La Difesa della Razza - anno I - n.5 - 5 ottobre 1938

LE FONTI DELL' ANTIGIUDAISMO ITALIANO LUIGI UHIABINI e la ••teo1·ia del gi11daismo'' __..ransubbuglio Ira i g1uae1 d. Varsavia, 1:1 quei pnmi mes, del 1826: rabbini mastoèonhci chiamali dal contado indugiavano in lunghi conciliaboli m1sterios1, mentre luC>- ri delle catapecchie, ne, lund1 v1coh dove la neve s'impastava col fango, la plebe zazzeruta dei rivenduglioli, maahcando semi d1 girasole e malediz1on1, commentava il fatto nuovo ed allarmante: il libro segreto dell'1n1z1azione giudaica, il "Talmud", stava per essere ri•elato integr:ilmente 01 cristiani, agli odiati "go,m ", da una lraduz1one francese, e la traduzione veniva proprio di 11, da quella "stara Warzsawa" ch'ess1 cons1doravano in segreto un leudo loro controllahss1mo. I più 1nlormati assicuravano che alla tradu.z1one s:e:::sa s'era accinto un professore di lingue ed a'llichitò orientali dell"Univerc,tò loca!e, un italiano, l'Abate Luigi Chianni, da molti anni studioso del problema &bra1co. La chiave del quale ore staia nlrovata cal Chiarini, con italiana luclditò e preci- ;,1one, nei folli insegnamenti rabbinici del Talmud. il cui testo integrale nessun prc,- fano conosceva direttamente. e Il focolare reale del giudaismo - scn- \'eva !apidariamente il Chiarini - è e non µuò ess\>r altro che il Talmud. e chiunque voglia dar del giudaismo stesso un'idea ricorrendo ad altri libri s'inganna ed inganna quelli che l'ascoltano>. Questa conclusione ria!'\sumeva felicemen• ·e con profonda e coscienziosa dottrina ed .nsieme con un lampo d1 genio la sene plurisecolare d1 studi che I doth llallam avevano dedicato al problema ebra,co, e che inmata dopo la grande crociata Iran• cescana d ..l '400 contro l'usura giudaica ere stata proseguita s1stematicamente con le r:-.!nuz1oce doc!.lmentazloni del Bartolocc1 e ciell'lmbonali e con gli 1cnlli del Marhni, del Sessa e del Conte d'Arco, per citare solo I magg1on. Rl!ornando al Ch1ann1, l'allarme dei giudei ,n quel lontano 1826 era quindi asso, giustificato: l'abate italiano aveva messo il dito sulla piaga, ed i maggiorenh ebrei <..'Orsero ai ripan lavorando per un anno intero intorno ad un ·· piano d'opposizione", ;! cui risultato pratico fu, oltre una serie dJ intri9h1, la pubblicazione d'un paio d1 opuscoli m tedesco, il p1imo dei quali tentava dimostrare l'inutilitò di una traduzione del Talmud di Babilonia, hbro "sano e moralissimo" (" Beleuchtung des Aufsatzee von der Nothwendigkeit einer Uebersetzung des Babylonischen Thalmuds "), ed 11s' econdo accusava il traduttore di voler distruggere le basi del giudaismo non solo, ma addirittura del Cristianesimo (" Einige kntische Bemerkungen ueber das Projekt einer franzoesischen Uebersetzung dea Babylonischen Thalmuds ")_ Il Chiarini, il quale era, oltre che dotto, un argutissimo toscano' replicò che se il Talmud era veramente quel tesoro di mora14 BiblotecaGino Bianco lita che i suo, contradittori ritenevano. non c'era raglone di temerne la traduzione. ed anti la sinagoga aveva fotto male a non farlo tradurce prima, ad edihcaz1one dei cristiani e degli ebrei. Ma se 1r.vece le cose fossero state diver• samente, era pure 1ndispensab1le, per il bene di tutti, giudaismo compreso, che i tesh fossero conosciuti e divulgati Ed aggiungeva. e il traduttore del Talmud deve anzi concludere, date le contrad1z1on1 strlcienti dei due opuscoli, che lo scopo dei loro autori è stato solo d'impedire la traduzione stessa, perchè essa minaccia d1 far cadere un giorno questa aristocrazia rehg10sa d1 dotti, devoti e ricchi della sinagoga, che ai crede autorizzala da Dio a far la d1sgraz1a della propria nazione e dei popoli che a questa accordano diritto d'asilo>. Messa cosi delinihvamente a posto la sinagoga, il Chiarini assestò un colpo dehn1tivo agli intrighi. cercando attivamente i mezzi per pubblicare la sua traduzione, alla quale stava intanto preparando una prefazione adeguata, che in due volumi e sotto il !ilolo "Teoria del Giudaismo" sviscerava il problema g1ud01co nelle sue cause e nei suoi rimedi La stima di cui egli godeva Ieee miracoli, ed il 10 luglio 1829 il Chiarini ebbe la gioia di ricevere dal Ministro Segretano di Stato Conte Stanislao Grabowski una lusinghiera lettera con la quale l'lmperato,e Nicolò I accettava la dedica del hbro e gli acco.dava per le spese di stampa della "Teoria del Giudaismo" 6000 fiorini di Polonia e l)<!r la traduzione ed Il commento del Talmud altri 12000 horini, da pagarsi in rate di mille fiorini ognuna. La "Teoria del Giudaismo" fu cosi pubblicata a Parigi in france3e, e na1uralmcnte tirò addosso al Chiarini tutti gli odi dei giudei e dei giudaizzanti. I primi si sbracciarono a cercar di dimc,- strare che le dottrine lalmudistiche non erano fondamentali nella religione giudaica, ma costituivano solo un miscuglio di tradizioni e d'opinioni personali dei dottori, e che l'opera del Chiarini non era degna di un ecclesiastico in quanto, lungi dal conciliare la fiducia, aumentava le diffidenze verso i " poveri ebrei " I giudaizzanti poi, ossia gli scrittori della " Revue Encyclopédique " di Parigi, che ai erano giò discretamente agitati fin dal 1828, quando poi il libro apparve, l'anno di poi. pur lodando untuosissimamente la grondo erudizione e dottrina del Chiarini, gli opposero con sufficienza che gli ebrei avevano qiò rifiutato molte delle prave opinioni del libro, e che non -,·era quindi bisogno di presentare il Talmud con gli antichi errori. mentre sarebbe bastalo tradurre solo la parte util9 alla conoscenza delle tradizioni. Infine, anche volendolo tradurre tutto, non bisognava generalizzare le idee talmudistiche riferendole a tutta la religione giudaica. Poichè a tali obiezioni era giò stato ampiamente risposto m anhc1po nel testo del hbro, il Chianni non degnò nemmeno di replicare, occupato com'era orma, alla traduzione del Talmud, che tutto lo assorbiva Ma questa traduzione doveva disgraziatamente interrompersi al pnmo volume. pubblicato a Lipsia nel 1831, poichè la morte colse a soh quarantasette ann, il Chiarini a Va~ Delle intenzioni cnshaniss,me e della sete d1 bene, della rettitudine che lo animarono come della chiarissima visione che gh fu propma è prova la lettera con la quale egli accompagnava a S.S. Pio VII una cc,- pia della "Teoria del G1udmsmo ", e che non fu recap,tata, perchè giunse a Roma 11 giorno dopo la morte del Papa In loie lettera egh scriveva· e Cercai in quest'opera di po:suadere I P11ncip1,a, quali sta a cuore di por9ere qualche nmedlo ai mali di cui gli ebrei sono causa a sé ste3e! ed 01 popoh m mozzo a cui vivono. cne invano essi fahcheranno so non trovano pnma d1 tutto 11 modo d1 correggere la rehgion<, g1uda1ca attuale, g1ò orma, lontanissima (" absonam ") aagli 1shtuh do1 maggiori, e nemica d1 tutto il genere umano. e L'opera suddetta vide la luce sotto gh auspici dell'Imperatore delle Russ,o e Re d1 Polonia, dove vivono due milioni d1 g1ude1 unicamente ded1h allo studio del Talmua ed alla mercature Doveth quindi molto studiare per trovare ti modo di apnre loro la via alla milizia ed all'agricoltura Avendo presente sempre quel ,anuss,mo detto ·•la carllò solo edihcare" e coll'aiuto di D,o e colla Vostra Benedizione spero che le mie fa••che possano frutt1hc.:,re>. Morto 11Chianni. i giudei 1mpresero dovunque un sistemahco trafugamento dolle copie del suo hbro fondamentale, che oggi è prchcamente introvabile e manca ,n tutte le no1tre biblioteche Sarebbe sommame~te des1derab1le che alla scomparsa del prezio$O libro fosse rime· diato con la sua nstampa e con un'intenaia• s1ma divulgazione por il ben<1 d1 tulh e per la gloria della scienza italiana, il contributo della quale allo studio del problema ebraico e per i rimedi da adottare contro la "stultitia juda1ca" ò decisivo o superiore a quello d, qualsiasi altra nazione. Sia detto c,ò agli sciagurati scr1b1 esten , quali vanno ripetendo in questi giorni che l'ltaha "fa dell'antisemitismo per Imitare la Germania". E' possibile che tali scribi ripetano scioccamente quanto vien )oro ispiralo dai giudei loro padroni, i quali s, ritengono forse sicun d'aver fatto sparire ogni traccia della formidabile documentazione italiana sul problema ebraico. Sarò bene che tali scnbi e relativi padroni si disingannino. Le opere del Chiarini, del Gambini e di molti altri nostri ci sono ancora. e sono in buone mani E non è detto che non abbiano da· esser ripubblicate, prima o poi, e questa volta senza speranza di farle sparire_ MARIO DE' BAGNI

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