FANTI E CONTADINI NERBO DELL'ESERCITO .È cerio che l'esercito è 1l nerbo della razza: m conseguen:,a lo è due volte la fanteria, che maestri, guerre e l'esser fanti ci avvezzarono a considerare regina delle ballaglie. on .,o se l'arte militare le dovrà un giorno toqliere tale ovranit,à, pu conferirl!J, ad un"altra arma. agli aviatori. per esempio, che oltre ad e sere veri campioni della ra;;za, potrebbero far prendere una piega nuova al/"arte di vincere; ma non credo. /,',,sercito ha bisogno di quella mttraglia, che è la fanteria. Cli è nect'S aria quella for=a esecutiva della vittoria, che porta a effetto l'a=ione dei cannoni e degli aeroplani ne frutta i particolari: e sa ola penetra nel ferro rovente e ci resiste, s'impadroni ce d'una roccia, non molla. Ed essa è il popolo dell'esercito, della nazione; co11 essu.,, .wno i popoli tessi che fanno la guerra, e così la fanno nazionale. che anche l'arte della guerra vuole temperamento di popolo, come tutte le altre. e pure è possibile, è vano che il temperamento 110:,ionalesia concentrato tutto allo stato maggiore e non arri vi fino ai plotoni. Guai se chi ci comanda non lo pos iede. Que ta è la ragione degli errori di generali militari s1:mi e istruitis imi, e che le ca te militari perdano le guerre; la spiegazione di quel che Cadorna no11 immaginò e Diaz intuì, il segreto della nostra vittoria. Chi intende ciò sa che Caporetto non fu una disfatta. ma la vera premessa della vittoria. Caporetto e Vittorio Veneto f uron.o due fatti di popolo. Questa è la ragione che sia carattere di generale quello capoce di entire il popolo, il proprio popolo: insomma un carattere di fanteria. Allora la. disciplina sarà calore e fusione dell'e ercito; vitale, non ascetica; non ci schiaccerà, non ci preparerà soltanto a morire. ma a vincere da vivi. e u11 popolo 11011pos edesse i tinto di consen:azione e i abbandonasse allu morte, pnderebbe le guerre e la ste sa esisteu:,a. l,wPce proprio quell'i tinto ha da veder con la vittoria. Allo stesso modo, soltanto chi abbia visto di faccia e afferrato per i capelli fu paura. è coraggioso. on vi ricordate come i fanti avevano imparato a guardarsi, in trincea e all'avanzata: a giungere t•ivi sul nemico? Come avrebbero potuto vincere? Stando a faccia a faccia con la nwrle, at•e110110imparato a giuocarci a rimpiattino; aguzzato l'udito, l'orientamento. tutti i sensi svegli. Fucei-ar10 scudo rlel terreno. avevano imparato la musica e il tempo, si butwmno a terra. si gettavano a corpo morto nella buca d·una granata, sentivano /"onda, il sas o, il riparo. che poteva ottrarli a una mitragliatrice. all'istante. Erano lenti, parevano inerti. erano invece tempisti. Il terreno gli l'r<I alleato familiare, s'erano impastati con esso da contadini. Erano tulli contadini: non ho conosciuto altri fanti che contadini. Erano contadini, come i loro progenitori peligni, equi, ,ncusi. vestini, marracini; erano fanti e contadini, come quelli del La:.io, com.e i sa11niti,come i guerrieri della lega italica, come i soldati di Cesare, com'è ancora la midolla, il serbatoio della nostra raz:.a. Il cara/lere dei nostri ·volti italiani è mrale. Quelli più nobili che vedi, sanno ancora di terra. È contadina Lu nostra ra:,;;apiù pura, e ogni contadino italiano ha una genealogia da patriarca, è un re; questo per fortuna gtimpedisce di essere aristocratico. E questo ti fa capire l'impero, e che il genio e l'esercito di Cesare era(U) un corpo solo: ·effe la conquista delle Callie dipese allo stesso grado dall'arte del duce e da, quella di munire fossi, gettare ponti, potare viti selvatiche. on (immaginare La fanteria diversa da quella che è, cerca di comprenderla qual'è, imparerai ad amare un eroismo non evidente. Essa non è ciù che intendiamo garibaldino. non è bersagliera, non ardita; non s • inebria della bu.ttaglù,, non va all'a alto cantando, non è gua cona, non è goliurda. Queste splendide qualità non le confanno ed es <L vuole le sue ed e ser qual' è. È taciturna, può oltanto bestemmiare e magari raccomandarsi alla Madonna.. e tu non ti scandali=zare e lascta anche che maledica la guerra: è il suo privilegio, la sua energia. e • e11ti maledire la guerra uno che non l'ha fatta, digli che è un poltrone; ma Lasciala maledire al fante, è il suo modo di farla, lo aiuta a vincere. Dura pali romanum dev'essere stato ritto per lui. Egli maledice e fa quel che deve fare. Maledice e sta. maledice e 11011 molla, maledice e avanza. Muledice e inca sa. la ua capacità d'incassare va oltre il limite umano, è paurosa. la più dijficile virtù della guerra moderna è questa. e ce /'/,11, la fanteria, capace di stare un mese, due mesi sollo il fuoco· stare u11 giorno, due giorni di seguito sollo il bombardamento. e uscire dal/p bue/te, lasciare i morti, andare alla trincea nemica, tenerla_ capir<' il terreno, postare Le mitragliatrici. i canno11cini, riordinare i sacchPtti_ gli scudi. cercare le buche, suornbrarle, scavarle ricoverarsi, dura a morire. essa che lascia il maggior numero di morti. ~ono opratutlo cli fanti i no tri cimiteri di guerra. qu<'lli del confine • quelli Lasciali P non dimenticati in terra straniera. Da Florina a Mona tir e dalla curva del fiume alla l"et!a di quota 1050 e di picchi Rruciato ,. Roccioso Lasciammo tante croci, aiuole. gruppi di croci sparsi. !,asciatemi ricordare i fanti che la.sciammo e quello che fecero i fanti in MacPdonia. Tennero testa alle più agguerrile truppe tedesc/,,,_ e ai bulgari, ai turchi. Dopo la conquis:a di Monastir. alla quale gl'italiani ebbero una parte decisiva, l'Armata d'Oriente, come ht chia11w1 1ano i francesi. che La comandai:ano. della quale faceva parte la nostra trentacinquesima divisione, che t•ra invece quasi un'armata, condoua da Petilli di Roreto; occupò due montagne, ne fece un sistema, per barrare ai tedeschi la strada dP[ mare, e le chiamò quota 1050 e quota 1248. Questa fu consegnata alla Legione traniera, nella quale non mancavano italiani, come il principe Andrea Pig11atelli di Cerchiara, quel magnifico soldato, che ci la ciò La vita. Quota 1050 fu consegnata agl'italiani. Alfo sua sommità le linee si stringemno come un binario. Ci stavano i Cacciatori del Kaiser. oi li 1:olevamo snidare e giungere a Prilep, i tedeschi volevano spezzare l'assedio e giungere al mare. e ci fossero riusciti, La guerra avrebbe preso un'altra piega. Ciò vi faccia capire l'importanza del compito degl'italiani e della fronte macedone. Tutta impe11nacclLiata,quota 1050 brontolava di giorno come un temporale: la notte ardeva specialmente in cima. I tedeschi attaccavano a gruppi, drÌlti sotto il fuoco, accompagnati con quelli che a due a due porta11ano cassoni di bombe. Una notte portarono i lanciaficim.me_ parevano inzolfatori di vigne, ma 15
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