldato ebreo ucciso per ogni 173. In Germania, secondo i dati del Reichbund judischer Frontsoldaten si sarebbe contato un soldato tedesco ucciso ogni 34 e uno giudeo ucciso su ogni 58. In Francia, la differenza delle percentuali è molto più sensibile: mentre è caduto un francese ogni 5 mobilitati, è caduto un giudeo ogni 33. Ciò non deve meravigliare poichè tutti, assolutamente tutti i posti direttivi, donde era possibile ordinare gli imboscamenti, erano nelle mani di giudei. Sotto il governo del << grande patriota » Clemenceau, ad esempio, il Capo del Gabinetto civile e vero dittatore era l'ebreo Georges Mandel (Geroboamo Rotschild) mentre 34 Capo del Gabinetto Militare era il generale Mordacq (Mordecai) il quale, dopo l'armistizio, si distinse in Renania come il più cinico organizzatore della « repubblica separatista » composta di rifiuti internazionali ebraici. Il Sottosegretario di Stato agli effettivi era l' on. Abrami, giudeo proveniente dalla Turchia, mentre la Giustizia militare dipendeva dal Sottosegretario Isacco Israel. In queste condizioni, è evidente che tutti gli ebrei che lo desideravano venivano assegnati ai posti più proficui e al tempo stesso meno pericolosi. • D'altra parte, perchè i giudei avrebbero dovuto animosamente cercare di battersi per i goiym o, quanto meno, di battersi come i goiym? Tutto il popolo ebraico, tranne forse qualche ingenuo vissuto lontano dai grandi centri, sapeva benissimo che la guerra era stata preparata da Israele, che era diretta da Israele e avrebbe segnato il trionfo di Israele sul mondo : dunque, sarebbe stato assurdo farsi distruggere nel corso delle ostilità mentre invece era interesse sommo del popolo eletto giungere nella massima efncienza numerica e qualitativa alla fine della guerra. E' vero che dopo il 1916, quando l'Inghilterra dovette accettare l'alleanza formale con la direzione del popolo ebraico (promettendo in compenso il futuro « focolare nazionale in Palestina >>) la vittoria dell'Intesa divenne interesse giudaico: ma per conseguirla non c·era bisogno di esporre al fuoco le preziose vite dei giudei : gli ariani bastavano, questo gregge di stupidi guerrieri a cui i giudei si sentivano e si sentono infinitamente superiori. Perciò noi riteniamo siano esattamente nel vero coloro i quali, sull'argomento, affermano che, se vi furono alcuni rari ebrei che durante la guerra si comportarono bene ed anche che caddero eroicamente, ciò non fu dovuto nè a sentimento patriottico, che non potevano sentire, nè a sentimento del dovere e dell'onore militare, che non possedevano, nè ad innato coraggio che non dimostrano, generalmente, nelle altre manifestazioni della vita; bensì ad orgoglio e meglio, alla inaudita vanità connaJ11rata in ogni orientale e che costituisce uno dei lati più appariscenti del carattere

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