La Differenza della Razza - anno I - n.3 - 5settembre 1938

doenmentazione Cè un ghetto spirituale in cui g1i ebrei si sono voJontariamente rinchiuS-ie de) quale non si lamentano: è quello rappresentato dal muro della. Legge che per secoli ha impedito agli ebrei di comunicare cogli altri popoJi. E c'è un rattismo d'Israele che ovviluppa gli ebrei di unn barriera di resistenza, ancor più solida e inviolabile, perchè volontaria e fondata sulla concezione del popolo elello, delle catene e dei bastioni costruiti tti confini del gheuo. Questo razzismo ebraico arriva a delle forme di esasperazione taH che di fronte ad esse il razzismo 1uaticato dai crislfani, ne.i riguardi dei giudei, diventa un innocuo scherzo. Thomas Mann, ebreo e fuoruscito tedesco, e grande scritlore, ha una novella dove l'ostilità ered.itarin de11'ebreo per il cristiano è descritta attraverso la storia di una fanciulla d'alto lignaggio ebraico che alla vigilia delle nozze con un funziona• rio prussiano, si concede al fratello e consuma nell'ince8to una vendetta di razza, contro un matrimonio eh· essa considera come una forma di schiavitù. Ecco la chiusa della novella, la cui morale è già tutta nel titolo: < Sangue riservato>. Essa era già in veste da camera, aveva injilato delle pantu· jole per altraversare il corridoio che separava le loro stan:e, e i capelli sciolti le nwdevano. sul bianco pettine. Sotto il merletto della camicia Siegmund vedeva i suoi piccoli seni color terracotta. - Sei stato così cattivo, essa disse. Mi hai /,asciato così brutalmente! /lion volevo venire, ma bisognava pure che ti dicessi b1tonanotte... - Ti aspettavo, egli disse. Essa stava curva verso lui, in una posizione incomoda e quasi dolorosa che obbligava il suo viso a una smorjia, acceruuando fortemente -i tratti della sua razza. - Ciò non toglie che la posi:ionc nella quale mi lasci mi fa terribilmente male alla schiena, disse con tono d'intimità. Egli si agitò e disse: - Lascia, lasci.a... Non bisogna... Non può essere, Sieglind, tu capisci?... Egli si rendeva conto della stranezza di queste parole. La sua /ronte bruciava e le sue numi erano mo,dùle e gelùle. Sieglind si i11girwcchiòaccanto a lui sulla pelle d'orso e gli posò la mano sui capelli. Ora egli si era sollevato sul busto e con un braccio attorno al collo della sorella l'osservava col medesimo sguardo che aveva avuto esaminandosi un momento prima nello specchio: guardava i suoi occhi, le sue tempie, la fronte e le guance. - Come mi somigli! disse. Le sue labbra erano senza forza e la sua gola conJratta... Tutto è eguale per ,wi... Ed è per questo precisamente ... È come l'esperien:a per me, Beckerath per te... E' inevitabile, Sieglind. E in/ ine si tratta della stessa BiblotecaGino·Bianco cosa, e soprattutto in ciò che riguarda... la vendetta,- Sieglirui! Egli si sforzava di dare un ordine ai suoi pensieri, ma ·non rù,sciva a pronunziare eh.e delle parole strane e senza nesso, torbide come un sogno. E niente di tutto questo aveva l'aria di sorprendere Sieglind. Essa non rivelava alcun segno di disagio a seruirlo esprimersi con tanta passione. Il disordine di q-..este parole avviluppava i suoi sensi, l'attirava terso la regione misteriosa donde erano nati, dove la sua coscienza non em mai penetrata e verso la quale, qualche volta, dei sogni impa:ienti l'avevano spinta, dal giorno in cui si era fidanzata. Lo baciò sugli occhi éhiusi, egli la baciò sulla gola sotto il merletto. Teneramerue sensuali, essi si amavano per la loro raf/inatezza e per i lo'ro profumi. Si abbandonavano alla loro ebbre:za con voluttuoso abbandono, se ne ubbriacarono come dei malati, mentre le loro carezze sollevavano nei loro esseri un crescente rapido tumulto che si chiuse in un unico singulto. * * • Essa era ancora seduta sulla pelliccia, colle labbra semiaperte. Appoggiata a un braccio, alloruanava i capelli davanti agli occhi. Egli stava addossatQ all' armo,dio bianco, si muoveva on- . deggiando sulle gambe e guardava in aria. - 1l~a Beckerath... mormorò lei cercando di mettere un po' d'ordine nei suoi pensieri. Beckerath, Gigi... Che diventa in tutto questo? - In tutto questo?... ripetè lui. E aggiunse, mentre i tratti della razza apparivano sul suo viso con una forza terribile: « Ebbene credi che gliel'abbi.am fatta, al Goy! » THOMAS MANN 39

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