La Differenza della Razza - anno I - n.3 - 5settembre 1938

0 11 Francia, sopra una popolazione in cifra tonda di 42 mi• !ioni gli ebrei sono circa 400.000. Durante la grande r guerra i caduti francesi sono stati un milione e mezzo, i caduti ebrei esattamente 1812. Il che fa una proporzione <lei38 per mille per i francesi, e del 5 per mille per gli ebrei. Quale prova migliore che gli ebrei o non sono stati mobilitati o sono riusciti ad imboscarsi? Malgrado ciò il fatto di aver preso pal'le alla guerra costituisce per gli ebrei uno degli argomenti più sfruttati nelle discussioni politiche e particolarmente in quelle dove il problema della razza fa la sua apparizione. C'è dunque da domandarsi se Giulio Cesare non avesse avuto una idea da imitare quando decise di eliminare tutti gli ebrei .dalle truppe ausiliarie. e se ogni nazione ariana non avrebbe più da guadagnare che da perdere esentando le proprie comunità israe· litiche dagli obblighi militari. àla le stesse proporzioni non esistono in Francia nei vari set· tori della vita pacifica. Nei ministeri del fronte popolare. fra i cui membri ognuno sa quale forte percentuale di ebrei si trovi normalmente. su 47 capi o sotto capi di gabinetto, segretari par· ticolari o altro. tutta gente che finisce con l'avere una importanza massima nell'ammini,trazione dello sta· lo, non meno cli una quarantina •ono ebrei. La massoneria. di cui eia Repubblica fran• ce:,e è figlia» come fu dichiarato nel Convenl del 1923, vuole avere. accanto a persone po• litiche, scelte secondo certe particolari neces· sità, una sua longa ma1ws sotto forma di fun. zionari ebrei. i quali da una parte controllano e sorvegliano. dall'altra facilitano tul• te quel le pratiche sporche di cui l'ebraismo internazionale, con se• de a Parigi, ha bisogno ad ogni momento. Nella stessa capitale francese gli ebrei per la maggior parte si oc· BiblotecaGino Bianco cupano di affari. Oppure sono orefici, gioiellieri, strozzini, ban· chieri. Quelli innumerevoli che si occupano del piccolo commercio si guardano bene dal fare i macellai, i fornai, gli erbivendoli, i vinai, i caffettieri, i camerieri. Sono mestieri troppo duri questi per loro e i relativi commerci si riferiscono a genere su cui si esercita un controllo preciso da parte dei pubblici poteri. Gli ebrei invece preferiscono vendere mobili usati, og• getti usati, libri vecchi, merci insomma che possono comperare per niente e rivendere al prezzo che vogliono. In molti casi fanno le cose in grande stile; allora si tratta degli antiquari famosi che hanno costituito delle formidabili fortune spogliando vecchi castelli di Francia. O s'occupano di mode, di profumi, cli eleganze, e fanno salire i prezzi di merci prodotte da operai non ebrei fino ai livelli più paradossali e arbitrari. Tutto il commercio dei quadri, tutte le gallerie d'arte sono nelle mani degli ebrei. Il disgraziato pittore che si reca a Parigi con la testa piena di sogni, non riuscirà a vendere la più pie· cola tela se non allraverso i mercati ebrei. Tutti i dirigenti delle associazioni musicali, delle sale da concerti. delle case editrici di musica, tutti gli impresari sono ebrei. La pianista tale (Caricatura romc-na) e il violinista talaltro se non si chiamano Lévy o Cohen non po• tranno dare il loro concerto a Parigi i a meno, beninteso, che non sia• no disposti a sborsare delle somme favolose. o, se sono celebri, a farsi debitamente defraudare di una larga parte dei loro proventi. I teatri sono ugualmente nelle mani de· gli ebrei. L'«Opéra Comique » è alt ua I men te diretta da un comita• to di dodici musicisti. quasi tutti ebrei. scel. ti dall'ebreo Jean Za). ministro dell'educazione nazionale. L'« Opé· ra > e la « Cornédie > sono fra le mani della massoneria. L' «Odéon» è diretto dall'ebreo 33

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==