La Difesa della Razza - anno I - n.5 - 5 ottobre 1938

Fratellanza di odio l~a pagina elle 8exue è Crotta dati rornuuzo .. Jteuao Nauu, a,·,•ocato "• dello Hcrlt• tore ebreo Adriano GN•go (pllg. 2°~ 8eff.). Il prot11goul8ta clel romanzo. qui pre- "entnto. è no glon,oe ebreo c:he, 8t>loto dal desiderio di toccare almeno Il fèndo tlell'ablezloae. 1>0lchè seo te che Il torbido SKugue c:be ,tll ribolle nelle vene i:;I' Impedirebbe di ragghrngere le vette della 1mrllà, commette - <101>o luugn 1,r4•medU,1,zlone - 110' lnhunln. Credlan.10 ebe della 1:neo•11lltà t•br11lc:a non 1•ossa tro, arKI t•l ta efl1ca~e, e \7erltlern, teHt h11onl1111zo. \lu qua,u/o fu solo. ebbe tergog,ui d'essere stato l'ile e senti il bisogno di chiudere a cltiave il suo ufficio per essere solo colla sua rabbia che lo lacerar,a de11tro. Non voglia di piangere, ma di gridare. Voglia di maledire. d'essere uomo di parte, di get· tare u torto e peccato le sue bestemmie contro qualcuno. Ebreo. ebreo! 01, come ora questa parola gli risuonai-a dii·ersame11te a/l'oreccltio! Qm111tr 11011 mppo51e parentrl,. qu1111ti s o t te r r <t II e i le· gami ! Come 11011 riconoscNe per fratl'ili quelle 11ugliaia di ,•sseri anormali, q1wi mercanti, quegli uomini separati dai loro simili, a11ela11tai 1•r11rlicarsi della loro bistorta eredità, a f ani u ducati, a fiorini. u .,rn11:iche. a f ra11ch1. 11 lirl'. il loro posto 11el III o II do ! Com,• no,1 capire che og,w· 110 di loro forse era partilo un giorno ropic111do lo rila dei santi e degli ,•roi e si era accorto forse u11 altro giorno che perdet·a il suo tc•mpo '! E allora, i 11 v ,. ",. della guerra. l<t guerriglia. la piccola aslu- ;iu, l'arte di uscire di ll0/11' dai ca11cellineri ,lei 1·eccl,i ghelli, obbrobriosi, l' urte di fi11gere. di ingannare. di dissimulare, farle di tincere sul jiori110 e ,ulla .,wn:ica. di ,·0111p1•raraedu11aroso11011lle teccltie spade dei crociali morti di fame. l..o ;;io, il papà, i cugini, gli ebrei ridicoli del suo tempo. i piccoli go/ /i uomini spaesati che bussano alle porle ed e11tra1w di .,froso o di mali:ia nella vita di tutti ... l'ebreo che allende in roda a uno sportello e si fa ricacciare a gomitate sempre più indielro. l'ebreo fwtigato sulla pubblica piazza, quello che un giomo porl<wn sul petto a tinta gialla il segno della ra::a maledetta, il piccolo miserabile stro:::ino, quello clte liberato dalla clausura corse a fruga re i cadateri sui campi di battaglia ot•e passù Napoleone, l'ebreo di Ru.isia e d'U11glteria che crogiolò nel scmgue vendicandosi fino alla decima genera:iofU! di tua.- le /rustate subite - oh! divina fratellan:a di odio, come la se11tira e la ricono.,cew nel suo sangue, in quell'ora di dispera:ione! Ra::a maledetta, dannata. irtCapacedi cacciare il vomere nella terra, incapace di inquadrarsi in legione, ma assetata in eterno di rendetta e di polen:a ! Per lutti i t·icoli. per lu/le le stradP Bibloteca Gino Bianco oscure e sotterranee, la razza dei disperali caca Lustrada maestra e lramutai il suo carretto di spezie in berlina di gala. llu quanti mercanti no,i sog11aro1w le illscgne e gli speroni dPI camliere? Quanti prof ili di usurai 11011 sembrano anche om 11eltombra profili di saccheggiatori? 01,! i bimbi degli ebrei! I piccoli sereni figli che gioca,w ,iel/e case. trillano come uccellelti di primat•era e di cui <t poco u poco sentiamo arrochirsi le roci, tedia1uu arrossarsi i c<tpelli, farsi terreo il 1 olto, smagrirsi e 111cun·arsi 1/ na.so. fi11chè anclte loro. unclu· loro. in un 1'ÌOma qunlw1qul' ti f!.Uarderan110 nello spPcchw e si ncono,\CPr<11111<> dannati . Quale mt.\l'riu .1 f quale imperatim ,/1 1erulella per 0J!IIUno di IIOi! Remo w11111u 111 questi pe,w,•ri. ,mpron-isi per lui. fu chi11i:edi lui/a la sua ,ila, E la rabbia, Lu sua inquietud111e. lt, ,ua ribellione. il suo i II timo bisogno di gmnde.::;;a,il suo stesso disprezzo per gli uomi11i della sua ra:· :a, trorni:ano f i11almente una ragione di coesisten:a in questo sacrame11to di o d i o clie per la prima l'Oltu gli apparim di111111;a;gili occhi. /,a sua soliludÌlle era un bene ed un male che rimanew. lla! come per un lontano, sotterra11eo, molteplice bauito. sentiva i cuori di migliaia di frate/li battere col suo ed ognuno cercare fa propria l'cndelta ed ognuno servire la proprie, ra::o. odiando. Fi11almente! Finalmente! Intorno a sè in11umeret-oli s'affollavano i baraca11i 11eri degli ebrei, i piccoli cuni mediatori. i mercanti di giro e di città, i creatori di dottrine pro_cellose, i 11e111icdiell'ordine. le barbe ispide e sporche, i raccoglitori d"elemosine, gli scialli dalle frange bianche, i panciolli coi « quattro rorni >, i fedeli della sinagoga, gli ebrei clie si t'antavano nemici d'Israele ... tutta una falange disperata. Quale esercito era questo! A guardarli in viso uno per u110, non un t·iso di fratello, c'era. E doi:et·ano spandere un odore acre di uma11ità trasèurata. Ma quanti occlti viperini, e quanta capacità di odio. e quanta t·olontà di riti11cita {'Pr tulli i torti so/ /erti nei secoli dei secoli! 13

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