La Differenza della Razza - anno I - n.3 - 5settembre 1938

une extr,1-europce. Tale proibizione sc1tunsce dall'obbiettivo riconoscimento della legge di n1tura, per cui tali connubi opererebbero in senso puramente degenerativo, dannoso cioè ad entrambe le parti. Non v'è quindi ragione pecchi: l'amor proprio di alc\)Jla razza o nazione si1 ferito da inibizioni siffatte, o ne venga impedita la collaborazione in vista d'interessi e scopi comuni - come appunto, nel!'esempio ora cit,110, per la lotta cpntro iI bacillo marxista. ci rapporti internazionali d, ,cambio e di collaborazione economica, culturale e politica, , iene necessariamente in luce la naturale disuguaglianza fra le nazioni: e tale disuguaglianza stabilisce una gerarchia, in cui i popoli più ricchi di originalità creativa e d, dinamismo realizzatore hanno la preminenza su quelli meno fecondi, più ricettivi e passivi. Chi è in. grado di dare più di quanto riceva, o di fornire cose più pregiate ed importanti, pass.~ naturalmente in testa ed esercita una egemonia spirituale, economica, politica. Tutto ciò quadra perfettamente con la concezione razzista del mondo: del pari che il rapporto coloniale - di vera e propria dipendenza e tutela politica - che viene a stabilirsi - come espressione di una disparità particolarmente accentuata di sviluppo e capacità culturale, fra popoli di razza nettamente diversa. La dottrina razzista non esclude e non condanna, a priori, eventuali urti armati fra popoli che non trovino altra via per il regolamento dei reciproci rapporti su basi realisticamente giuste, cioè intonate alla rispettiva potenzialità, saldezza e vitalità d'istituzioni, ed al rispettivo livello culturale. La guerra collauda infatti e mette in luce tutti questi valori. Bisogna però affrettarsi ad aggiungere che fra Stati razzisti - specie se non troppo lontani etnicamente - sarà ben difficile che si determini una tale discrepanza nella reciproca valutazione delle forze attuali e potenziali, da far preferire il ricorso alle armi ad un intelligente compromesso fra le opposte esigenze. L'esperienza diplomatica degl, ultimi cinque anni mostra infatti che ogni quakolta due governi francamente nazionalisti hanno direttamente affrontato, senza intermediari, la discussione di quest1on1 anche spinose, che li di, idevano - invelenite magari da annose polemiche - hanno finito costantemente per mettersi d'accordo. Fra tat, nazionalisti (meglio se addirittura razzisti) la comprensione e stima reciproca sgorg.1no più facilmente che fra Stati di d,,erso colore ideologico. Ma non basta: J'attr.1ttn·a dei vantaAA•temtonali che si possono nca,·are da una guerra vittorio,a è singolarmente attenuata d~I tatto che il razmmo non crede alla possibilità di assimilare popolazioni allo.izenecompatte, specie se d, livello cultur,1leelevato. f? r.,zz,smo considera come un peso ed una debolezza la presenza, cn.ro i confini dello Stato, di minoranze straniere. Per conse- ~"l nza, =o respinge nel modo più deciso ogni idea o programma J1 ~onquista territoriale, a meno che non si tratti di reintegrare ,1it,\etnica o geografica naturale del Paese. o di colonizzare terre .>itateda genti di assai inferiore capacitl di sviluppo culturale auto. nomo, come già accennato. Nell'ambito, almeno, del mondo curopen-occidentale, ogni proposito di conquista sboccante nell'annes. sionc di popolazioni di di,•ersa nazionalità contraddirebbe alle premesse del razzismo. E nemmeno può conC1liars1col suo spirito una guerra di tipo ideologico, propagandistico, cioè una crociata politico-religiosa. Secondo l'etica razzista lo sforzo massimo di ogni nazione de"e essere omntato al d1 dentro. e non al di fuori. Chi ha fiducia nelle proprie ,irtù costruttive, chi è in possesso di verità che ritiene preziose e '11id<:urn,ersalmente, non può lanciarsi ,olcntieri in una av,entur.1guerres<:a,he arresterebbe e mcttert-bbe ,1 repentaglio la paziente opera tostruttiva, che invece, se proseguita o coronata da sunes5o, gli a,s,cura la pacifica (Onquista dell'egemonia spirituale. economica e politica. inseparabile da ogni primato ci\'ile. 1può star certi, quindi, che n~ l'Italia n~ la Germania intraprender.mno la conquista dell'Europa per imporle la dottrina razzista, a ,om,glianza di quanto iece I.i FranCla al principio del secolo scorso. sotto l'impulso dell'ideologia iliuminist1Cadell'Ottantano,·e. Tanto meno s, abbandoneranno, esse, all' aAAre<sho 1.,, oro di min BiblotecaGino Bianco della Russia sovietica, the dissemina agenti in tutto il mondo , sfrutta con una propaganda multiforme ed opportunistica ogn, mal. contento e disagio popolare, ogni motivo di contrasto ed instabilità sociale esistente nei vari paesi, ogni basso appetito di vendetta e ra. pina, per creare. disordini e J>CSClrenel torbido. Se il Fascismo ogg, lotta mternazionalmente contro il Bolscevismo, non è certo per obbligare la Russia a diventare fascista, ma per respingere l'attacco sferrato internazionalmente dal Bolscevismo. Il patto anti-Comintern non ha carattere aggressivo e propagandistico, ma puramente difensivo. Tale difesa, evidentemente, non può essere tuttavia immobile. Se non altro per motivi strategici, noi dobbiamo impedire che certi paesi mediterranei ed europei, socialmente e politicamente meno saldi e compatti del nostro, cadano in preda al Bolsce,·ismo per via di rivoluzioni occultamente ard1itettate, finanziate e sfer• rate dall'Internazionale moscovita in combutta con quella ebraica. No, non possiamo aspettare di essere stretti ed assediati da una coalizione di repubbliche sovietiche, capace di soffocarci del suo peso bruto, malgrado l'enorme superiontà intrinseca del nostro Regime. Ogni popolo de\'e poter scegliere liber11me111e tra Bolscevismo e Fascismo: questo è 11 senso vero e profondo del patto anti-Comintern. ••• L'etica razzista, come si vede, è proprio agli antipodi di ogni brutalità oppressiva. Essa parte da concezioni organicistiche della società e della storia, e respinge ogni disseccante, arbitraria generalizzazione metafisica. Essa rispetta tutti i fatti naturali, tutti i;l1 sviluppi organici, e quindi anzitutto il patriottismo, il sentimento nazionale e razzista di ogni popolo. Ogni popolo, ogni tipo razziale è, per certi rispetti, un capola•wo della creazione, e può considerarsi tranquillamente come il " popolo eletto", per ciò che si riferisce alle sue attitudini e capacità specifiche. L'idea del " popolo eletto " diventa esiziale, assurda ed anti-umana solo quando i: ano/111a. LImito dell'elezione divina, del diritto assoluto ed impre• . scrittibile al dominio sul resto delrumani~à, è mardiio singolarissimo di megalomania e di scarso senso etico, che domina ed illumina tutta la storia del popolo ebreo, rendendo quest'ultimo eminentemente pericoloso alla civiltà ed alla libertà degli altri popoli. Ma se il razzismo respinge e condanna come inconciliabile con le sue premesse dottrinali ogni proposito o velleità di opprimere altri popoli, e di schiacciare la loro indi\'idualità, formidabili sono d'altro canto le barriere difensive ch'esso sa erigere contro ogni piano o proposito altrui di oppressione, di livellamento, di snazionalizzazione o snaturamento. li sentimento nazionale, l'attact"a mento alla Patria, sono suscettibili di raggiungere, nell'atrnosfer.1 del razzismo, gradi mai visti d'intensitl e potenza volitiva. L'individuo si sente armonicamente solidale con la sua terra, legato per mille fili indissolubili al passato cd all'avvenire del suo popolo. affratellato da vero amore ai suoi compagni di razza; e dimentic.1 perciò facilmente, nel servizio della Patria, ogni suo particolare interesse. ogni egoismo o vanità. L'atmosfera raz.zistaè eminentemente eroica, e dà allo Stato una s1gni6caz.ione,un'intensità etica nuova, come organica espressione dell'unità vivente del Popolo. Essa, quindi, rafforza lo tato ed intensifica la gelosa nira dell:t libertà ed indipendenza nazic;nale. Ognuno \'ede come il razzismo sia necessuiamente, per tali ra• g,oni. bersaglio di odi furibondi da parte cli tutte quelle forze che aspirano a dominare politicamente, ec.onomicamentc,spiritualmente l'umanità, livellandola. svirilizzandvla, snazionalizzandola: ridu cendola ad un gregge docile, uniforme e grigio, più o meno abbrutito da meschine cure materiali od abbacinato dalla contemplazione estatic.i dell' "al di là". Pcrci.:. il razzismo tro,•a schierate contro di si: le /11temazio11ali d, ,mio tofore. che stringono con i loro tentacoli il mondo, cercando di stritolare gli Stati, di ancmizz.1re. svuotare, maciullare le Nazioni. Noi Fascisti siamo lietissimi di questo odio che ci onora, e, nel prepararci a resistere all'assalto decisivo delle Internazionali collegate. affili:uno le spade che recideranno i loro mortiferi tentarnl1. Ciò segnerà l'inizio di una nuova ~r.1delb çtoria. QUINTO nAVIO

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