La Difesa della Razza - anno I - n.5 - 5 ottobre 1938

Francia presenta i ca• ratteri della più pura raz• za italiana, quale ai bova in Coraica. e per molto, sono veramente suggestionabili più che aUro popolo ... il carattere dei Calli ancora prevale malgrado due miia anni di storia e d'influenze straniere, e quesw carattere è di razza, che che c,ll ri ne dica. Ma dov'è il sangue latino? chiede Fouillée, ed ha ragicne; quesw non si trova che çccezionalmente. La cultura soltanto è latina... >. Si noli che Giuseppe Sergi come del resto il Reclus e la maggior parte degli studiosi concorda nel considerare come Celti i piccoli, brachicefali, bruni e non già gh alti dolicocefali, biondi, che eraBibloteca Gino Bianco no invece di origine germanica e che dominavano sulla popolazione celtica autoctona. Viene così posto in- giusta luce come i Francesi non possono neanche riveudicare a sè la figura di Vereingelorige, il capo dei Galli sconfitto dà Cesare, poichè come è noto Vercingetorige viene dipinto alto, biondo, dolicocefalo, di tipo quindi puramente nordico, di quel nordico che i Frances, chiamano germanico, e nettamente diverso dal tipo razziale che numericamente ha sempre predominato e prevale tuttora in Francia. Arrivati a questo punto ci pare di avere dimostrato chiaramente come, sempre nel limite delle razze europee,· esistono delle nettissime differenze tra Italiani e Francesi. Questa nettissima differenza è profondamente sentita dai Frances~; recentemente l'illustre storico francese Henri Berr (3), ha scritto: «' I Celti hanno fatto la nostra Francia. Da essi data l'appropriazione del suolo e la scelta giudiziosa dei luoghi d'abitazione e delle strade. E soprattutto in questo quadro ess> hanno introdotto la loro anima di popolo. Davanti ai Romani essi hanno ceduto ma. essi hanno anche resistito nel medesimo tempo. Essi lwnnc accettale l'aurorità e /,a cultura roTTUl.naT,TUl. essi hannc conservalo /,a loro ani= celtica o l'esserizi.aledella loro aniTTUl.. I Callo-Romani sono restati sempre dei Celti camuffati ». In maniera analoga al Berr si è così pronunciato Henn Hubert (4): « Noi abbiamo detto che gli swrici del/,a Franci.a che hanno scritto una storia singolarn,ente bel/,a portavanc in se stessi lo spirito della 'razza celtica. Ma la swria stessa Oo siano i tentati• vi di accaparramento altraveno i quali la moderna Francia tenta di rivendicare ai auoi pr09e• nitori il merito di cr,ere fortemente contribuilo all'incivilimento del mondo antico. che · essi hanno scritto, la sto.ria di q~- sto popolo indistruttibile di contadini, di guerrieri e di artisti, con le sue glorie e i suci tumulti, le sue speranze e i suoi s/,anci, le sue discordie e le sue rinascite, è /,a sl-Oriadi una nazione di cui l'elemento celtico costituisce l'essenziale del sangue e dell'ossatura>. Queste nette afTermazioni del Beer e dell'Hubert, massimi esponenti dell'attuale cultura storica francese, dimostrano come realmente in Franc1a sia tramontato il mito della latinità. I Romani - così si afferma in Francia - non hanno lasciato nulla di essenziale nell'anima e nulla di e..senziale nel sangue dei Francesi. L'orgoglio di appartenere alla razza celtica nasconde ormai ogni ricordo di Homa. A noi Italiani, non resta altro che prenderne atto. GUIDO LANDRA (1) RECLUS ELISEO: NUQIJ(JGeografia Universale; Voi. Ill: e La Francia>, Milano 1892. (2) SERCI GIUSEPPE: Decadenza delle nazioni latine. Torino 1900. (3) BERRHi:...,n1: Avant-propos nel volume ],es Celtes, Paris 1932_ (4) HueERT HENRI: Les Cdtes, Paris 1932. Gallia indipendente - Capo dei Galli prima della conquiata romana. 23

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