La Difesa ddella Razza - anno II - n. 1 - 5 novembre 1938

A queste preoccupazioni egli era già dovuto giungere; e, dopo qualche secolo, non vi furono più in Grecia statue della Vittoria. L'ultima iscrizione che consacrò una battaglia fu quella con la quale il poeta lceo di Messenia dovette ricordare la falange macedone distrutta dai Romani a Cinocefale. *** In Roma l'arco etrusco, servito fino allora ad usi sepolcrali o di utilità, fu, per la prima volta, cretto a scopo trionfale sull'ingresso del Foro Boario: quando nel 196 a. C., L. Stertinio volle ricordare le vittorie ottenute nella guerra di Spagna. on soltanto allora si cominciò a vedere, nella sua curva, l'esaltante significato che le è insito quasi che la pietra, slanciandosi, dia l'immagine d'un volo, ma si concepì tutto l'insieme come un colossale basamento architettonico, per statue che ricordassero avvenimenti gloriosi: cosicchè in cima ad ogni arco bisogna oggi pensare che esistessero o la quadriga del trionfatore o trofei, simboli <ii vittoria. Augusto eresse in Italia e fuori ben diciassette archi; che divennero anche più frequenti in seguito. Uno dei più belli, ma che oggi più non esiste, fu cretto da Traiano. Stava sul lato di mezzogiorno del suo Foro e serviva d'ingresso alla piazza, che era di forma quadrata e circondata da un colonnato: nel mezzo vi stava la tatua equestre, in bronzo, dell'imperatore. La colonna, l'altra grande forma celebrativa degli Italici, stava fra le due biblioteche, più in là; la sua spirale era come un rotolo di papiro, in cui fossero descritti i fatti della guerra. Le figurazioni in pietra erano il riassunto di quelle, dipinte, che i generali romani avevano il costume di farsi portare dietro, nei trionfi. Vi si rappresentavano i luoghi, i popoli, gli avvenimenti: come l'artista, che aveva seguito gli eserciti, li aveva visti. *** Ecco in qual modo Ovidio accenna a quest'uso, nella descrizione d'un trionfo. Sono già passati, in catene, i Re prigionieri; ora vengono i quadri che raffigurano i luoghi della guerra. « Questo lago, questi monti, tutti questi castelli ,questi fiumi. « Erano pieni di strage, erano pieni di angue >. « Ecco il Reno con le corna spezzate e male coperto dalle sue canne ». « Mutato di colore per il suo st<>ssu ~angue >. Il giorno del trionfo era festa per tutta la città. Ecco in quel modo la descrive Virgilio: e Di grandissima gioia erano pieni tutti i trecento templi >. < Di liete grida e di applausi fremevano t utt<>le vie>. ~ In tutti i templi erano cori di madri, in tutti, are>. « Egli, Augusto, sulla nivea soglia di Apollo· >. « Esamina i doni dei popoli e li appende ;.Ile SUQerbeporte >. « Passano, in lungo ordine, i popoli vinti :i-. t Quanto varii nelle lingue, nelle vesti e nelle armi ! >. « Questa è la stirpe dei òmadi, quella degli Africani ». e L'Eufrate che già scorre più lento nelle sue onde >. « I Morini, i più lontani tra gli uomini, il Rcno dalle lunate corna >. Vittoria del Tempio cli Esculapio, in Epi.dauro. •

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