LOGICA E MORALITÀ DEL RAZZISMO Una cauta risena inlaniata, come per inciso. nel d«alogo del rauismo italiano, ha pe-rsuuo in taluni !"opinione che cuo offra ai nemici il .suo tallone di Achille. Alludiamo alla fra.se del settimo pnnlo: e la questione del ru.zt.Smo in Italia deve essere trattata da un punto di vieta pura1:tente biologico, senza inlcn.:.ioni /iloJo/ic/ae e rcli&iole >. Biologi, fedeli al metodo della osservuione e della espcricn• ui, non potevano parlare altrimcnll. Ma il 001:e J>O$IOinnanzi al lettore è St'mbrato come una conf~ione di debolena. E te n'è tratta la conseguenza che la d1>1trina, se pur bene in gambe i.n sede aeien1i6ca, po· trebbe avere qualche duro con• to da p)dare avanti il tribunale della rdigione e della fi. losofia. o, cari critici e ipucritici: il raui.smo italiano ha le carte in regola anche con la filo· so6a. Della religione, per il momento, non parliamo. Più di una vooe si è levala a con• clamare che si può e&Kre e realare sinceramenle religioti (anzi cri.!liani e cattolici) sen• u fare gli scongiuri al razzismo, gridando, inorriditi: cade rdro, Satana. biologico e aociologico e non vera nel piano filoeofico. Questo va subito detto per snebbiare un equivoco che polrebbc ts.8ere sfruttalo dai critici del documento ranista italiano. In euo a,em· bra cl1esi legga: e la ra~ è un concetto tcienti6co biologico; il resto non inlere55a, I filosofi, ,e loro talenta, possono pensare il contrario :t. Noi diciamo. invece.: se la razu è una ,erità per la biologia. non può non tuer tale J>er la filosofia. Il dusll!mo scienlifico-filosofico e.i ripugna, perchè violenta la ragione. La religione. col auo bagaglio di pri11cipi rh·elati, può scomunicare Tanto più quando 11i tratti di raziismo i1aliano che non ha, a djfferenia di altri, ncssu· na fisionomia 1eologicamen1e alb.rmistiea. b d.Wattiata Romcrin Bolla:ad. a colloquio coa Stalla. l'una o l'ahra ,erità scientifica; la religione come lrasvalulazionc di tutti 1 ,·alori monda• ni alla luce dell'ohrcmon<lano, può dir di no ad una pro1>osizioneec:entifica e condannarla co.meerrore. Non così la filosofia. Questa può elaborare e perfezionare i concetti scientifici, non dichiararli falsi. Anche i concetti che una certa logica chiamò empirici, in quan• lo 11fomi1idi unhersali1à llSIO· Iuta, hanno il loro p081o ntlla filosofia. Tale il concetlo di razza. La razzo può ~re intesa comt una calcgoria biologi• ca, cioè come un irniiemt di dali fisici e fiaiologici (dimensione craniale, angolo facciale.. pig• mencuione della pelle, degli occhi e <ki capelli. gruppi nnguigni tic) che differenziaRtstiamocene. dunque. negli orli, nei portici, nei chiottn de.Ile varie forme di speculazione e ragioniamo pacatamente. Non seni.a diu.rmare prima di oini pre,·enzione il lettore che nel termine di filosofia ,uol concentrare quanto ,·i ha di più impervio, m1.1lerioso, ulruso ed inintelligibile. E' la vecchia &tori. della volpe, che vedendo il grappolo di uva inarrivabile, gli volta le spalle, bofonchiando sdegnosa: lroppo acer· ha! No, la fil0806a non è nulla di inarrivabile. Al contrario, ci viviamo frammezzo pe.rchè i suoi problemi .&0no i problemi di ogni ora e di ogni giorno, quelli che si pro· pone il grande Hptente e l'uomo della strada, il primo de.i penaatori e l'ultimo dei contadini. La filosofia non è altro che la scienza del pensare e del pensar bene. ossia evitando, quan10 più si può, l'errore.. La 6l0&06.aè la 9eienza (e l'arte) del penaare. concreto, senza straniani dalla realtà, ma ponendosi quei problemi che la realtà 1tepa pone ed impone. I quali problemi aono quelli della verità. de.lruomo e del mondo e de.I dovere. Quid est veriuu? La verità è una, come. uno è il pensiero. Una e indivisibile quale che pOMa e11ere la via (metodo) per pervenirvi. Non ci poseono euere più mi.aure e più valori del peruare, ot1ia più criteri di ,•erità: non ci può eseere.. in50mma, una proposiiione che 1ia ,·era nel campo matematico, fuico, no un gruppo umano dall'aJ. tro. Ma può casere ahre&Ì concepita come un in.sie.me di caratteristiche ptichiche e mentali per cui alcuni settori della umanità sentono e percepiscon-:,, intendono e ragionano e uturgono ad una comple:Miva visione dtlla \fila in un modo più o meno differente di come accade per altri. Si può concludere innanzi a una ,ifraua div11ione di lavoro, che il problr.ma della rana ai pone e si risoh·e in un certo modo dalla scic.nz.a ed in un certo modo dalla fil010fia; e che quCf>ta- scitmtia alti.or e del tutto autonoma -- può epingersi 1Ìno a negarlo, prOl"la• mando che la razza non eel!te. Sarebbe un grue errore.. La 61oso6a non può divoniare dalla JCienza e gettarsi dielro le spalle quanto l'oue.rvazione empirica e l'e:ape.rienu le attestano. W& può ribellani contro il piano determinismo materiah11tico che ,·Ml vedere nei fcnom~ni dell'intelligenza una soprastrut• turs, e talvoha un prodocto, o addirillura un sottoprodotto, della eo&tituzione fisica. Ma non può non riconO!lttre che eti.!le un parallelismo psicofisico, cioè una costante interdipendenza tra l'elemento api rituale e l'elemento biologico dell'uomo; di con· aeguenza, a profonde divenilà anatomiche e fisiologiche tra i vari rami della famiglia umana non J>0$10nOnon corrispondere profonde difformità mentali e morali. Perciò ogni razza. organi· came:nte conformata secondo un mconfondibile tipo. ha la tua cultura. la sua civiltà e la sua storia: perciò \C n'i- taluna. per 31
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