SENZA ESERCITI difesa contro la morte e l'assassinio, ma in realtà la guerra è qualche cosa di assolutamente antitetico allo spirito ebraico. Popolo nomade e senza patria, dovunque c'è possibilità di vita, quivi si ferma; pronto a trasportare altrove la sede dei suoi commerci e dei suoi traffici quando questa possibilità vien meno. Poichè si sente l'unico portatore di una cuJtura mondiale e immortale, poichè considera conquistatori veri solo i suoi scienziati, artisti e rabbini, e nel suo freddo raziocinio, nella ferocia della sua logica, non c'è posto e non ce ne può essere, per un ideale di patria da difendere con la vita. Dinanzi alla guerra, come dinanzi alle persecuzioni, l'ebreo reagisce in una unica maniera : evadendo. Per cui anche quando l'ebreo impugna le armi, non lotta mai con quello scopo che spinge in guerra gli individui di una altra razza, in quanto i giudei non cercano altra libertà se non quella dei loro commerci, e non c'è motivo che al di fuori di questa contingenza materiale possa grandeggiare e divenire anelito di indipendenza nazionale. Sono queste le necessità immanenti che uniscono giudei e persiani nel VII secolo d. C. nella guerra contro Bisanzio (614) in cui gli ebrei denunciano una ferocia spaventosa. Ma basta la.sciar trascorrere 14 anni per veder tornare i giudei, insieme ai bizantini, contro gli amici di ieri. E' questo lo spirito col quale gli ebrei accoglieranno la generale sollevazione creata dall'avvento dell'Islam. Poichè mentre l'aspra divisione fra credenti e miscredenti è, all'infuori di pochi califfi reazionari, un pio sogno dei sacerdoti musulmani, è appunto con gli arabi che gli ebrei cacciati ritornano in Spagna, finanziatori della invasione araba nella quale le poche truppe giudaiche che vi partecipano non sono truppe di assalto ma di occupazione. Ancora una volta i combattenti ebrei sono commercianti e incettatori e non soldati. E' accertato che mai, neppure là dove con la forza deJ numero avrebbero potuto resistere e vincere, gli ebrei si sono difesi con le armi. Se Roma, nella fierezza del suo orgoglio si riscattava con il ferro e non con l'oro, i giudei si riscattano sempre con l'oro. Intorno al X sec. non è difficile trovare che gli ebrei - come per esempio a Worms - comprino la possibilità di difendersi in castelli fortificati, contro lo slancio dei Crociati. Ma siccome con le armi gli ebrei non seppero mai difendersi, in seguito pref erirooo comprare non più la possibilità di difendersi, ma gli stessi difensori. Così nel 1321, quando furono minacciati di essere espulsi da Roma, li vediamo pagare Roberto d'Angiò perchè venga, come venne, in loro difesa, e li vediamo pagare bolle pontificie e gente d' arme in altri simili casi di espulsione. Come evitano la guerra contro di loro pagando, così pagando e finanziando fanno la guerra e la concepiscono e la favoriscono tutte le volte che dalla guerra possono trarre vantaggi. Quando nel 1775 scoppiò la guerra di indipendenza americana fu precisamente un ebreo, Chaim Salomon, che la finanziò. E la contropartita ebraica fu la formula di aJleanza : « A nessun uomo che riconosce l'esistenza di Dio debbono essere tolti i diritti di cittadino davanti alla legge, e nessuno deve essere oppresso in alcun modo a causa delle sue convinzioni religiose». Come poi gli ebrei seppero da questa formula sviluppare i loro interessi contingenti, la grande percentuale di capitalisti e di finanzieri giudaici che vive in America ne è la prova migliore. ••• Alle guerre nazionali, fatte in nome di un ideale nazionalista, gli ebrei non prendono parte attivamente, anzi quando in Europa questo spirito si venne affermando è ben netta la reazione ebraica. Sintomatico il fatto che proprio attraverso gli ebrei Carlo Marx, Lasalle, Rosa Luxembourg, Landauer, Kautsky, Singer, Elsen, Bemstein, Trotski, e poi Riesler, Jakoley e Simson si siano propagate le idee rivoluzionarie di una pace assoluta, a qualunque costo, e si sia cercato di gettare il ridicolo sul supremo sacrificio per la patria. >I<• • Ma se da una parte il più nobile e bene inteso nazionalismo è combattuto nel campo, per dir così, del pensiero, anche nella pratica gli ebrei non smentiscono se stessi. Nei momenti più tragici ed eroici della sua storia, la Francia durante la guerra d1 coalizione e del Direttorio, durante il Consolato, e l'impero di Napoleone, dovette constatare a sue spese la assoluta mancanza di patriottismo dei giudei che ospitava. E alla grave accusa mossa alla loro gente, gli apologisti giudaici non sanno contrapporre che questo : che i giudei non possono concepire come massimo ideale quello Nascondersi: prerogativa giudaica. di farsi uccidere sui campi di battaglia per l'idea di un solo grande uomo! Nè durante la guerra mondiale gli ebrei si comportarono differentemente. Nel momento più delicato, Ja Russia i vide costretta a ritirare dal fronte ingenti masse ebraiche. Dalla parte opposta, dato il grandissimo numero dei disertori e degli imboscati, la Germania dovette procedere al « conteggio degli ebrei » per poterne accertare il numero (1916). In questo ultimo periodo, la lotta condotta contro lo spirito nazionale da parte degli ebrei si potrebbe giudicare con le parole dell'ebreo Ludwig: « Il crollo di queste tre Potenze, la Russia zarista, la Ger. mania monarchica e l'Austria cattolica, ne:1le loro antiche forme, significa una agevolazione essenziale per le direttive della politica ebraica. La guerra fu condotta al fine di imporre all'Europa centrale delle forme politiche, cioè demo-liberali, quali vigevano già tutto intorno ... ». Quelle idee demo-liberali che avrebbero permesso di stroncare ogni più legittimo spirito di nazionalità, e che, nel trionfo dell'internazionalismo, avrebbero segnato il trionfo dell'ebraismo mondiale. c. M.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==